La meditazione fa parte dell'ottuplice sentiero. Nel buddhismo, le due forme prevalenti di meditazione sono: la meditazione di raccoglimento, o calma concentrata chiamata samadhi, samatha e la meditazione di consapevolezza o chiara visione, satipatthana o vipassana.
Nella prima la consegna è quella di focalizzare l'attenzione cosciente su un unico oggetto (per esempio il respiro, una parte del corpo, una parola, una frase). La seconda è coltivazione della prontezza e della pazienza nel ritornare all'oggetto prescelto. Nella seconda la consapevolezza non resta fissa su un oggetto ma resta sveglia ed attenta in modo equanime, in modo non giudicante, a tutto ciò che si presenta ai sensi e alla mente. Si diventa osservatori umili e silenziosi della mente, e si percepiscono i tre aspetti fondamentali dell'esistenza: 1- impermanezza (anicca), 2- sofferenza (dukkha) che include disagio esistenziale, attaccamento, avversione, ignoranza; 3- Non sè (anatta), non esiste un'entità solida e permanente.
L'ottuplice sentiero è la quarta nobile verità, ossia il cammino che conduce al superamento della sofferenza. 1- Retta comprensione, 2- retta intenzione, 3- retta parola, 4- retta azione (ossia vivere secondo i cinque precetti: non uccidere, non rubare, non commettere adulterio - I monaci devono vivere in castità, non mentire, non assumere sostanze intossicanti) 5- retti mezzi di sussistenza ( vivere con occupazioni fondate sull'onestà), 6- Retta sforzo, Retta consapevolezza, 8- Retto raccoglimento.
Le altre tre verità sono: la verità della sofferenza, la verità dell'origine della sofferenza, la verità della cessazione della sofferenza.
L'ottuplice sentiero è considerata in sintesi una sinergia di comprensione-saggezza, etica e meditazione. L'obiettivo del percorso spirituale è sviluppare le quattro qualità sconfinate del cuore che sono: 1- mettà, o benevolenza, 2- karuna o compassione, 3- mudità o gioia compartecipe, 4- upekkha o equanimità.
Benevolenza è coltivare la felicità per gli altri e per se stessi, Compassione è la coltivazione dello stesso sentimento nei confronti di chi soffre. La gioia compartecipe è la capacità di gioire del bene altrui, e equanimità nel rapportarsi agli eventi. La consapevolezza ha strutturalmente le radici dell'amore-saggezza-equanimità.
I Tre Rifugi o Gemme, ovvero le tre cose reputate più importanti nella tradizione buddhista sono: il Buddha, il Dharma, il Sangha. Oggi in Occidente per sangha si intende la comunità dei praticanti. La presa di rifugio formale nelle tre Gemme si esprime ripetendo per tre volte la frase "Prendo rifugio" riferita a ciascuna di esse. Chi vuole formalmente aderire al buddhismo lo fa in presenza di un monaco e di altri praticanti.
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