mercoledì 1 maggio 2024

Come costruire una sequenza

 “Il corpo è l’arpa della tua anima, sta a te soltanto trarne dolci melodie o suoni confusi.” (Kahlil Gibran)

Praticare yoga da soli può sembrare semplice in teoria, ma è piuttosto complesso selezionare le posizioni da praticare e organizzarle in una sequenza efficace.    

Per cominciare qualsiasi sequenza di yoga, deve essere associata al respiro; ciò aiuterà a lasciare alle spalle le distrazioni, la fatica della giornata trascorsa. Non una sofisticata tecnica di pranayama, ma una respirazione consapevole: osservando il respiro che entra e che esce dalle narici, inspirando ed espirando profondamente, lentamente e in maniera ritmica, mentre si tiene una posizione. Bisogna cercare di ridurre al minimo i movimenti inutili e non fare un continuo sali-e-scendi dal pavimento, si può scegliere di partire in piedi, sdraiati o seduti.

Il riscaldamento nello yoga è importante; Serve a preparare il corpo per la pratica aumentando l’apporto di ossigeno, la temperatura e il flusso di sangue ai muscoli e alle articolazioni, riducendo così i dolori, i crampi o gli strappi. Ma i benefici non riguardano solo il corpo: le posizioni di riscaldamento  aumentano la consapevolezza di sé e del proprio corpo, favoriscono la concentrazione e la presenza mentale. Le asana di riscaldamento spesso sono dinamiche, cioè prevedono dei movimenti di allungamento, flessione e piegamento. Puoi scegliere di eseguirle in piedi, seduto o sdraiato – in ogni caso, occorre evitare posizioni complicate o troppo faticose.
Ecco alcuni esempi di asana ed esercizi di riscaldamento:

  • asana di riscaldamento in piedi: tadasana (la montagna); uttanasana (flessione in avanti); allungamento di braccia e colonna vertebrale verso l’alto; rotazione delle spalle;
  • asana di riscaldamento a terra: partendo da savasana, allungamento di braccia, colonna e collo; ginocchia al petto, per distendere la schiena; estensione delle gambe; setubanda-asana (il ponte);

Una sequenza di Hatha Yoga equilibrata dovrebbe includere:

  • asana in piedi: per esempio tadasana, uttanasana, i triangoli, virabhadrasana (il guerriero); ardha utkasana (la mezza sedia);
  • asana di equilibrio: vriksahana (l’albero), la variante virabhadrasana (il guerriero);
  • asana che lavorano sugli addominali: navasana (la barca); i cosiddetti “addominali yogici”, sollevando le gambe di 30°, 60° e 90°;
  • asana capovolte: dalle posizioni più semplici con le gambe sollevate su una sedia o contro il muro, alla candela e all’aratro;
  • flessioni all’indietro: bhujungasana (il cobra), la sfinge, shalabhasana (la locusta);
  • flessioni in avanti: pachimottanasana (la pinza), mahamudra (il grande sigillo con la chiusura dei tre bandha);
  • torsioni: dalle semplici torsioni sedute, vakrasana, a marichiasana, a jathara parivritti (torsione supina) e le sue varianti.

Non è detto che una sequenza di yoga equilibrata debba per forza includere tutti i passaggi di questa formula, che è ideale per una pratica di circa un’ora; se hai meno tempo a disposizione, puoi optare per una sequenza più breve, per esempio senza posizioni di equilibrio o posizioni capovolte, che sono considerate “opzionali”. 

Dopo le asana impegnative, come le flessioni all’indietro, le torsioni o le posizioni capovolte, esegui una posizione di compensazione. Le asana di compensazione svolgono due funzioni principali: riequilibrano le tensioni che possono essersi create mentre pratichi una posizione impegnativa (per esempio, dopo una flessione all’indietro come la posizione del cobra è utile compensare lo sforzo con una posizione che stira la schiena nell’altro senso, come ad esempio balasana (la posizione del bambino).

Concludi sempre la sequenza dedicando alcuni minuti al rilassamento finale che ti permette di assimilare e integrare gli effetti dello yoga. Mettiti in una posizione di rilassamento come savasana (sdraiato a terra) e dedica al riposo come minimo il tempo di 6 respiri lunghi, profondi e consapevoli.

