sabato 23 settembre 2023

La pratica della meditazione ha una storia millenaria

La Storia della Meditazione, dall’antichità ad oggi, articolo di Susanna Marsiglia,            https://www.meditazionezen.it/la-storia-della-meditazione/          

Negli ultimi anni l’attenzione verso la meditazione è cresciuta esponenzialmente, avvicinando sempre più persone ai numerosi benefici di questa pratica. Ciononostante, le sue origini e la sua storia millenaria rimangono ancora un mistero per molti.

Come recita uno degli aforismi più famosi attribuiti al filosofo francese Michel de Montaigne, “la cosa più grande al mondo è sapere come appartenere a sé stessi”. Pensiamo che questa massima riassuma perfettamente il senso e lo scopo della meditazione. Nella società frenetica in cui viviamo oggi è necessario uno sforzo cosciente per prenderci un momento di consapevolezza ed esplorare chi siamo veramente – eppure conoscerci in profondità è da sempre un istinto innato nell’uomo, probabilmente quello da cui ha avuto origine questa pratica.

La parola meditazione deriva da meditatio, un termine latino che significa “riflessione”. Meditando, infatti, possiamo trovare una migliore connessione con il nostro corpo nei momenti quotidiani e creare una maggiore consapevolezza di come le nostre emozioni influenzano il nostro comportamento.

Quando è nata la meditazione?  La risposta a questa domanda è più complessa di quanto potremmo credere. Diverse ricerche, libri e accademie parlano di una “tradizione secolare”, ma l’effettiva origine della meditazione come pratica dipende dalla definizione che vogliamo dare al termine “meditare”.

La meditazione potrebbe essere antica quanto l’umanità stessa, tenendo conto delle potenziali capacità meditative degli uomini di Neanderthal. Diverse scuole di pensiero, però, collocano le radici della pratica nell’ambito di un insieme di tecniche e rituali originari del continente asiatico, arrivato a noi sotto forma di artefatti e scritture.  In India, la meditazione viene citata in alcuni dei più antichi documenti risalenti al 1500 a.C.  La pratica di Dhyāna (o Jhāna) è indicata come allenamento della mente, spesso tradotto come “meditazione”. Molti di questi documenti provengono dalle tradizioni indù della filosofia vedica e discutono varie pratiche di meditazione nell’antica India. Le scritture buddiste indiane e i testi risalenti a poche centinaia di anni prima di Cristo rappresentano ulteriori menzioni della pratica, ma molti sostengono che questi siano alquanto ambigui nei loro riferimenti diretti alla meditazione.
In Cina, le prime forme di meditazione sono citate fin dal III e VI secolo a.C. e collegate al taoista Laozi, un antico filosofo cinese, e ai suoi scritti. Nelle sue opere vengono usati molti dei termini impiegati nei secoli successivi per descrivere le tecniche di meditazione, tra cui:

    - Shou Zhong – tradotto approssimativamente come “guardia di mezzo”.
    - Bao Yi – tradotto approssimativamente come “abbracciare l’uno”.
    - Shou Jing – tradotto approssimativamente come “guardia alla tranquillità”.
    - Bao Pu – tradotto approssimativamente come “abbracciare la semplicità”.

Tuttavia, alcuni sostengono che è difficile stabilire se queste tecniche fossero già ampiamente utilizzate quando il testo è stato scritto, o se fossero termini nuovi ideati appositamente per il testo. La verità è che nessuno sa con assoluta certezza quando la meditazione ebbe origine ufficialmente. Ci sono molteplici riferimenti in diverse culture e religioni – tra cui il giudaismo, l’Islam e il Cristianesimo – a pratiche di tipo meditativo, che sembrano tutti aver contribuito a formare la pratica che oggi conosciamo.

