giovedì 25 dicembre 2025

Yoga contemporaneo tra tradizione, mercato e trasformazioni sociali

Nel contesto contemporaneo, lo yoga si colloca all’interno di un mercato ampio e fortemente competitivo, nel quale l’insegnamento e la pratica hanno subito profonde trasformazioni. Il praticante odierno, spesso, non si avvicina allo yoga con l’intento di approfondire i testi classici o la filosofia di riferimento, come gli Yoga Sūtra di Patañjali, ma ricerca prevalentemente benefici legati al benessere psicofisico. Questo scenario richiede agli insegnanti un atteggiamento di umiltà e apertura, nonché la capacità di superare modelli idealizzati o stereotipati dell’autorità spirituale (tipo santoni con la barba).                                                             

Lo yoga contemporaneo è largamente associato alla salute e al benessere, e ciò comporta la necessità di mediare tra le esigenze del mercato e la profondità della tradizione. Il lavoro di consapevolezza si sviluppa principalmente attraverso le āsana, intese non solo come esercizio fisico, ma come strumento di conoscenza del sé. Tuttavia, sia i praticanti sia, talvolta, gli insegnanti tendono a focalizzarsi sull’acquisizione di tecniche, rispondendo a una domanda orientata a risultati rapidi e misurabili, come la riduzione dell’ansia in tempi definiti.

Nonostante questa deriva utilitaristica, lo yoga continua a rappresentare, per molti, un percorso capace di incidere profondamente sull’esistenza individuale, offrendo un nutrimento interiore e favorendo processi di trasformazione personale. In tale prospettiva, lo yoga non dovrebbe essere concepito come un prodotto da vendere, ma come una pratica fondata sull’ascolto della persona. L’approccio pedagogico parte generalmente dalla dimensione corporea per aprirsi progressivamente a una dimensione più profonda e spirituale.

Dal punto di vista storico e sociologico, è significativo osservare come lo yoga, tradizionalmente praticato in prevalenza da uomini, sia oggi frequentato in maggioranza da donne e risulti accessibile a un pubblico ampio e diversificato. Da pratica di nicchia, riservata a contesti specifici, lo yoga si è trasformato in un’attività diffusa, subendo un’evoluzione che ha interessato sia il profilo del praticante sia le modalità della pratica stessa. In questo processo, alcune forme di yoga si sono avvicinate ad altre discipline corporee, come il pilates, mentre si è ridotto lo spazio dedicato allo studio dei testi, meditazione e alla riflessione teorica. Ne deriva la necessità di individuare una mediazione tra passato e presente, capace di preservare i fondamenti etici e filosofici della tradizione senza ignorare le trasformazioni in atto.

Lo yoga, inteso come stile di vita, si caratterizza tradizionalmente per la lentezza e per un approccio esperienziale. Tuttavia, gli insegnanti si confrontano oggi con gruppi eterogenei e con richieste diversificate, che richiedono capacità di adattamento e di osservazione. La maggioranza degli allievi tende a identificarsi con la dimensione corporea e a limitarsi alla pratica dell’Hatha Yoga, mentre solo una percentuale ridottissima partecipa a momenti di meditazione o di approfondimento testuale (circa il 2 - 3 %).

La tensione tra etica e mercato emerge con particolare evidenza quando l’insegnamento dello yoga rappresenta l’unica fonte di reddito. I social media e le nuove tecnologie hanno modificato profondamente le dinamiche di autorevolezza e visibilità, contribuendo a una trasformazione rapida che può generare opportunità ma anche squilibri. La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente accelerato questi processi, favorendo la diffusione dello yoga online e creando nuovi spazi di condivisione e relazione. Oggi solo l'insegnante yoga presente sui social è considerato autorevole.

Parallelamente, la crescente diffusione dei corsi di yoga risponde a una domanda prevalentemente orientata alla risoluzione di problematiche fisiche, mentre la ricerca spirituale resta marginale. Sebbene la ricerca scientifica abbia confermato i benefici dello yoga, tale legittimazione ha contribuito anche alla sua mercificazione, lo yoga è diventato un prodotto, trasformando i praticanti in consumatori e relegando la dimensione spirituale a una piccola nicchia del mercato.   Ciò solleva interrogativi rilevanti su come preservare l’integrità della tradizione.

Anche se iniziative come la Giornata Mondiale dello Yoga promuovono un modello di yoga tradizionale, affermare l’esistenza di un’unica forma legittima di yoga diventa difficile. Comunque il marketing, pur essendo uno strumento inevitabile, dovrebbe essere subordinato a una proposta (anche se personale) autentica ancorata alla tradizione.

Fare l'insegnante yoga richiede passione, impegno ed etica e farne una professione a tempo pieno in un mercato molto competitivo diventa limitativo. La facilità con cui è possibile ottenere certificazioni in tempi brevi solleva questioni di responsabilità individuale e professionale.  

Un ulteriore nodo critico riguarda il valore economico dell’insegnamento. Tradizionalmente, chi seguiva dei corsi  faceva un'offerta. Oggi,  in una società in cui ciò che non è monetizzato tende a essere svalutato, la gratuità e l'offerta rischiano di assumere una dimensione ambigua, talvolta l'insegnante che chiede una semplice offerta, è accusato di essere espressione di dinamiche egoiche più che di autentica condivisione. 
Quasi la totalità degli insegnanti di yoga asserisce che i corsi di yoga devono essere fatti pagare perché gli insegnanti investono risorse economiche e tempo nella formazione e svolgono un’attività professionale che merita un riconoscimento adeguato. In questo senso, la remunerazione non è in contraddizione con l’etica dello yoga, ma ne costituisce una legittima declinazione nel contesto contemporaneo.

Riconoscere la complessità e la grandezza dello yoga implica accettarne la molteplicità: non esiste un’unica via, ma una pluralità di approcci coerenti con la diversità delle esperienze umane. 

Si può conservare l'etica e resistere alle lusinghe del mercato?  

Nessun commento:

Posta un commento

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono circa...