sabato 15 maggio 2021

Lo yoga al tempo del corona virus - Antonio Nuzzo

Dialogo tra Malcolm Bilotta (organizzatore del convegno Consapevolmente) ed il Maestro Antonio Nuzzo.  Difficoltà e opportunità al tempo del corona virus: vedi link: https://www.youtube.com/watch?v=bmRHjVHcW-U

 Non tutti sono in grado di cogliere le grandi opportunità di questo periodo, il problema è che noi siamo legati alle abitudini e al passato. Invece bisogna occuparsi del momento presente e costruire dei percorsi innovativi nella nostra vita.  In questo periodo  possiamo provare ad ascoltare il silenzio dentro di noi, ed eventualmente potenziare l'apparato respiratorio con il pranayama.

Le tecniche yoga non trasformano immediatamente; in questo periodo possono semplicemente dare un piccolo sollievo, non possono essere un pronto soccorso per aiutare le persone in difficoltà. Occorre una profonda trasformazione interiore per prendersi carico di se stessi. Bisogna iniziare a fare yoga quando si è giovani e cominciare piano, piano a costruire la propria interiorità. Questo processo diventa difficile in tarda età quando si è sofferenti.  Il cambiamento si può ottenere solo progressivamente con un lavoro serio e continuo, lo yoga non è una pillola.

Prima di mettersi sul cammino della spiritualità occorre ottenere una interiorità pacificata ed eliminare l’ego. Mentre spesso queste tecniche, e a volte anche la stessa meditazione, servono ad esaltare l'ego.

Abbiamo due menti:

  •  La mente abitudinaria, caratterizzata da azione e reazione dove lasciamo spazio ai meccanismi spontanei.
  •  La mente superiore che non subisce l’influenza dell’ego e del passato. Quella che André Van Lysebeth chiamava over mind e che trascende la propria identità. Ti permette di prendere distanza dalle cose e diventare osservatore piuttosto che attore.

La vita è una continua ricerca e bisogna agire restando connessi con la vita. Se una pratica non da un risultato immediato, la si considera un fallimento da parte della nostra mente inferiore e reattiva.

Patanjali nella sua epoca proponeva un percorso diretto, verticistico intrapreso dai rinuncianti; Oggi in questo periodo di grande difficoltà, nel periodo del  Kali yuga, dove viviamo nel conforto, abbiamo l'ausilio della tecnologia ed abbiamo più attaccamenti,  si è affermato il Tantra yoga che ha cercato di proporre una forma di yoga specifica per il corpo, che è oggi oggetto di grande interesse. Nessuno oggi avrebbe la forza di seguire una via verticista, di rinuncia come ai tempi di Patanjali. Per il Tantra il corpo è una forma che racchiude molti segreti, da qui è nato tutto il discorso sull’energia, sul campo energetico. Nell’asana devi entrarci dentro, devi andare oltre la forma. Il Tantra si rifà a delle divinità ancestrali che oggi sono state attualizzate in un contesto diverso. Noi in Occidente non saremo mai in grado di manifestare una devozione nei confronti di Shiva e Shakti come gli indiani ed una persona in difficoltà non può essere aiutata dalla statuina di Shiva. Bisogna partire dal vivere quotidiano ed andare verso, una lenta trasformazione con una mente pacificata e un atteggiamento non violento.

Nella mente superiore non c’è più il bene e il male, non c’è giudizio. Nella buddhi non c’è nemmeno la nozione di tempo e spazio, si vive in uno spazio incontaminato. 

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