Mai nessuna scoperta scientifica si è dimostrata così vicina a certe idee spirituali come la teoria della fisica quantistica. Il misticismo quantistico è un insieme di credenze metafisiche e pratiche associate che cercano di collegare la coscienza, l’intelligenza, la spiritualità o mistiche visioni del mondo alle idee della meccanica quantistica e alle sue interpretazioni. Vedi l'interessantissimo articolo sul misticismo quantico
Il misticismo quantistico, nel senso di coscienza che ha un ruolo nella teoria dei quanti, è apparso per la prima volta in Germania negli anni ’20, quando alcuni dei principali fisici quantistici, come Erwin Schrödinger, si sono spinti verso tali interpretazioni delle loro teorie. Altri, come Albert Einstein e Max Planck, si opposero a queste interpretazioni. Nonostante l’accusa di misticismo da parte di Einstein, Niels Bohr negò l’accusa, attribuendola a equivoci.
Nella seconda metà del XX secolo, la polemica aveva fatto il suo corso -le conferenze di Schrödinger del 1958 si dice che “segnano l’ultima di una generazione vissuta con la controversia sul misticismo”- e oggi la maggior parte dei fisici sono realisti che non credono che la teoria quantistica sia coinvolta con la coscienza. Nel 1961, Eugene Wigner scrisse un articolo, intitolato “Osservazioni sulla questione mente-corpo”, in cui suggerisce che l’osservatore cosciente giochi un ruolo fondamentale nella meccanica quantistica e sia capace di creare la realtà. Mentre il suo lavoro sarebbe servito da ispirazione per successivi lavori mistici, le idee di Wigner erano principalmente filosofiche. Come si è chiesto una volta Einstein (un fermo realista): la luna esiste solo se guardata? Anche se un tale punto di vista sembra improbabile nelle nostre vite quotidiane, nella meccanica quantistica le osservazioni dei fisici possono talvolta influenzare ciò che stanno osservando su una scala quantistica. Come sostiene la famosa interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica, non dovremmo parlare di una realtà oggettiva diversa da quella che viene rivelata attraverso la misurazione e l’osservazione. Ma questo non era il pensiero ermetico.
Scienza e coscienza. Il dibattito sulla coscienza nella teoria quantistica iniziò intorno al 1927, allorchè Einstein accusò Neils Bohr di introdurre un misticismo incompatibile con la scienza. Bohr negò l’accusa e accusò a sua volta Einstein di fraintenderlo nella sua ipotesi secondo cui gli umani sono sia attori che osservatori nel mondo. Eppure, mentre Bohr credeva che i processi quantici si verificassero senza la necessità di osservatori, egli simpatizzò anche con l’idea che un’estensione della teoria dei quanti potesse aiutare a comprendere la coscienza. Einstein, da parte sua, si oppose categoricamente a qualsiasi soggettività nella scienza. Era in disaccordo con l’opinione di Bohr che non è scientifico chiedere se il gatto di Schrödinger in una scatola sia vivo o morto prima che venga fatta un’osservazione. Einstein dedicò gran parte della sua vita successiva alla ricerca di elementi della realtà per fare della meccanica quantistica una teoria basata sul realismo. Per esempio, l’esperimento mentale noto come Paradosso EPR (paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen), nel 1935, tentò di ripristinare il realismo e la causalità della teoria. D’altra parte, Wolfgang Pauli fece proprie alcune delle opinioni di cui Einstein accusò Bohr. Pauli favorì l’ipotesi del “misticismo lucido”, una sintesi tra razionalità e religione, e ipotizzò che la teoria dei quanti potesse unificare gli approcci psicologici/scientifici e filosofici/mistici alla coscienza. La prospettiva di Pauli fu influenzata dal filosofo Arthur Schopenhauer, le cui opinioni sulla realtà furono a loro volta influenzate dalle religioni orientali e dalla loro certezza che questa realtà fisico-sensoriale fosse pura illusione. Altri fisici avevano opinioni diverse. Max Planck, aderente al cristianesimo, inquadrava la controversia come l’obiettività della scienza e del cristianesimo contro