Tiziano Terzani (1938 -2004) in questo testo Un altro giro di giostra, viaggio nel male e nel bene del nostro tempo, racconta gli ultimi anni della sua vita, dopo che gli era stato diagnosticato un tumore allo stomaco. Vedi link http://www.tizianoterzani.com
Terzani nel libro racconta: Cercavo qualcosa di complementare alla scienza tradizionale. Quello è stato il periodo più divino della mia vita. Mi parve che tutta la mia vita fosse stata come su una giostra, ora passava il controllore e pagavo il dovuto e, se mi andava bene, magari riuscivo a fare … un altro giro di giostra. L’uomo occidentale imboccando l’autostrada della scienza, ha troppo facilmente dimenticato i sentieri della vecchia saggezza. L’aver fiducia nella cura e in chi la somministra è un fattore importantissimo, fondamentale in un processo di guarigione. Questo periodo mi ha fatto ricordare la transitorietà del tutto; nella vecchia Cina, i cinesi per ricordarselo tenevano in casa la loro bara.
I maestri zen la raccontano la transitorietà con la storia dell’uomo, che rincorso da una tigre scivola in un baratro, cadendo nel vuoto il poveretto riesce ad aggrapparsi ad un arbusto, da una parte il vuoto, dall’altra la tigre. In quel momento, tra i sassi vede una bella fragola rossa e fresca, La coglie e … mai una fragola gli parve così dolce come quest’ultima.
Terzani si interroga anche come una malattia può svilupparsi, quali sono i fattori che contribuiscono al suo sviluppo: Che cosa porta quella cellula ad abbandonare la sua funzione vitale per trasformarsi in una tale minaccia alla vita? Che ruolo ho avuto? Noi siamo un corpo ma anche una mente. Purtroppo noi siamo intrappolati in una visione meccanicistica del problema.
Thich Nhat Hahn il Maestro buddhista vietnamita diceva: "la mattina quando vi svegliate fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni e al vostro fegato: Dopo tutto, molto dipende da loro".
Compito dell'essere umano è scoprire il divino nella sofferenza. Terzani racconta la storia del mussulmano che, cacciato dalla moschea, ruzzola giù per la scalinata. Ad ogni scalino in cui picchiava sentiva male, soffriva e pensava a Dio. Ma quando finalmente arrivò in fondo gli dispiacque che non ci fossero più scalini. Si tratta solo di capire che la vita e la morte sono due aspetti della stessa realtà. Occorre riflettere sul senso della vita, cercando di essere se stessi e sentirne la melodia. Ho sempre trovato convincente l’idea che con una forte volontà si possa essere liberi anche in una prigione, vedi esempio del monaco buddhista Palden Gyatso che ha resistito a 33 anni di torture nelle prigioni cinesi.
Ma in che misura si riesce a essere liberi quando si è prigionieri del proprio corpo? Che rapporto c’è tra corpo e mente? Cos’è questa benedetta libertà di cui tutti parlano? Terzano fornisce la risposta tramite una storia vecchia di secoli che circola in Asia: Un suddito chiese: "Sire cosa è la libertà nella vita?" Il re rispose: "Quante gambe hai?" " Due." "Sei capace di stare su una?" "Certo." L’uomo si mette in piedi su una gamba. "Bene, ed ora tira su l’altra", " Come? È impossibile" . il re allora disse: "Vedi, questa è la libertà, sei libero, ma solo di prendere la prima decisione, poi non più".
Per Terzani, la prima tappa di questo percorso alternativo alla medicina ufficiale è stata la meditazione. La prima esperienza fu un corso di meditazione vipassana con John Coleman. Con la meditazione avevo imparato che, per acquietare la mente, la cosa più importante non è resistere ai pensieri che insorgono, ma prenderne coscienza, accettare che ci sono: è più facile che se ne vadano così, piuttosto che cercando di cacciarli. Oggi purtroppo la meditazione ha
subito un processo di trivializzazione che fa di ogni cosa l'oggetto di
una moda, un prodotto da mettere in vendita. Prima un discepolo doveva seguire e servire il suo Maestro per anni, adesso tutto è diventato istantaneo. Poi passa alla scienza dell'alimentazione. Il 97% di quel che siamo è quel che mangiamo, se siamo vegetariani occorre mangiare noci, pinoli, mandorle, semi di zucca e girasole. Frutta e verdura sono fibre che aiutano a regolare l’intestino. E' consigliabile cucinare con padelle in ferro per aumentare l'acquisizione di ferro. I bramini più ortodossi mangiano solo quello che hanno cucinato in recipienti che loro stessi hanno lavato. Chi cucina, può mettere nel cibo, una carica negativa che passerà a chi lo mangia. Scientificamente non si può misurare questa carica, ma non per questo si può dire che la carica è inesistente.
