sabato 26 giugno 2021

Spiritualità, religione, ateismo e il business del benessere

 Praticare la spiritualità consiste a esplorare e cambiare lo spirito umano. Si tratta si di una trascendenza per accedere ad una vera conoscenza. Le tradizioni orientali sono all’origine di una metodologia introspettiva estremamente preziosa, della meditazione e di approcci empirici, sofisticati e liberi da disordini religiosi.   Queste pratiche, che sono di interesse per i neuro scienziati e gli psicologi, portano stabilità emozionale, benessere psicologico, e migliorano la salute fisica. Migliorano le difese immunitarie, riducono stress, ansietà e depressione. Nessuna preghiera a non importa quale Dio otterrebbe una minima parte di questi benefici.

Ci sono mille modi per essere felici, ma quello che ci rende felice è impermanente, siamo in uno stato di insoddisfazione cronica e siamo coinvolti in una conversazione perenne e sgradevole con noi stessi: autocritica, rimorsi per il passato, e ansietà per il futuro. La meditazione è lo strumento che ci permette di fermare questa agitazione incessante, anche se per brevi istanti.
Acquisire una coscienza spirituale ci permettere di vivere l’istante presente in uno stato fuori dall’usuale. Lo scopo esplicito delle pratiche contemplative orientali è quello di assimilare nel profondo concetti come la non dualità o l’illusione dell’ego. Ci permette di trasformare radicalmente la nostra coscienza sul piano emotivo, contemplativo e etico modificando profondamente la nostra relazione con gli altri.
La spiritualità, quindi, può essere definita come un cammino interiore che aiuta il praticante a trovare  il vero e profondo Sé, ovvero a  ritrovare il rapporto perduto con il Tutto, l’Assoluto, con l’Essere supremo, con tutti gli altri esseri viventi  e manifestare la natura divina che esiste eternamente in noi. 

Molti mistici, come il poeta persiano Roumi, Maestro Eckhart, il mistico persiano Al-Hallaj, sono riusciti a fare questa esperienza dell'assorbimento dell'Io nel Tutto contro i dogmi fondamentali della loro fede e sono stati trattati come blasfemi.  Di questi tipi di esperienza non troverete niente nei libri sacri delle religioni monoteiste. Ed è per questo che le chiese, il più delle volte, non amano i loro mistici (da vivi), perché essi, con la loro libertà e indipendenza di ricerca interiore, non avvertono il bisogno di una chiesa. 
La spiritualità si riferisce ad esperienze mistiche, stati di coscienza non ordinari svincolati totalmente dalle società e dal tempo dove si producono. Il cuore del percorso spirituale è il bisogno dell’io di andare oltre se stesso, di trascendere i propri limiti.  La religione, invece, è il tentativo sistematico e interessato di spiegare queste esperienze e le spiegazioni sono sempre date tramite metafore o  concetti che esistono in un certo tempo e in una certa cultura. Il fondatore della religione stabilisce quali strumenti  (dogmi, luoghi speciali, danze, libri, preghiere, riti, cerimonie, droghe, ecc...) usare per avere delle esperienze spirituali e con quale linguaggio comunicarle e condividerle. Questi strumenti definiti sacri  dovrebbero facilitare l’esperienza spirituale.
Né il nostro dualismo religioso, né il nostro cartesianesimo aiutano a studiare la coscienza. La spiritualità è universale, ha una dimensione personale, non dipende da alcuna tradizione culturale particolare. Mentre la religione sì.
Andrè Comte Sponville  scrive: “Troppo spesso la religione istituzionale ha prodotto e alimentato il conflitto tra l’intelligenza e la fede, finendo, con una insistenza plurisecolare, per fornire di esse una immagine che appare inevitabilmente antitetica.  Il dogma diventa antitetico a  qualsiasi puro spirito di ricerca spirituale ed ha prodotto come reazione l’ateismo".
Comunque l'ateismo non preclude al cammino spirituale. Tutti, anche i non credenti e gli atei possono rivendicare una propria dimensione spirituale.  Il grande mistico indiano, Ramakrishna Paramahamsa (1836-1886) insegnò che persino l’ateismo può essere, per alcuni, un passo verso l’illuminazione e far parte, quindi, dell’evoluzione spirituale di un individuo. “Se un ateo è sinceramente convinto di svilupparsi attraverso un grande impegno e sforzo personale, consapevole di essere un ricercatore della verità, allora come l’aria fresca passa attraverso una finestra aperta, così la verità si rivela alla mente lasciata aperta da un sincero spirito di ricerca”. L’unico ostacolo al progresso è  chiudere l’entrata della comprensione “con le imposte dell’egocentrismo”. 
Ramakrishna  familiarizzo con l’islam e il cristianesimo, per lui tutti i cammini portano a Dio. L’uomo alla nascita ha due tendenze: una vidya che lo porta verso Dio, l’altra avidya che lo porta verso la via terrestre. Alla nascita queste due tendenze sono in equilibrio, lo stesso è per l’anima che cade nelle trappole di maya, c’è l'Io personale e l'Io superiore con cui siamo tutti collegati. Se voi conoscete l’Uno, voi potete conoscere tutto. L’anima individuale javatman che risiede nel cuore dell’uomo tende a ricongiungersi con l’anima universale paramatman. Come la bambola di sale che, volendo scoprire gli abissi dell’oceano, appena mette piede nell’acqua diventa tutto uno con l’oceano, il differenziato diventa un tutt'uno con l’indifferenziato. Il Divino è un grande oceano le cui onde sono le anime, in lui nascono, in lui esistono, in lui ritornano.  Fino a quando non hai realizzato questa unione con il Tutto, bisogna ritornare entro le mani del ceramista e rinascere a varie riprese; Allo stesso modo il ceramista raccoglie la creta del vaso rotto e la rimodella.

