Sri Aurobindo (1872 - 1950) è stato un filosofo e mistico indiano, considerato dai suoi discepoli un avatar, un'incarnazione dell'Assoluto. Poeta, scrittore e maestro di yoga, si distinse anche per il suo impegno politico in favore dell'indipendenza dell'India. Ho visitato la sua tomba, nel cortile interno dell'ashram di Pondicherry (India), un luogo dove si respira un'incredibile atmosfera di pace. Al suo fianco è sepolta Mére, la sua collaboratrice spirituale che l'aiuto a fondare l'ashram. Vedi link: Link - 1 Link - 2
La sintesi dello yoga è un testo scritto da Sri Aurobindo dove viene descritto lo yoga integrale, che è un orientamento di tutto l'essere, in ogni sua parte verso il Divino. Ne consegue che nella pratica spirituale, insieme alla devozione (bhakti yoga), devono esserci la conoscenza (jnana yoga) e l'azione (karma yoga). La mera idea o la ricerca intellettuale di qualcosa di superiore, per quanto intenso possa essere l'interesse che suscita nella mente, rimane inefficace se non viene assunta dal cuore come l'unica cosa desiderabile e dalla volontà quale sola cosa da fare.
La ricerca spirituale mira ad uno stato di conoscenza che ci permette di raggiungere quest'eterno, infinito, assoluto, di entrare in Lui o di conoscerlo per l'immedesimazione. Questo stato di conoscenza che dobbiamo raggiungere è il Nirvana, l'estinzione dell'ego, la sospensione di tutte le attività mentali. Il mezzo è la meditazione.
Il pensiero serve solo ad esplorare il sentiero, Il conduttore del viaggio è la volontà. Solo eliminando la falsità dell'essere che appare come ego, eliminando l'ignoranza possiamo percepire questo assoluto.
Esiste una conoscenza al di là del nostro intelletto, al di là dell'individuo e dell'universo. Esiste qualcosa di indescrivibile e inafferrabile in cui possiamo dissolverci abolendo la nostra personalità. L'assoluto, il Sé, il Supremo è il nostro più alto e più vero sé, è la Persona da cui siamo usciti nella nostra natura manifesta. Nemmeno la vita, la forza vitale è il vero sé, né la materia.
Se si scopre il vero sé, si scopre che esso non è questa individualità creata, ma un essere universale nel rapporto con gli altri. Questa suprema esistenza non è condizionata né dall'individuo, né dall'universo. Non è né l'uno, né l'altro. E' neti, neti, né questo, né quello. E' indefinibile, senza attributi, senza relazioni. L'oggetto dello yoga e della conoscenza spirituale non può essere che questa eterna realtà, il Brahman.
Dobbiamo raggiungere una più grande coscienza, che la nostra semi-cosciente umanità non possiede, ed è possibile ottenerla solo con un'ascesa spirituale. Una coscienza segreta al di là della mente, nascosta nelle profondità dell'esistenza. La conoscenza che viene dai sensi e dal ragionamento intellettuale è solo una scienza delle apparenze. Infatti il jnana yoga serve solo a sgombrare il sentiero, il giusto modo di pensare diviene efficace solo quando è seguito dall'esperienza, dalla visione e dalla realizzazione. Le porte dell'anima possono aprirsi solo dall'interno all'esterno. L'osservazione di sé e l'auto-analisi sono un'importante ed efficace introduzione all'interiorità vera.
"Conosci te stesso" è la parola d'ordine della vera conoscenza. La realizzazione consiste in tre successivi movimenti: la visione interiore, la completa esperienza interiore e l'identità con il vero Sé.
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