Il mio viaggio in Malawi. Il mio primo viaggio con un prete, una grossa valigia e un gruppo.
Andiamo per ordine, il prete è Don Franco De Donno uno dei responsabili del Gruppo Studentesco di iniziativa sociale del Liceo Labriola di Ostia, il gruppo è costituito dai meravigliosi studenti ed ex-studenti del Liceo Labriola, e l’enorme valigia era piena di medicinali da portare alla popolazione del Malawi.
Sono
arrivato al Labriola nel settembre 2011, e la prima sorpresa ed
emozione è stata di ritrovare il venerdì pomeriggio un gruppo di
70-100 studenti provenienti dalle varie scuole superiori di Ostia a
discutere su un tema da loro scelto (questa attività veniva definita
Gruppo in cattedra) e programmare e coordinare le attività di
volontariato da portare avanti sul territorio come l’aiuto alla
mensa Caritas, il dare lezione ed aiutare i bambini in difficoltà
nella Casetta di Rita, l’aiuto ai senza tetto, l’aiuto ai
detenuti di Rebibbia, aiutare l’associazione ONLUS Ostia per
l’Africa a raccogliere i fondi per il Malawi (anche questa composta
da ex-studenti) ed aiutare l’Alternativa, un’altra associazione
che portava conforto ai senza tetto e alle vittime di tratta. I docenti
erano semplici partecipanti e per la prima volta assistevo ad una
vera Peer to Peer
education,
spontanea, non pilotata o pianificata a tavolino. Mi ricordo con
piacere il riepilogo illuminante del prof. Raffaele Romano detto
"Lello", l’altro fondatore del gruppo, che sintetizzava in maniera
divina gli interventi fatti durante gli incontri. Spesso a questi
incontri partecipavano anche il prof. Aldo Biondo e la prof.ssa Marina
Plasmati.
Altri momenti di incontri spontanei e di vera autogestione erano i due brevi soggiorni (una o due notti) all’eremo di Montevirginio (vicino Manziana). Anche qui ho assistito a dei momenti molto toccanti, anche per uno come me che difficilmente si lascia trasportare dall’emozione. Davanti ad un fuoco acceso, i ragazzi che stavano per diplomarsi, a turno, con le lacrime agli occhi, condividevano con gli altri l’importanza di aver fatto parte del gruppo, importanza per la loro autostima, la loro realizzazione e crescita personale. Questi eventi hanno aiutato molto questi ragazzi ad affermare la loro identità, la loro indipendenza e a migliorare la loro capacità di comunicazione. Molti degli ex-studenti e componenti del gruppo venivano sistematicamente a questo appuntamento.
Ma
ritorniamo al viaggio in Malawi,
ed in particolare alla missione dei padri Monfortani di Balaka. Io,
completamente ateo, che fino all’incontro con Don Franco avevo una
grande diffidenza dei preti, che odiavo i gruppi, e abituato a
viaggiare da solo o in coppia con un minuscolo zainetto, che avevo
già viaggiato nei Paesi in via di sviluppo, che adoravo l’Oriente,
mentre stavo per partire, mi sono chiesto “Ma chi me lo ha fatto
fare”. Come educatore mi sono sentito in dovere di partecipare ad
un’esperienza in cui i valori come solidarietà e altruismo
venivano messi finalmente in pratica. Ripensando a quel viaggio, mi viene in
mente la montagna di medicinali, omogeneizzati ed altro, che i
ragazzi avevano raccolto e che erano negli enormi valigioni pronti ad
essere imbarcati nella stiva dell’aereo ed essere consegnati ai
bambini o all’ospedale di Balaka.
