La penetrazione del Buddhismo nel Tibet risale all’VIII sec. E.C.. Il Buddhismo tibetano era in occidente erroneamente denominato “lamaismo” dall’appellativo lama «superiore», con cui vengono chiamati i monaci quando sono anche maestri spirituali. Il c.d. lamaismo discende dalla scuola del Māhayāna, ma nella pratica rivela qualche connessione con riti e credenze della primitiva religione tibetana, successivamente denominata Bön, definibile un complesso di credenze animistiche. Oggi i Bönpo, o seguaci del Bön, sono presenti soprattutto nel Tibet orientale.
Il Buddhismo si divide in due yana o “veicoli”, cioè modalità per raggiungere il Risveglio (bodhi): il Theravada o buddhismo antico diffuso nell’Asia meridionale e sud-orientale, e il Mahayana, diffusosi dal nord del subcontinente indiano in gran parte dell’Asia fino al Giappone. Madhyamaka e Yogachara sono le principali correnti filosofiche dello sviluppo del Buddhismo Mahayana in India prima dell’introduzione del Buddhismo in Tibet. La scuola Yogachara (“pratica dello yoga”), è detta anche Vijnanavada, o “dottrina della sola coscienza”. Madhyamaka è la scuola della via mediana, annunciata dal maestro Nagarjuna (150-250) nel secondo secolo E.C.. Per approfondimenti vedi: https://www.sangye.it/altro/?p=9979
Nagarjuna, insieme ad Asanga, è una delle figure le più eminenti del Grande Veicolo Mahayana in India e fu anche abate dell'università monastica di Nalanda; nelle sue opere ha perfettamente condensato la totalità degli insegnamenti del Buddha. A Nalanda ricevette in giovane età l'iniziazione a una pratica tantrica di lunga vita che apparentemente gli permise di superare la malattia di cui soffriva. Lettere a un amico è un poema scritto (un testo sacro o shastra) al suo amico e discepolo, il re Détcheu Zangpo, soggetto a debolezze e in preda al dubbio, come del resto molti dei praticanti buddhisti occidentali ancora oggi. Un altro importante testo di Nagarjuna è Le strofe della via mediana, uno dei fondamenti di questa corrente filosofica.
Le quattro scuole del Buddhismo tibetano derivano tutte dal Vajrayana o Veicolo di Diamante (considerato come un ramo del Mahayana o Grande Veicolo) che unisce agli insegnamenti del Buddha alcuni elementi esoterici, in particolare alcune tecniche di meditazione trasmesse da maestro a discepolo, destinate a raggiungere rapidamente il Risveglio, se possibile in una sola vita. Queste scuole condividono gli stessi insegnamenti e gli stessi riti; si distinguono per dettagli di dottrina e di pratiche trasmesse dai loro rispettive lignaggi di maestri. Grande importanza ha la mistica e le pratiche caratteristiche dello yoga indiano, le quali consentono di raggiungere il samādhi, cioè quello stato di meditazione profonda e astratta con cui si attua il completo e assoluto distacco da ogni evento esteriore e contingente. Nei conventi e nei templi si compiono rituali e cerimonie collettive del culto con una liturgia che consiste nella recitazione di formule religiose fatta ad alta voce, spesso in coro, in benedizioni e in offerte.
- Nyingmapa (gli Antichi). La scuola appunto più antica, stabilita nel sec. VIII E.C., rivendica di discendere da Padmasambhava, il “nato dal loto”, anche detto Guru Rinpoche, “il maestro prezioso” che introdusse il tantra buddhista nel Tibet e che viene considerato come un secondo Buddha. Padmasambhava avrebbe lasciato nelle grotte e nei laghi degli insegnamenti che dovrebbero essere scoperti al momento opportuno da esseri ispirati (terton). Questa scuola sostiene che esistono due vie di trasmissione: la “trasmissione dei tesori spirituali” (terma), considerata la più breve perché scavalca le generazioni, e la trasmissione orale o lunga (karma) che risale al Buddha secondo una filiazione continua da maestro a discepolo. I Nyingmapa non conoscono organizzazione centralizzata, ma si riuniscono intorno a maestri che spesso hanno reputazione di santità. Molti di questi maestri sono sposati (i maestri delle altre scuole sono quasi sempre monaci). Gli insegnamenti si fondano in questa scuola su un itinerario articolato in nove veicoli – i più elevati, che sono i più segreti, sono in qualche modo le anticamere del Risveglio. Alla vetta si trova la pratica dello dzoghen, la Grande Perfezione che conduce al “corpo di luce”. Una fra le divinità principali degli Nyingmapa è Vajrakilaya. Il capo attuale di questa scuola è Penor Rimpoché. L' A.C.E.C. Centre d'etudes de Chanteloube fa (vedi: https://songtsen.org/chanteloube/) fa riferimento alla tradizione Nyingma e si ispira alla vita e al lavoro di Kangyur Rinpoche. Il centro fu fondato nel 1980 con il supporto di Dilgo Khyentse Rinpoche, e la principale attività è quella di organizzare ritiri per studiare e praticare il Buddhismo.