il misticismo di Schopenhauer e la sua divulgazione del buddismo e dell’induismo. Planck considerava la religione (il cristianesimo) e la scienza compatibili sulla base della sua opinione secondo cui entrambi sono basati sull’oggettività, ma si riferiscono a distinti aspetti della realtà. Nel frattempo, Paul Dirac ha respinto ogni tipo di vocabolario religioso, sostenendo che “la religione è un miscuglio di false affermazioni senza basi nella realtà”. Negli anni successivi Werner Heisenberg e Erwin Schrödinger si sporsero verso il lato del misticismo, irritando Einstein e Planck. Per gli altri, la scelta non era chiara. Il matematico John Von Neumann intenzionalmente usò termini ambigui per discutere la filosofia delle equazioni quantistiche, il che significa che poteva adattarsi ad entrambe le parti. Nel 1958 Schrödinger, ispirato da Schopenhauer, pubblicò le sue lezioni “Mind and Matter”, sostenendo la differenza tra gli strumenti di misura e l’osservazione umana: la registrazione di un termometro non può essere considerata un atto di osservazione, in quanto non contiene alcun significato in sé. Quindi, la consapevolezza è necessaria per rendere significativa la realtà fisica: “Alcuni di voi, sono sicuro, chiameranno ciò ‘misticismo’; quindi, con tutto il dovuto riconoscimento del fatto che la teoria fisica sia sempre relativa, nel senso che dipende da alcune ipotesi di base, possiamo asserire che la teoria fisica nella sua fase attuale suggerisca fortemente l’indistruttibilità della Mente dal Tempo”. Le lezioni di Schrödinger segnano l’ultima fase di una generazione caratterizzata dalla controversia sul misticismo. La meccanica quantistica, fino alla seconda guerra mondiale, esisteva in un contesto prevalentemente tedesco, e questa cultura ha contribuito a formare il mistico zeitgeist dell’epoca. La polemica morì nella seconda metà del secolo, quando la cultura della fisica passò nell’area anglo-americana. La maggior parte dei fisici contemporanei sono, come Einstein, realisti e non credono che la coscienza abbia un ruolo nella teoria dei quanti. La visione moderna dominante è che un’osservazione non fa sì che un atomo esista nella posizione osservata, ma che l’osservatore trovi la posizione di quell’atomo. Quindi, la realtà non dipende dall’osservatore ed è di per sè. La controversia sul misticismo in meccanica quantistica non ha coinvolto solo pochi fisici e mistici (come sembra oggi), ma un tempo ha attratto la comunità della fisica in generale. Alcune delle idee di allora sono riemerse, come nel libro del 1961 di Eugene Wigner sull’argomento, che ha ispirato libri popolari come The Tao of Physics e The Dancing Wu Li Masters, che cercano di coniugare fisica quantistica e misticismo orientale per una nuova generazione, insieme al recente film What the Bleep Do We Know?. Oggi è scienza contro religione, ma al tempo della fondazione della meccanica quantistica non lo era. C’erano fisici religiosi su entrambi i lati della querelle. La maggior parte dei fisici rilevanti possedeva quelle che potremmo chiamare oggi credenze religiose, sia occidentali che orientali. Quando parliamo oggi delle “due culture”, scienza e scienze umane, ci riferiamo alla famosa lezione dei primi anni ‘50 di CP Snow, in Gran Bretagna, che lamentava la divisione. I pensatori tedeschi dei decenni precedenti erano a malapena in quella fase di specializzazione della disciplina. Tra le teorie attuali sul campo quantistico, le teorie più importanti sono in debito con il lavoro di [Hermann] Weyl e Dieter Pauli. Eppure molti fisici oggi sarebbero scioccati se avessero saputo come Weyl e Pauli siano giunti a capire il concetto di “campo” quando hanno scritto i loro articoli classici. Entrambi erano immersi nel misticismo, alla ricerca di un modo per unificare la mente e la fisica. Weyl pubblicò una conferenza in cui concludeva appoggiando il misticismo cristiano-matematico di Niccolò Cusano. Inoltre, l’articolo pubblicato da Pauli su Keplero lo presenta come parte della tradizione mistica occidentale che studiò.