La scienza è relativa, la storia della scienza è tutta una sequenza di verità che si dimostrano presto errori, alla luce di nuovi fatti e di nuove verità.
Poi fa esperienza con il qi gong e la pranoterapia il cui fondatore è stato Master Choa Kok Sui. Il qi gong che come il pranayama in India, è l’arte di controllare il proprio respiro e di indirizzarne la forza vitale nelle varie parti del corpo. Un esercizio particolare è quello di stare con le ginocchia leggermente piegate, i piedi separati, in linea con le spalle, e di tenere un’immaginaria palla di energia tra le mani immobili, sospese all’altezza dell’ombelico.
In tutti questi percorsi alternativi ci sono molti ciarlatani. Terzano fa l'esempio di un certo Master Hu che cercava di diventare famoso, e la sua sola moralità era quella del profitto. L'obiettivo era di provare a vendere il bene più richiesto: la speranza. Una consultazione costava 150 dollari.
Era colpa del qi gong se molti occidentali mettevano le loro vite in mano a ciarlatani? Queste pratiche, se hanno un valore, ce l’hanno se restano difficili, esoteriche, irraggiungibili ai comuni mortali e si conquistano al costo di grandi sacrifici e dedizioni. Una volta che queste pratiche diventano accessibili a tutti perdono il loro significato e la loro eventuale efficacia.
Tutte le antiche civiltà hanno studiato il potere del respiro, e hanno intravisto il rapporto tra il respiro e la mente, e forse l’anima. Gli yogi avendo notato, che molti animali capaci di respirare lentamente come l'elefante e il serpente vivono più a lungo di altri, hanno speso anni ad escogitare specialissimi esercizi intesi a rallentare il ritmo della propria respirazione, prolungando la propria vita. In India il tempo assegnatoci si misura in respiri e non in giorni, in questo contesto, rallentare il ritmo del respiro significa allungarsi la vita.
La decisione di passare questo periodo della malattia da solo, lontano dalla famiglia, riducendo all’essenziale i rapporti umani era stata istintivamente saggia. Che assurda abitudine, questa nostra, di socializzare, conoscere gente, o lavorare … mangiando. Che alternativa avevo, a parte quella di fare o non fare la vittima? Per istinto preferivo non farla. Tenevo a mente i versi di un monaco zen del secolo scorso : "Non chiedere di avere una salute perfetta, sarebbe avidità, fai della sofferenza la tua medicina e non aspettarti una vita senza ostacoli, senza quel fuoco la tua luce si spegnerebbe, usa la tempesta per liberarti".
Forse c’era un messaggio segreto nella malattia, m’era venuta perché capissi qualcosa, Arrivai a pensare che quel cancro, inconsciamente, l’avevo voluto io, per uscire dalla routine e rallentare il ritmo delle mie giornate. Per scoprire un altro modo di guardare le cose, fare un’altra vita.
Cercare di scoprire chi ero io, ma quale io? Ero totalmente cambiato anche nel corpo.
Fra i vari esercizi ai cui vengono sottoposti i giovani tibetani a Dharamsala è quello di stabilire dove sta il nostro io, poi il Lama prende un fiore, stacca un petalo dopo l’altro e rimane solo lo stelo, Non è lo stesso per Noi? Noi siamo fatti di tanti pezzi, ognuno dei quali però non ci rappresenta.
Dalla medicina occidentale venivo trattato come un insieme di pezzi, ma mai come unità, ciò mi lasciava perplesso. Mi domandavo se la scienza non era cieca, come i cinque ciechi protagonisti di una storia a cui viene chiesto di descrivere un elefante. Il primo cieco tocca le gambe, è dice che l’elefante è come un tempio, il secondo tocca la proboscide, e dice che è come un serpente, il terzo tocca la pancia e dice che è come una montagna, il quarto tocca un un orecchio e dice che è come un ventaglio, il quinto tocca la coda e dice che è come una frusta.
