venerdì 14 gennaio 2022

Nisargadatta Maharaj - Mauro Bergonzi

"Ma cos'e' che stai cercando? Non c'e' niente, c'e' solo il processo della ricerca, la tua vita e' solo il tuo esistere, il mondo oggettivo e' fatto di dualita', nel mondo oggettivo c'e' soltanto dipendenza. Solo la coscienza e' indipendente, ed e' solo un minuscolo granello, ma tutto questo mondo illusorio nasce da essa".    Nisargadatta Maharaj

Mauro Bergonzi incontra per caso Nisargadatta a Bombay nel 1980, un incontro che, come lui dice spesso, lo trasformò completamente.  Mauro racconta: Ero consapevole che i pensieri e le sensazioni del corpo e della mente vanno e vengono senza motivo e mi identificavo con la coscienza.  Quando incontrai Nisargadatta, nel retro della sua abitazione che usava come ashram,  mi fece la domanda:  "Che cosa c’è oltre la coscienza? Quando lasci andare anche la consapevolezza cosa resta? Questa è l’unica domanda che conta".  Nisargadatta continuò: "La c’è l’assoluto, dove tu non sai, la c’è l’ignoto. Non ti perdere nei mille rami, dalle mille domande, ma vai alla radice, alla domanda che conta e resta fisso lì, finché non muore il cercatore ed allora ti troverai al di là, nell’ignoto".  Nisargadatta piantò dei semi che stanno ancora lavorando. 

Il saggio Nisargadatta Maharaj il cui vero nome è Maruti Shivrampant Kambli (1897 - 1981) nacque il 17 aprile 1897 a Bombay da genitori profondamente religiosi, Shivrampant Kambli e Parvatibai. La sua famiglia era composta da due fratelli e quattro sorelle. Il padre era un assistente domestico ed in seguito agricoltore, con un'educazione indù. Alla sua morte Maruti - che allora aveva 18 anni - dovette lasciare la famiglia per lavorare a Mumbai come tabaccaio. Nel 1924 sposò Sumatibai da cui ebbe tre figlie ed un figlio. Nel 1933 conobbe il suo guru Sri Siddharameshwar Maharaj che gli insegnò a concentrarsi sul mantra "Aham Brahmasmi"  che significa "Sono il Supremo", "Io sono divino". Quando reciti questo mantra, si  riconosce che sei il mondo, sei tutto e contemporaneamente affermi che in realtà non esiste un'entità come te.    Seguendo le istruzioni del suo guru di concentrarsi sul senso di "Io sono", usava tutto il suo tempo libero per ritrovarsi in silenzio, e rimase in questo stato per tre anni, praticando la meditazione e i canti devozionali (bhajan).  Alla morte del suo guru, nel 1936,  Maruti aveva riacquistato la coscienza del Sé. Presto ricevette un nuovo nome, "Nisargadatta" che significa "uno che vive nello stato naturale". Fu anche nominato leader spirituale del ramo di Inchegeri Sampradaya Navnath, la tradizione dei Nove Maestri, un posto che mantenne per tutta la vita.  Nel 1937 lasciò Mumbai e viaggiò attraverso l'India. Rendendosi conto della debolezza di una vita distaccata da questo mondo, e dei benefici spirituali delle azioni disinteressate, tornò finalmente alla sua famiglia a Mumbai nel 1938. Fu lì che trascorse il resto della sua vita, lavorando come venditore di bidi ( sigarette di foglie arrotolate) nel suo negozio, e dando lezioni a casa durante il suo tempo libero.   Tra il 1942-1948, soffrì due perdite personali, prima la morte di sua moglie, Sumatibai, seguita dalla morte di una figlia. Iniziò a prendere discepoli nel 1951, solo dopo una rivelazione del suo guru Sri Siddharameshwar Maharaj.  Morì di cancro alla gola nel 1981.  

Nisargadatta è considerato uno dei più rappresentativi esponenti della scuola non dualistica del Vedānta,  rispettato e venerato anche in Occidente. Si può condensare il suo pensiero con il Mahavakya  o "Gran Verdetto": "Tat tvam asi"  ossia "Quello tu sei". Il suo commento in proposito era: "Il Gran Verdetto è verace, ma le tue idee sono false, perché tutte le idee lo sono".

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