sabato 28 gennaio 2023

Il racconto indiano sull'eliminazione dell'ego

Un istruttivo, quanto emblematico racconto indiano. Un bodhisattva ebbe l’infelice idea di spiegare ad un feroce e spietato serpente, che terrorizzava gli abitanti di un villaggio, i principi nonviolenti e compassionevoli del Buddismo.

Quale fu lo stupore del bodhisattva quando, appena un anno dopo, lo incontrò di nuovo. Irriconoscibile, pieno di graffi, tagli, segnato dalle percosse … Il sant’uomo, sbigottito, gli chiese cosa fosse accaduto. Il serpente rispose che dal momento stesso in cui aveva rinunciato alla sua natura ed era divenuto buono aveva perso il rispetto di tutti, nessuno lo temeva e chiunque, bambini compresi, lo malmenavano e lo prendevano a bastonate senza il benché minimo rimorso.


A quel punto il bodhisattva strizzò gli occhi perplesso e si rese conto di non esser riuscito a spiegare bene la “retta condotta” di vita. Rincuorò il serpente puntualizzando che per rinunciare agli sconsiderati appigli dell’ego, ai suoi attaccamenti, nonché all’illusione di un intramontabile sé, non avrebbe dovuto affatto annullare la sua vera natura ed immolarsi. Gli spiegò che, semmai, il miglior sacrificio sarebbe stato quello di perseguire l’equilibrio. E che l’atteggiamento eccessivamente bonario – l’esporsi, cioè, alla gogna – sarebbe equivalso solo a risvegliare le tendenze negative già presenti, quantunque assopite, negli altri. Il feroce serpente si guardò intorno. Aveva afferrato la lezione. Compassione non implica necessariamente il dover subire, sempre e comunque, ad oltranza. Benevolenza non comporta l’esser costretti a sopportare i peggiori soprusi. Amorevolezza non richiede, inevitabilmente, il proprio sacrificio. Su la testa, si disse: “Ammonirò chi tenterà di colpirmi  spiegandogli, senza tentennamenti, a quali pericoli incorre … rinuncerò agli estremismi, ma verità e fermezza saranno le mie nuove guide”!
 
___ Commento.
La sottomissione eccessiva, ben lungi dal risolvere alcunché, alimenta solo l’altrui protervia. Non è affatto indice d’alta spiritualità, bensì di straordinaria viltà. Tuttavia la vera fermezza nasce soprattutto dall’aver conseguito la pace ed eliminato i conflitti interiori.

Articolo di di Franco Megali  dal sito https://www.meditare.it/wp/racconti/il-serpente-buddista/

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