Dove è nata la meditazione?  Esattamente come per il “quando”, è altrettanto difficile capire dove la meditazione ha avuto origine. Le prime testimonianze scritte provengono dall’India, più precisamente dalle tradizioni indù del vedismo intorno al 1500 a.C.  
La filosofia vedica è uno dei primi percorsi indiani conosciuti per l’illuminazione spirituale. Altre forme di meditazione sono poi citate intorno al VI e al V secolo a.C. nella Cina taoista e nell’India buddista. Le origini precise sono molto dibattute, soprattutto intorno alla meditazione buddista. Alcuni primi resoconti scritti dei diversi stati di meditazione del buddismo in India si trovano nei sutra del Canone Pāli, che risale al I secolo a.C. Il Canone Pāli è una raccolta di scritture della tradizione buddista Theravada.
Alcune prove hanno anche collegato le pratiche meditative con il giudaismo, che si pensa sia stato ereditato dalle sue tradizioni precedenti. La Torah (i primi cinque libri del Tanakh, la Bibbia ebraica) contiene una descrizione del patriarca Isacco che va a ‘lasuach’ in un campo. Questo termine è generalmente inteso come una forma di meditazione.

Sappiamo chi ha creato la meditazione?   In poche parole, no, non lo sappiamo. Poiché le sue origini precise nello spazio e nel tempo sono abbastanza nebulose, scoprire chi ha ideato questa pratica è altrettanto ambiguo.  Ciò che sappiamo, tuttavia, è che alcune personalità influenti nel corso della storia sono state fondamentali per la diffusione della meditazione. Di seguito abbiamo elencato tre figure chiave, ma ce ne sono molte altre che sono state ugualmente importanti nel divulgare la pratica.
- Il Buddha (India) è conosciuto anche con altri nomi, tra cui Siddhārtha Gautama in sanscrito o Siddhattha Gotama in pali, era un principe che divenne monaco, saggio, filosofo e leader religioso. È proprio sulla base dei suoi insegnamenti che è stato fondato il buddismo. Per questo motivo, potrebbe essere facile supporre che il Buddha abbia creato o inventato la meditazione, ma non è così. I testi del buddismo fanno infatti riferimento a molte pratiche diverse di meditazione e il Buddha stesso ebbe degli insegnanti dai quali apprese la pratica. Sebbene sia stato fondamentale per diffondere il valore della meditazione come pratica, il Buddha non l’ha certamente inventata.
.- Lao-Tze (Cina) è conosciuto anche da Lao-Tzu e Laozi, era un antico filosofo cinese il cui nome è essenzialmente un titolo d’onore che significa “Vecchio Maestro”. A lui si attribuisce il merito di essere l’autore del Tao-Te-Ching, un’opera che esemplifica i suoi pensieri e gli insegnamenti che hanno fondato il sistema filosofico del taoismo, che fa riferimento alle pratiche meditative e all’idea di saggezza nel silenzio. Si specula molto sul fatto che Lao-Tze sia effettivamente esistito come uomo singolo, o che il nome si riferisca a un insieme di individui e filosofi che condividevano le stesse idee.-- - Dosho (Giappone)  era un monaco giapponese che, nel VII secolo, viaggiò in Cina e studiò il buddismo sotto la guida di Hsuan Tsang, un grande maestro dell’epoca. Fu durante questo viaggio che Dosho imparò tutto sui dettami dello Zen.  Al suo ritorno, aprì la sua prima sala di meditazione dedicata alla pratica dello Zazen, una meditazione seduta. Creò una comunità di monaci e studenti con l’obiettivo primario di insegnare questa forma di meditazione in Giappone.

Le radici della meditazione. Anche se oggi la meditazione come pratica è piuttosto comune e diffusa, è bene capire che le origini e le radici della meditazione risalgono a molto tempo fa. Oggi la meditazione continua ad essere adattata alle nostre vite e a mutare. Tornare alle sue radici può aiutare a sviluppare un forte apprezzamento della vastità di questa pratica e per il modo in cui si è sviluppata in diversi luoghi nel corso di diversi momenti storici.