La scienza si comporta nello stesso modo. Il mondo che ci descrive con i suoi strumenti non è il mondo, è una sua parziale rappresentazione, un'astrazione che in verità non esiste.
La figura di medico che conosce bene non solo la sua materia, ma anche la vita, e che in Occidente non esiste più. Il paziente è un portatore di un male, non una persona inserita in un suo mondo, con o senza famiglia, felice o infelice nel suo lavoro. Per questo sempre più persone si rivolgono alla medicina alternativa, che dà al paziente l'impressione di considerarlo nel suo insieme, reintroducendo nel rapporto medico-malato quell'elemento di mistero e magia.
Il problema è che oggi non ci sono più filtri e controlli, tutti credono di sapere tutto, e purtroppo Internet ha creato quell'ormai diffusissimo sapere a metà, che è la peggiore e la più pericolosa forma di ignoranza: In questo vuoto di vera e onesta conoscenza, persino il buon senso viene meno e ogni ciarlatano finisce per avere buon gioco con la gente. Chiunque venda speranza ha clienti.
Uno degli aspetti interessanti della medicina alternativa è che il paziente deve partecipare al processo di guarigione, che molto dipende da lui, dalla sua volontà. Questo però vuol dire anche che, se qualcosa non funziona, non lo si può imputare alla cura: è lui che non ce l'ha messa tutta. I ciarlatani hanno così una perfetta giustificazione per la loro inefficienza.
Il mio amico Dan Reid diventato esperto di taoismo, buddhismo, di qi gong, ecc, mi ha detto che ero pazzo a essermi messo nelle mani degli assassini in camice bianco.
La vita che uno ha fatto deve aver lasciato qualche traccia nelle sue cellule, e mi chiedevo che se avevo avuto un ruolo a scatenare il cancro, ora potevo avere un ruolo nel metterlo sotto controllo.
Forse c'è davvero qualcosa nelle nostre vite che il senno non capisce, qualcosa che sfugge all'ovvio e che sfugge alla ragione.
L'ultima volta che ho incontrato il Dalai Lama gli chiesi “Santità lei si cura con la medicina tibetana o occidentale?” Lui rispose “Con tutte e due”.
Avevo comunque intuito la possibilità di usare la mente per controllare il corpo e questa mi era parsa un'arte da mettere da parte. Concentrarsi sul respiro, tutto è impermanente, tutto viene e va, anche il dolore. Nelle grandi tradizioni il dolore è visto come una parte della vita.
Milarepa, uno dei grandi yogi, era in grado di trasferire il dolore fuori da sé, eventualmente su un oggetto.
L'Omeopatia mi avrebbe aiutato a ritrovare la forza vitale e l'equilibrio. Malattia in inglese significa disagio, il corpo ha un disagio, i detrattori paragonano l'omeopatia alla magia, spesso noi chiamiamo magia quello che non capiamo. Spesso anche una frase presa da libri può aiutare qualcuno a migliorare un po' la propria vita, Non è magia questa?
Il segreto che tutti i medici, da Ippocrate in poi, hanno tenuto per sé è il seguente: Il vero medico è quello che abbiamo dentro di noi.
Le goccioline omeopatiche potevano stimolare la mia forza vitale e ridare equilibrio e saggezza al mio sistema immunitario impazzito?
L'omeopatia nasce tra il settecento e l'ottocento come senso di repulsione contro il modo in cui venivano trattati i malati. Nel 1755 Samuel Hahnemann, medico tedesco, mette a punto un metodo la cui base è curare il simile con il simile. In India è nota la storia di Bhima che si salva da un avvelenamento facendosi mordere da un serpente velenoso. Somministrando una piccola quantità di malattia si fanno insorgere i sintomi e con ciò si stimola il corpo a difendersi e a guarire (è la base dei vaccini). Ogni persona reagisce differentemente agli eventi della vita, alla malattia stessa. Da qui deriva la regola dell'omeopatia: occuparsi del malato, dei suoi sintomi, della sua percezione della malattia e non della malattia in sé. È il paziente ad essere ammalato e non i suoi organi. Nel 1810 Hahnemann scrive che la forza vitale-spirituale anima il corpo materiale, per lui il corpo era molto più di una macchina.
Più è diluita una sostanza, più è efficace grazie alla memoria dell'acqua. I detrattori parlano di effetto placebo. Una persona credendo di venire curata, si cura da sé, Non è questa la prova lampante del potere della mente sulla materia? La diagnosi fa fatta non della malattia, ma del malato.