Una sequenza di yoga ben costruita dovrebbe riscaldare gradualmente i muscoli in modo sicuro, aumentare gradualmente l'intensità fino alle posizioni più avanzate e poi portarti dolcemente in un finale rilassato.

Le sequenze di yoga sono spesso strutturate in 8 gruppi di posizioni: di apertura, Saluti al Sole, in piedi, inversioni, piegamenti all’indietro, torsioni, piegamenti in avanti e posizioni di chiusura, concludendo con savasana (posizione del cadavere). Ogni posizione e ogni gruppo di posizioni prepara il corpo e la mente per la successiva, creando un flusso armonioso.  

Ecco una possibile sequenza:

  1. Posizioni di apertura: Queste posizioni risvegliano le fasce muscolari importanti e preparano il corpo per la pratica interna.  Si può cominciare con alcuni minuti di meditazione seduta. Poi si eseguono alcune posizioni di riscaldamento; ponendo particolare attenzione a spalle, anche e spina dorsale; per cui è una buona idea inserire alcune posizioni che cominciano a risvegliare i gruppi muscolari di queste aree, inoltre, quasi tutte le posizioni richiedono addominali forti e centratura, quindi si possono proporre degli allungamenti addominali (posizione del cammello) per prendere coscienza del “centro”. Poi si potrà scegliere una sequenza per focalizzarsi su aree precise, ad esempio, in una sequenza che pone l’accento sulle anche, si può cominciare con una posizione del piccione o un piegamento in avanti a gambe incrociate.

  2. Saluti al Sole: Integrano movimento e respirazione, apportando calore e vitalità al corpo.

  3. Posizioni in piedi: Creano forza, flessibilità ed energia. È buona norma includere almeno 4 posizioni in piedi in ogni sequenza; il metodo più saggio è quello di organizzarle in modo tale che siano complementari l’una all’altra. Ad esempio, le posizioni del guerriero ruotando il bacino in maniera differente, per cui combinandole si crea un’azione bilanciata. Allo stesso modo, il triangolo e il triangolo ruotato si complementano poiché allungano fasce muscolari contrapposte. Un altro metodo è quello di scegliere le posizioni in piedi in relazione alle posture che farai successivamente. Ad esempio, se vuoi concentrarti sulle torsioni, potresti scegliere il triangolo ruotato, che già include una torsione. 

  4. Inversioni: Rinforzano e allungano la parte alta del corpo, stimolano il sistema nervoso.  Queste posizioni stimolano il sistema nervoso, sono fisicamente ed energeticamente molto impegnative; quindi possono essere il momento di maggiore intensità dell’intera sequenza.  Si può saltare questo gruppo di posizioni ed eseguire abbastanza a lungo il cane a testa in giù.

  5. Piegamenti all'indietro: Favoriscono la flessibilità della colonna vertebrale e rafforzano la schiena.

  6. Torsioni: Rilasciano tensioni e migliorano la flessibilità della colonna vertebrale.

  7. Piegamenti in avanti: Favoriscono il rilassamento e l'allungamento dei muscoli posteriori del corpo.

  8. Posizioni di chiusura e savasana: Portano il corpo gradualmente al riposo e alla consapevolezza.

E' importante ascoltare il corpo durante la pratica e modificare le posizioni se necessario. Con il tempo e la pratica costante, si potranno programmare sequenze yoga personalizzate e più impegnative.   

Manuali di yoga che possono aiutare  a capire meglio le asana, i loro raggruppamenti e come metterle in sequenza:

  • Asana: Le Posizioni Base Dello Yoga di Swami Kuvalayananda è un manuale storico, che ci riporta direttamente la voce di uno dei maestri indiani che hanno fatto la storia dello yoga moderno, Swami Kuvalayananda, che tra i primi studiò lo yoga in relazione alla salute e alla medicina occidentale.
  • Asana, pranayama, mudra, bandha di Swami Satyananda. Uno dei manuali sistematici sullo yoga più completi che puoi trovare. Sono spiegate in dettaglio non solo asana, ma tutti gli elementi fondamentali dell’Hatha Yoga: dal pranayama ai mudra, ai bandha e alla meditazione.
  • Hatha yoga L'equilibrio in piedi  di F.N.E.Y.  Questo libro fa parte di una bella serie di manuali della federazione francese degli insegnanti di yoga.

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