Il rapporto tra spiritualità e ateismo è stato recentemente riproposto da Samuel Benjamin Harris (1967), un filosofo, saggista e neuroscienziato statunitense ed autore del libro La fine della fede (2004).  Harris è considerato uno dei principali esponenti del nuovo ateismo, insieme a Hitchens, Dawkins e Dennett.
Harris nel suo ultimo libro, Waking Up, difende l’idea che l’etica e la spiritualità possono avere un fondamento laico e scientifico.   Questo testo presenta la natura della mente sotto una nuova luce: un approccio razionale alla spiritualità per offrire una visione più chiara del problema e alcuni strumenti utili a risolverlo. La nostra mente determina in gran parte la qualità della nostra vita. Certo l’ambiente esterno ha anch’esso un ruolo importante, ma una volta soddisfatti i bisogni primari, il modo in cui utilizziamo la nostra attenzione in qualsiasi momento può fare la differenza tra felicità e tristezza. 
In particolare, Harris spiega che l’abitudine a trascorrere qualsiasi momento di veglia, persi nei pensieri, ci lascia alla mercé di qualsiasi pensiero appaia nella nostra mente, nel bene e nel male. La meditazione è un ottimo metodo per rompere questo incantesimo. L’attenzione, su cui si basa la mindfulness, è un aspetto fondamentale: si scopre che essere concentrati (su qualsiasi cosa) è di per sé piacevole.

Secondo David Donnini: “La storica antitesi fra religione e scienza, fede e ragione, spiritualità e ateismo - in cui l’Occidente sembra essersi imprigionato come in una trappola culturale -  può certamente trovare una via di uscita nel momento in cui si pone la seguente domanda: "siamo sicuri che l’oggetto d’interesse della ricerca spirituale debba necessariamente accompagnarsi all’idea di Dio nel modo in cui questa è abitualmente espressa in Occidente?”. 