25/7/2014 – La sera della partenza. Mi ricordo la sera della partenza i volti preoccupati dei genitori all’aeroporto. La disinvoltura e l’incoscienza con cui questi ragazzi affrontavano le varie situazioni mi dava qualche apprensione, ad esempio all’aeroporto di Adis Abeba, dove eravamo in transito, sono rimasti al bar fino all’ultimo minuto prima dell’imbarco, confidando nel fatto che l’aereo non sarebbe partito senza di loro e che sarebbero stati comunque chiamati dagli altoparlanti.
26/7/2014 - Arrivo alla capitale Lilongwe. Comunque siamo riusciti ad arrivare stravolti dalla fatica a Lilongwe. Ad attenderci c’erano i missionari con un pickup e un pulmino, i bagagli sono stati caricati sul pickup e noi sul pulmino e lasciamo l’aeroporto e la città. Altre 4 ore di strada asfaltata per arrivare alla missione, appena ci allontaniamo dalla città cominciano ad apparire i primi villaggi e lungo la strada ci sono attività varie con le quali le popolazioni cercano di sopravvivere (ci sono tagliatori di pietra, mercati di verdura e frutta di tutti i tipi) e donne ed uomini che portano sulla testa di tutto. Per un lungo tratto passiamo lungo il confine del Mozambico e qui sono evidenti i danni della guerra, c’è una completa deforestazione. All’arrivo alla Casa del volontariato di Balaka, dove dormiremo, siamo accolti con danze e canti e tutti i bambini della zona si precipitano verso il pulmino. Quando scendiamo tutti si sentono il dovere di abbracciarci. Prima della cena, Padre Eugenio che chiamavamo "Bambo" e che sarebbe stata la nostra guida per l'intera permanenza in Malawi, recita la preghiera e un discorso un po’ particolare, ed allora i miei dubbi riaffiorano, le mie resistenze riemergono… Poi, però questo viene giustificato e spiegato “Quando qualcuno ti accoglie, propone le sue abitudini che non è prevaricazione”. Quindi, anche se siamo in una missione, l’iniziativa resta apartitica e aconfessionale che è lo spirito del gruppo del volontariato.
27/7/2014 – Assistiamo ad un matrimonio, partita a pallone, a cena con il missionario Pier Giorgio Gamba. Arriviamo al matrimonio, si sposano due coppie entrambe con figli. Sì, qui in Malawi ci si sposa in Chiesa solo dopo aver verificato che si possono avere figli, che lo sposo è in grado di costruire una capanna e coltivare un campo. La chiesa è tappezzata di foto di martiri africani. Durante tutta la cerimonia si alternano balli e canti. Le coppie di sposi sono vestite all’occidentale e solo qualche donna ha il costume tradizionale. Dopo la cerimonia, che è durata circa 3 ore, andiamo a mangiare nella sagrestia, il pranzo è all’africana, composto da polenta, riso, fagioli e pollo, e si mangia con le mani. Nel pomeriggio c’è la partita contro una squadra di giovani locali. La nostra squadra è composta da me, 6 ragazzi e 4 ragazze. Perdiamo 4 a 2. I nostri goals sono di Luca il geometra e di Diego. Subito dopo si è svolta una partita tutta al femminile, ed abbiamo perso ancora. Chi non giocava animava i tanti bambini curiosi a bordo campo con balli canti e girotondi. Ceniamo con Pier Giorgio che chiamiamo "Bambo Gamba". Lui è una celebrità in Malawi, ha dovuto scappare in un bagagliaio all’epoca dell’indipendenza del Malawi. Alla cena partecipa anche il precedente vescovo di Balaka. Ci offrono una cena stupenda in cui viene servito anche del buon vino che non si sa da dove provenga. Pier Giorgio fa i complimenti a questi straordinari ragazzi che fanno anche parte di Ostia per l’Africa. Ostia per l’Africa è riuscita in due-tre anni a costruire una Scuola primaria a Balaka raccogliendo fondi in vari modi (concerti, partite a pallone, pizze, mostre, ecc). I ragazzi che sono qui, si sono pagati autonomamente il viaggio e il soggiorno lavorando per un intero anno e tutti i fondi raccolti vanno interamente alla scuola, non ci sono spese per stipendi, o altro. Quello che mi ha colpito è il parallelismo che fa Pier Giorgio con i membri delle varie organizzazioni internazionali, che vengono a trovarlo nella sua missione, con viaggi e hotel rimborsati, per portare delle penne o matite ai ragazzi della scuola. Poi la sera, Pier Giorgio accompagna me e Don Franco alla vicina missione dove alloggiamo, mentre i ragazzi si fermano ad una delle capanne del piccolo villaggio per farsi un rhum, con le iene che circolano intorno.
