Conferenza del Ven. Ghesce Dorjee Wangchuk, Maestro residente all'Istituto Samantabhadra di Roma (creato nel 1981) sulla pratica del Karma (la legge di causa e effetto) e sulla Pazienza. Aderisce alla scuola Gulupta, i virtuosi, o berretti gialli, che è la scuola del dalai Lama. Nel 2004 prende il diploma di Ghesce e di Narampa (maestro di riti), è stato responsabile del Tibetan Medical Center in India.
Il Karma. Le persone spesso sono schiave delle loro emozioni negative e la meditazione, anche se breve, è di grande aiuto. Tutti gli esseri senzienti sono sottoposti alla legge del karma, e tre sono le "porte" : il corpo, la voce e la mente. L'individuo è spesso propenso ad azioni negative, dovute soprattutto a tracce karmiche. Mentre per compiere le azioni positive occorre un grande impegno ed è anche una questione di abitudine.
Spesso tra amici si creano discussioni accesse e violente, sembra quasi che dimentichino quello che si è costruito tra loro; questo è dovuto alle tracce karmiche e alle influenze negative. L'evento è la risultanza e l'interrelazione tra causa, condizioni e risultato. Il pensiero genera l'azione, se abbiamo pensieri positivi generiamo azioni positive. La radice è la mente. "Io sono felice", "Io non sono felice", sono espressioni dell'io, la mente è l'espressione della sofferenza. La mente è la guida del sentiero, per questo attraverso la meditazione dobbiamo portarla sotto controllo.
La pazienza. Non c'è pratica più difficile della pazienza, la rabbia è difficile da gestire. Occore pazienza verso se stessi e verso l'altro. Se l'altro ci fa del male e ci sta offendendo significa che ci sono tracce karmiche nel suo continuum mentale. Bisogna tenere a mente che la sua natura non è negativa, ha compiuto atti positivi verso di me e verso gli altri, adesso è l'ignoranza che sta oscurando la sua mente. Dovremmo provare compassione verso questa persona, non dobbiamo demonizzarlo e pensare che può essere un periodo transitorio, un periodo particolare. Occorre praticare la pazienza anche su se stessi; se proviamo una sofferenza, dobbiamo dirci che è una sofferenza transitoria, essere infelici non ha nessuna ragione di essere. E' importante prendersi cura di se stessi, impegnandoci in quello che si fa e non farsi sopraffare dalla sofferenza, non offendere gli altri, praticare la pazienza.
Nessun commento:
Posta un commento