Purtroppo questa parola Yog o yoga è una delle parole più bistrattate in questi ultimi tempi. La parola è associata a tutto: acro yoga, bikram yoga, power yoga, hot yoga, yoga della risata, ecc… ) e spesso le persone che parlano di yoga non praticano nemmeno questa disciplina. Non si può parlare della scienza dello yoga senza averla sperimentata su di sé. Lo yoga è l'agire sul corpo con delicatezza e rispetto, entrare in contatto e in sintonia con esso, per arrivare al silenzio interiore.
Cosa dire, poi, delle fiere della spiritualità che si svolgono in varie parti del pianeta, in posti completamente all’antitesi dello spirito orientale fatto di silenzio, interiorizzazione e raccoglimento? Il programma di queste manifestazioni è fatto di bagni di gong, massaggi reiki, pratiche zen proposte in un sottofondo di rumore assordante, e il solo, non dichiarato, scopo delle associazioni che vi partecipano, penso sia il tentativo di rendere visibile la loro proposta.
Da tempo immemorabile centinaia di migliaia di maestri sono nati sulla terra per guidare gli uomini sulla strada della spiritualità. Per Maestro non intendo la persona, con diplomi e certificazioni, che ha molti anni di esperienza nell’insegnamento dello Yoga o colui che ha una folla di discepoli o che ha studiato la Ghita, le Upanishad, che troviamo a dirigere associazioni o centri spirituali. Il Maestro è colui che ha sperimentato la pace e il silenzio dentro di sé, colui che ha trasceso la mente e che può trasmetterti un’esperienza di pace, non importa, se sia analfabeta o non abbia nemmeno un discepolo. Il Maestro è colui che ti permette di aprire un centro spirituale nel tuo cuore dove risiede il Sé supremo.
Tra le fantasie occidentali possiamo trovare anche la meditazione che non significa né bloccare la mente, né sfuggire da sé stessi e dal mondo. Solo quando tutti i sanskar, che gli scienziati chiamano archetipi, trasformati dal karma (le azioni belle e brutte di questa ed altre vite) saranno distrutti nel tuo Cit (subconscio), solo allora si può parlare di meditazione. La meditazione è un punto di arrivo. Relegare la meditazione ad una serie di esercizi è riduttivo, infatti non significa recitare un mantra o seguire il respiro. Ma è l’entrare in una dimensione di silenzio, avere una mente ricettiva e non reattiva. La pratica yoga è una grande opportunità per educarci ad assaporare la vita in modo non reattivo ed arrivare così allo stato meditativo, è un lungo lavoro fatto su noi stessi per prepararci all’attesa, e quando l’evento accadrà ce ne renderemo conto.
Ignoranza e confusione totale regnano in Occidente, spesso chi pratica yoga non ha mai letto i testi base; il panorama spirituale è sommerso da proposte e musica new age, da tappetini di gomma speciale e tutine aderenti, di seminari del fine settimana in alberghi di lusso a prezzo d'oro, dalla ricerca di diplomi e certificazioni. Lo yoga invece è una ricerca per trovare la pace e uscire dal caos, fuori della logica del consumismo, perché se ti va bene non concludi niente di significativo, se ti va male e ti affidi a qualcuno non competente, ne paghi le conseguenze del caso.
Oggi il karma del mondo è peggiorato: aumentano le malattie, l’alimentazione è inquinata, ecc; e in questo periodo oscuro chiamato Kali yuga ognuno deve cercare di migliorare se stesso e contribuire attivamente a migliorare la società e l'ambiente circostante.
"Lo Yog è una perla preziosa: dire Yog è dire vita: Perché può curare il mondo, la società, e, alla fine, ognuno di noi. Ma se siamo noi, la società, il mondo, a vannamarchizzare lo yoga, allora questo non diventa altro che una perla si, ma da sbriciolare sotto i denti e sputare sul marciapiedi". Questa frase è la conclusione di un grazioso libricino "A casa dello Yogi" di Angelo Fanelli del 2017. Angelo l'ho conosciuto all'ashram del Maestro yoga Gyanander. Vi consiglio vivamente di leggere il libro di Angelo che presenterò in uno dei prossimi post.
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