Appropriazione da parte del pensiero New Age. All’inizio degli anni ‘70, la cultura New Age, ostile alla scienza ortodossa quanto la scienza lo è a tutto il cosiddetto irrazionale, comincia a incorporare idee dalla fisica quantistica, a partire dai libri di Arthur Koestler, Lawrence LeShan e altri, che suggerivano che i presunti fenomeni parapsicologici potessero essere spiegati dalla meccanica quantistica. In questo decennio, emerge il gruppo Fundamental Fysiks, un gruppo di fisici che abbraccia la mistica quantistica impegnandosi in parapsicologia, meditazione trascendentale e varie pratiche mistiche orientali e New Age.. Ispirato in parte da Eugene Wigner, Fritjof Capra, un membro del gruppo Fundamental Fysik scrive Il Tao della fisica: Un’esplorazione dei paralleli tra fisica moderna e misticismo orientale (1975), un libro che abbraccia la fisica quantistica New Age e che guadagna presto popolarità tra il pubblico non scientifico. I principali scrittori del settore non erano stravaganti autori di New Age ma fisici molto esperti come il citato Capra, David Bohm, John Wheeler e Paul Davies. Questi fisici iniziarono a interpretare la teoria quantistica da una prospettiva filosofico-idealista, secondo cui la mente produce materia. La fisica della coscienza è ora un ramo importante e rispettato della teoria dei quanti. Nel 1979, arriva la pubblicazione di The Dancing Wu Li Masters di Gary Zukav, il maggior successo tra seguaci di Capra. Intanto, il gruppo Fundamental Fysiks viene accusato dagli scientisti di essere uno degli agenti responsabili della “enorme quantità di sciocchezze pseudoscientifiche” che circonda le interpretazioni della meccanica quantistica. La ricerca seria in quest’area viene ora svolta in modo trasversale da molti Fisici. Il modello Bootstrap, formulato da Geoffrey Chew, ha avviato importanti interpretazioni teoriche in questo ambito, seguito dal lavoro di David Bohm, che era stato uno studente di Einstein. La sua teoria dell’Ordine Implicito, espressa in Universo, mente e materia postula l’idea che le particelle siano in effetti “raccoglitori di intelligenza” e che si comportino come la mente. Questa teoria rese il “misticismo quantistico” un ramo importante. Bohm fu professore di fisica teorica all’Università di Londra prima della sua morte nel 1993 e fu un forte sostenitore dell’Induismo, che si basa sulla nozione di la mente produce materia. I suoi numerosi libri svilupparono enormemente quest’area. La teoria delle superstringhe e la teoria M continuarono a sviluppare il “misticismo quantistico” ad un nuovo livello. Altri scienziati tra cui il fisico Paul Davies,il cui best-seller The Mind of God è diventato un testo classico in quest’area. Gli scrittori sul misticismo quantistico hanno fatto tutta una serie di asserzioni che sono state fatte proprie dal movimento New Age, le cui teorie e soprattutto pratiche sono l’applicazione delle specifiche affermazioni filosofiche del misticismo quantistico con l’intenzione di produrre o mantenere cambiamenti positivi: non c’è osservatore separato dalla realtà … non c’è una realtà separata dall’osservatore. Come osservatori, siamo personalmente coinvolti nella creazione della nostra realtà. I fisici sono costretti ad ammettere che l’universo è una costruzione “mentale”. Il flusso di conoscenza si sta dirigendo verso una realtà non meccanica; l’universo comincia a sembrare più un grande pensiero che una grande macchina. La mente non sembra più un intruso accidentale nel regno della materia, dovremmo piuttosto chiamarlo il creatore e il governatore del regno della materia. L’universo è immateriale, mentale e spirituale. Max Planck, padre della teoria quantistica, disse: “Considero la coscienza fondamentale. Considero la materia come derivata dalla coscienza. Non possiamo rimanere indietro alla coscienza. Tutto ciò di cui parliamo, tutto ciò che consideriamo esistente, postula la coscienza”. Lo stesso Einstein, disse: “La realtà è semplicemente un’illusione, anche se molto persistente”. Il mondo e gli oggetti nel mondo non hanno un’esistenza indipendente dalla coscienza umana. Il filosofo irlandese del XVIII secolo George Berkeley anticipò i quantistici affermando: “esse est percipi” ovvero “essere significa essere percepiti”. Berkeley aderiva all’Immaterialismo ovvero alla dottrina per cui nulla esiste al di fuori della mente: non esiste la materia, ma solo Dio e gli spiriti umani. Come Platone, il re dei filosofi idealisti, anche Berkeley