28/7/2014 - Inaugurazione della costruzione della scuola secondaria e visita alla scuola primaria. Padre Eugenio ci accompagnerà nella visita odierna. Si parte con il pulmino attraverso strade sterrate piene di animazione, costeggiando il mercato incontriamo molte donne con il velo mussulmano, oggi è la festa del ramadhan ed è la festa nazionale. In Malawi, la presenza dei mussulmani è molto forte ed è tra il 15-20%, poi costeggiamo una ferrovia dove un treno passa una volta alla settimana. Arriviamo al posto dove sorgerà la scuola secondaria di Matola, qui ci accoglie Eugenio il capocantiere che ha passato 20 anni in Malawi ed è lui che ha diretto la costruzione della scuola primaria e della Casa delle donne (un altro progetto di Ostia per l’Africa). Troviamo già tracciate le fondamenta della futura scuola secondaria. La scuola secondaria sarà dedicata a Lello Romano, uno delle anime del gruppo di volontari, ma che purtroppo è morto prematuramente di tumore. “Siamo i tuoi diamanti nel buio”: questa è la frase scelta ed incisa dai figli Stefano e Paola, da mettere sulla prima pietra della scuola secondaria che abbiamo iniziato a costruire e che sarà dedicata al loro padre il prof. Lello Romano. Iniziamo a lavorare; dobbiamo togliere la terra nelle zone dove sorgeranno i muri per costruire le fondamenta. Tutti si mettono a lavorare, ragazzi e ragazze, con una generosità incredibile. Poi visita alla vicina scuola primaria gestita da suore, i muri all’esterno della scuola primaria sono coperti dai nomi di tutti coloro che hanno fatto donazioni/ raccolto fondi per la costruzione della scuola tra cui professori del Liceo Labriola (E' stato Veltroni che nel 2007 a progettare questo incontro tra scuole romane e Africa). Ci accolgono la Preside ed alcuni insegnanti (nonostante sia giorno di festa), ci mostrano le tre aule di cui è composta la scuola e la sala dedicata alla presidenza. Le aule sono pavimentate, ma il pavimento è già quasi scomparso, il tetto è di lamiera (sono le riparazioni effettuate dopo le intemperie), lo spazio è ristretto e i muri sono usati come lavagne. Improvvisamente mi si materializzano nella mente le immagini che ho visto tante volte su libri dedicati all’educazione nei Paesi in via di sviluppo. La Preside ci illustra il curriculum e le difficoltà che i ragazzi incontrano: l’alto tasso di ripetenze dovuto essenzialmente all’assenteismo, l’elevato numero di ragazzi per classe (la media è di 48 allievi) e un solo docente è di Matola. Offriamo loro penne, matite, quaderni e libri, ed un grande orologio per la presidenza. Anche qui ci offrono il pranzo composto da riso e polenta, pollo, fagioli. Questa volta ci servono in piatti e posate. Pomeriggio ripresa dei lavori nella scuola secondaria e poi ritorno verso la missione. Sosta al bar per la solita birra. Anche qui quello che mi stupisce è la facilità di questi ragazzi di interagire e socializzare con le persone del posto. Addirittura sfida a biliardo con i locali e i ragazzi che giocano con tutti i bambini e ragazzi che curiosi vengono verso di noi.
