sabato 18 febbraio 2023

La meditazione - Mauro Bergonzi

Mauro Bergonzi ha insegnato Religioni e Filosofie dell’India e Psicologia Generale all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” dal 1985 al 2017. E’ membro della International Association for Analytical Psychology (I.A.A.P.) e del Centro Italiano di Psicologia Analitica (C.I.P.A.). Ha pubblicato articoli e saggi sui processi meditativi nel buddhismo antico, sulla psicologia del misticismo, sul simbolismo religioso, sull’incontro tra Oriente religioso e Occidente contemporaneo e sul dialogo interculturale fra psicologie sapienziali orientali e psicologia occidentale. A partire dagli anni ’70, ha praticato varie forme di meditazione con uno spirito libero da dogmi e adesioni confessionali, approdando infine ad una prospettiva non-dualista, che da diversi anni trasmette attraverso i suoi incontri di ‘condivisione dell’essere’ (sat-sang).  Sito:  http://www.consapevol-mente.it/mauro-bergonzi/

Appunti presi durante gli incontri di ‘condivisione dell’essere’ (sat-sang). 

Bergonzi comincia ad illustrare che cosa è la meditazione usando il seguente racconto: "Un leoncino viene adottato da un contadino e viene usato insieme agli altri asini per trasportare varie cose e come questi si abitua a mangiare erba. Un giorno arriva un possente leone, gli asini scappano, così pure il leoncino, il leone riesce a prendere il leoncino, lo porta al fiume, lo fa specchiare nel fiume e il leoncino scoprendo la sua vera natura ruggisce". La meditazione è proprio questo: il fermarsi a guardare la nostra immagine riflessa e scoprire la nostra vera natura.  La nostra natura non scompare, il nostro vero sé è già lì ed è un punto fisso. Quello che noi vediamo nella quotidianità, quello che crediamo di essere è la molteplicità in movimento.  Spesso nel nostro cammino spirituale cerchiamo un maestro (un possente leone) e non ci accorgiamo che tra noi e il maestro non c’è nessuna differenza, solo una diversa consapevolezza. Se si vive il rapporto con il maestro, come una differenza, abbiamo perso in partenza.

Quello che viviamo nella quotidianità è la molteplicità in movimento, e spesso l’instabilità ci indebolisce, siamo dilaniati da un conflitto diacronico nel tempo tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere con un consumo enorme di energia.  Dietro a colori, suoni, sensazioni e ricordi comunque c’è sempre un io, ma quando provo ad osservare questa costante, che è la nostra visione del mondo, il nostro sé, la sensazione sfugge perché questa costante non si può osservare, in quanto la costante è l’osservatore con il suo sguardo sul mondo. L’osservatore guarda attraverso la coscienza consapevole che la mente del resto non può afferrare.

Con la meditazione si può arrivare ad un momento di silenzio e a rallentare. E quando si rallenta, si rallenta, gli oggetti a poco a poco scompaiono, e si a rriva ad un punto in cui non ci sono più oggetti ed è più facile identificare la coscienza consapevole, manifestare la vera natura (ruggire), e prendere coscienza di essere sempre stati un leone. Poi al risveglio le forme si rimettono in movimento ed è irrilevante ciò che credo di essere. La differenza tra il risvegliato (l’illuminato, il possente leone) e il non risvegliato (il non illuminato, il leoncino) è che il non risvegliato crede che ci sia ancora una differenza tra di loro.  Nella meditazione c’è l’erronea percezione di poter disciplinarsi, di poter gestire il processo del rallentamento; ma non è così, le cose ad un certo punto accadono e non sei più in grado di gestirle, tutto collassa e ti trovi in un’altra dimensione, in un’altra modalità percettiva e la stanza dove stai meditando non è più una stanza.

 Lo scopo della meditazione è quello di trovare un'armonia corpo mente, di coltivare stati di quiete profonda, essere in armonia con la realtà.  Il primo passo nel cammino della meditazione è la meditazione sul respiro o su un punto tra le sopracciglia, ed è basata sulla concentrazione, un focalizzarsi su un oggetto, in questo caso aumenteranno i sintomi di irrequietezza (deglutire, distrarsi, ecc) poi la mente proverà il gusto della quiete. Il passaggio successivo sarà la concentrazione su un oggetto.

