Se una persona non riesce a cambiare se stessa, è difficile che riesca ad aiutare gli altri. Solo comprendendo le nostre sofferenze possiamo comprendere quelle degli altri e aiutarli a soffrire meno. E’ questo che gli educatori dovrebbero insegnare alla nuove generazioni con l’obiettivo di trasformare, quindi, l’ambiente scolastico in una vera “comunità” attraverso delle sessioni di condivisione.
Lascia andare ciò che non ti serve e sarai felice. Liberati di tutto ciò che è superfluo e ti causa inutili preoccupazioni: questo è uno dei primi passi verso la felicità.
Siamo chiamati a trasformare il momento presente nel “momento più meraviglioso” e possiamo
riuscirci a condizione di imparare a fermare la
nostra sciocca corsa verso il futuro e smettendo di
torturarci per il passato.
Se hai problemi con i tuoi amici e parenti, non dare la colpa a loro. Se impari a prenderti cura di loro come di una pianta, farai crescere rapporti sani.
Non dare la colpa agli altri: se hai capito e dimostri di aver capito, la situazione cambierà”.
Secondo Thich Nhat Hanh, il Buddhismo è in grado di offrirci “l’unico antidoto alla violenza, all’odio e alla rabbia” grazie alla pratica della compassione e della gentilezza amorevole, le quali “non possono nascere così per caso”, ma soltanto in seguito alla pratica del “guardare in profondità”, ovvero con la pratica denominata “dell’espansione del cuore”.
Dobbiamo ricercare la felicità non nell’ambito del consumo, bensì nell’esercizio della comprensione, della compassione e dell’armonia e imparare a vivere in modo semplice, in maniera da avere più tempo per vivere la nostra vita
quotidiana in profondità e libertà.
Il dolore può anche essere inevitabile, ma il fatto di soffrire o meno dipende da noi. Soffrire è una scelta, noi scegliamo se soffrire o meno. Nascita, vecchiaia e malattia sono naturali. È possibile non soffrire a causa loro, ma soltanto se siamo in grado di accettarle come parte della vita
Noi stiamo già morendo, noi moriamo di continuo, come ogni cosa muore e si rinnova di continuo, e, di conseguenza, non ci sono né vera nascita né vera morte. E il morire non è affatto quella cosa terribile che ci rappresentiamo. In realtà, anzi, “è molto piacevole morire: vuol dire anche vivere”.
Thay non parlava mai di morte, ma di continuazione, perché “al posto della nascita e della morte c’è soltanto una continua trasformazione”
Quando una persona ti fa soffrire è perché soffre profondamente con se stessa. Le cattiverie nei nostri confronti ci fanno male, ma quando le subiamo dovremmo sempre comprendere che solo chi soffre vuol far soffrire gli altri. L’uomo in pace con se stesso non ha alcuna intenzione di creare dolore.
La meditazione camminata (da praticare non soltanto nei parchi e in luoghi isolati, ma anche nel trambusto delle grandi città, in casa, al lavoro, ecc.) è proposta come una vera forma di “resistenza” nei confronti di un intero sistema di vita collettiva imperniato sul correre frenetico e alienante in vista di innumerevoli obiettivi fuori e lontani da noi. Come un modo per “recuperare la nostra sovranità su noi stessi, rivendicare la nostra libertà e camminare sulla Terra da persone libere".
“Respirare in piena consapevolezza è un modo miracoloso per liberarci dal rimpianto e dall’ansia, e per entrare in contatto con la vita nel momento presente. Quando seguiamo il respiro ci sentiamo subito a nostro agio, non più dominati da ansia e desideri. Nella respirazione cosciente il respiro si fa più regolare, pace e gioia sorgono, e diventano più stabili a ogni momento.
Nessun commento:
Posta un commento