Mauro Bergonzi ha insegnato Religioni e Filosofie dell’India e Psicologia Generale all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” dal 1985 al 2017. A partire dagli anni ’70, ha praticato varie forme di meditazione con uno spirito libero da dogmi e adesioni confessionali, approdando infine ad una prospettiva non-dualista radicale, che da diversi anni trasmette attraverso i suoi incontri di ‘condivisione dell’essere’ (sat-sang).
Noi viviamo in una rete di parole e concetti, tenuti insieme da emozioni e sentimenti, una specie di matrix, che noi pensiamo sia la realtà. Ma Non è come sembra.
Una parola è una cornice ( dentro ciò che è, e fuori la realtà) , una parola è un pezzetto della realtà o del processo. Sulla mutua esclusività degli opposti si sono sviluppate le scienze moderne: l'etica si basa sul concetto di bene e male, l'estetica sul concetto di bello e brutto, ecc. Un dualismo espresso a parole è una mappa, ma non è il territorio. Bisogna stare attenti ad non entrare nella trappola del dualismo. Abbiamo il Monismo e due tipi di Non dualismo: il Non dualismo parziale e il Non dualismo radicale.
Il monismo accetta l’uno e nega i
molti. Il Non dualismo accetta l’uno e i molti. Il dualismo è una prospettiva e
anche questa deve collassare. Il Risveglio è l'esperienza che una persona ha quando la ricerca collassa.
Nel Non dualismo parziale, tutto è qui, anche Dio, non riesco a vederlo perché c’è avydia (un velo che copre la realtà) ed allora devo fare qualcosa per cercare di arrivare all'illuminazione, ad esempio la meditazione. Ma a questo punto si pone la domanda: "Chi deve fare meditazione? Io che non ci sono?" Saremo sempre nel percorso della ricerca senza trovare mai. Nella realtà c’è una gerarchia: abbiamo il livello supremo, il livello personale (meno reale) e poi il dualismo che si esprime nella realtà convenzionale.
Nel Non dualismo radicale, la presenza è una e molteplice, la realtà è personale e impersonale, anche se ciò è inconcepibile alla nostra mente logica. Nessuno può dire a monte di cercare e non cercare, finché cerco sono convinto che mi manca qualcosa, se invece smetto di cercare e non mi aspetto niente sono in armonia con la Presenza. Senza coscienza non appare il corpo e il mondo. Se il mondo appare, mi sento incompleto, se mi metto sulla via della ricerca aumento l’illusione, in quanto io sono una parte del mondo percepito dalla coscienza.
La meditazione è uno strumento, che lavora sull’immagine di sé e degli altri e ti permette di arrivare ad uno stato di quiete profonda. Ma è importante capire che solo quello che già hai, non lo perderai. Come dice Nisargadatta "Ciò che è qui è altrove, ciò che non è qui non è da nessuna parte". Ogni singola esperienza nella quotidianità, deve essere un invito a conoscere la Presenza. Sia che l'invito è accolto o non accolto, la Presenza permea comunque la tua storia personale. La comprensione ti evita la sofferenza, ma non è la chiarezza che risplende sempre. Spesso pensiamo che grazie alla meditazione siamo riusciti a percepire la Presenza. Ma è stato semplicemente un caso, in effetti non c’è relazione tra causa ed effetto.
La dualità nasce nell'infanzia. I bambini vivono in un’unica realtà, poi percepiscono mente e corpo, a cui segue l'affermazione di un io piccolo e mancante, e cominciano a pensare che ciò che è fuori è separato da loro, e nasce il dualismo. L’io separato dalla totalità, è un’illusione. L’io esiste, ma non è separato dal Tutto. Prima che nascessimo c'era il buio, poi simanifesta la luce della coscienza, poi subentra la paura di morire. La realtà è l’essere che appare come tutto, se collassa la persona, collassa l’io, ed abbiamo il Tutto. La perdita dell’io porterebbe alla liberazione.
L’osservatore guarda attraverso la coscienza, la coscienza corrisponde agli occhi (che non si possono vedere), dobbiamo solo constatare l'elusività della coscienza, che la mente non può afferrare e che possiamo solo chiamare Coscienza consapevole. Il “Ci sono e sono cosciente” resta inalterato in ogni situazione ed è la mia vera natura. Essere e Coscienza sono la stessa cosa, non possiamo essere coscienti di essere. “Esserci ed essere coscienti” viene prima di ogni cosa, il pensiero è un’espressione dell’io, presenza e pensiero sono la stessa cosa.
Quando mi sveglio affermo “io sono” poi prendo coscienza del corpo, poi dell’universo, Se non c’è coscienza non c’è il mondo, la coscienza è la realtà che appare a se stessa. La Coscienza di veglia è la coscienza dello spazio senziente che si esprime con:
- percezioni : mondo
- sensazioni fisiche corpo
- pensieri mente
Le sensazioni fisiche e i pensieri danno vita all’IO sono. La coscienza è la realtà che appare a noi stessi, la consapevolezza è non duale.
L’io è la coscienza che percepisce corpo e mente e mondo, dentro la mente e il corpo c’è la coscienza, la mente sta nel corpo, il corpo sta nel mondo. Solo noi esistiamo, tutto il resto è il prodotto della nostra coscienza, noi siamo la sorgente della coscienza. Quando ti addormenti, l’ultima cosa che rimane è l’io sono. La coscienza è il comparire e scomparire dell’io. Quando dormiamo e siamo nel sonno profondo, spariscono le percezioni e le sensazioni fisiche, anche la mente si sospende, resta solo la coscienza. Sono qui e adesso, a parte il pensiero che cosa mi manca? Con il pensiero concepiamo che ci manca qualcosa. Il pensiero è la coscienza, senza coscienza non vedremo niente. La coscienza è la luce che illumina il mondo, coscienza e mondo sono due modi per esprimere la stessa cosa, la consapevolezza non duale. Niente è separato nella realtà, se non dalle parole.
"Il mondo oggettivo e' fatto di dualita', nel mondo oggettivo c'e' soltanto dipendenza. Solo la coscienza e' indipendente, ed e' solo un minuscolo granello, ma tutto questo mondo illusorio nasce da essa". Nisargadatta Maharaj
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