sabato 18 febbraio 2023

Perché meditare - Mauro Bergonzi

Appunti presi durante gli incontri di ‘condivisione dell’essere’ (sat-sang) organizzati da Mauro Bergonzi.  Mauro Bergonzi è docente di “Religioni e Filosofie dell’India” presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e socio ordinario della International Association for Analytical Psychology (I.A.A.P.) e del Centro Italiano di Psicologia Analitica(C.I.P.A.). Ha pubblicato articoli e saggi sui processi meditativi nel buddhismo antico, sulla psicologia del misticismo, sul simbolismo religioso, sull’incontro tra Oriente religioso e Occidente contemporaneo e sul dialogo interculturale fra psicologie sapienziali orientali e psicologia occidentale. .

Quando una persona inizia una pratica di meditazione,  deve sapere quale scopo e quale risultato vuole ottenere. Ad esempio nelle pratiche buddhiste, si vuole arrivare ad una quiete e una visione profonda delle cose. Occorre quindi scegliere una pratica per ottenere risultati specifici e praticare assiduamente. Il primo obiettivo della meditazione è arrivare ad una quieta profonda, all’armonia corpo e mente, al risveglio delle energie. Il secondo obiettivo è quello di arrivare al risveglio o alla liberazione, mettersi sul cammino della felicità stabile, incoraggiati dalle persone che hanno sperimentato questo stato. Quando nasciamo, siamo gettati nella vita, proveniamo dal buio e ci troviamo nella luce, ci sentiamo piccoli, fragili, incompleti, cerchiamo la totalità (Dio, l'assoluto, il vero sé).  Ma se il tutto è tutto, come potrebbe non essere già qua?  Questa ricerca rinforza una visione illusoria, posso dire che non so che cosa è il tutto, ma posso asserire con sicurezza che sta già qua. È come la storia della signora che cerca la collana, la cerca dappertutto, ma non l’ha mai persa, in quanto si trova intorno al suo collo. La ricerca è l’ostacolo per trovare ciò che si sta cercando, in quanto noi ci percepiamo come qualcosa di separato dal tutto. Cerco fino a quando non trovo; nella meditazione cerco fino a quando non collasso, ma se non è già qui, non è quello che cerchiamo.

Il piacere della pace profonda, è uno stato costruito della mente, e quindi prima o poi se ne andrà. Si cerca di stare in questo stato finché dura, ma tutto ciò che nasce muore, non c’è eccezione nella natura, se possiamo raggiungere la liberazione possiamo anche perderla. La meditazione è quindi una caccia al tesoro, come il diamante che viene scoperto in tasca, dopo aver fatto varie tappe ed essere ritornati alla casa di partenza, e constato che durante tutto il percorso era già in nostro possesso.

Tony Parsons, uno dei teorici del non dualismo, racconta la storia del monaco che copiava manoscritti, ad un certo punto ha un dubbio su una frase che trova su un manoscritto, va a cercare l’originale e scopre che la parola celibato era stata sostituita con celebrare, quindi scopre che nella vita non bisogna adottare il celibato ma celebrare la vita. La meditazione è la celebrazione della vita, la vita può essere celebrata in diversi modi: con un atto di amore, con una passeggiata nella natura ecc. La meditazione è la celebrazione della vita, l’esplosione della vita nel silenzio.  L’universo o non ha scopo oppure è una danza e un gioco. La vita non si può evitare, la vita è un dato innegabile e sapere di esserci è un fatto incredibile.

La meditazione è un optional, un ornamento per esaltare la vita, è un modo per coprire la nostra nudità. Durante la pratica spirituale occorre decostruire, togliere, smantellare tutti i meccanismi e condizionamenti che ci fanno soffrire. La contemplazione non porta a niente, la meditazione è uno spazio maggiore alla ricettività, ma non aiuta a decostruire l’io. E’ necessaria l’accettazione, puoi arrivare alla comprensione dell’io come costruzione, ma non hai il potere di mostralo ad altri.


Sito http://www.consapevol-mente.it/mauro-bergonzi/     Bergma@libero.it

 Bibliografia

  •  1) “Mandala buddhista e vista simbolica”, Conoscenza religiosa n.1-2 (1979), pp. 174-193.
  •  2) “Osservazioni su samata e vipassanā nel buddhismo theravāda”, Rivista degli Studi Orientali, vol. LIV, fasc. I-II e III-IV (1980), pp. 143-170 e 327-357.
  •  3) Inchiesta sul nuovo misticismo, Roma-Bari 1980 (ed. Laterza).
  •  4) “Il buddhismo in Occidente”, in H.-Ch. Puech (a cura di), Storia del Buddhismo, Roma-Bari 1984 (ed. Laterza), pp. 305-396.
  •  5) "Riflessioni su buddhismo e Occidente contemporaneo", La Critica Sociologica, n°111-112 (ottobre 1994 - febbraio 1995), pp.85-101.
  •  6) "I tre risvegli del Buddha", Atti della Giornata di Studio: "Psicologia e Meditazione: Consapevolezza, Discriminazione, Ascolto. Tre Vie di Accesso al Transpersonale, Torino 1997, pp.14-22.
  •  7) "Adattamento e istinto spirituale", Studi Junghiani 5/6, vol. 3, n. 1/2 (Gennaio-Dicembre 1997), pp.89-92.
  •  8) "La consapevolezza fra psicologia del profondo e meditazione orientale", In/Formazione. Psicologia, psicoterapia, psichiatria, n° 34-35 (maggio 1998 - marzo 1999), pp.6-27).
  • 9) "L'atteggiamento transpersonale", Studi Junghiani 10, vol. 5. n. 2 (luglio-dicembre 1999), pp.91-110.
  •  10) “Prassi psicoanalitica e prassi meditativa orientale: un confronto interculturale”, in Atti del Convegno: “Crisi del freudismo e prospettive della scienza dell’uomo”, Roma 2000 (Nuove edizioni romane), pp. 25-38.
  •  11) “Riflessioni sulla morte nell’India religiosa”, in Aa.Vv. (a cura di L. Crozzoli Aite), Sarà così lasciare la vita?, Milano 2001 (Ed. Paoline), pp. 215-227.
  •  12) “Il Sé come fattore di salute e guarigione”, Studi Junghiani 13, vol. 7. n. 1 (gennaio-giugno 2001),
  •  13) “La dimensione soteriologica nel pensiero filosofico-religioso indiano”, in AA.VV. (a cura di G. D’Erme), Fedi e culture oltre il Dio di Abramo, Napoli (Ed. Guida), 2003, pp.169-183.
  •  14) “Comparatismi e dialogo interculturale fra filosofia occidentale e pensiero indiano”, in Maria Donzelli (a cura di),Comparatismi e filosofia, Liguori Editore, Napoli 2006, pp. 262-295.
  •  15) “Riflessioni sulla psicologia del misticismo”, in R. Conforti e G. Scalera McClintock (a cura di), La mente e l’estasi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010, pp. 221-297
  •  16) “Psicoanalisi e meditazione orientale. Una prospettiva interculturale”, in Cloe Taddei Ferretti (a cura di), Scienza cognitiva. Un approccio interdisciplinare, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2011, pp. 291-331.
  •  17) Il sorriso segreto dell’essere, Milano 2011 (Mondadori).

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