sabato 20 novembre 2021

Insegnamenti sulla vacuità - Ghesce Dorji Damdul

La filosofia va vista con la lente della propria comprensione nella quotidianità. Anthon Zirkel – fisico quantistico.  

Insegnamenti sulla "La Saggezza e la Psicologia dei 4 Sigilli per Affrontare le Emozioni di Tutti i Giorni" di Ghesce Dorji Damdul a Roma presso Tso  Pema Non-Profit e Giamsè Jhien Pen Onlus   https://bodhiwisdom.org/   L’insegnamento è stato tradotto da Fabrizio Pallotti, il traduttore ufficiale di SS Dalai Lama per quanto riguarda la lingua italiana. Vedi :  https://www.tsopemanonprofit.org

Ghesce Dorji Damdul ha passato tanti anni come il traduttore di SS Dalai Lama, in giro per il mondo. Oggi è il direttore di Tibet House a New Delhi (centro culturale di SS il Dalai Lama) e  gira il mondo a dare insegnamenti. Ghesce Dorji Damdulè molto apprezzato in quanto è un maestro umile, gioviale e qualificato.     Risponde alle seguenti domande:  Cosa è la realtà? Che cosa è il sentiero? Quali sono i risultati?

Nel primo giorno che veniamo al mondo siamo tutti uguali senza preconcetti.  Quando gli esseri umani sono comparsi sulla terra non c’era una religione. Le religioni sono nate per fare l’essere umano più felice, una persona illuminata capace di vedere passato, presente, futuro. Dobbiamo utilizzare i principi delle religioni per essere una brava persona nella quotidianità. Abbiamo istintivamente acquisito il senso dell’io, questa identità è importante per muoverci nella realtà. L'esempio del bambino che piange perché ha bisogno di attenzione, ed è l'equivalente del dire: "io sono importante!"

Volere essere sempre più felici e non soffrire è il motore della nostra vita. E’ difficile sradicare paure, stati emotivi. e non è possibile ottenere il massimo della felicità. Il buddhismo porta ad una felicità irreversibile e liberi da paure.  La paura, la sofferenza, la felicità sono semplicemente degli stati mentali. 

Esempio dell’acqua del Tevere che se purificata diventa acqua bevibile. La vera natura dell’acqua è pura, così come la vera natura della mente è chiara luce, non è macchiata da paure o avversioni. Siamo nati con una mente coperta da contaminanti, ciò è dovuto alle esperienze e al karma accumulato nelle vite precedenti.   Siamo sempre pronti a proteggerci dall’esterno, condannare tutto ciò che non conosciamo, In questo modo non ci sarà pace, i fattori esterni a cui fare attenzione sono infiniti e nel mondo resteranno delle grandi muraglie. Il saggio Shanti Deva direbbe che per camminare in sicurezza a piedi nelle strade di Roma, non dovremmo coprirle di cuoio, basterebbe mettere dei sandali. Per analogia ciò significa che se vogliamo uscire dalla sofferenza dobbiamo lavorare sui fattori interni.

Buddha per questo ha introdotto i quattro sigilli:

  • tutti i fenomeni composti sono impermanenti,
  • tutto ciò che è contaminato è sofferenza
  • tutto ciò che esiste è privo di sé, è vacuità (la vacuità ultima dei fenomeni),
  • trascendere la sofferenza è irreversibile, ciò porta alla felicità. Lo stato di illuminazione è lo stato di Buddha, il nirvana è pace.

