Con Kundera (1929- luglio 2023), perdiamo un testimone chiave e un grande pensatore dell'Europa del XX secolo, uno degli ultimi giganti della letteratura mondiale. Milan Kundera il romanziere dell'esistenza è morto e amava spesso dire "quello che conta è l'opera, non la vita dell'autore".
Per
oltre trent'anni, Kundera rifiutò di essere intervistato. Odiava i
giornalisti che riscrivevano, fraintendevano e sovrainterpretavano tutto
quello che lui e la moglie Vera dicevano. A chi chiedeva un'intervista rispondeva: "Tutte le risposte sono nei miei libri".
Nel 1975, Milan Kundera lascia la Cecoslovacchia, ma si è sempre definito un romanziere piuttosto che un dissidente. Il politologo Rupnik descrive bene l'entusiasmo di Kundera per l'ideale comunista, e di come pensava di cambiare il partito negli anni sessanta, durante "la primavera di Praga". In quel periodo Kundera era un autore molto apprezzato nel suo Paese.
In gioventù, Kundera fu amico intimo di Milos Forman, Jiri Menzel e Juraj Herz, rappresentanti della brillante Nouvelle Vague ceca. A metà degli anni Cinquanta Kundera si iscrisse al Partito Comunista, il che gli permise di pubblicare due raccolte di poesie liriche (L'Homme ce vaste jardin nel 1953, e Monologues nel 1957 e un grande poema dedicato al combattente della resistenza ceca ai nazisti, Julius Fucik (1955), oltre a un libro di saggi Les Propriétaires des clés (1962). Per un certo periodo Kundera fu vicino anche a Vaclav Havel (1936-2011), con il quale ebbe molte discussioni che portarono i due a posizioni diverse sul "destino ceco". Kundera riponeva molte speranze nell'effervescenza della "Primavera di Praga" del 1968.
In
patria, Kundera pubblicò i suoi racconti Risibles amours e il romanzo La Plaisanterie senza problemi di censura. Dopo la repressione della "primavera di Praga" continuò a insegnare, anche se con vessazioni e umiliazioni ma l'arrivo dei carri armati russi nel
1968, fu la sua prima grande disillusione. Gli fu vietato di pubblicare, fu espulso dall'Accademia del
Cinema di Praga e fu messo sotto sorveglianza dal regime, costringendolo
all'esilio.
L'opportunità di emigrare, per quanto straziante, inaugura una nuova era, un quasi-rinascimento letterario che raggiunge il suo apice alla fine degli anni Ottanta, con la caduta del Muro di Berlino e il rinnovato interesse per la letteratura mitteleuropea in Francia. Dal 1975 si rifugia in Francia con la moglie Vera, prima a Rennes e poi a Parigi dove fu introdotto nell'ambiente intellettuale parigino da Aragon e Claude Roy. Qui insegna cinema e studia all'École des hautes études en sciences sociales. Dopo Le livre du rire et de l'oubli (1979), che portò le autorità cecoslovacche a ritirargli la cittadinanza, nel 1984 pubblicò il suo romanzo più famoso, L'insoutenable légèreté de l'être (L'insostenibile leggerezza dell'essere), da cui fu tratto un film di Philip Kaufman (mai approvato da Kundera). Il clamore mediatico e le polemiche furono tali che Kundera decise di chiudersi irrevocabilmente alla scrittura. D'ora in poi, pubblicherà direttamente in francese, analizzando gli eccessi della modernità globalizzata.
La sua opera letteraria e le sue dichiarazioni pubbliche sono profondamente legate alla storia intellettuale e alla cultura dell'Europa centrale. Il suo saggio principale Un Occident kidnappé. Ou la tragédie de l'Europe centrale, pubblicato nel 1983, mostra una profonda conoscenza e comprensione della storia della regione e dei numerosi problemi legati alle sue divisioni e tensioni dopo la Seconda guerra mondiale. Paradossalmente dopo la pubblicazione di questo saggio, in seguito alla scomparsa dell'Unione Sovietica, Kundera fu attaccato con veemenza dalla stampa ceca per i suoi legami giovanili con il Partito Comunista. Milan Kundera, invece, credeva fortemente che il regime cecoslovacco del suo tempo potesse essere trasformato pacificamente e diventare, soprattutto grazie alla cultura, il "socialismo dal volto umano".
Comunque l'ammirazione di Kundera per la cultura europea occidentale (anche se si ispirava continuamente a Cervantes
a Carlos Fuentes, a Goethe a Diderot, a Kafka a Musil) non è mai stata assoluta. I due personaggi femminili principali de L'insostenibile leggerezza dell'essere sono esempi eloquenti di queste ambiguità. Tereza, non riesce più a sopportare l'oscurità della sua patria sotto l'occupazione sovietica. Fugge in Occidente, ma non riesce ad adattarsi, tanto che finisce per tornare in Cecoslovacchia e alla sua quotidianità da incubo. L'altra protagonista, Sabina, è un'artista con una sete più intensa di libertà e normalità. Anche lei fugge dall'altra parte della cortina di ferro, ma a differenza di Tereza, e nonostante le difficoltà che incontra in questo nuovo ambiente estraneo, non torna mai indietro. Questo è solo un esempio dell'ambivalenza che esprime la diversità e la stranezza delle scelte umane nel contesto europeo dell'epoca.
Kundera era un "romanziere" - e non uno "scrittore" - nel senso pieno del termine che attribuiva all'arte del romanzo, inteso come mezzo di conoscenza totale, estetico e non teorico, una vera e propria "chiamata al pensiero". Il suo saggio Les Testaments trahis del 1993, riporta questo approccio poetico e meditativo all'esistenza, "un atteggiamento, una saggezza, una posizione che esclude qualsiasi identificazione con una politica, una religione, un'ideologia, una morale, una comunità".
Il pronto impegno di Kundera nei confronti di Salman Rushdie nel 1988, all'epoca della vicenda dei Versetti satanici, testimonia l'impegno dello scrittore naturalizzato francese (aveva ottenuto la cittadinanza francese nel 1981, dopo che gli era stata tolta la nazionalità ceca 1979) nel difendere i diritti inalienabili della narrativa.
____ Riferimenti
- https://www.lemonde.fr/disparitions/article/2023/07/19/milan-kundera-a-ete-incinere-dans-la-plus-stricte-intimite_6182661_3382.html
- https://www.lemonde.fr/disparitions/article/2023/07/12/en-compagnie-de-milan-kundera_6181638_3382.html
- https://www.lemonde.fr/disparitions/article/2023/07/12/milan-kundera-romancier-de-l-existence-est-mort_6181627_3382.html
- https://www.lemonde.fr/idees/article/2023/07/13/norman-manea-avec-kundera-nous-perdons-un-temoin-cle-et-un-grand-penseur-de-l-europe-du-xx-siecle-de-ses-remous-de-ses-conflits_6181769_3232.html
- Sur Arte : l’itinéraire d’un romancier en exil, entre triomphes éditoriaux et renoncements personnels
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