sabato 18 febbraio 2023

Riflessioni sullo yoga

Lo yoga non è un'attività fisica, questa associazione è assolutamente sbagliata! L'hatha yoga può, ovviamente, essere utilizzato anche solo come esercizio fisico, ma questo non è il suo vero vantaggio. Lo yoga può andare molto in profondità e toccare l'anima di un praticante. Se lo yoga è praticato adeguatamente, per un lungo periodo di tempo, il sistema nervoso viene purificato e quindi viene purificata anche la mente. Ci sono così tante diverse pratiche yoga e tutti pensano e dicono di praticarlo nel modo giusto. Come può essere il modo giusto se non produce un qualche cambiamento nelle persone, se non risveglia una qualche energia nei praticanti?  Solo i maestri severi, esigenti, duri insegnano l'intensità della pratica che porta a grandi trasformazioni negli allievi. Questo modo di procedere è ampiamente affermato anche nei testi classici dello yoga. L'accondiscendenza, lo scarso impegno, non sono la via dello yoga tradizionale. Ma forse questo metodo non è facilmente commercializzabile. Spesso i veri maestri trattano male gli allievi per scuoterli dal loro torpore, e questo rientra nella normale relazione di guru-sisya [maestro-discepolo].  Usando tutti i mezzi a sua disposizione, un grande maestro, insegna allo studente come raggiungere il livello di successo che lui stesso ha raggiunto.

Ma lo yoga è anche una relazione, non un movimento di massa. È una relazione uno a uno tra due persone (un maestro e un discepolo) e non un rapporto commerciale. Ciò che sta accadendo in Occidente è un'ampia generalizzazione e trasmissione dell'insegnamento e, purtroppo, i contatti personali sono scarsi. E i praticanti dovrebbero rivalorizzare le relazioni personali.

Il praticante deve lavorare molto duramente e dimostrare qualità di sincerità, onestà e virtù. È responsabilità degli esseri umani muoversi e agire in modo veramente onorevole e, come diceva Patanjali, sviluppare le qualità di gentilezza, compassione, gioia e amore infinito. Quando incarniamo queste quattro qualità, iniziamo ad avvicinarci alla strada per evolvere.

Molte persone hanno perso la fiducia in se stesse, la loro forza e lo yoga fa ri-emergere questi aspetti, li rende nuovamente forti. Il risveglio di questa fiducia interiore nella propria forza è uno dei benfici dello yoga. Attraverso lo studio di sé e l'autocritica, lo yogi sviluppa la propria intelligenza e impara a discernere tra ciò che è reale e ciò che non lo è.  Lo yoga mette in relazione la respirazione e i movimenti fisici. Ogni postura è collegata a una certa sequenza respiratoria. Ciò mantiene aperti i flussi di energia e previene il ristagno di energia nel corpo. Lo yoga purifica il corpo, il sistema nervoso e sviluppa un campo energetico positivo. Gli asana fungono da ponte per unire il corpo con lo spirito e lo spirito con l'anima. Praticare asana e pranayama insegna a controllare il corpo e i sensi, in modo da poter sperimentare la luce interiore, il proprio Sé.

Tutte le nostre differenze e predisposizioni mentali sono limitate dal tempo e dallo spazio, ma quando restiamo al centro del nostro essere, del nostro infinito potenziale, ci svegliamo con una coscienza universale, allargata e non più limitata dalla nostra identificazione. Questa coscienza non ha forma e tuttavia si riflette nel nostro corpo e nella nostra mente come un campo di energia.

Devo confessare, lo yoga è diventato una dipendenza per me, seppure una buona dipendenza. Mi sento male se non faccio la mia pratica o se non medito. Penso che quello che sono oggi lo devo, in buona parte, allo yoga.  Penso che lo yoga risvegli una potente energia nelle persone, un qualcosa di bello che le sostiene dall'interno e ciò permette alla natura umana di rivelarsi. Finché ci sono ardenti ricercatori e praticanti, sono sicuro che la bellezza dello yoga sopravviverà.  

I libri fondamentali per comprendere lo yoga sono: la Baghavad Gita, gli Yoga Sutra di Patanjali, le Upanishad, le varie opere sul Vedanta, il Samkhya,  lo Yoga Karika, lo Yoga Vasishta, lo Yoga Yajnavalkya e i testi classici dello yoga tantrico: Hatha-yoga pradipika, Gheranda samhita e Shiva samhita. 