- L’ordine Sa-skya-pa (o Sakyapa, la Terra chiara). Nel sec. XI Virupa, un potente maestro tibetano, trasmette il suo insegnamento tantrico al tibetano Drokmi Shakya Yeshe, che a sua volta ebbe come discepolo un appartenente della famiglia Khon, Köntchok Gyalpo (o Konchog Gyalpo: 1034-1102). Questi fonda un monastero nel Tibet centrale nel 1073, in un luogo dove la terra è di color grigio chiaro e perciò lo chiama sakya, “terra chiara”. Portò dall’India l’insegnamento dei grandi yoghin e, grazie alla posizione del monastero, che si trovava lungo una frequentata via commerciale, l’ordine e la forza dell'ordine Sa-skya-pa crebbe rapidamente. Questa scuola è famosa per la perfezione dei suoi rituali e i suoi studi metafisici molto avanzati. Il suo insegnamento specifico è il lamdré, “la Via e il frutto”, che postula l’unità ultima del samsara (il ciclo delle rinascite) e del nirvana (il Risveglio). Questa è l'unica scuola dove la trasmissione sia familiare, generalmente da zio a nipote. Il ramo ngorpa è noto per il suo rigore monastico. Due figure importanti sono il grande erudito Sakya Pandita (1182 – 1251) e il filosofo Gorampa (1429 – 1490). La scuola è centrata sulla divinità tantrica Hevajra. Dalla famiglia Khon nasce anche il ramo Karma-pa.
Sua Santità il 41esimo Sakya Trizin è Kyabgon Gongma Trichen Rinpoche (1945 - ).
- L'ordine Kagyu (o Kagyupa, la Via della Trasmisione orale) fu fondato da Marpa (discepolo di Naropa, che fu discepolo a sua volta di Tilopa) ed è diventato famoso con il suo discepolo Milarepa, il più famoso e potente degli yoghin tibetani, celebre per i suoi poteri magici. Il suo insegnamento segue un itinerario di sei veicoli di cui la vetta è il Grande Sigillo (mahamudra) – l’unione della vacuità e della chiara luce. Il più conosciuto discepolo di Milarepa, fu Gampopa (1079-1153). Sotto l’influenza di Gampopa, i Kaguypa fondarono varie scuole e si dotarono di numerosi monasteri che sono diventati centri importanti di insegnamento. Se assegnano, come gli Nyingmapa, molto spazio allo yoga e alla meditazione, mettono tuttavia l’accento sull’importanza della teoria. Vari lignaggi sono usciti da questa scuola: la più conosciuta è quella dei Karma Kagyupa, diretta dai karmapa, sono il primo lignaggio dichiarato di tulku, reincarnazioni di Düsum Khyenpa (XII secolo). Il XVII karmapa risiede attualmente in India. Il Ghyalwa Karmapa è ritenuto essere pienamente illuminato, titolare del lignaggio Kagyu. Trinley Thayé Dorje è il XVII ghyalwa karmapa (c'è stata una grande controversia per la successione). Fra gli altri lignaggi citiamo i Shangpa Kagyu, ai quali apparteneva Kalu Rimpoche e i Drukpa Kagyu. Una delle divinità principali è Chakrasamvara.
Il monastero Dhagpo Kagyu Ling, fondato nel 1975 in Francia, è la sede europea della scuola Karma Kagyu. In Francia, quasi settanta centri sono collegati al Dhagpo (vedi: https://www.dhagpo.org/).
Con Gampopa passiamo dall’epoca dei traduttori a quella degli studiosi buddhisti tibetani in grado di scrivere dissertazioni sulla dottrina. Dei maestri studiosi Sa-skya ricordiamo Kun’-dga’-snying-po (che sistematizzò gli insegnamenti basati sui culti tantrici) e Kun-dga’rgyal-mtshan (che commentò i tantra principali e scrisse sulla filosofia, la logica, la grammatica e la poesia) e ancora ‘Phags-pa (che compose le spiegazioni dei Tantra). Dall’inizio del XIII secolo vi furono sette centri importanti di insegnamento in Tibet. La fama e la ricchezza dei monasteri crebbero in fretta.
Da VII al XIII secolo i sapienti tibetani furono principalmente impegnati nella traduzione di ogni opera buddhista indiana scritta in sanscrito, opere che andarono a costituire la base fondamentale delle scritture tibetane comuni a tutti i diversi ordini tradizionali.
Dal XII secolo alcuni sapienti tibetani avevano trasferito in Tibet non solo i testi ma anche l’intero modo di vivere dei monaci buddhisti e degli yoghin indiani. I tibetani acquisirono tutto il possibile del Buddhismo indiano fino a percepire il Buddhismo non più in collegamento con la sua patria d’origine, ma come religione propria e tradizionale, soprattutto, dopo l’invasione dei musulmani nell’India settentrionale che aveva provocato la distruzione dei più grandi centri buddhistici [buddhistico lo preferisco, ma devi uniformare] in India (XII-XIII secolo) e l’uccisione dei monaci.