Per ottenere uno stato di quiete profonda occorre: 1) essere in una situazione non conflittuale, 2) meditare per un periodo di tempo lungo, 3) vivere in una situazione particolare, 4) essere guidato da un maestro, 5) star bene fisicamente, 6) non preoccuparsi della quotidianità, 7) la mente del meditante, deve cercare la quiete ed evitare distrazioni. L'iniziazione con un guru crea una implicazione emotiva e può essere la situazione ideale. Il risultato non è condizionato dal tipo di pratica,  il tipo di pratica viene scelto in funzione della propria personalità e i propri interessi.

Favoletta Taoista: "Un uomo ricco viveva al Cairo, ereditò una fortuna ma cedette tutti i suoi beni ai suoi amici, e gli restò soltanto una casa con una veranda, una palma e vicino un pozzo. Una notte sogno il volto di un uomo che emergeva dall’acqua con in bocca una moneta che gli diceva “se vuoi trovare un tesoro, devi andare a Isfarn una città distante dal Cairo e lì sotto gli archi della città troverai indicazioni per un tesoro. L’uomo parte arriva la sera stremato e si sistema per la notte a dormire sotto gli archi, dove dormono anche ladri, borseggiatori ecc,  La polizia fa una retata e dopo avergli dato diverse manganellate lo portano in questura. Qui il commissario lo interroga e ascolta divertita la sua storia, e allora gli rivela “anch’io tutte le sere sogno che qualcuno mi indica di andare al Cairo ed in una casa con la veranda troverò un tesoro in un pozzo vicino ad una palma” ma non è che io vado al Cairo per questo….”  L’uomo capisce il messaggio, ritorna al Cairo e dentro il pozzo trova il tesoro.  Il tesoro ce l’abbiamo in casa, ma spesso in certe situazioni dobbiamo fare un viaggio e poi, semplicemente, ti ritrovi a casa con una maggiore consapevolezza. Applicata alla meditazione questa storiella indica che spesso la meditazione è inutile ma in certi casi occorre seguire questo percorso per arrivare all’illuminazione.

La meditazione è un invito per riconoscere la presenza. Quando le idee collassano, in quel momento, in quel NON tempo, tutto sparisce, e la separazione scompare,  e si manifesta l’amore.

La versione non dualista ti obbliga a stare nella vita. Quale è il ruolo della volontà? Esiste il bene o il male?  Nel mondo delle manifestazioni non dualistiche, le onde oscillano da un punto all’altro e così le vibrazioni.  Il linguaggio separa, è fatto di pieni e vuoti, le frasi separano un opposto dall’altro. Caldo freddo, bene male, ci alleniamo con il bene e speriamo di annientare il male. Gli opposti sono tracciati come linee nella nostra mente, quando traccio un angolo concavo su una lavagna mi ritrovo anche l’angolo convesso.

L’esistenza oscilla tra il momento in cui si vive una coscienza cosmica o si vive un io separato. La dualità è l’essenza della falsità, la realtà è un’infinità di differenze ma non c’è separazione tra l’io e il mondo.  La meditazione è un invito alla non dualità, permette di sperimentare che esserci e essere cosciente sono una unica cosa.

Quando la mente è in stato di galleggiamento spensierato, le idee collassano, in quel momento, in quel NON tempo, tutto sparisce, e la separazione scompare, l’io e il mondo diventano una sola cosa, l’io che abbiamo costruito scompare.  Queste esperienze di sperimentazione del Tutto, della non separazione, della non localizzazione avvengono anche nella quotidianità come ad esempio al mare, di fronte ad un tramonto, ad un concerto.  La mente è in stato di galleggiamento spensierato, fuori dal tempo, e in quello stato la coscienza dell’io scompare. La dualità è l’essenza della falsità, nella realtà infinità di differenze non c’è separazione.

Gesù e il Diavolo stavano parlando, quando videro un uomo che si chinava per raccogliere qualcosa, Gesù disse “ha trovato la verità”, Il diavolo rispose “Bene, allora  potrò così organizzare la verità e creare una  nuova religione, dei riti ecc".

Spesso l’ostacolo a questa esperienza è proprio la ricerca di una tecnica e di un metodo. Il suggerimento è quello di Non cercare di razionalizzare, e di vivere la vita con leggerezza ed allegria, come rappresentata da Shiva nataraja la vita è una danza.

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