credeva che la realtà si risolve in una serie di idee che esistono solo quando vengono percepite da uno spirito umano. Ma se Berkeley metteva Dio al centro della percezione, Dio nell’uomo, la New Age pone solo la coscienza. Inoltre, il corpo è fondamentalmente fatto di informazioni ed energia, e percepito come materia solida. La mente e il corpo sono la stessa cosa e non sono divisibili. Le reazioni biochimiche del corpo sono un prodotto della consapevolezza. La percezione della realtà è un comportamento appreso. Questo cambiamento di pensieri può mutare il corpo. C’è una coscienza o un’intelligenza sottostante che connette tutti. Il tempo è una percezione umana, non una realtà.
La Guarigione quantica. Tra le varie tecniche New Age, la guarigione quantica è una pratica che comporta l’alterazione della percezione e dei pensieri dell’individuo in modo da trasformare il corpo in modo positivo e curativo. La pratica si basa sul principio che il corpo esiste in stati indeterminati, come determinato dalla coscienza soggettiva della mente. Si basa anche sull’affermazione che risultati positivi per la salute possono essere raggiunti indirizzando la percezione soggettiva della realtà da parte dell’individuo. Viene detta quantum woo la giustificazione delle credenze spirituali mediante un riferimento confuso alla fisica quantistica. Parole chiave come “campo energetico”, “onda di probabilità” o “dualità onda-particella” sono usate per trasformare magicamente i pensieri in qualcosa di tangibile per influenzare direttamente l’universo e la materia e le nostre vite. Ciò si traduce, come detto, nella Legge di Attrazione o nella guarigione quantica. Alcuni hanno trasformato il quantum in una carriera, come Deepak Chopra , che spesso presenta concetti mal definiti della fisica quantistica come prova per Dio e per altri pensieri magici. Quando un’idea sembra troppo folle da credere, il proponente spesso fa appello alla fisica quantistica come spiegazione. Non è qui in discussione la possibile interazione tra scienza quantistica e spiritualità, ma l’uso indiscriminato che si fa del termine “quantistico” nella New Age per vendere ogni genere di prodotto o servizio. C’è veramente di tutto: dal reiki quantistico, al massaggio quantistico, allo shiatsu quantistico fino all’ipnosi quantistica. “Quantistico” è diventato uno specchio per le allodole, perchè sembra offrire un attributo di grande serietà e innovazione ad una certa pratica in oggetto. La verità è che nè gli autori o i guru cd quantistici nè i loro lettori e allievi conoscono veramente la meccanica dei quanti. D’altronde, la quantistica che promette di “creare ciò che si pensa e si osserva in primo luogo nella mente” offre un formidabile destro alla teorie New Age del “pensiero positivo” e della “legge di attrazione” che sembrerebbero essere dimostrate dalla prima. Ci si chiede perché molti hanno tratto conclusioni mistiche dalla meccanica quantistica. Per sua natura, il quantum disegna un velo quasi “mistico” sulla realtà fisica che vediamo. Le cose interagiscono attraverso l’entanglement: non esistono realmente in un punto preciso nello spazio e così via. Questi sono attraenti addentellati per “spiegare” perché la gente dice di sapere quando il loro partner è morto, o ha avuto un’esperienza fuori dal corpo o altro. Anche perché è complicato e quando proviamo a usare le parole, usiamo parole che sono facilmente dirottate. Ad esempio, “entanglement” ha proprietà ben definite e obbedisce a leggi severe , ma suona anche come una specie di unione, un altro ingresso nella stranezza. Fondamentalmente, non è facilmente comprensibile dal pubblico, quindi soggetto a incomprensioni. La teoria quantistica non può essere interpretata in termini di nozioni di senso comune (è incompatibile con il realismo locale). Non esiste un’interpretazione consensuale della teoria quantistica (perché l’interpretazione è fondamentalmente una questione filosofica che non può essere decisa dall’esperimento), per cui molte interpretazioni diverse e incompatibili spesso aggiungono confusione. In primo luogo, vi è una tendenza comune a confondere le interpretazioni della teoria dei quanti con la teoria quantistica stessa, errore compiuto da molti fisici. Inoltre, alcuni fisici importanti e rispettati (ad esempio, Wigner, von Neumann) hanno adottato interpretazioni che collegano esplicitamente la misurazione quantistica con la coscienza, che è essa stessa un mistero (o almeno un “problema difficile”).