Le più antiche immagini documentate della meditazione provengono dall’India e risalgono al periodo compreso tra il 5000 e il 3500 a.C. I dipinti murali raffigurano persone sedute in posture meditative con gli occhi socchiusi, che si presume siano raccolte in meditazione.   Il più antico testo di meditazione documentato proviene anch’esso dall’India, dalle tradizioni indù, intorno al 1500 a.C. Sebbene i veda abbiano creato testi che descrivono pratiche meditative, è importante sapere che queste erano state tramandate oralmente per secoli.  Accanto alla pratica vedica, le tradizioni indù descrivono anche la pratica yogi di meditare nelle grotte. Si ritiene che molte pratiche moderne di meditazione derivino da questo lignaggio, compreso il movimento dello yoga moderno le cui tecniche si basano prevalentemente sulla pratica dell’Hatha Yoga.

Buddismo in India. La meditazione è spesso strettamente legata al buddismo, anche se l’immagine del Buddha che medita su un loto è arrivata solo molto più tardi, molto tempo dopo l’inizio del buddismo stesso. Nel linguaggio classico del buddismo, la meditazione è chiamata bhāvanā, che significa sviluppo mentale, o dhyāna, che significa calma mentale. 

Le varie tecniche e pratiche della meditazione. Più o meno nello stesso periodo in cui il buddismo si diffondeva, si sviluppavano anche altre tre pratiche, ognuna con il proprio modo di avvicinarsi alla meditazione.

-Lao Tze e il taoismo in Cina.   Anche se c’è qualche controversia sul fatto che Lao Tze sia esistito come persona singola, si ritiene abbia vissuto intorno al VI secolo a.C. Il taoismo pone l’accento sul fatto di diventare un tutt’uno con il Tao, che significa “vita cosmica” o natura. Le tecniche tradizionali di meditazione taoista includono un’attenzione particolare alla consapevolezza, alla contemplazione e all’uso della visualizzazione.

-Confucio e confucianesimo in Cina.  Confucio era un insegnante, un politico e un filosofo cinese, vissuto nel VI secolo a.C. I suoi insegnamenti e i suoi pensieri si esprimevano attraverso la filosofia oggi nota come confucianesimo e sono ancora oggi molto importanti in Cina. Il confucianesimo pone l’accento sulla crescita personale, sulla moralità e sulla giustizia sociale. La meditazione nel confucianesimo è conosciuta come Jing Zuo, e si concentra sul miglioramento di sé e sulla contemplazione.

-Sufismo. Il sufismo è un’antica tradizione islamica che risale a 1400 anni fa. È una pratica in cui i musulmani cercano di connettersi con Allah (Dio) attraverso la riflessione e la contemplazione di sé stessi e la rinuncia ai beni materiali. Si pensa che attraverso una certa influenza indiana, il sufismo abbia sviluppato la sua particolare pratica di meditazione che include l’attenzione alla respirazione e l’uso dei mantra.

-Ebraismo. Oltre a quelle che si crede siano descrizioni della pratica della meditazione nella Torah, anche il metodo esoterico ebraico e la scuola di pensiero della Cabala includono alcune forme di meditazione. Queste si basano generalmente su un pensiero profondo su temi filosofici e sulla preghiera.

La meditazione in Occidente. La meditazione iniziò ad interessare l’Occidente intorno al 1700, quando alcuni testi di filosofia orientale, contenenti riferimenti a tecniche e pratiche di meditazione, vennero tradotti in diverse lingue europee.  Questi includevano:
-    Le Upanishad vediche – Una raccolta di testi religiosi e filosofici provenienti dall’India, che si suppone siano stati scritti tra l’800 e il 500 a.C.
-    La Bhagavad Gita – Una scrittura sanscrita composta da 700 versi che fanno parte del Mahabharata: un’epopea indù che descrive la vicenda tra il principe Pandava Arjuna e Krishna.
-    I Sutra buddisti – Scritture che si suppone siano gli insegnamenti orali del Buddha.

