Fondato nel 2016, oggi TikTok è il social network più popolare, con più
di un miliardo di utenti in tutto il mondo (in maggioranza giovani), che
diventano due miliardi se contiamo anche la versione cinese Douyin.
Solo in Francia, TikTok ha più di venti milioni di iscritti, mentre
negli Stati Uniti sono 170 milioni.
Nel 2024 la Camera dei
Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una legge plebiscitaria
(352 favorevoli e 65 contrari) che impone all'azienda cinese ByteDance
di vendere il social network TikTok, poiché in caso contrario sarà
vietato in tutto il territorio degli Stati Uniti.
Il problema da cui nasce la decisione di bloccare TikTok negli Usa è la proprietà di ByteDance, una società cinese che - come tutte le società cinesi - dovrebbe essere sottoposta alle leggi di Pechino, che prevedono di cedere i dati conservati nei propri server qualora venga richiesto. I probabili ricorsi legali che ByteDance e TikTok America porteranno avanti (come la compagnia ha già confermato), fa sì che sia decisamente prematuro parlare di blocco di TikTok negli Stati Uniti, almeno sino al 2025.
L’India, con il suo
miliardo e mezzo di abitanti, ha vietato TikTok nel 2020, due settimane dopo uno scontro tra truppe indiane e cinesi alla frontiera dove hanno perso la vita 20 soldati.
Secondo New Delhi la piattaforma rappresentava un rischio per la
sicurezza. Tik Tok è stato vietato nel Regno Unito, sulla base di preoccupazioni per la
sicurezza delle informazioni segrete statali. In Australia, è vietato l'uso da aprile 2023 da qualunque dispositivo governativo, su consiglio di
agenzie di intelligence. Dal 2022 è vietato in Nuova Zelanda e a Taiwan, e anche in Afganistan e Iran.
In
apparenza i detrattori di TikTok puntano sulla sicurezza, a cominciare
dai dati personali di 170 milioni di statunitensi che potrebbero finire
in Cina malgrado gli impegni presi dal social network. Per non parlare
della possibilità che TikTok utilizzi il suo potente algoritmo per
influenzare le scelte politiche degli americani, come già successo con
Facebook nel 2016 in occasione dell’elezione di Donald Trump. A tutto
questo alcuni aggiungono la dipendenza che TikTok provoca nei ragazzi e
nelle ragazze, che a volte trascorrono ore ipnotizzati dai video brevi
della piattaforma.
I parlamentari statunitensi avrebbero gli
stessi dubbi se TikTok non fosse cinese? Evidentemente c’è un sapore di
guerra fredda in questa caccia a TikTok, con un meccanismo che ricorda
il maccartismo. Il capo di TikTok, il singaporiano Shou Zi Chew, è stato
interrogato dal congresso americano.Quando negli Stati Uniti sono emerse le prime minacce di un divieto nei confronti del social network TikTok, un parlamentare ha esclamato: “Ci faremo detestare da un’intera generazione”.
E in Europa? Già l’anno scorso una commissione d’inchiesta composta da senatori francesi ha espresso la propria preoccupazione per la mancanza di trasparenza della piattaforma, proponendo il divieto d’installare l’app nei telefoni delle persone chiamate a intervenire in caso di crisi e raccomandando “di sospendere TikTok per i minorenni dopo sessanta minuti di utilizzo”. L'applicazione del
social network cinese Tik Tok è all'attenzione anche del governo
italiano, dopo che dalla Commissione europea e dal Consiglio dell'Ue è
arrivata la richiesta di disinstallarla a tutti i dipendenti, entro marzo 2024.
Ma torniamo alla questione principale: vietare o limitare TikTok, evitando di occuparsi degli altri social network solo perché sono statunitensi sembra poco corretto. È il modello economico di queste piattaforme che le rende pericolose, per gli adolescenti ma anche per la democrazia in generale. Dietro TikTok, insomma, si nascondono problemi che riguardano tutti i social network. Il pericolo è mondiale, non solo cinese. Comunque bisogna precisare che nel 2024, Whats App, il servizio di messaggistica istantanea, risulta bloccato in Corea del Nord, Siria e Cina.
Dall'Articolo di Pierre Haski, 28 marzo 2024
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