All’inizio novecento il 20% dei medici americani utilizzavano l'omeopatia, poi dopo vari attacchi l'omeopatia venne relegata tra le non-scienze.
In India arrivò con i missionari tedeschi, Gandhi la definì il sistema più raffinato ed economico e meno violento per trattare i pazienti, e suggeri di adottarla come medicina ufficiale. Nel 1973 l'omeopatia in India è stata riconosciuta come uno dei sistemi ufficiali di medicina. Gandhi suggeri al governo di appoggiarla e diffonderla, oggi 163 università offrono dei corsi di omeopatia.
In Occidente, dove la scienza è diventata una sorta di nuova religione, l'omeopatia ha sofferto dell'impossibilità di dimostrare scientificamente la propria efficacia.
Rupert Sheldrake nell'ashram Shantivanam, tenuto da un padre benedettino nel Tamil Nadu, ha scritto un saggio A new science of life. Esiste una sorta di accumulazione dell'esperienza a distanza, sia di tempo che di spazio, che lui la chiama risonanza morfica. Questo potrebbe essere applicata all'acqua, che avrebbe una memoria e giustificherebbe l'efficacia della medicina omeopatica.
La medicina allopatica americana a cui mi ero affidato era interventista, aggressiva, distruttiva come la civiltà americana. L'America ha sfruttato il resto del mondo e le risorse altrui, ed ha una società basata sul sistema moderno delle caste: i portoricani,i neri, i latino americani gestiscono tutto ciò che è a terra: spazzatura, gabinetti, bagagli ecc, come gli intoccabili in India. Appena sopra c'è la casta dei falliti, di quelli che non ce l'hanno fatta. Il segreto è che tutti sono convinti di essere liberi e cittadini del migliore dei mondi possibili. Tutto è una questione di prospettiva. Ogni volta che la visione del mondo si rimpiccolisce, i nostri problemi o i nostri mali ci sembrano importantissimi, la nostra morte orribile, impensabile.
Se la visione si allarga e si riesce a vedere il mondo nella sua interezza e magnificenza, il nostro stato, pur penoso che sia, diventa parte di quella vastità, di quell'eterno, naturale arrovellarsi dell'uomo.
L'arte ci cura. Noi non siamo solo quel che mangiamo e l'aria che respiriamo. Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci siamo addormentati da bambini, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia, un concerto ci hanno dato.
"La guarigione viene dalle piante, e dal coltello. Da una persona retta e santa e dai mantra che uno canta". Frase di Zarathushtra del VI secolo a.c. Lo zoroastrismo è una religione al cui centro sta il fuoco, il fuoco che purifica rimanendo sempre puro. Le scritture sacre dello zoroastrismo scomparvero nel 330 a.c. quando Alessandro il Macedone dette alle fiamme la biblioteca di Persepoli, il resto scomparve nel VII secolo d.c. quando gli arabi convertiti all’islam da Maometto diedero fuoco alla Persia. La più grande comunità si trova a Bombay dove si ereggono le torri del silenzio; i morti, dopo i riti funebri vengono lasciati agli avvoltoi.
James S. Lee scrisse il libro The underworld of the East, dove l'uomo scopre l’elisir della vita, e viene presentata la Teoria di Gaia, un grande e complesso essere vivente. L’uomo con la sua avidità non ha alcun rispetto per la terra, e questa si difende contro questo parassita mandandogli contro malattie, terremoti, inondazioni, tifoni e incendi.
Le erbe sono un mezzo per guarire e un modo per disintossicarmi in modo naturale.
Per i cinesi il ginseng prima di essere coltivato artificialmente era l’essenza della terra in forma umana, un toccasana contro mille mali. Per gli indiani la soma, l’erba dell’immortalità di cui si parla anche nei Veda e che gli yogi usavano per vivere fino a duecento anni, sarebbe stato un rampicante che cresceva al di sopra dei 4000 metri nell’Himalaya, ma purtroppo oggi nessuno la trova più.
In Germania si trattano alcuni tumori con un estratto delle bacche di vischio.
Le piante sono un modo per riprendere il contatto con il divino, purtroppo l’ortodossia religiosa e la scienza hanno represso tutte le fedi animistiche come quelle dei pellirossa d’America ed hanno tagliato i nostri legami con il mondo che ci circonda.