Nel XVIII secolo la meditazione era considerata solo un argomento di discussione e di interesse da parte di filosofi e intellettuali, tra cui Voltaire e Schopenhauer. Solo nel XX secolo divenne più importante, soprattutto negli Stati Uniti, quando Swami Vivekananda, tenne una presentazione al Parliament of Religions di Chicago. La presentazione creò una nuova ondata di interesse per i modelli orientali di spiritualità in Occidente, e influenzò un certo numero di insegnanti spirituali ad emigrare dall’India negli Stati Uniti, tra cui: Swami Rama,  Paramahansa Yogananda,  Maharishi Mahesh Yogi. Accanto a questi insegnanti, anche i rappresentanti spirituali di diverse scuole di pensiero buddiste cominciarono a migrare in Occidente, compresi gli individui delle scuole di pensiero Zen e Theravada. Da sottolineare il fatto che ogni volta che la meditazione è stata introdotta in un luogo nuovo, è stata inevitabilmente plasmata e mutata dalla cultura individuale di quel luogo.

Meditazione e scienza. Con la sua introduzione in Occidente, la meditazione ha cominciato a diventare più lontana dalle connessioni religiose e dagli insegnamenti delle sue radici e ad essere insegnata in modi più occidentalizzati. Negli anni Sessanta e Settanta, la meditazione è stata ricercata attraverso studi scientifici, rimuovendo ulteriormente i suoi contesti spirituali e incoraggiando la pratica ad essere utilizzata da chiunque, non solo da coloro che cercano una realizzazione spirituale.

Alla fine degli anni ’70, Jon Kabat-Zinn scoprì la meditazione attraverso i suoi studi al MIT e iniziò anche a studiare i potenziali benefici per la salute della pratica meditativa. Nel 1979 introdusse il suo programma MBSR (Mindfulness-Based-Stress-Reduction) e aprì la Clinica per la riduzione dello stress.

In quel periodo, anche la meditazione trascendentale proposta da Maharishi Mahesh Yogi crebbe in popolarità, con molte celebrità che si rivolgevano a questa pratica per aiutarli a far fronte alla fama, compresi i Beatles, anche se molte tecniche di meditazione erano legate prevalentemente alla cultura Hippie e non erano molto diffuse. Solo negli anni Novanta la situazione cominciò a cambiare.

Nel 1993 Deepak Chopra pubblicò il suo libro Ageless Body, Timeless Mind e nel 1996 apparve nel famoso show televisivo americano Oprah, vendendo più di 137.000 copie in un giorno. Mentre sempre più celebrità si facevano avanti per elogiare la pratica della meditazione, cominciarono ad apparire altri libri sul come e perché meditare.

La nascita della mindfulness. Proprio come la meditazione, le radici storiche e antiche della mindfulness (letteralmente “consapevolezza”) sono rintracciabili in tutto il mondo e attingono da diverse tradizioni spirituali.  La consapevolezza come forma di meditazione è fatta risalire all’induismo, intorno al 1500 a.C., ed è fortemente connessa con la pratica dello yoga. Lo yoga nelle sue radici più antiche implicava pochissimi riferimenti al movimento o alle posture e poneva una maggiore enfasi sull’immobilità, sull’attenzione alla respirazione e sulla presenza del corpo in quel momento. La consapevolezza in questo contesto è stata ricondotta anche al buddismo e al taoismo, che includono entrambi una forte attenzione alla respirazione e alla consapevolezza di sé.

Molte religioni includono una forma di preghiera o una tecnica di meditazione che vede l’individuo allontanare i propri pensieri dalle ansie quotidiane alla ricerca di una maggiore consapevolezza di sé e di una migliore presenza mentale. Questa forma di meditazione è molto vicina alla pratica e allo scopo della mindfulness, che è semplicemente una tecnica di meditazione il cui focus è la consapevolezza.

La mindfulness oggi,  A Jon Kabat-Zinn si attribuisce spesso il merito di essere stato il fondatore della mindfulness “moderna”, dell’idea e del concetto di consapevolezza che è comunemente diffusa in tutte le culture occidentali, ovvero quella del “qui e ora”. Negli anni ’70 Kabat-Zinn fondò la Clinica per la riduzione dello stress presso la scuola di medicina dell’Università del Massachusetts. Da allora la scuola ha contribuito a formare ed educare più di 18.000 persone ai principi della Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) – un programma clinicamente testato per aiutare gli individui che soffrono di una serie di condizioni tra cui depressione, ansia, insonnia, dolore cronico e problemi cardiovascolari.