Quanto riportato sopra è’ un aspetto della realtà che il Buddha ha scoperto. Dobbiamo eliminare i fattori disturbanti interni, noi siamo come un diamante a cui dobbiamo togliere la sporcizia che lo ricopre. La sporcizia è rappresentata dalle afflizioni e le oscurazioni mentali e le oscurazioni cognitive che ci bloccano per raggiungere la stato di Buddha. Ci sono tre tipi di afflizioni mentali:

  • samsara, o il karma contaminato, attivato dalle emozioni, il seme matura in odio per attaccamento, paura, mente egoista, le afflizioni della mente ci trascinano nella sofferenza attraverso le azioni.
  • inappropriata attenzione
  • ignoranza

Il samsara (ciclo delle rinascite)  è l’attrazione e respingimento involontario per un oggetto, l'assenza di libertà, è opposto al nirvana in cui c’è totale libertà. La mente e l’oggetto interagiscono e sono separati. Il Buddha è il risvegliato, dall’ignoranza, noi viviamo nella prigione della nostra mente e nell’ignoranza. Tutti gli sbagli vengono dalla percezione soggettiva errata.Solo con la pratica si può arrivare alla saggezza della vacuità, spinta da un senso d’urgenza ed ottenuta con l’insegnamento dell’impermanenza. L'impermanenza può essere di diverso tipo: grossolana o sottile.

Un esempio di Impermanenza grossolana è il tempo che ha un continuum visibile (anno, giorni, ore ). Un esempio di impermanenza sottile è Il tempo come un continuum non visibile, oppure il Sé. Lo spazio al contrario è un fenomeno NON composto o permanente (permanente e Non composto sono sinonimi).     In tutti i fenomeni impermalenti c’è la presenza del continuum. Il cambiamento è costante e continuo giorno dopo giorno, bisognerebbe prendere questo come oggetto di meditazione per svegliarsi dal sonno dell’ignoranza. Si possono ottenere risultati straordinari con questo tipo di meditazione, si può riuscire ad avere l’impressione che tutto vibri, è come un buttarsi da un treno in velocità il cui conducente è la nostra mente (che spesso è sotto il controllo dell’ignoranza e delle contaminazioni dell'egoismo). Quando il conducente è condizionato da questi fattori ci porterà inevitabilmente alla sofferenza, emozioni ed  azioni saranno contaminate. Un attimo di sofferenza annulla spesso anni di felicità.  

Occorre coltivare la saggezza ed una mente che possa percepire la realtà correttamente.  Per cominciare occorerebbe avere una lavagna pulita dagli stati emotivi. Tutti aspirano alla felicità,  al 100% di felicità e liberi dalla sofferenza al 100%. Il Buddha esplorando la nostra mente ha scoperto che dentro di noi c’è il senso della perfezione (la natura dell’acqua) e possiamo arrivare ad essere felici al 100%, Lo stato di Nirvana è coperto da oscurazioni afflittive e cognitive,   dobbiamo quindi liberarci dai contaminanti temporanei. Invece, di continuare a focalizzarci sulle cose esterne, dobbiamo cambiare le condizioni interne.  Il samsara si manifesta quando sei debole interiormente ed ogni cosa diventa un problema. Il Nirvana è uno stato in cui si resta completamente imperturbabile agli eventi esterni. Una persona debole è facilmente influenzabile dagli eventi esterni.

Le cinque oscurazioni sono: samsara, desideri, azioni contaminate, afflizioni, ignoranza.  Per avere un'esperienza di vacuità dobbiamo fermare le onde, le afflizioni. Per diminuire le afflizioni si deve meditare sull’interdipendenza, sulla relatività della realtà, e ci si deve risvegliare dal sonno dell’ignoranza. Meditare sull’impermanenza contribuisce ad uscire dal samsara, coltivando la saggezza la mente acquista la capacità di discriminare, di capire che la realtà di tutto ciò che esiste, è vacuità.

C’è la realtà convenzionale (in cui la vacuità è forma) e la realtà ultima (in cui la forma è vacuità). La forma è vuota di forma nell’analisi ultima. La vacuità non è niente altro che la forma, la forma non è niente altro che la vacuità. Uno stesso oggetto mostra due caratteristiche diverse, due verità diverse. Forma e vacuità sono due aspetti dello stesso oggetto.  Anche tutti i fenomeni hanno due verità.