In più bisogna precisare che la spiritualità non è necessariamente associata ad una religione, infatti basta dare uno sguardo in Oriente, al buddhismo o al taoismo, per scoprire che esistono immensi spazi di spiritualità che non avevano e non hanno niente a che vedere con la fede in un Dio trascendente, personale e creatore. Il cuore del percorso spirituale e della meditazione è il bisogno dell’io di andare oltre se stesso, di trascendere i propri limiti, perdere il senso di dualità (sé stesso – mondo) e arrivare ad un senso di pienezza, al cuore dell’essere, al cuore del mistero dell’essere. Del resto lo stesso XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso afferma: “Non credo che la religione sia indispensabile per la vita spirituale”. Bisogna comunque sottolineare, che per il buddhismo la spiritualità consiste anche nello sviluppo della pratica contemplativa e dello sviluppo intenzionale di qualità interiori come la compassione, la gentilezza, l’attenzione e la calma mentale.
Uno dei Paesi in cui la spiritualità è sentita ed espressa in tutte le sue forme è l'India. In India coabitano un grande numero di movimenti e filosofie, dal XII anche l’Islam, e dalla competizione costante tra le varie religioni per dimostrare la validità dei loro dogmi è nata la filosofia Indiana. 

In Occidente si è incominciato ad associare la spiritualità al benessere; lo yoga, la meditazione e altre forme di percorsi spirituali hanno adattato il loro scopo della ricerca che non è più la sperimentazione  di elevati stati di coscienza ma l'ottenimento di una sorta di benessere. 
E' dalla fine degli anni novanta che si è avuto il boom della scienza del benessere, della new age sino a diventare un vero e proprio business. Il benessere è diventato il cuore della strategia commerciale ed editoriale e il mercato è stato invaso da libri per vivere meglio, da vere e proprie guide pratiche del benessere, manuali di yoga per bambini e opere per essere genitori positivi, ecc... Si è assistito alla proliferazione di workshop, seminari, coaching, MOOC consacrati al benessere. Il sociologo Nicolas Marquis, che studia il fenomeno da anni, presentando i risultati delle sue ricerche ha dichiarato che nell’universo professionale avere un lavoro medio e una vita media è diventato inaccettabile. Bisogna essere soddisfatti interamente. Vedi il suo libro Du bien-être au marché du malaise. La société du développement personnel.   link
Nelle imprese sta addirittura nascendo il profilo del Chief Happiness Officer. Nella mentalità corrente si sta instaurando un’ingiunzione ad essere felici. Visto che il miglioramento di se stessi è infinito, in questo spazio possono entrare i mercanti del benessere e guru senza scrupoli. Il settore del benessere personale è propizio all’apparizione delle sette, e la scientologia è molto presente in questo settore. E questa è la  faccia oscura della ricerca all’appagamento personale.

Sotto sono riportati alcuni dei personaggi più conosciuti, di questa nuova tendenza alla ricerca estenuante del benessere:
  • Tal Ben-Shahar, (1970), è un insegnante americano e israeliano e scrittore nei settori della psicologia positiva e della leadership. Docente alla Harvard University, Ben-Shahar ha creato il corso più popolare nella storia di Harvard.   vedi link
  • Florence Servan-Schreiber (1964) ha creato in Francia una accademia on line consacrata all’apprendimento della psicologia positiva, la 3kifsacademie, Vedi link
  • Audrey Akoun, insieme a Isabelle Pailleau, è la creatrice della fabbrica del benessere. vedi link
  • Laurent Gounelle (1966)  i cui libri vendono 200.000 esemplari.  vedi link  
  • Raphaëlle Giordano (1974), scrittrice, artista, pittrice, coach di creatività, scrive sul tema che le è più caro: l'arte di trasformare la propria vita per trovare la strada del benessere e della felicità. Il suo libro La tua seconda vita comincia quando capisci che tu ne hai solo una, ha venduto 600.000 esemplari. vedi link
  • Claire Aubé è una giornalista impegnata a difendere la causa ecologica. Aiuta le persone a svilupparsi professionalmente grazie al Positive Coachingvedi link
  • Deepak Chopra (1946) è uno scrittore e medico indiano, autore di saggi "New Age".  vedi link
  • Francesco Cavalli-Sforza (1950)  autore della Scienza della felicità. Come vivere meglio?vedi link
Da Les sagesses orientales - articolo pubblicato dal Nouvel Observateur - luglio 2017.

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