venerdì 24 novembre 2023

La meditazione per Matthieu Ricard.

Il più delle volte, la nostra ricerca istintiva e maldestra della felicità si basa su inganni e illusioni, piuttosto che sulla realtà, e così ci sfianchiamo nel tentativo di modellare il mondo per farlo combaciare con le nostre fantasticherie, o alteriamo artificialmente i nostri stati di coscienza. Non sarebbe meglio trasformare la nostra mente? - Matthieu Ricard                  

Per Matthieu Ricard, uno dei monaci buddhisti più conosciuti in Francia, "è il pensiero che crea la realtà". Nato nel 1946, è figlio di un noto filosofo, Jean-François Revel e della pittrice surrealista Yahne Le Tourmelin. Diventato specialista di genetica cellulare, abbandona la ricerca scientifica per la ricerca spirituale in Himalaya e diventa monaco buddhista e poi l’interprete di sua Santità il Dalai Lama, intraprendendo un cammino che l’ha reso uno dei più importanti esponenti in Occidente del buddhismo tibetano. Nel 1997, scrive con il padre il libro Il monaco e il filosofo e, con l’enorme successo di questo libro, diventa ricco e celebre e ne approfitta per fondare nel 2000, una associazione chiamata Karuna-Shechen per lottare contro la povertà e per costruire una società più altruista ed inclusiva in Asia.
Ha pubblicato una trentina di libri, anche di fotografia, che hanno avuto tutti un grande successo di pubblico. I diritti di autore vanno interamente all’associazione i cui beneficiari, nel campo dell’educazione, salute e servizi sociali, sono circa 400.000 persone in Nepal, Tibet, India.

Cos’è la meditazione per Matthieu Ricard.
La parola sanscrita per meditazione, “bhavana”, significa “coltivare” e la parola tibetana “gom” significa “familiarizzare”. Così, in un certo senso, la meditazione si riferisce all’allenamento della mente, coltivando qualità positive come la presenza attenta e l’amore altruistico, e in un altro modo si riferisce al diventare più familiare con il funzionamento della nostra mente e, infine, con la vera natura della mente, che è sia consapevole che priva di esistenza intrinseca. Si possono anche distinguere due tipi principali di meditazione: analitica e contemplativa. La prima si usa per esempio quando si de-costruisce la nozione di un “sé” indipendente, unitario e duraturo o quando si medita sull’impermanenza e l’interdipendenza di tutti i fenomeni; la seconda è quella di riposare nella natura ultima della mente, nell’unione di apparenza e vuoto.

Quando sono andato per la prima volta in India nel 1967, il mio obiettivo principale era quello di incontrare uomini e donne di saggezza notevoli che potessero ispirare la mia vita e darmi un senso di direzione, in modo da utilizzare l’esistenza umana nel miglior modo possibile. Grazie ai miei maestri spirituali, ho poi gradualmente studiato e praticato il sentiero del buddhismo, che comprende effettivamente ciò che la gente chiama “meditazione”, tra gli altri mezzi utili per aiutare il discepolo a passare dall’illusione alla saggezza, dall’essere impigliato nella sofferenza e nelle sue cause alla libertà finale.

Senza i miei maestri, i loro insegnamenti e tutti gli altri insegnamenti che costituiscono il tesoro di trattati, commenti e consigli spirituali che si trovano nella letteratura tibetana, non sarei andato da nessuna parte nella mia pratica. Perciò devo tutto a loro e ai maestri del lignaggio spirituale che risale al Buddha stesso.

La pratica contemplativa è al centro della mia vita, ma come ho detto quello che ordinariamente si chiama meditazione è solo un aspetto della mia pratica, che comprende molti esercizi spirituali, visualizzazioni, ecc. Ma tutto questo dovrebbe essere fatto all’interno dello spazio della consapevolezza, che è la meditazione definitiva oltre la meditazione.

La crescita interiore potrebbe essere intesa come l’eliminazione di tutte le nostre tossine mentali e il portare al loro punto finale tutte le qualità interiori - libertà interiore, pace interiore, saggezza, compassione, resilienza, e non attaccamento alle preoccupazioni mondane (guadagno e perdita, piacere e dolore, lode e critica, fama e anonimato).

Combinare la pratica meditativa con l’essere parte attiva nella vita quotidiana è possibile, ma dipende da come facciamo la pratica. Se la nostra mente corre in modi del tutto ordinari, non ha senso dire che “Le attività quotidiane sono la mia meditazione”. È solo un modo per prendersela comoda e rimanere in uno stato ordinario di confusione. Un meditante esperto, invece, dovrebbe essere in grado di portare nelle attività quotidiane la qualità dell’esperienza acquisita attraverso l’addestramento meditativo e sperimentare tutto all’interno della pura consapevolezza. Questo è il frutto della pratica, ma ci vuole tempo per arrivarci!
A coloro che desiderano praticare la meditazione consiglio di cercare una fonte autentica che sia ben radicata e di lunga tradizione e che sia ancora viva oggi.
Inoltre, consiglio di non mettersi nelle mani di persone non qualificate. Se non potete incontrare un autentico maestro spirituale, almeno trovate qualcuno che sia capace, compassionevole e che voglia solo aiutare gli altri, non promuovere i propri interessi egoistici.

Vedi i seguenti link:     

  • https://www.youtube.com/watch?v=0FAz5XF6s78&ab_channel=Inspiration-Zen
  • https://www.youtube.com/watch?v=GUh-C5Cln-w&ab_channel=Karuna-Shechen

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