29/7/2014 - Incontro con Patrick Bwanali coordinatore della scuola secondaria privata. Visita del centro con il prof. Mashepa con il quale ci siamo confrontati sui sistemi scolastici dei due Paesi. In Malawi la percentuale di AIDS è una delle più alte in Africa. Abbiamo parlato di adozione a distanza, si può adottare un bambino con 7 euro al mese per la famiglia, in più si paga per malattie o iscrizione alla scuola secondaria. Nel Malawi erano state fatte 1490 adozioni in un anno, e comunque stavano diminuendo. C’è una cultura matriarcale e quando la madre muore, il padre ritorna a casa e si risposa subito. L’orfano, spesso, resta con i nonni. Pier Giorgio Gamba arriva in Malawi nel 1976 in piena dittatura (dal 1964 al 1994), opera in semiclandestinità, stampando opuscoli sulla prevenzione di AIDS e altro. Nel 1992 i vescovi cattolici scrivono la prima lettera di opposizione alla dittatura in tre lingue. La stamperia viene bruciata e Pier Giorgio è costretto a fuggire. Il Malawi, è uno dei pochi Paesi africani, dove c’è stato un passaggio alla democrazia in modo non cruento. All’epoca era il capo villaggio incaricava lo strillone per dare notizie. Il Malawi è ricco di Coctan, un minerale per microprocessori. Il presidente dell’epoca era Peter Mutharica. In Malawi c’era ancora la pena di morte, anche se non applicata in questi ultimi venti anni, Poi, con tutto il gruppo facciamo la visita alla stamperia rinnovata e al centro editoriale. Poi visitiamo la televisione e la Casa delle donne. Qui c’è la trasformazione della farina, semi di girasole, olio, polli e maiali. C’è una sartoria e una sala di conferenze senza sedie, macchine elettriche non attive per mancanza di elettricità. Mangiamo alla casa delle donne. Poi, visita alle produzioni di formaggio, marmellate e alla coltivazione di piante (il Chifund Herbal Project). Andiamo poi a visitare la casa di recupero dei detenuti per reati minori chiamata “La casa di metà strada, Half way house”, qui abbiamo contribuito alla costruzione di un'ala del carcere per ampliarlo. Qui abbiamo trovato esposta la frase “Chi non cammina, non alza polvere”. Sulla strada del ritorno a Balaka abbiamo visitato il centro artigianale di colorazione delle stoffe. A Balaka piove e fa freddo, serata con vino e birra.
30/07/2014 - Visita al college “Andiamo Tecnological Pole”. Tutte le mattine, prima di colazione, padre Eugenio raccontava una parabola, questa mattina ci ha raccontato la parabola dello scavare nel campo. “Occorre trovare il tesoro, trovare l’ideale della nostra vita, dare un senso alla nostra vita e lasciar andare le cose inutili. Ha fatto un parallelismo con il Contan, il minerale per i componenti elettrici, per utilizzarlo occorre depurarlo dalle scorie”. Occorre trovare persone con le proprie affinità, proiettarci all’interno e scoprire la sorgente della gioia e della tristezza. Facciamo visita all’ospedale, al reparto pediatrico, oculista, dentista gestito da una signora canadese. Qui alcune ragazze del gruppo, infermiere di professione, hanno portato il loro aiuto. Poi abbiamo visitato il college “Andiamo Tecnological Pole” nata da un’idea di padre Mario dei Monfortani nel 1984, con l’obiettivo di permettere ai giovani malawiani di esprimersi. L’attività della cooperativa si basa su quattro principi che sono: educazione, salute, sviluppo sociale, sport. Qui ho incontrato il docente Mashepa George che insegna informatica di base al college che è una scuola privata a cui accedono studenti con una discreta preparazione di inglese e le classi sono composte da soli 15 studenti. Poi abbiamo incontrato i componenti dell’Alleluja Band, che ha vinto la competizione di canti e danze nel Malawi ed è venuta anche ad Ostia a fare concerti. Per loro tutti i canti hanno un messaggio. Andrea uno dei ragazzi del nostro gruppo, si è esibito con loro come batterista. Il messaggio principale è il seguente: l’importanza dell’educazione nella lotta contro l’Aids, devi stare attento alla tua salute, vai dritto per la tua strada. Il pomeriggio lo abbiamo trascorso al mercato.