Dire che nella vacuità non esiste niente è totalmente errata, in questo caso sarebbe nichilismo. Nella vacuità la causa ed effetto è  eliminata. Il Buddha ha detto che tutto è vacuità. Ciò non significa che  io non esisto, gli altri non esistono. Significa semplicemente che questi fenomeni NON esistono intrensicamente. Vacuità è  l'abbreviazione di esistenza indipendente, niente esiste indipendentemente, tutto ciò che esiste ha origine dipendente.

La via di mezzo è la via tra i due estremi, tra il dipendente (che nega indipendenza assoluta) e l'origine (qualcosa che viene in esistenza, rifiuta l’estremo del non esistere, nichilismo). Tutto appare soggettivamente, anche il sogno esiste soggettivamente, come la mente lo crea, lo sperimentiamo come vero, e la mente ha la capacità di creare dettagli. Per spiegare il funzionamento della mente si usa spesso la metafora della proiezione. Esempio del proiettore e dello schermo, il film è sullo schermo e proviene dal proiettore. Prendiamo l'esempio del fiore che stiamo osservando. Il fiore è là, ma proviene dal proiettore della mia mente, in un caso credi che sia vero, nell’altro sai che non è vero, E’ l’ignoranza che si aggrappa al sé. Quando capisci che le cose che appaiono, non sono vere, inizia la comprensione della vacuità.  La mente è come un proiettore nel sogno, ci svegliamo dal sogno convenzionale ogni giorno, viviamo nel sonno non convenzionale che è la vita, ed è quello che sperimentiamo quando sono sveglio. Il cuore non si riposa mai, la mente proietta senza mai fermarsi, qualche volta si riposa quando trova la vacuità. Come si arriva a questo riposo finale? E’ possibile arrivare a questo punto? Occorre sapere che quello che percepisco è un prodotto della mente.

Ci sono quattro punti per stabilire la vacuità:

  • identificare l’oggetto di negazione,
  • comprendere la vacuità dell’oggetto, come essere un tutt’uno con le sue parti,
  • la vacuità dell’oggetto, deve essere diversa dalle sue parti,
  • pervasione, tutto ciò che è vuoto (di esistenza oggettiva) dell’essere uno o diverso dalle sue parti, vuol dire che l’oggetto è vuoto di esistenza oggettiva.

La vacuità dell’oggetto di essere oggettivo è l’oggettività dell’oggetto stesso. L'esistenza oggettiva, è indipendente della mia mente; Oggettivo e convenzionale non sono la stessa cosa, l’oggettivo nega il convenzionale. Se il fiore non appare, non appare oggettivamente, senza la consapevolezza l’oggetto continua ad apparire, quella è l’apparenza ingannevole. Il sogno che è creato dalla proiezione della mente, del Sé, quello è il samsara.

Sul monte Kailasha ci sono due gruppi di persone con due tipi di occhiali, un gruppo vede la neve bianchissima, l’altro, con gli occhiali appannati vede la neve sporca. Noi guardiamo il mondo con le lenti sporche, vediamo un mondo imperfetto (samsara);  con le giuste lenti vediamo il Nirvana. Il Samsara è visto da una persona normale, il Nirvana è visto da un essere illuminato.

Vedi link:   https://studybuddhism.com/it/studi-avanzati/lam-rim/vipashyana/meditazione-sulla-vacuita/meditazione-di-analisi-in-quattro-punti-sulla-vacuita

Fabrizio Pallotti (Champa Pelgye) studia e pratica il Buddhismo dal 1979. Ordinato monaco novizio da Geshe Champa Gyatso nel 1981 e da Sua Santità il Dalai Lama nel 1982,  collabora al programma di studi avanzati di Buddhismo diretto da Geshe Champa Gyatzo all’Istituto Lama Tzong Khapaha. 

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