Il testo Oltre l’invisibile non è soltanto l’autobiografia di un inventore di fama mondiale: è il racconto di un’esplorazione profonda e personale, un invito a superare i limiti del visibile per avventurarsi nei territori misteriosi della coscienza.
Federico Faggin (1941- ), fisico, inventore e imprenditore italiano naturalizzato statunitense, è noto in tutto il mondo per aver ideato il primo microprocessore. Ma la sua figura va ben oltre la rivoluzione tecnologica: in questo libro, ci accompagna in un viaggio che parte dall’innovazione per approdare a una riflessione sul significato più profondo dell’esistenza, in cui scienza e spiritualità non sono più antitesi, ma due vie convergenti verso la comprensione dell’essere.
Il racconto si apre con la sua carriera pionieristica nella microelettronica, un percorso che ha trasformato radicalmente il mondo della tecnologia e che oggi plasma ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Tuttavia, già dalle prime pagine, emerge una dimensione più intima: Faggin non si limita a celebrare i successi scientifici, ma condivide il suo bisogno di andare oltre, alla ricerca di risposte alle grandi domande sull’identità umana, sulla coscienza, sul senso della realtà.
Nel suo passaggio da scienziato a pensatore spirituale, Faggin abbraccia una visione che mette in discussione il materialismo e il determinismo classici. Interroga ciò che sfugge alla logica quantitativa della scienza: cosa significa essere coscienti? Qual è la natura dell’io? Come si può comprendere ciò che si nasconde oltre ciò che possiamo vedere o misurare?
La coscienza, fulcro del libro, viene descritta come un enigma che la scienza convenzionale non riesce a risolvere. Non è un sottoprodotto dell’attività cerebrale né una semplice sequenza di reazioni biochimiche: per Faggin, la coscienza è l’elemento che ci rende autenticamente umani, un canale attraverso il quale ci connettiamo con una realtà più vasta e profonda, che trascende il mondo materiale.
Parallelamente alla sua attività scientifica, Faggin coltiva da sempre un interesse per la dimensione interiore e invisibile dell’essere umano: pensieri, emozioni, creatività. Questo «oltre» non è una fuga dalla realtà, ma la sua origine, la sorgente dell’ispirazione stessa che ha guidato la sua mano nella creazione del microprocessore. In quegli anni, una forte esperienza spirituale lo porta a una nuova consapevolezza: l’essere umano ha una capacità innata di andare oltre la realtà fisica, una facoltà che non si può spiegare con la sola fisica classica.
Questa intuizione segna un punto di svolta. Faggin comincia a esplorare la coscienza come il vero cuore della realtà, e l’interiorità come luogo di scoperta e trasformazione. Secondo lui, la spiritualità – lontana da dogmi e fedi cieche – diventa una via per alimentare l’innovazione e per comprendere ciò che la scienza, da sola, non riesce a spiegare.
Il libro propone una critica netta al materialismo scientifico, che riduce l’essere umano a un semplice organismo meccanico. Una simile visione, sostiene Faggin, è incompleta: ignora l’esperienza soggettiva, le emozioni, la creatività, il senso stesso della vita. Per questo, auspica un cambiamento di paradigma: una scienza della coscienza, capace di superare i limiti della materia e di riconoscere il ruolo fondamentale della spiritualità nell’indagine della realtà.
Attraverso il racconto di esperienze personali e spirituali, Faggin mostra come sia possibile accedere a una dimensione invisibile della realtà, percepibile solo con una consapevolezza diversa da quella razionale. Questo percorso interiore lo porta a formulare il concetto di Seity, ovvero l’essenza spirituale del sé, e ad approfondire la natura del campo quantico: una matrice fondamentale dell’esistenza, che sfida le distinzioni tra materia e coscienza, tra osservatore e osservato.
Per Faggin, la coscienza non è un epifenomeno biologico, ma l’espressione di un’interazione profonda con questa dimensione quantica. La realtà, dunque, non è solo ciò che possiamo misurare: è anche ciò che possiamo sentire e intuire attraverso la consapevolezza.
Oltre l’invisibile diventa così un invito a riconsiderare il nostro modo di guardare il mondo. Con un linguaggio accessibile e avvincente, Faggin riesce a rendere fruibili concetti complessi, parlando tanto agli appassionati di tecnologia quanto a chi cerca risposte più profonde sul senso dell’esistenza. La sua visione è quella di un universo in cui scienza e coscienza si intrecciano, aprendo la strada a una nuova comprensione dell’essere umano e del suo ruolo nel cosmo.
Il libro tocca temi come la morte, i sogni, la religione e l’intelligenza artificiale, in un quadro in cui nulla è separato: tutto è connesso da una rete invisibile di consapevolezza. La Seity e il campo quantico sono i cardini di questa nuova teoria della realtà: la prima rappresenta la nostra natura autentica e immortale; il secondo è il fondamento invisibile da cui tutto origina.
In definitiva, Oltre l’invisibile è un’opera che invita a superare i limiti della percezione ordinaria e a cercare una verità più ampia e luminosa. È un appello a unire scienza e spiritualità per costruire un nuovo modo di abitare il mondo, fondato su consapevolezza, rispetto e cooperazione. È un’esplorazione affascinante e coraggiosa dell’ineffabile, che ci ricorda che noi siamo luce – dobbiamo solo aprire gli occhi.
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