sabato 30 dicembre 2023

A nous la liberté! (1): Comment se libérer de nos peurs, de nos préjugés, de nos dépendances.

A nous la liberté è un  testo del 2019 scritto da di Christophe André , Alexandre Jollien, Matthieu Ricard.                                

Essere liberi: la grande sfida della vita Come progredire verso la libertà interiore, quella che ci permette di affrontare con serenità gli alti e bassi della vita e di liberarci dalle cause della sofferenza? Fin dall'infanzia siamo ostacolati da paure, pregiudizi e mille condizionamenti che ci impediscono di essere felici. Intraprendere l'avventura della libertà interiore significa disfare una per una tutte queste sbarre, quelle che abbiamo forgiato noi stessi e quelle che ci sono state imposte dalla società della prestazione, del consumismo e della competizione. Questo libro, scritto a tre voci da uno psichiatra, un filosofo e un monaco, ci invita a intraprendere un viaggio gioioso per liberarci dalle nostre prigioni e avvicinarci agli altri.     

C.A. Tutte le perdite di libertà esterne hanno origine dalla perdita di libertà interiore: le nostre sofferenze e paure sono le prigioni invisibili da cui abbiamo fatica a uscire. La malattia non è la sola causa delle restrizioni alla nostra libertà, la vita quotidiana ci tende una serie di tranelli, noi consacriamo le nostre energie mentali e fisiche a dei compiti triviali, a volte necessari, negligiando quello che dà un senso alla nostra vita. Dovremmo riuscire a trovare tempo per portare la nostra attenzione sulla natura,  riflettere sui nostri ideali, meditare sulla gratitudine e la compassione. Questa libertà di scegliere di restare un essere umano e non di trasformarsi in lavoratore-consumatore, è una libertà interiore che devo far vivere dentro di me.

M.R. la libertà esteriore e interiore, come la salute fisica e mentale, si influenzano reciprocamente. Ci sono individui che vivono in condizioni esteriori favorevoli, e che sull'intero si sentono prigionieri del loro mentale e ci sono eremiti che sprigionavano una grande libertà interiore e vivevano in caverne. Il medico del Dalai Lama Tenzin Choedrak è riuscito a trovare in una forma di libertà interiore la forza di sopportare la prigione e la tortura.

C.A. Quello che può  aiutarci è coltivare in noi le capacità di ammirazione per queste persone, vedere quello che gli altri esseri ordinari o eccezionali, possono insegnarci e dire che se riuscissimo a compiere anche un piccolo tratto del loro cammino, sarà  già  passionale e liberatorio.

A.J.  Avere come obiettivo la libertà interiore, il lavoro su se stessi,  non deve distogliere da un sano impegno per un mondo più giusto, ugualitario e più generoso. E' più facile forse lavorare su se stessi che affrontare una malattia grave, o restare senza risorse economiche.

C.A. Mi credo libero, penso di essere libero, Ma siamo veramente liberi? Spinoza dice che gli uomini si ingannano credendosi liberi. Andrè-Compe-Sponville dice: "Non si nasce liberi, ma lo si diviene, e non è mai finita".  Quello che mi rallegra è  di sapere che mi sono liberato di un'inqietudine, di una dipendenza, di un'abitudine. Importante è lavorare sulle proprie libertà, conservare la lucidità sulle zone di non libertà (abitudine o condizionamenti) e gioire di essere in vita.

M.R. Molte persone seguono il loro train-train quotidiano senza cercare di liberarsi dal loro condizionamento, ne cercare di liberarsi sulle cause della loro sofferenza.

C.A. Nella vita ci sono molti obblighi e doveri, come di guadagnare per vivere, ma anche queste situazioni possiamo viverle diversamente. Per esempio, la sera, dopo una giornata di lavoro, un paziente mi chiama, la prima reazione è dire che mi pesa  e non mi sento libero. Importante è avere una libertà interiore nel compiere degli atti che hanno un senso, anche se non hai scelto. Ossia mettere gioia e libertà in una situazione in cui non hai liberamente scelto di impegnarti. Quindi pensi "è  importante per quella persona che la richiamo",  "se la richiami, fallo con gioia"."cerca di essere veramente presente".

M.R. Sforzandosi di conquistare la nostra libertà esteriore e di contribuire a quella di altri, non dobbiamo negligiare di progredire sulla strada della libertà interiore, che ci permetterà di affrontare gli alti e bassi dell'esistenza, e alla fine del cammino liberarci della sofferenza e delle sue cause.

Capitolo. 1  Acrasia. 