  • Lo yoga è una delle sei darsana (scuole di pensiero filosofiche) che si contrappongono a quella classica e ortodossa dei Veda (testi sacri) legata a credenze e rituali. Lo yoga si fonda sul testo  Samkhya karika, un testo molto antico, che esordisce con una domanda ben precisa: quali sono le cause della sofferenza umana? Un testo complesso e articolato ma che fornisce un’idea chiara, della causa della sofferenza: la nostra mente e le sue fluttuazioni.

    Secondo questo testo lo yoga può essere la via verso un perfetto equilibrio tra mente e corpo, tra materia e spirito. Lo yoga ha il potere sull’acquietamento della mente. La concentrazione deriva dalla pratica costante e disciplinata. Lo yoga permette, a chi lo pratica in maniera assidua, con disciplina e fervore (tapas), di annullare i vortici mentali, i chitta vritti, i nostri onnipresenti rimuginamenti mentali, che sono la causa, insieme ad altri fattori (secondo la filosofia yoga) della perenne instabilità emotiva umana e quindi della sofferenza.

    Un vero praticante yoga deve prima cambiare il proprio modo di essere, se non vuole che lo yoga resti una mera pratica di stretching. Una volta modificato il nostro modo di porci verso gli altri e verso noi stessi, che sono i primi due concetti dell’ashtanga yoga espressi da Patanjali, allora potremmo realmente comprendere l’essenza della  pratica dello yoga.

  • Lo Yoga Vasishta o Yogavāsiṣṭha è un testo di filosofia indiana āstika (il termine significa colui che crede nell'esistenza di un Sé/Anima o Brahman) scritto fra il VI - VII secolo ed il XII secolo. Il testo è scritto sotto forma di dialogo fra Vasishta ed il giovane principe Rāma.  Secondo la classificazione tradizionale, le Scuole filosofiche indiane sono ripartibili in due grandi categorie, rispettivamente note come astika (ortodossa) e nastika (eterodossa).
    In senso moderno questi due termini significano rispettivamente teistico e ateo, mentre nel linguaggio filosofico tradizionale astika indica chi crede nei Veda e anche chi ha fede nella vita dopo la morte; il termine nastika viceversa , designa soprattutto il rifiuto dell’autorità dei Veda.
    Il gruppo astika comprende i sei principali sistemi di pensiero o darshana: Nyaya (logica), Vaisheshika (fisica), Samkhya (filosofia), Yoga (psicologia), Karma Nimansa (ritualistica) e Vedanta (teologia). Il secondo gruppo, quello nastika, comprende i tre sistemi filosofici denominati Carvaka, Bauddha e Jaina. Nella tradizione antico-indiana ogni scienza non viene considerata come una disciplina a sé stante ma strettamente collegata a tutte le altre in un progetto globale, organico ed integrato di apprendimento e di educazione, volto alla crescita dell'essere su tutti i piani antropologici. La psicologia indiana è saldamente connessa alla filosofia indiana, si basa quindi su fondamenta costituite da profonde verità eterne riguardanti la natura della realtà, lo scopo ultimo dell'esistenza umana e i problemi esistenziali che da sempre hanno interessato l'uomo. 

  • Lo Yoga Yajnavalkya è un scritto sotto forma di un dialogo maschio-femmina tra il saggio Yajnavalkya e Gargi. “Lo yoga di Yājñavalkya  ci permette di conoscere il modo in cui lo yoga era vissuto e praticato in India intorno al x°secolo. Il trattato sviluppa tutti gli elementi che Patañjali aveva proposto molti secoli prima;  vi troviamo un’esposizione precisa del prānāyāma in quanto tecnica respiratoria che tiene in considerazione prāna e āpana con l’indicazione anche del celebre ritmo 1.4.2.1 e l’introduzione di un mantra. Altra originalità del testo è che esso esprime in modo perfetto lo spirito brahmanico dell’epoca, in particolare nell’insistere sulla mistica devozionale ed, al contempo introduce in modo elaborato, concetti celebri come quelli di kundalinī, di agni, di chakra e di nādī che verranno poi ripresi, molti secoli più tardi. Yājnavalkaya viene considerato come uno dei più importanti maestri dell’insegnamento vedico sia rispetto a jñāna (la conoscenza) che rispetto a karma  (l’azione).

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