31/7/2014 - Visita dell’orfanotrofio. Siamo andati, accompagnati da padre Eugenio, a visitare l’orfanotrofio di Cancao gestito dalle suore Le poverelle di Bergamo. Gli orfani provengono da Lilongue e Concao e i parenti devono andare a trovarli almeno una volta al mese. Poi aiutiamo, in un villaggio vicino, a ricostruire il tetto di una casa di una anziana. Il tetto è in mattoni, quindi bisogna andare al fiume a prendere la sabbia e l’acqua, poi impastarle, costruire i mattoni e metterli ad essiccare. Poi passiamo il fiume Rivi Rivi e visitiamo un lebbrosario dove ci sono 40 lebbrosi. Nel pomeriggio visitiamo i villaggi dove vivono i due bambini, uno adottato da Ostia per l’Africa e l’altro da Laura ed Angelica che fanno parte del nostro gruppo, sempre accompagnati da padre Eugenio. Padre Eugenio è conosciutissimo in questi villaggi dove le capanne degli stregoni sono circondate da bandiere di vario tipo. Quando incontriamo i due bambini con le rispettive famiglie, si prova veramente una grande emotività, un grande sentimento di solidarietà. L’aiuto che va ai bambini serve in effetti, a sostenere l’intera famiglia.
1/8/2014 - Parco Nazionale di Liwonde che si trova a circa un’ora e mezzo da Balaka. Arriviamo ad un lodge dove prendiamo delle barche con la quale ci avventuriamo a gruppi nel fiume. Durante la traversata del fiume, vediamo sulle rive elefanti, ippopotami, coccodrilli, impala, antilopi, facoceri, uccelli di tutti i tipi, pellicani e cormorani. Pranzo al sacco stando attenti alle scimmie golose al lodge. Al ritorno visitiamo e prendiamo un tè all’ippo lodge dove dove abbiamo soggiornato nel 2007, in occasione dell'inaugurazione della scuola primaria. Qui ha soggiornato anche Veltroni nel 2007. Padre Eugenio ci parla dei veri riti di iniziazione dei giovani del Malawi; i maschi vengono circoncisi nell’età che va dagli 8 ai 14 anni, e dell’introduzione alla sessualità delle ragazze. Ci parla degli stregoni e delle varie storie di stregoneria come quella della carbonella rubata che si trasforma in cadavere. O il granaio al quale è stata fatta una fattura per impedire il furto di grano.
2/8/2014 - Visita al mercato del legno di Liwongue e all’Ippo Lodge, Qui abbiamo comprato diversi oggetti di artigianato da rivendere ai nostri banchetti di raccolta fondi.
3/8/2014 - Inaugurazione della chiesa di Chikala. Partenza da Balaka alle 5 del mattino, siamo arrivati alla base della montagna alle ore 8,30, dopo due ore di marcia tutta in salita abbiamo assistito all’inaugurazione della chiesa, la cerimonia è durata dalle 11,00 alle 15,00. Ci sono stati i discorsi del capo villaggio mussulmano, di varie figure rappresentative, poi le mura esterne della chiesa sono state benedette. Don Franco ha battezzato 15 bambini. I mussulmani nel villaggio avevano costruito una scuola multigrado.
4/8/2014 - Escursione al lago Malawi e al parco nazionale. Qui abbiamo fatto bagni e sole ed abbiamo aspettato il magnifico tramonto. Abbiamo dormito in una piccola casetta in riva al lago piena di zanzare e abbiamo dormito sotto delle zanzariere.
