Il filosofo e sociologo Alexandre Jollien (1975-) è nato con un grave handicap cerebrale-motorio per un parziale strangolamento causatogli dal cordone ombelicale. Ha passato molti anni (17 anni), fino all'universita in un centro di riabilitazione. In questo libro, attraverso in dialogo simulato con Socrate, racconta la sua permanenza al centro, la sua debolezza, il suo percorso, le sue difficoltà a trovare un equilibrio, una dimensione nella società. Questo libro, Elogio della debolezza, ripercorre un itinerario interiore, una specie di conversione alla filosofia, I suoi tentativi di essere indipendente.
Esiste una dipendenza obbligata: dal mio fornaio, dal calzolaio, dal mio professore di filosofia, la nostra società è organizzata con la condivisione dei compiti; Poi esiste la dipendenza psicologica e emotiva che genera tensione, la paura di perderla, la paura di ferire, di essere rifiutato dall'amico. L'altro viene strumentalizzato, lo si riduce al rango di un mezzo per colmare un vuoto, la solitudine. Ci attacchiamo, andiamo verso l'altro per fuggire da noi stessi. Sartre descrive lo sguardo dell'altro come uno strumento per valorizzarci. Visto che l'altro mi valorizza, farò di tutto per piacergli, per ricevere la sua amicizia e approvazione.
Le difficoltà incontrate posso diventare formatrici, e un uomo dotato di buon senso ne trarrà benefici. La difficoltà stimola perchè ci obbliga a trovare delle soluzioni. Spesso un ambiente iperprotettivo è contro producente , si vedono madri che non si allontanano di un pollice dal loro bambino, e in questo caso, l'amore può costituire un ostacolo allo sviluppo personale, allo stesso modo che il disprezzo. La fiducia è vitale per lo sviluppo della personalità. Nietzsche parla spesso di trarre profitto dalle prove, e va fino a consigliare di trarre profitto anche dall'ingiustizia.
Le prove formano più che le perfette dimostrazioni di eminenti scientifici o pedagogisti che illustrano i loro schemi. Occorre trarre profitto da tutte le situazioni, anche le più terribili. Le prove sono inevitabili, bisogna trovare il modo di eliminare la sofferenza, e se non fosse possibile dargli un senso. Bisogna trovare l'equilibrio tra la dimensione spirituale e il corpo, cercare l'armonia tra queste due dimensioni, e saperla gestire, è questo "Il cuore dell'umano". Essere saggio significa conoscere le nostre debolezze e le nostre potenzialità e gestire la propria realtà. Si può usare la filosofia per cercare di comprendere quello che succede e trarne profitto.
Alexandre racconta nel suo libro che da adolescente, non vedeva nessuna limitazione alla sua libertà, davanti alla mancanza totale di alternative, semplicemente si rassegnava, infatti non si può desiderare ciò che non si conosce. Le difficoltà vissute al collegio sono state un peso per lui durante l'adolescenza, ma all'università queste difficoltà divennero una ricchezza. Cosciente di non poter restare solo, andò spontaneamente verso l'altro e delle sane relazioni si crearono.
Aristotele parla di diversi gradi di amicizia, al più alto livello situa l'amicizia che unisce due persone uguali. I due amici devono arricchirsi reciprocamente senza sfruttarsi. Racconta: "all'università, i miei compagni mi aiutavo a prendere appunti durante le lezioni, nella mia debolezza ho potuto apprezzare il regalo della presenza dell'altro, e a mia volta, provavo a offrire ai miei compagni la mia umile e fragile presenza". Mettere in pratica questo atteggiamento e assumere fino in fondo la propria debolezza non è facile. "Assumere fino in fondo la mia anormalità non è stato facile, e il nemico da combattere è stato la mancanza di fiducia in me stesso e l'incomprensione. La filosofia, in quanto lotta contro i cliché, mi ha aiutato molto a opporre la ragione a questo fardello di pregiudizi e di sentimenti negativi, a lottare contro la paura l'irruzione, la crudeltà".
"La distinzione normale-anormale ha caratterizzato tutta la mia vita, esistono due effetti della normalità: la normalità può costituire uno stimolo per la persona che se ne sente escluso, suscita in lei il desiderio di diventare sempre migliore di ridurre la distanza che lo separa dagli altri. La normalità può anche creare marginalità ed esclusione".
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