Quando il naso tocca le ginocchia e si visualizza il proprio respiro. La pratica psicofisica che rivoluziona il Sé raccontata nel testo ‘In Yoga’ da Silvio Bernelli (fondatore a Torino di Yoga Thiaga) senza incomprensibili orientalismi..
L'autore propone una lezione di yoga sulla ricerca del Sé, sulla sperimentazione respiratoria e sulle posture fisiche, sull’equilibrio tra dentro e fuori il proprio corpo. Un saggio semplice che delinea un percorso concreto, perché lo yoga come pratica psicofisica, a livello di mera “occidentalizzazione”, è un anche un tentativo di distacco dal deragliamento di abitudini e quotidianità, proprio per rifondare attitudine e comportamento del singolo e uscire dalla routine quotidiana.
Basterebbe cominciare ad ascoltare il proprio respiro, “naturale, regolare, rilassato” nelle sue due fasi principali – “inspirazione, espirazione” – per riattivare circuiti mai immaginati. Occorre praticare con un solo obiettivo: "evadere dalla persona che gli altri ritengono sia e inabissarsi in se stesso”. Questo inabissarsi, badate bene, scrive l’autore, raggiunge “una profondità piacevolmente infinita”, ma anche uno spazio di “consapevolezza e sicurezza infinite”. Coperta, tappetino, voce bassa, e asana, attraverso il corpo si arriva a traguardi inimmaginabili durante la propria giornata lavorativo o di svago.
Il segreto di una sessione yoga è la sua composizione (…) l’alternanza sforzo-riposo” con questo oscillare dell’attesa tra un asana e l’altro. “Dentro un corpo fisico c’è un corpo emozionale, segreto, che nessuno al di fuori può vedere né sentire. Uno influenza l’altro – scrive Bernelli; – “se uno duole anche l’altro duole, se uno gioisce l’altro fa lo stesso. L’errore dell’uomo è da sempre occuparsi dei guai del primo ignorando le esigenze del secondo”. L'obiettivo dovrebbe essere quello di provare a cercarsi, anzi trovarsi, in quello spazio interiore durante una seduta di yoga.
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