L'alien yoga, l'HIIT yoga, lo yoga con capre... Non si contano più le declinazioni sempre più stravaganti di questa disciplina millenaria. Alcune associazioni di yoga sono arrivate a definire i praticanti come "clienti". Se non ti sei iscritto a un corso di yoga a fine agosto, hai fallito nella vita.
Anni dopo i primi apostoli californiani, l’entusiasmo per questa pratica sembra non volersi esaurire. Lezioni di prova, sessioni gratuite, a volte in luoghi insoliti... Lo yoga conta circa 2 milioni di seguaci in Francia, 36 milioni negli Stati Uniti, e ne attira sempre di più. Foto e video di apprendisti yogi al tramonto invadono (chi ha detto "inquinano"?) ogni estate i social network, mostrando posizioni degne dei migliori contorsionisti. Nell’edizione dell’11 agosto, Elle descrive "il boom dell’ego trip", il dilagare dei soggiorni yoga-disconnessione.
Si celebra in tutto il mondo il 21 giugno la Giornata Mondiale dello Yoga. Proclamata dalle Nazioni Unite su iniziativa del Primo Ministro indiano, Narendra Modi, l’evento ha avuto un successo immediato. Tuttavia, questa giornata, spesso sponsorizzata da marchi di abbigliamento e il cui scopo sembra essere quello di battere record di posture stile Guinness dei Primati, è in contraddizione con l’essenza stessa dello yoga, come lamentano i professionisti. Gli insegnanti guardano con sconcerto le innumerevoli declinazioni della loro disciplina, a volte assurde, che proliferano nelle palestre alla moda.
Bisogna dire che i commercianti di concetti yogici mostrano un’inesauribile inventiva. Citiamo lo yoga-tequila o la sua versione moderata, lo yoga-birra. Ma anche, ultima moda negli Stati Uniti, il goat yoga, ovvero come eseguire le posture circondati da... capre – e talvolta con l’animale sulla schiena, come descritto recentemente da alcune associazioni. O ancora l’alien yoga, presentato nel quotidiano britannico The Times che consiste nell’aspirare l’addome per lasciare apparire solo un rigonfiamento, stile Ridley Scott. Grazia annunciava il "HIIT yoga", un’invenzione di un club parigino che mescola esercizi cardio e posizioni yoga. Potremmo continuare la lista.
"Lo yoga non è una terapia né una ginnastica, è una filosofia portatrice del senso della vita che permette, in un mondo in totale sconvolgimento, di andare all’essenziale", sottolinea Isabelle Morin-Larbey, presidente della Federazione Nazionale degli Insegnanti di Yoga (FNEY) che ha festeggiato i suoi 50 anni quest’anno.
L’origine dello yoga, parola sanscrita che significa "unire, collegare, congiungere", implica la persona intera riunificando corpo, mente e cuore. Nato migliaia di anni fa in India, questa disciplina designa "l’arresto delle fluttuazioni della mente". In pratica, le posizioni dello yoga (asana) e gli esercizi di respirazione (pranayama) permettono di rafforzare i punti di appoggio fisici e respiratori e di ritrovare un asse, con facilità e fermezza, senza alcun giudizio.
"Oggi, il benessere rappresenta tutto un mercato", osserva la psicanalista Christiane Berthelet Lorelle, autrice di diversi libri sull’argomento. "Dobbiamo quindi trasmettere e trasmettere ancora, riferirci ai testi antichi, continuare a lavorare affinché ogni persona abbia la possibilità di discernere ciò che è una pratica autentica, radicata nella sua etica, da un’altra, votata alla performance ginnica o all’estetizzazione." Agli antipodi di una disciplina express fondata sulla cultura del risultato. "Pazienza, lentezza, perseveranza, umiltà sono le qualità sviluppate sul tappeto", riassume Isabelle Morin-Larbey.
Benefici comprovati. "Ridurre lo yoga a una tecnica, è riduttivo. Non basta imparare le posizioni. Non è una dimostrazione, è l’esatto opposto. Lo yoga assomiglia più a un approccio olistico, è una disciplina corporea, filosofica e spirituale, che propone di lasciarsi andare", spiega Christophe Pasteur, osteopata, che insegna anatomia presso la Scuola Francese di Yoga di Parigi, che dipende dalla FNEY.
"Si fa dello yoga una soluzione miracolosa per tutto, per dimagrire, mentre lo yoga è proprio il distacco dalle apparenze", sottolinea Patrick Delhumeau, direttore della Scuola Francese di Yoga dell’Ovest. I suoi benefici sulla salute sono provati da numerosi studi scientifici, sia per trattare la depressione, alleviare lo stress, migliorare la digestione, la salute cardiaca... "Fanno parte degli effetti secondari desiderabili dello yoga", descrive poeticamente Delhumeau. Gli studi che lo confermano si moltiplicano; se ne contano migliaia. La pratica è sempre più proposta negli istituti di cura.
Sintomo dei tempi, molti vedono anche nello yoga un aiuto contro la frammentazione del tempo, la corsa frenetica permanente, il sempre di più, il "tutto, subito". Lo yoga permette di prendersi il tempo per sé stessi.
Per l'insegnante e sceneggiatore Gilles Vernet, è "una disciplina che ridà respiro e flessibilità alla nostra esistenza". "È bene crearsi pause volontarie in un mondo che non ce le offre più", dice l’autore del documentario e libro "Tutto accelera" (Eyrolles, 264 pagine, 14,90 €) pubblicato a maggio. "Prendersi il proprio tempo dà spazio, ecco la lezione di questa pratica ancestrale", sottolinea la psicanalista Christiane Berthelet Lorelle.
Lo yoga può anche essere "un rifugio per ritrovare equilibrio", come per Marie, che ha conosciuto rotture affettive e professionali. Ha trovato nello yoga "un modo per respirare e riprendere fiducia in se stessa", senza mai fuggire. "Lo yoga permette di distaccarsi da certi comportamenti, in particolare consumistici", insiste Morin-Larbey. E di liberarsi dal superfluo, andando verso l’essenziale. Inutile caricarsi di una capra, anche se è flessibile.
Articolo di Pascale Santi pubblicato su Le Monde
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