Dal sito https://www.accesstoinsight.org/lib/authors/bodhi/bps-essay_20.html
Bhikkhu Bodhi, nato Jeffrey Block, è un monaco buddista Theravada americano, ordinato in Sri Lanka e attualmente insegna nella zona di New York e New Jersey. È stato nominato secondo presidente della Buddhist Publication Society e ha curato e scritto diverse pubblicazioni fondate sulla tradizione buddhista Theravada.
La parola "nobile", o ariya, è usata dal Buddha per designare un particolare tipo di persona, che dovrebbe nascere dai suoi insegnamenti. Nei discorsi il Buddha classifica gli esseri umani in due grandi categorie. Da una parte ci sono i puthujjanas, i mondani, dall'altro lato ci sono gli ariyans, i nobili, l'élite spirituale, ed hanno una nobiltà di carattere interiore.
Questi due tipi generali non sono separati l'uno dall'altro da un abisso invalicabile, ciascuno confinato in un compartimento strettamente sigillato. Si può discernere una serie di gradazioni che salgono dal livello più oscuro del mondano cieco intrappolato nella prigione dell'egoismo e dell'autoaffermazione, attraverso lo stadio del mondano virtuoso in cui i semi della saggezza cominciano a germogliare, e più avanti attraverso gli stadi intermedi dei nobili discepoli fino all'individuo perfezionato al vertice dell'intera scala dello sviluppo umano. Questo è l'arahant, il liberato, che ha assorbito la visione purificante della verità così profondamente che tutte le sue cattive azioni sono state estinte, e con esse, ogni responsabilità alla sofferenza.
Il percorso dalla schiavitù alla liberazione, dalla mondanità alla nobiltà spirituale, è un percorso graduale ma ad un certo punto - il punto che separa lo stato di un mondano da quello di un nobile - si arriva ad una rottura, facendo un salto, che spinge il discepolo dal dominio e dal lignaggio dei mondani al dominio e al lignaggio dei nobili, e questo avviene proprio attraverso la penetrazione e la comprensione delle Quattro Nobili Verità. Sono nobili verità perché quando le abbiamo penetrate fino in fondo, quando abbiamo afferrato la loro reale importanza e le loro implicazioni, passiamo dallo status di mondani allo status di nobili, i discepoli del Beato uniti da una visione unica e incrollabile.
L'occhio del Dhamma è stato aperto, la visione della verità è stata rivelata, e anche se la vittoria decisiva non è stata ancora conquistata. Un tale discepolo è incapace di regredire ai ranghi dei mondani, incapace di perdere la visione della verità che è balenata davanti al suo occhio interiore. Il progresso verso la meta finale, la completa eliminazione dell'ignoranza e del desiderio, può essere lento o rapido; ma una cosa è certa: un tale discepolo che ha percepito le Quattro Nobili Verità non può mai ritornare indietro, e arriverà allo status di nobile, in un massimo di sette vite.
La prima nobile verità,
la verità della sofferenza, deve essere pienamente compresa: i nobili
non seguono sconsideratamente la corrente della vita, ma si sforzano di
comprendere l'esistenza dall'interno, nel modo più onesto e completo
possibile. Anche per noi è necessario riflettere sulla natura della
nostra vita. Dobbiamo cercare di comprendere il significato profondo
di un'esistenza delimitata da un lato dalla nascita e dall'altro dalla
morte, e soggetta nel mezzo a tutti i tipi di sofferenza descritti dal Buddha nei suoi discorsi.
La seconda nobile verità, dell'origine o causa della sofferenza, implica il compito dell'abbandono. Un nobile è tale perché ha capito il processo che porta alla sofferenza ed abbandona tali comportamenti.
La terza nobile verità,
il Nibbana (Nirvana), l'estinzione della sofferenza, può essere
realizzata solo dai nobili. Una volta che si è compreso che tutte le
cose condizionate del mondo, essendo impermanenti e insostanziali (non
hanno un'esistenza estrinseca), non potranno mai darci una soddisfazione
totale, si deve quindi iniziare a percorrere il sentiero.
Infine, la quarta nobile verità, I nobili hanno raggiunto il loro status percorrendo e sviluppando il Nobile Sentiero Ottuplice e sono sicuri di non deviare mai dal sentiero. Questo è il sentiero che fa nascere la visione, che fa nascere la conoscenza, che porta alla comprensione superiore, all'illuminazione e al Nibbana, il coronamento della nobiltà.
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