I mongoli di Gengis Khan nel XIII secolo si introdussero nella corte cinese. Nello stesso periodo il Tibet si sottomise pacificamente ai mongoli che adottarono la religione buddhista (mentre il Buddhismo scompariva nei paesi confinanti). Nel 1239 Godan, uno dei due figli di Ogodai (successore di Gengis Khan), impressionato da ciò che gli venne riferito sui grandi Lama, convocò un rappresentante tibetano alla sua corte. Nel 1244 il Lama di Sa-skya fu nominato “reggente” con l’obbligo di risiedere alla corte del Khan e iniziò Godan al Buddhismo.
Alcuni Lama cercarono di imitare i Sa-skya e chiesero protezione a qualche capo mongolo. Si creano così delle rivalità e guerre vere e proprie fra monasteri per cercare di avere l'appoggio mongolo e ottenere maggior prestigio. I Sa-skya regnarono per circa settantacinque anni e furono affiancati dal potere Karmapa. Il declino dei Lama Sa-skya fu in parte dovuto al sistema della successione per nascita (ad ogni Lama deceduto corrispondevano tre reincarnazioni: del corpo, della mente e di beatitudine) che produsse un gran numero di eredi potenziali.
Dal XIV secolo (forse anche prima) prende piede in Tibet una forma di successione, quella del lama incarnato, che per quanto supportata dalla dottrina buddhista canonica ha caratteri unici. La rinascita di un Lama incarnato è vista come rinascita di un Buddha, libero dal karma, che rinasce volontariamente per il bene degli altri. In punto di morte il lama da indicazioni sul luogo in cui si dovrà cercare la sua prossima nascita.
- La scuola Ghelugpa (o Guelugpa i virtuosi). Il Buddhismo viene rivitalizzato in Tibet dal Lama Tzong Khapa (o Tsongkhapa) nel 1400 (inizio del sec. XV) che fonda la scuola dei cosiddetti berretti gialli, i Gelugpa (a questa tradizione appartiene il Dalai Lama), dal berretto che i monaci portano per distinguersi dalle altre scuole che hanno un berretto rosso. I copricapi dei primi eruditi (pandita) buddhisti sarebbero stati gialli, colore che evoca la terra e la stabilità. Nel sec. VII, per manifestare la loro volontà di trionfare sui seguaci di altre religioni in occasione di dibattiti che spesso si tenevano, gli oratori buddhisti avrebbero adottato dei berretti rossi, colore del fuoco e dell’eloquenza. Con l’adottare il berretto giallo, Tsong khapa, fondatore della scuola Ghelugpa, preconizzava un ritorno alle origini.
La scuola Ghelugpa è la più recente delle scuole tibetane e mette l’accento sul rigore della disciplina monastica e sullo studio, riservando le pratiche tantriche agli studenti più avanzati. Ventuno anni di studi portano all’esame di dottore (gheshe), coloro che riescono a superare l'esame possono essere nominati abate (rettore di una università monastica). Si pone un’attenzione del tutto particolare sullo studio della logica e della filosofia buddhista, e più particolarmente sulla vacuità (shunyata). Il capo dei Ghelugpa è il Ganden Tripa.
Il Dalai Lama, capo spirituale e temporale del Tibet, è uscito dai Ghelugpa, ma riceve insegnamenti da maestri di tutte le scuole di cui è il protettore. Il Panchen Lama, seconda autorità spirituale del Tibet è anche lui uscito dalla scuola Ghelugpa.
Conseguita la supremazia sulle altre scuole tibetane, nel sec. XVI i capi di questa scuola assunsero dal 1578 il titolo di Dalai Lama e consolidarono nel sec. XVII l'assetto politico-religioso che il Tibet conservò per circa tre secoli. Tzong Khapa ingiunse ai monaci l’osservanza del celibato e di una rigorosa disciplina e sul piano dottrinario assegnò alla preparazione scolastica un ruolo essenziale nel conseguimento dell'Illuminazione contro l'uso indiscriminato della "Via dei Tantra", senza però negare la legittimità del tantrismo stesso. Espose il suo pensiero in due Summae di vasta estensione.
Il Dalai Lama è una emanazione di Avalokiteshvara, il bodhisattva della compassione. È anche un maestro vajra dei mandala esoterici del tantra dello yoga supremo, specialmente del Kalachakra (“La ruota del tempo”). L’università tantrica Ghyuto fu fondata nel 1475 da Jetsun Kunga Dhondup, ed è una delle più grandi istituzioni tantriche dell'ordine tradizionale Ghelugpa. Altra analoga istituzione importante di questa tradizione è il Ghyume.
L'istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia fa riferimento a questa tradizione (vedi: https://www.iltk.org/chi-siamo/lignaggio-maestri/).
Vedi anche https://rigpa.it/rigpa-chi-siamo/
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