Il Maestro Antonio Nuzzo Inizia a praticare yoga nel 1963, a soli sedici anni. Segue il diretto insegnamento di André Van Lysebeth approfondendo tutte le tecniche di hatha e tantra yoga. Tra i suoi maestri, Swami Satyananda di Monghyr, Swami Satchidananda, Swami Gitananda di Lawspet e Vimala Thakar. Insegna al Centro Studi Yoga Roma dal 1986. Dal 1977 si dedica principalmente alla formazione di insegnanti di yoga.
Per seguire i corsi ed iscriverti vedi link: https://www.centrostudiyogaroma.com
E' stato uno dei pionieri dello yoga in Italia insieme a Giorgio Furlan e Carlo Patrian (morto nel 2008), che poi, insieme, hanno contribuito alla fondazione della Federazione Italiana Yoga nata nel 1974.
Link ad un'interessante intervista a Carlo Patrian http://web.tiscali.it/istitutoyoga/nuovo/intervista.html
Sono loro, Antonio Nuzzo, Giorgio Furlan e Vincenzo Russo, i grandi maestri Yoga che operano a Roma ed che ho avuto l'immensa fortuna di conoscere seguendo i loro corsi.
Io definirei lo yoga con una bellissima frase del Maestro Antonio Nuzzo, che ho ascoltato durante i suoi corsi: “Lo yoga è il movimento del respiro nell’immobilità della posizione”.
Cito un’altra bellissima frase di Patanjali che recita così: “Le posizioni nello yoga devono essere stabili e confortevoli”. Se la posizione non è confortevole e non è statica, quello che stiamo facendo non è yoga.
Il movimento nello yoga può essere accettato e giustificato se ha come obiettivo la staticità. Non dimentichiamo che lo scopo dello yoga è quello di fermare le attività della mente ed arrivare ad una quiete profonda, solo in questa dimensione è possibile percepire il vero Sé. Come si fa ad arrivare ad una quiete profonda tenendo una posizione scomoda?
A volte ho assistito a delle lezioni di yoga in cui i partecipanti, spesso con tute attillatissime, cercavano di arrivare alla posizione perfetta ansimando e facendo molti sforzi.
Bisogna trovare, secondo il Maestro Antonio Nuzzo, “l’equilibrio tra immanenza e trascendenza”, visto che oggi è difficile isolarci nella nostra caverna.
- Immanenza significa svolgere il nostro ruolo attivo (docente, genitore, coniuge, ecc...) in questa società in modo etico ed onesto.
- Trascendenza significa riuscire a trovare attimi di eternità sul tappetino, durante la pratica.
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