Il Reiki è rappresentato da due ideogrammi che significano energia universale, e fu fondato da un giapponese centocinquanta anni fa. Partecipai in India a dei corsi di reiki, i corsisti erano occidentali, e persone della classe borghese della nuova India, persone insoddisfatte, in crisi, sole.
Il Reiki oggi cura l’ipertensione e l’insonnia, il principio di fondo è il mantenimento di equilibrio fra i vari elementi del corpo. La terapia si fonda su una dieta vegetariana e i medici si chiamano akim, ce ne sono 50.000 in india. Il reiki vuole ristabilire l’equilibrio fra i diversi livelli dell’essere fisico, mentale, emotivo e spirituale. In Giappone, nel 1865 nasce Mikao Usui, va in ritiro sul monte Kuram, in meditazione vede arrivare contro di lui una grande palla di luce ed energia che lo colpisce. Quando riprende i sensi ha trovato la risposta, quella è l’energia universale fonte di tutte le guarigioni, e deve essere gestita imponendo le mani. Nel 1926 muore, viene eretta una stele nel tempio Saijoji fuori Tokio. Una sua discepola Hawayo Takata si mette ad insegnare il reiki negli Stati Uniti e da qui si diffonde nel mondo. Tutte le malattie nascono da uno scompenso fisico o emotivo, e come terapia preventiva si consigliano tre abbracci al giorno. Durante la cerimonia della sintonizzazione, il maestro sintonizza le forze che ognuno ha dentro di sé con la forza universale. Mi incuriosiva constatare, che tutto fosse nato in Giappone. Tutto iniziò con la Setta dei Mahikari, chi ne diventava membro acquisiva il potere di guarire gli altri con l’imposizione delle mani. Oggi tutti possono in pochi giorni acquisire questo potere indipendentemente dalle loro qualità psichiche e morali. Mikao Usui nonostante la stele a lui dedicata forse non è mai esistito.
I saggi taoisti dicono che solo un uomo di grande spiritualità e di animo puro poteva avere questo tocco magico; se l’uomo sbagliato usa i mezzi giusti, i mezzi giusti agiscono in modo sbagliato.
Terzani, poi conosce l'ayurveda attraverso il medico ayurvedico Visakhapatnam che operava nel golfo del Bengala. Ammalato, si era curato con l’ayuerveda ed era diventato un guaritore. Da poco era diventato bramacharya, aveva preso il voto di castità, era convinto che negli shastra, le antiche scritture sacre, c’era l’interpretazione di tutti i fenomeni dell’universo.
Esisteva un mondo, tenuto assieme da fili che non erano quelli dell’efficienza, un mondo di vecchi bramini pii ed ortodossi, la cui unica attività era quella di celebrare con regolarità e precisione gli immutabili riti. Per l’ayurveda tutto è interdipendente, tutto è parte di una totalità indivisibile e l’uomo, essendo non solo corpo ma anche mente ed anima, non può essere curato, quando si ammala, solo nella parte fisica.
Fisica e metafisica nella visione indiana si integrano, e l’astrologia è la più antica di tutte le scienze e resta parte della scienza medica.
Ayuh in sanscrito è il periodo che intercorre tra la vita e la morte, veda significa conoscenza. Ayurveda è la scienza della vita, il congiungere le mani per salutarsi significa anche trasmissione di energia. Toccare i piedi di qualcuno serve a caricarsi della sua energia, nell'ayurveda si instaura un rapporto tra suoni sacri e salute, fra piante e pianeti.
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Quello che di buono c’era nella medicina tibetana, veniva dall’ayurveda. Anche Heinrich Harrer di Sette anni in Tibet non ha una sola buona parola sulla medicina tibetana. Lo stesso Dalai Lama intervistato ha dichiarato che si curava anche con la medicina allopatica.
Alcuni esempi: Se il paziente entra nella stanza del medico con il piede sinistro la cura avrà effetto. I polsi da auscultare per ogni braccio sono sei, ecc- Comunque l’interesse per la medicina tibetana è cresciuto in Occidente di pari passo con la simpatia per la causa tibetana. Il Dalai Lama dice: "L’Occidente è pronto a finanziare tutto quello che ha a che fare con il Tibet, ma non ad aiutare noi tibetani a riconquistare il nostro Tibet." Dharamsala, la sede del governo tibetano in esilio, oggi è diventata una piccola Disneyland.
