sabato 27 maggio 2023

La felicità - Mauro Bergonzi

Dalle conferenze del prof. Mauro Bergonzi.-

Alla domanda: Sei felice?  Di solito si risponde:   No, perché...    lo sarei se soltanto...     Si, ma...
Le tre risposte hanno in comune che la felicità dipende da condizioni esterne, se riuscissimo a cambiarle forse potremmo essere felici.
Ciò corrisponde alla storiella del re che fece foderare di cuoio tutte le strade del regno, invece di comprare dei sandali.
Gli eventi esterni sono al di fuori del  nostro controllo, e la felicità, seguendo questa via, diventa irraggiungibile. Però, il rapporto con gli eventi esterni può cambiare. La felicità non è il piacere, felicità e piacere sono due cose diverse.
Quando siamo felici proviamo pace, appagamento, completezza. Il desiderio per arrivare al piacere, invece, è sofferenza e mancanza. In Occidente c’è questa relazione:  desiderio = appagamento e piacere;   Se per un po' di tempo riuscissimo a mettere da parte il desiderio, potrebbe emerge la nostra natura di completezza. Ogni desiderio tende all’autodistruzione  per arrivare alla completezza. Aristofane quando parla di Eros, descrive l’uomo con quattro braccia e quattro gambe che era diventato così presuntuoso, che un giorno Zeus decise di dividerlo in due, ed adesso l'uomo passa la sua vita a cercare di trovare la parte mancante, l’anima gemella per arrivare alla completezza.

A volte, quando siamo a contatto con la natura, e siamo particolarmente tranquilli,  proviamo un senso di infinito e di eternità,  uno sprazzo momentaneo di felicità. 
Anche nella nostra esistenza non felice, la felicità c’è, traspare sempre e a volte può emergere per brevi periodi. 
Al dolore, la mente reagisce, si lamenta, occlude lo spazio del cuore e il dolore diventa insopportabile.
Se la mente, invece, si aprisse all’esperienza del dolore, si potrebbe aprire un varco alla felicità, e poi ci potremmo sentire appagati e felici.  
Dovremmo cercare di osservare un desiderio così come è: una semplice energia che si muove nell’ampio spazio del nostro cuore e quindi diventa una danza gioiosa di energia.
Soltanto un cuore aperto può amare. L’amore o è gratuito o non è amore. Noi pensiamo che siamo esperienza, invece siamo sempre presenti con il nostro vero Sé.
Che cosa c’è sempre nella nostra vita quotidiana?   L'Esistenza –  la Coscienza, il sapere di esserci,  Amiamo esserci e amiamo esistere. Nel Vedanta questo è:  Sat = esistenza,  Cit = Coscienza,  Ananda = beatitudine e felicità, amore come completezza, essere ed essere coscienti di esserci.
L'amore di sé è egoismo ed è una visione sminuita relativa a corpo e mente. Il pensiero ci convince che siamo questo corpo e questa mente. Invece, noi siamo la felicità, ed in questo caso collassa l’idea della felicità esterna a noi.

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