5/8/2014 - Visita alla prigione di Mangoshi. Qui 150 prigionieri per aver commesso reati minori vivono all’aperto, cucinano, e fanno l’orto in riva al fiume, in un regime di semi-libertà. Abbiamo incontrato i detenuti in un cortile interno, il nostro gruppo di fronte al gruppo di detenuti con due guardie ai lati, il direttore della prigione e il rappresentante del governo di Balaka. I detenuti si sono esibiti in vari canti e cori e i ragazzi hanno distribuito loro sapone, dentifricio, dolcetti, cioccolata e pane. Poi siamo andati sul lago Malawi a mangiare al resort Makokola a 5 stelle gestito da romani.
6/8/2014 - Visita del Kungoni Art Craft Center. E’ il centro tradizionale del Malawi di cultura ed arte, ed è considerato il villaggio degli artisti. Qui abbiamo assistito a delle danze tradizionali in costume. IL centro è stato creato da Claude Boucher (Chisale) ed include l’area di Mua, Mtakataka, Kapiri e Golomoti. Nel centro vendite ho comprato il oibro di Claude Boucher When animals sing and spirits dance.
7/8/2014 - Partecipazione all’Inaugurazione della biblioteca al Cecilia Youth Center, qui gruppi di danzatori ci hanno accompagnato per tutta la cerimonia che è durata dalle 9,30 alle 13,30
8/8/2014 - Ritorno a Roma.
Considerazioni: E’ la prima volta che viaggio con due enormi valigie, viaggio in un gruppo, con un prete e un missionario, è una delle rare volte che ho vissuto la realtà di un Paese in modo così approfondito e con tante sfaccettature. Questo straordinario viaggio mi ha permesso di entrare in contatto in maniera quasi epidermica con la cultura, le tradizioni e lo spirito del popolo del Malawi. Quello che mi ha colpito in modo particolare è una frase di Pier Giorgio durante l’ultima sera che abbiamo passato insieme. “Non ho mai incontrato una realtà piccola come la vostra che si è impegnata nella realizzazione di un progetto così complesso come la creazione di una scuola secondaria. Questo vi dovrebbe riempire di orgoglio e darvi la forza e lo spirito per arrivare a compimento di questo grande progetto”. Tre anni dopo la scuola secondaria era completamente costruita e gli studenti hanno iniziato a frequentare le classi. Questi splendidi ragazzi erano riusciti a raccogliere circa 160.000 in tre anni. Questi 160.000 euro erano andati tutti nella scuola, nessuno aveva preso un centesimo per rimborso spese, viaggi, mansioni varie, ecc.
L’educazione e l’istruzione sono le basi per lo sviluppo di un popolo. Speriamo che il Malawi si avvii sulla strada di uno sviluppo consapevole, mantenendo in vita le tradizioni e lo spirito comunitario. Elementi che in Italia, come ha sottolineato Antonio Caliendo, sono ormai da tempo scomparsi.
Sono grato ai ragazzi di Ostia per l’Africa e ai missionari Pier Giorgio e padre Eugenio che mi hanno ridato la speranza che un mondo migliore è possibile.
Il nostro gruppo era formato da me, Don Franco de Donno, Antonio Caliendo e dai seguenti ragazzi: Luca, Giovanni, Andrea il batterista, Stefano e la sorella Paola, Gaia, Diego, Cheyenne, Sofia, Silvia, Elisa, l’altra Elisa, Laura e Angelica che hanno adottato un bambino, Ester, Marzia e Sara le due sorelle, Giulia e Giulia. A noi si è unito, durante il soggiorno, Davide un ragazzo di Bergamo. .
Vedi link: https://www.youtube.com/watch?v=UiPLCYONMQg
https://www.youtube.com/watch?v=iWcY_KfF16Y