Il Karmapa fuggito dalla Cina e possibile successore del Dalai Lama, è la trentesima reincarnazione di un grande maestro. La reincarnazione è il modo più sicuro per mantenere la qualità di una dinastia ed è quello di andare a scegliere come erede del defunto un bambino brillante. La medicina tibetana è per la mente e per l’anima. L’ayurveda è arrivata in Tibet con i monaci buddhisti, poi ha recepito e integrato gli elementi essenziali del Bon, la vecchia fede animistica locale,
La medicina si staccò dalla sua origine indiano-scientifica per diventare sempre più tibetano-religiosa. Il buddhismo si impossessò di tutto, compreso il potere politico, i Lama furono i soli a diventare medici. L’ignoranza dell’io causa la sofferenza, causa i tre veleni della mente: desiderio, rabbia e ottusità che scatenano le malattie del corpo. Solo una continua moralità e meditazione può condurre alla liberazione da ogni male. Il Buddha può essere considerato il fondatore della medicina. Seguire il dharma, la Via, è la sola vera cura di tutti i mali. Nella medicina tibetana non c’è differenza tra religione e medicina, la malattia è un disordine che nasce nella mente molto prima che nel corpo. La terapia per i tibetani è soprattutto spirituale e consiste essenzialmente nel recitare i mantra.
I tibetani hanno trasferito in contenitori buddhisti i concetti fondamentali dell’ayurveda.
I tre veleni della mente sono associati ai tre diversi tipi di costituzione individuale vata, pitta, e kafa,
Le quattro fasi della pratica ayurveda caratterizzate da: diagnosi, causa, prognosi e trattamento sono associate alle quattro nobili verità: tutto è sofferenza, la causa della sofferenza è nelle passioni, si può mettere fine alla sofferenza, per uscire dalla sofferenza è necessario prendere la Via dell'ottuplice sentiero.
La medicina tibetana ha le stesse otto sezioni della medicina ayurvedica: malattie del corpo, dei bambini, delle donne, provocate dagli spiriti, ferite da armi, avvelenamento, ringiovanimento, fertilità e afrodisiaci.
Tra le varie manifestazioni del Buddha è stato aggiunto quella del Sanghye Men La, il Buddha della medicina, a cui attribuiscono la stesura dei testi sacri, i Gyu Shi, i quattro Tantra, (che invece sono traduzioni dei testi indiani) e il potere di guarire. Questo Buddha ha il corpo dipinto di blu ed è rappresentato nella posizione del loto, coperto da una veste dorata di fronte ad un vassoi di frutti, tra cui l’arura il frutto della perfetta salute. Un frutto che tornerà a crescere quando il nuovo Buddha verrà sulla terra.
Il qi gong è un ottimo sistema per prevenire tantissime malattie, il potere terapeutico del qi gong è dovuto all’ossigenazione del corpo creata dagli esercizi. Nel 1931 Otto Warburg aveva ricevuto il premio Nobel per aver scoperto che le cellule cancerogene ammalate erano, al tempo stesso, affette da una grave mancanza di ossigeno.
Storia zen. Un vecchio monaco stava per morire, si mette a letto e annuncia che entro la sera se ne andrà, tutti i discepoli accorrono al capezzale, solo il più devoto va al mercato ed acquista il dolce preferito del monaco. Si mette a correre per arrivare in tempo, si affaccia alla porta e il monaco apre gli occhi e gli dice: "Finalmente, e il dolce dov’è?" Ne prende un pezzetto e si mette a mangiarlo con grande gusto. Gli altri chiedono Maestro quale è il tuo ultimo insegnamento? Il Maestro sorride: "Questo dolce è squisito", dice lento soppesando le parole. La sua ultima lezione è semplice: vivete ora, vivete nel momento, il futuro non esiste.
Ero un realista e basta? O ero in mezzo al guado? Da un lato, convinto che il realismo della ragione non mi bastava più, dall’altro con la paura che spiritualità e misticismo fossero concetti ambigui. Dovevo vincere la mia arroganza, quel senso che questa roba non è per me. Non ero riuscito a scrollarmi di dosso i pregiudizi dell’intelletto che giudica. Una volta accettata l’idea che la morte è parte della nostra vita, si ha l’impressione che nessuno possa avere potere su di noi. Storia giapponese. Una giovane guardia del corpo dell’imperatore vuole imparare a combattere con il katana, la spada del samurai, va da un maestro e gli chiede di insegnargli questa nobile arte, il maestro scambia alcuni colpi con il giovane e vede che il giovane risponde colpo su colpo e gli chiede: "In quale scuola sei stato?" Il giovane risponde " In nessuna", "Impossibile tu hai già studiato con qualcuno", "No, no, ho imparato da solo, da quando sono con l’imperatore mi sono esercitato da solo a non aver paura della morte", "Ah, ecco, quale è la tua scuola" esclama il vecchio maestro.