Williams, Teasdale e Seagal
(1995) hanno portato avanti il lavoro di Kabat-Zinn combinando l’MBSR con la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) per creare il programma di Terapia Cognitiva Basata sulla Memoria (MBCT).  Il programma è clinicamente approvato nel Regno Unito ed è comunemente usato in psicologia clinica per aiutare a trattare individui con una serie di disturbi, tra cui disturbi della personalità, dolore cronico, regolazione delle emozioni e depressione.

La storia della meditazione: tappe chiave.

   5000 a.C. – 3500 a.C.:  La più antica prova documentata della pratica della meditazione è l’arte murale in India.
    1500 a.C. : I Veda, antichi testi religiosi, contengono la più antica menzione scritta della meditazione.
   VI secolo a.C.: Siddhartha Gautama si propone di raggiungere l’illuminazione, apprendendo la meditazione nel processo.
   VI – V secolo a.C.: Si sviluppano altre forme di meditazione nel taoismo cinese e nel buddismo indiano.
   X – XIV secolo d.C.: Si sviluppa l’esicasmo, una tradizione di preghiera contemplativa nella Chiesa ortodossa orientale.
   XI – XII secolo d.C.: Il concetto islamico di Dhikr viene interpretato da varie tecniche di meditazione e diventa uno degli elementi essenziali del sufismo.
  XVIII secolo d.C.: Lo studio del buddismo in Occidente rimane un argomento discusso principalmente tra gli intellettuali.
  1936: Viene pubblicato il primo studio scientifico sulla meditazione.
  Anni ’50: Il movimento Vipassana viene fondato in Birmania.
  Anni ’50: Maharishi Mahesh Yogi promuove la meditazione trascendentale.
 1955: Viene pubblicato il primo studio di ricerca scientifica sulla meditazione che utilizza l’elettroencefalogramma.
    Anni ’60: Swami Rama diventa uno dei primi yogi ad essere studiato dagli scienziati occidentali.
    Anni ’70: Jon Kabat-Zinn inizia a sviluppare un programma di mindfulness per adulti in ambienti clinici. Lo chiama riduzione dello stress basato sulla consapevolezza (MBSR).
    Anni ’70: Herbert Benson mostra l’efficacia della meditazione attraverso la sua ricerca.
    1977: James Funderburk pubblica una prima raccolta di studi scientifici sulla meditazione.
    1979: Jon Kabat-Zinn apre il Center for Mindfulness e insegna la riduzione dello stress basata sulla consapevolezza per trattare le condizioni croniche.
    1981: I primi centri di meditazione Vipassana al di fuori dell’India e del Myanmar vengono istituiti in Massachusetts e in Australia.
    1996: Il Chopra Center for Wellbeing viene fondato da Deepak Chopra e David Simon.
    2000: Viene condotto il primo importante studio clinico di mindfulness su pazienti affetti dal cancro, con risultati che indicano esiti benefici nei programmi di riduzione dello stress basati sulla consapevolezza.

Conclusione.   Dopo aver letto la storia e le origini della meditazione, è inevitabile provare un senso di soggezione per quanto questa pratica sia antica e intrinsecamente legata all’essere umano. Il desiderio di visitare i luoghi pregni di spiritualità in cui ha avuto origine la meditazione è naturale per chi medita regolarmente o è semplicemente affascinato dai principi di questa disciplina.
Al di là di ogni appartenenza religiosa, la meditazione sembra essere un tassello fondamentale dell’umanità. È stata tramandata per secoli, in diverse aree del pianeta, e non dobbiamo sottovalutare quanto possa essere importante praticarla anche per breve tempo ogni giorno. Da secoli, infatti, regala all’uomo innumerevoli benefici e pace mentale.

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