venerdì 5 novembre 2021

Apocalisse o Apocatastasi?

 Dal libro del mio amico Roberto Fantini  La menzogna dell'inferno che vi consiglio vivamente di leggere. Un saggio filosofico che spazia da Origene a Giovanni Papini, da Agostino ad Aldo Capitini trattando questo scomodo tema dell'inferno.

Devo ringraziare Roberto che mi ha fatto scoprire Origene, uno dei più grandi Teologi della Chiesa orientale e le affinità della Apocatastasi con il pensiero dell'Advaita Vedanta.

 
Questa è una ennesima dimostrazione che tra le varie filosofie ci sono molti punti in comuni. Ma andiamo per ordine.  Tra le dottrine di Origene, poi ripudiate dalla Chiesa, una delle più notevoli è quella della restaurazione finale (Apocatastasi), cioè del perdono per tutti i peccatori indistintamente. 
 
Le frasi contenute nei due paragrafi seguenti sono prese dal testo di Roberto.

Questa concezione è diametralmente opposta alla posizione di Agostino d'Ippona che dichiara che ci sarà l'eterno supplizi dei dannati, il loro verme non morrà e il loro fuoco non si estinguerà,  tesi a cui fa riferimento la Chiesa Cristiana ufficiale.  Per secoli e secoli, generazioni e generazioni sono state allevate/educate sulla base di questa fermissima e terrificante certezza: che Dio avrebbe punito i peccatori destinandoli alle pene infernali, necessariamente e giustissimamente eterne. Solo recentemente Papa Francesco ha cominciato a mettere in discussione questa tesi mettendo al centro dei suoi discorsi il tema della misericordia. Papa Francesco afferma che la misericordia di Dio sarà sempre più grande di ogni peccato, E la misericordia dura in eterno ed è senza fine.

 La Apocatastasi si basa sulla nozione che Dio è prima di tutto, bontà, e che il Cristo è morto volontariamente per redimere tutti allo stesso modo, peccatori e santi, perchè quelli che hanno smarrito la loro perfezione iniziale possono riacquistarla, sopportando la prova del fuoco che li purificherà, e così tutti alla fine saranno glorificati, e si ricostituirà l'unità originaria voluta da Dio. Origene in questo verso si riaccosta alla nota concezione dell' "eterno ritorno" di tutte le cose.  Tutte le creature razionali, allora, saranno riassorbite nella condizione primordiale di perfetta purezza e di indissolubile armonica unità e "Dio sarà tutto in tutti", cioè tutto in ciascun uomo.  Quindi, allorché tutti avranno raggiunto il più alto grado di perfezione, tutte le differenze saranno annullate. Questo ciclo di separazione, purificazione e apocatastasi si ripeterebbe eternamente.   

Lo stesso dice la filosofia Advaita Vedanta dove l'essere umano possiede un “atman” che indica l' "essenza" o il "soffio vitale", rappresenta la  sostanza immortale, l'anima individuale. Con il concetto di Brahman viene descritta  invece l'Entità Cosmica, l'Anima Universale. Si tratta dell'entità senza tempo dell'universo, la realtà unica nella sua accezione divina. Il Brahman si manifesta ciclicamente, ad ogni ciclo nasce l’Universo (inteso come tutto ciò che esiste, a noi visibile ed invisibile), si evolve, poi si involve ed alla fine si estingue nel Brahman che emanerà un nuovo ciclo.  Quando termina un ciclo tutti i piani dell’esistenza che conosciamo e non conosciamo vengono riassorbiti compreso il mondo divino. Ciò che resta immutabile è solo il Brahman.

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