Vanda Scaravelli (Firenze, 1908-1999) è una donna straordinaria e una grande maestra di Yoga. Il testo che ha scritto è Awakening the spine.
Fino
alla sua morte alla veneranda età di 91 anni, grazie ai suoi
insegnamenti (lei ha sempre prediletto il rapporto diretto con l’allievo
alle classi di yoga formate da più persone) ha trasformato corpi e vite
con il suo innovativo approccio allo yoga basato sull’allineamento
della colonna vertebrale, fondamentale per ascoltare il proprio corpo.
Vanda
Scaravelli pone il concetto di aimsha (non violenza) al centro della
propria pratica intendendo la non violenza prima di tutto nei confronti
di sé stessi e del proprio corpo. Ecco infatti la sue parole: “Se saremo
gentili con il nostro corpo, esso reagirà in modi incredibili”.
La
sua è una storia straordinaria, Vanda nasce e cresce in una famiglia di
artisti e intellettuali. Il padre, Alberto Passigli, è musicista e
fondatore del Maggio Musicale Fiorentino, la madre, Clara Corsi, ottima
pianista, è una delle prime donne a laurearsi in Italia. La villa
di famiglia, “Il Leccio”, è frequentata abitualmente da musicisti di
fama internazionale come Pablo Casals, Andres Segovia e Arturo
Toscanini, e da pensatori illustri quali Arthur Shnabel e Bronislaw
Huberman.
Vanda stessa seguendo le orme dei propri genitori, all’inizio
della sua vita, si dedica alla musica diplomandosi al Conservatorio di
musica di Firenze e studiando composizione a Parigi. Si afferma come
pianista mantenendo costante nel tempo il proprio impegno in ambito
musicale. Questo suo impegno nella musica è importante in quanto può
essere considerata arte «parente» dello yoga sotto molti aspetti, basti
pensare all’importanza dell’ascolto, della disciplina, della
sensibilità.
Il 1929 rappresenta un anno di svolta: Vanda si reca
con la famiglia a Ommen, in Olanda, al raduno indetto dai teosofi e qui
fa un incontro che le cambierà la vita ossia quello con Jiddu
Krishnamurti (famoso filosofo indiano che dopo un inizio all’interno
della teosofia prese le distanze dalla stessa e da qualsiasi altra
religione sostenendo: “la rivoluzione interiore va fatta da sé per sé,
nessun maestro o guru può insegnarti come fare“).
In
quell’occasione, Krishnamurti pronuncia un suo celebre discorso: “Io
sostengo che la verità è una terra senza sentieri e non la si può
avvicinare da nessun tipo di percorso, religione o setta” e decide di
sciogliere l’Ordine della Stella che i teosofi avevano costituito in suo
onore nel 1911.
Da quel momento tra Vanda e Krishnamurti nasce
una bella e duratura amicizia e il filosofo indiano visiterà
regolarmente la sua famiglia, che lo ospita per lunghi soggiorni estivi
presso lo Chalet Tannegg di Gstaad, in Svizzera. Proprio grazie a questo
rapporto Vanda si avvicinerà allo Yoga.
Nel 1940 Vanda sposa
Luigi Scaravelli, docente di filosofia presso le Università di Roma e
Pisa, da cui avrà due figli. Il marito, filosofo e tra i massimi esperti
del pensiero di Kant, muore suicida nel maggio del 1957.
È in questo
periodo per Vanda molto difficile, vista la tragica perdita, che
attraverso il musicista Yehudi Menuhin, conosce il grande maestro yoga B.K.S. Iyengar che
a quei tempi non è quasi per nulla conosciuto in occidente. Infatti
proprio presso la residenza svizzera degli amici toscani tutte le
mattine dalle sette alle otto il maestro indiano dà lezioni di yoga a
Krishnamurti e poi si ferma per insegnare anche a Vanda.
Quando
inizia a praticare Yoga, quindi, quella che poi diventerà una grande
maestra, aveva quasi 50 anni e lo Yoga, a cui si affida senza
aspettative e senza pregiudizi, diventa per lei una vera fonte di aiuto e
sostegno (ricordiamo il brutto momento che stava attraversando vista la
morte del marito).
Dice lei stessa durante un’intervista allo
Yoga Journal (edizione americana): “Non sapevo che mi avrebbe aiutato
perché io lo praticavo come il tennis o un qualsiasi altro gioco: per me
era divertente. Ma agì molto più profondamente di quello che potevo
capire in quel momento. Una nuova vita entrò nel mio corpo. In natura i
fiori bocciano in primavera e nuovamente in autunno. Sentii questo”.