Il maestro yoga a San Francisco. Ramananda, era stato allievo di Iyengar, mi parlò del rapporto tra guru e discepolo, il discepolo deve arrendersi, abbandonarsi completamente al Guru. Ramananda credeva nella perseveranza e nella forza di volontà. Tutto sta nel liberare la mente dalla schiavitù delle verità scientifiche che la condizionano. Distenditi, vuota la mente di tutto quello che la occupa, rilassa i muscoli, sciogli tutti i nodi, respira profondamente, il tuo respiro spazza via tutte le impurità, resta lì senza fare niente, senza pensare a nulla, sciogli il groppo che hai in gola per qualcosa che non sei riuscito a fare. I significativi miglioramenti di un signore semi-paralizzato che Ramananda stava seguendo, mi convinsero sempre di più dello straordinario potere della mente di agire sulla materia.
Ad Hong Kong, un miliardario cinese sembrava avesse trovato prima di morire una cura contro il cancro, dall’estratto di un fungo, lo yun zhi, il fungo delle nuvole. L’estratto era un coadiuvante alla cura. Qui veniva praticato il Falun Gong, che vuol dire assimilare le caratteristiche
del mondo per entrare in armonia con la legge dell’universo. Il Falun Gong è stato fondato da Li Hongzhi nel nord est della Cina, ed consiste in esercizi simili al qi gong, mani sopra la testa, poi all’altezza degli occhi, poi davanti alla pancia a reggere l’immaginaria palla di energia cosmica.
Li si inspirava al testo sacro della setta del fiore
d’oro, che era stata distrutta nel 1891 dal governo imperiale
di Pechino. Li poi scappò
nel 1996 in America.
Derisanamscope è il posto in cui abitava il dottor L. Mahadevan, il giovane medico ayurvedico conosciuto all’ashram. Quel posto faceva parte dell’India genuina, semplice e intatta.
Il medico ayurvedico durante la consultazione sentiva il polso, alle donne quello di sinistra, agli uomini quello di destra. l’ayurveda è una medicina diversa da quella occidentale, con basi filosofiche diverse, lo strumento di conoscenza sono gli shastra, le scritture sacre lasciateci dai rishi. Noi umani siamo microcosmi niente affatto separati dal macrocosmo, sottoposti alle stesse leggi cosmiche. Perchè una malattia colpisce una persona piuttosto che un’altra, la causa è la differenza dei geni? La causa ultima è il karma. La medicina moderna comincia e finisce nel corpo fisico, l’ayurveda va oltre il corpo. Gli shastra parlano di terapie a livello fisico, psicologico e spirituale. Le tre vanno di pari passo. Curarsi vuol dire purificare la propria mente e usarla per sostenere il processo di guarigione, Prevenire la malattia con il corpo in armonia e la mente in pace.
L’ayurveda non cura le malattie ma le persone, la persona è sana quando è in stato di swasta, quando tutti gli elementi vitali, il fuoco e le funzioni sono in equilibrio; quando le escrezioni sono regolari, quando la mente, i sensi e l’anima sono tranquilli. Swasta significa armonia, stabilità nella realizzazione del sé. Questa è la vera salute.
Se devi fare il tuo dovere nel mondo, se vuoi arricchirti, se vuoi godere dei piaceri sensuali, o se vuoi conoscere il sé, sempre il tuo corpo deve essere sano.
L’ayurveda deve decidere quale è il modello costituzionale della persona.
Tutto l’universo compreso l’uomo è costituito dai 5 elementi: terra, aria, etere, fuoco, acqua.
Nel corpo umano questi elementi si manifestano nel tridosha, i tre principi funzionali vata, pita e kafa. Etere e aria sono elementi privi di forma e rappresentano nel corpo ciò che è instabile e inquieto: vata; dal fuoco viene pita; dall’acqua e dalla terra viene kafa. Nel corpo uno di questi finisce per prevalere sugli altri, oppure due insieme prevalgono sull’altro. Quell’elemento predominante è importantissimo nel determinare il modello costituzionale.