Contro il misticismo quantistico. L’americano Daniel Pinchbeck, peraltro esperto di sciamanesimo, ha scritto a favore della joint “misticismo-fisica dei quanti” qualcosa di ampiamente condivisibile: “gli esperimenti di fisica quantistica supportano la prospettiva mistica orientale secondo cui l’universo è una proiezione di una singola coscienza, Brahma o Atman. Quella coscienza è infinita, senza limiti nel suo potenziale creativo, giocando costantemente a nascondino con noi attraverso il suo dispiegarsi (l’universo stesso è Maya, un’illusione magica, e Lila, gioco divino). Il fatto che sempre più persone stiano vivendo e riconoscendo la sincronicità fa parte dell’evoluzione continua della coscienza verso una nuova realizzazione, che integra scienza e misticismo. Può darsi che, se un numero sufficiente di noi si rende conto che siamo quella coscienza che esplora e sperimenta se stessa, possiamo fare un salto quantico o una mutazione spontanea nella coscienza della nostra specie nel suo insieme – un fenomeno di punto di svolta, dove otteniamo l’accesso diretto a capacità psichiche che sono ora disponibili ma in qualche modo da noi protette e bloccate”. Se un uomo di scienza dovesse confutare tale asserzione, direbbe che gli esperimenti quantistici non supporterebbero affatto la prospettiva mistica e speculazioni esplicitamente metafisiche. Essi non supporterebbero nulla senza interpretazione, e quegli esperimenti hanno spazi relativamente ristretti di contesto applicabile che devono essere sostenuti affinché i risultati siano interpretabili. Gli esperimenti producono risultati. I risultati vengono interpretati in base allo scopo. Non possiamo semplicemente sostituire quelli della scienza con la metafisica e quindi pretendere prove sperimentali per congetture astratte. Questa, secondo l’ortodossia scientifica, è una mossa ben nota in cui si cerca di acquisire l’autorità della verità dalla scienza per un’asserzione metafisica altrimenti maldestra. Alcuni arrivano al punto di usare la parola “dimostrare”, affermando che “la fisica quantistica dimostra che …”. Chi vuole coniugare la coscienza col quantum, spiegando il matrimonio in termini mistici, non conosce in effetti nè la coscienza, che è un mistero di per sè, nè la neuroscienza nè il cervello, o i modi specifici con cui questo organo si relaziona e media le nostre esperienze di coscienza. Le persone senza alcuna comprensione delle neuroscienze, con poca conoscenza formale della natura della coscienza e nessuna consapevolezza del contesto o delle specifiche della fisica quantistica non dovrebbero probabilmente dirci della natura della coscienza e della fisica quantistica. Quando lo fanno, ciò che troveremo è un’illusione selvaggia e vertiginosa. Ma il positivista e la scienza non ammettono che la mente non sia localizzata nel cervello nè coincida con esso, nè ammettono l’esistenza dell’anima, in quanto, come l’idea di Dio, non scientificamente dimostrabile.
Nessun commento:
Posta un commento