Queste parole a parer mio sono particolarmente importanti per chi inizia
a fare Yoga magari vivendolo come uno sport od un modo per rilassarsi e
poi vede aprirsi un mondo e sentire dentro sé stessi un reale
cambiamento (quindi non va mai scoraggiato chi si avvicina allo Yoga per
motivi poco spirituali… visto che è successo anche ad uno spirito
elevato come quello di Vanda).
Ma Iyengar non è il solo grande
maestro che concorre alla formazione della nostra yogini, infatti, in
seguito, sempre in Svizzera, affina lo studio del respiro (Iyengar aveva
molto lavorato con ottimi risultati sul corpo) con Desikachar, il
figlio di Krishnamacharya, invitato anch’egli da Krishnamurti. Anche con
Desikachar rimane legata da una lunga e sincera amicizia e il maestro
indiano quando passa da Firenze, non manca mai di andarla a trovare e
cantare per lei.
E’ però quando smette di andare a lezione e
diventa maestra e allieva di se stessa che lo Yoga le si rivela in tutta
la sua bellezza. Proprio aiutando Krishnamurti che fatica nelle asana
che scopre che seguendo l’onda del respiro il corpo diventa molto
morbido ed elastico. Il segreto dello Yoga è così semplice da diventare
misterioso: è il non fare ossia meno si fa più le cose arrivano, serve
lavorare “con” e non “contro”. Bisogna rimanere nell’onda del respiro,
con gioia e cuore aperto, senza diventare schiavi delle idee.
Un
altro elemento fondamentale consiste nel profondo radicamento alla terra
tale che la forza di gravità diventi la base di appoggio per stendere
la parte superiore del corpo (senza radici non si può volare).
Respiro, gravità e colonna vertebrale sono i punti cardine della sua pratica e del suo insegnamento.
Lasciamo alle parole della maestra ora il ruolo di darci alcuni preziosi insegnamenti per la nostra pratica: “È
molto importante essere riposati quando facciamo le posizioni, essere
sempre rilassati. Sempre in atteggiamento di ricevere, non di spingere.
Il corpo incontra il corpo. Non siamo contro, ma con il corpo, ecco la
cosa bella. Il risultato si sente molto dentro: dà un senso di
benessere. Perché si fanno le posizioni? Non per raggiungere uno scopo.
Non devi mai avere in mente ciò che vuoi fare, ma ciò che il corpo può
accettare”.
“Attenzione non è concentrazione. Attenzione è
interesse. Quando qualcosa ci interessa, è allora che diventiamo
attenti. E quando diventiamo attenti, scopriamo tantissime nuove cose”
(L’attenzione al corpo ed al respiro ci permettono di capire e scoprire
molte cose di noi stessi e del mondo).
“Esiste un modo per
eseguire le posizioni Yoga (asana) senza il minimo sforzo. Il movimento è
la canzone del corpo. Sì, il corpo ha una sua canzone da cui il
movimento della danza nasce spontaneamente… Quando le parti inferiori
del nostro corpo (fianchi, gambe, ginocchia e piedi) accettano la forza
di gravità, permettono alle nostre parti superiori (testa, collo,
braccia, spalle e tronco) di liberarsi dando origine a quella leggerezza
di cui la danza è espressione ideale. La canzone del corpo, se
ascoltiamo con attenzione, è bellezza, potremmo dire che è anche parte
della natura. Cantiamo quando siamo felici e il corpo canta con noi come
un’onda nel mare”.
Per capire l’approccio della maestra è
sicuramente fondamentale leggere e fare proprio l’unico libro che la
stessa ha scritto (il titolo inglese “Awakening the Spine”, tradotto poi
in italiano come “Tra terra e cielo” perdendo nella traduzione la
centralità della colonna vertebrale) che si caratterizza per uno stile
essenziale e poetico, semplice e raffinato.
Ma lasciamo sempre
alle parole della maestra la spiegazione delle finalità del libro (che
consiglio a tutti sia a chi pratica da anni sia a chi si sta avvicinando
da poco allo Yoga): “proveremo in questo libro a incoraggiare un
atteggiamento serio verso il nostro corpo, che abbiamo trascurato per
troppo tempo. Questo atteggiamento è rivolto sia al corpo che alla
mente. […] Dobbiamo imparare ad ascoltare il nostro corpo, assecondarlo
piuttosto che contrastarlo, evitando gli sforzi e concentrandoci su quel
delicato punto dietro la schiena (dove la colonna si muove nelle
opposte direzioni). Resteremo molto sorpresi nello scoprire che, se
saremo gentili con il nostro corpo, lui reagirà in modi incredibili”.
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