Karlfried Graf Dürckheim (1896 - 1988) rimane una delle più grandi guide spirituali del cammino iniziatico. Avendo raggiunto l'unità interiore estatica attraverso la pratica e l'esperienza meditativa dello zen, la adattò alla mente occidentale, permettendo a molte persone di scoprire la presenza divina nel loro essere più profondo.
Chi era veramente Dürckheim? Da non confondere con David Émile Durkheim (1858-1917), un sociologo francese considerato come uno dei fondatori della sociologia moderna.
Per Dürckheim, un tale contatto diventa possibile, in particolare, attraverso la meditazione, che permette di lasciare che il vuoto si depositi in se stessi e così "lasciarsi accogliere da qualcosa del Tutto Altro". Questo contatto è possibile anche grazie al radicamento nella vita concreta. Ed è senza dubbio qui che si trova l'originalità e la profondità dell'insegnamento del maestro: "Il fine dell'esistenza è proprio quello di cercare in ogni occasione l'unificazione tra il nostro Essere esistenziale o sociale, dipendente dallo spazio, dal tempo e dalla materia, e il nostro Essere essenziale senza limiti". Che potrebbe essere tradotto come cercare di conciliare l'immanenza con la trascendenza.
Quando tornò in Germania nel 1947, Dürckheim incontrò la sua ex studentessa e futura moglie, Maria Hippius. Insieme a lei, fondò un centro di formazione in psicologia esistenziale, che sarebbe diventato una Scuola di Terapia Iniziatica. Ogni giorno, Dürckheim consultava, guidava e curava, proponendo esercizi sul corpo volti al rilassamento dell'essere, preliminare essenziale all'espressione dell'Essere profondo. Ma soprattutto, promuoveva la vita quotidiana nella sua forma più salutare. "Tutte le nostre attività," dice, "tutte le situazioni della nostra vita possono diventare esercizi sul cammino non appena coltiviamo l'arte di vivere nel momento presente".
Ciò che è importante, dice, è testimoniare ciò che siamo, "accordarci come uno strumento in modo che il suono dell'Essere risuoni in noi". Questo, dunque, è il cammino della maturità spirituale: ristabilire qui e ora il contatto con la nostra fonte divina. È questa intima comunione dell'Io e del Sé che eleva la coscienza e le permette di sentire il senso della vita, delle prove, della sofferenza, della morte... È questa comunione che libera in noi un'incommensurabile energia d'Amore che ci fa gustare la non dualità e il desiderio dell'evoluzione perpetua.
Riscoprendo la vera identità, Karlfried Dürckheim è riuscito a dare un nuovo significato alla parola "spiritualità", termine ad oggi molto abusato in Occidente.
Nel libro Meditare perchè e come: verso la via iniziatica, Dürckheim presenta la somma delle sue conoscenze ed esperienze e il testo è un'introduzione approfondita della meditazione. Con la meditazione, possiamo capire e praticare diverse cose. Ma qui, nella prima parte del testo, la meditazione di cui parla l'autore è intesa come esercizio iniziatico che tende alla scoperta dell''Essere essenziale e ad assumere una forma nel mondo. Nella seconda parte si considerano le condizioni e gli esercizi preparatori, seguiti dall'esercizio stesso della meditazione, in tre modi:
- esercizi piuttosto passivi (zazen);
- esercizi più attivi che servono per l'allenamento e per la realizzazione di un'attività utile al progresso nel cammino interiore (disegno, pittura, danza, musica, tiro con l'arco, scherma, ecc;)
- prendere la vita quotidiana come esercizio.
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