A.J.  Acrasia, o debolezza della volontà. In altre parole non faccio il bene che voglio, e faccio il male che non voglio fare, la nostra impotenza a cambiare le cose, può portare all'alcolismo e alla tossico dipendenza, si può trovare un parallelismo con la persona che vede aprirsi davanti a sè un abisso che separa, da una parte, il suo ideale di vita, le sue convinzioni e le sue aspirazioni  e dall'altra parte comportamenti e atti; da qui la necessità di una pacificazione interna.

C.A  Acrasia designa l'incapacità di mantenete i nostri impegni e risoluzioni (quelli fattibili nelle condizioni attuali). Voglio, posso, ma non lo faccio. Siamo spesso acrasici per incapacità ad affrontare una difficoltà, o per abitudine.

M.R. Acrasia corrisponde alla terza firma di pigrizia, 1 - fare il meno possibile, 2- rinunciare prima di cominciare, 3- sapere cosa è essenziale, e fare mille cose per evitare di farlo. Cedere alle tentazioni è facile, per liberarsene è necessario un grande sforzo.

C.A. ho la sensazione che le società contemporanee, potrebbero essere qualificare acrasiogene, per le loro contraddizioni, da una parte ci mandano una serie di informazioni necessarie per stare bene e dall'altra lasciamo le aziende sommergerci di tentazioni (consumare cattivo cibo, alcol,  sesso e tabacco). Non ho mai capito come è possibile che lo Stato permetta di vendere alcool alle stazioni di benzina sulle autostrade.  Risolvere questi conflitti è difficile: da una parte devi bloccare certi atteggiamenti (mangiare meno, bere meno) e dall'altra forzarsi a sviluppare altri comportamenti ( mangiare legumi, essere benevolente, coltivare pensieri ottimisti). Meno è più - coinvolgono dei circuiti celebrali diversi. Vedi gli studi di Olivier Houdé, prof. alla Sorbona. Per evolvere la nostra capacità di giudizio e i nostri comportamenti, dobbiamo attivare certe capacità, flessibilità, logica, distacco e inibirne altre come automatismi, pregiudizi, ecc. 

A.J.  credere di poter cambiare le nostre abitudini a 180 gradi batrendo le mani è un'illusione, perché non accettare con umiltà le nostre debolezze, le nostre ferite, le nostre mancanze.

M.R. non serve a niente dare lezioni agli altri  se noi stessi non abbiamo questa libertà interiore. Non poter fare una cosa è diverso da non volere. A volte è necessario procedere con gradualità.

A.J. dovremmo liberarci, con forza e energia,  delle nostre abitudini  e condizionamenti. E' un lungo cammino, la volontà indica il cammino, ma non è il motore, non dovremmo darci degli obiettivi, ma non dovremmo volere troppo.

M.R.  le nostre motivazioni sono la barra del battello, e determinano la direzione del nostro percorso, la volontà è il vento che gonfia le vele e ci permette di arrivare al buon porto.

A.J. Quando siamo stanchi di nuotare nell'oceano dell'esistenza, è importante la presenza, l'incontro con il saggio per rianimarci, senza rimproveri.

C.A. ho spesso la sensazione che il sentimento che ci porta all'acrasia non è la mancanza di volontà ma l'intolleranza all'incertezza, alla sofferenza. Spesso quando si apprende di avere una malattia grave ci facciamo prendere da scenari negativi (non ne uscirò, ecc ). In questo caso, occorre rimanere calmi, aspettare che passi, e cercare di mantenere la direzione...

A.J. una volta una amica di Matthieu, mi ha detto "è un bordello, ma non c'è problema", e questa frase me la ripeto come un mantra. Ci sono due tipi di sofferenze: terremoti, malattie, morte, handicapp e una serie di psicodrammi costruiti dall'ego.

M.R.l'Acrasia è anche legata a una mancanza di coerenza, a una dissonanza cognitiva tra i nostri ideali, i nostri valori e i nostri comportamenti ( vedi i politici, ecc). Il Buddha ci ha indicato il cammino, ma siamo noi che dobbiamo percorrerlo. Il saggio è una specie di polo magnetico per la bussola di quelli che lo incontrano. Qualcuno afferma che non è possibile cambiare, ma le neuroplasticità ha confermato la capacità del cervello di cambiare a tutte le età, quindi possiamo sviluppare capacità umane essenziali come l'attenzione, l'equilibrio emotivo e la benevolenza in qualsiasi momento. In ogni caso senza allenamento continuo  non ci sarà nessun cambiamento. L'esperienza mostra che persone partite da uno stato di insoddisfazione sono arrivate a una grande libertà interiore, e dei saggi gioiscono di una libertà interiore irreversibile. Queste testimonianze mostrano che la trasformazione è possibile, occorre adottare un atteggiamento positivo, ho dei punti deboli,  esistono opportunità per migliorare.

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