- Una persona vata è magra, non ha grasso, ha pochi capelli, secchi e forforosi, lunghe estremità, sistema immunitario debole. Instabile, inquieta, non sta mai ferma, è indecisa, ha difficoltà a dormire, parla molto, non tollera il freddo.
- Una persona pitta è piena di energia, calda, oleosa, intellettuale, grande appetito, difficoltà a dormire, suda molto, capelli grigi, irascibile.
- Kafa è l’opposto di vata, un individuo kafa è grasso, obeso, un perfezionista, calmo, tollerante.
Quando uno di questi elementi prevale rispetto agli altri insorge la malattia. Le cause possono essere una dieta o stile di vita sbagliata, un trauma, un fattore esterno. Le emozioni come il cibo hanno i loro sapori che influenzano i tre elementi. Il dolore è amaro, il desiderio è dolce, la rabbia è piccante, l’ingordigia è salata. Anche la tradizione medica cinese diceva di fare attenzione alle emozioni; rabbia, paura, odio, gelosia contribuiscono alla cattiva salute; la carità, la gioia, la compassione o come aveva scoperto Norman Cousins le matte risate contribuiscono a stare bene.
Il trattamento ayurvedico consiste nel ristabilire l’equilibrio tra i tre elementi pitta, kafa, vata. La cura è di segno opposto alla personalità: il modo migliore è prevenire le malattie.
I veda stabilivano con estrema precisione le regole di ogni attività, la soluzione per ogni circostanza, attenersi a quel codice di condotta significava garantirsi l’ordine, l’armonia e appunto la salute.
L’ayurveda è divisa in otto sezioni. Più la gente si allontana dalla natura più si ammala.
Secondo i rishi per tenersi in salute bisogna fare una vita giusta.
Possiamo affidarci ad una medicina olistica senza fare una vita olistica? Bere tisane, fare yoga e curarsi con le erbe al trentesimo piano di un grattacielo a New York o in un appartamento elegante di Milano? Fare trattamenti di purificazione, i panchakarma a base di oli e massaggi, secondo il principio dello yoga di rafforzare il corpo per dedicarsi meglio alla liberazione.
I guaritori filippini sono maghi, e conoscono abilissimi trucchi, i filippini sono i più latini d’oriente. Padre Jaime Bulatao, ottantenne gesuita, è stato il fondatore della prima facoltà di psicologia delle Filippine. Tutto comincia e finisce nella mente, mente e corpo non sono due entità separate. Come ha creduto Cartesio, mente e corpo sono integrati e la mente controlla la materia. Il nostro corpo ha un suo sistema di autocura, va semplicemente attivato. Occorre uno stimolo che può essere lo yoga, la meditazione, l’imposizione delle mani, la fede, un guaritore, la preghiera. Per Kierkegaard ci sono due modi per farsi ingannare: uno è credere in qualcosa che non è vero, l’altro è non credere in qualcosa che è vero.
Andando in giro a incontrare medici, maghi e maestri avevo capito che era inutile continuare a viaggiare, che la cura delle cure non esiste, e che la sola cosa da fare è vivere il più coscientemente possibile, il più naturalmente possibile, vivere in maniera semplice, mangiando poco, respirando bene, riducendo i propri bisogni, limitando al massimo i consumi, controllando i propri desideri e allargando così i margini della propria libertà.
Vaidya Belendu Prakash, un altro medico la cui fama era cominciato nel 1987 quando era riuscito a curare di leucemia un bambino pakistano di due anni dato per spacciato da un grande ospedale di Londra, nella sua terapia usava esclusivamente metalli. Con un complicatissimo sistema descritto negli antichi libri di ayurveda riduceva i metalli in polvere e li dava da bere ai pazienti. L’alchimia era conosciuta anche nella Cina taoista e in Europa dove si preparavano medicine usando la pietra filosofale.
Aveva preso la Laurea in Ayurveda e conseguito il titolo di Vaidya, dottore. Una malattia come il cancro era per lui uno squilibrio tra i principali metalli essenziali: rame, argento, piombo, oro, ferro, stagno, zinco e mercurio, la terapia consisteva nel ristabilire questo equilibrio nel corpo. I testi ayurvedici relativi al’’uso dei metalli vanno sotto il nome di Rasashastra VIII secolo d.c. dove veniva indicato che il rame aveva proprietà antiinfiammatorie.
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