domenica 25 agosto 2024

TikTok non è l’unico social network che dovrebbe preoccuparci

Fondato nel 2016, oggi TikTok è il social network più popolare, con più di un miliardo di utenti in tutto il mondo (in maggioranza giovani), che diventano due miliardi se contiamo anche la versione cinese Douyin. Solo in Francia, TikTok ha più di venti milioni di iscritti, mentre negli Stati Uniti sono 170 milioni.
Nel 2024 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una legge plebiscitaria (352 favorevoli e 65 contrari) che impone all'azienda cinese ByteDance di vendere il social network TikTok, poiché in caso contrario sarà vietato in tutto il territorio degli Stati Uniti. 

Il problema da cui nasce la decisione di bloccare TikTok negli Usa è la proprietà di ByteDance, una società cinese che - come tutte le società cinesi - dovrebbe essere sottoposta alle leggi di Pechino, che prevedono di cedere i dati conservati nei propri server qualora venga richiesto. I probabili ricorsi legali che ByteDance e TikTok America porteranno avanti (come la compagnia ha già confermato), fa sì che sia decisamente prematuro parlare di blocco di TikTok negli Stati Uniti, almeno sino al 2025.

L’India, con il suo miliardo e mezzo di abitanti, ha vietato TikTok nel 2020, due settimane dopo uno scontro tra  truppe indiane e cinesi alla frontiera dove hanno perso la vita 20 soldati. Secondo New Delhi la piattaforma rappresentava un rischio per la sicurezza.  Tik Tok è stato vietato nel Regno Unito, sulla base di preoccupazioni per la sicurezza delle informazioni segrete statali. In Australia, è vietato l'uso da aprile 2023 da qualunque dispositivo governativo, su consiglio di agenzie di intelligence. Dal 2022 è vietato in Nuova Zelanda e a Taiwan, e anche in Afganistan e Iran.

In apparenza i detrattori di TikTok puntano sulla sicurezza, a cominciare dai dati personali di 170 milioni di statunitensi che potrebbero finire in Cina malgrado gli impegni presi dal social network. Per non parlare della possibilità che TikTok utilizzi il suo potente algoritmo per influenzare le scelte politiche degli americani, come già successo con Facebook nel 2016 in occasione dell’elezione di Donald Trump. A tutto questo alcuni aggiungono la dipendenza che TikTok provoca nei ragazzi e nelle ragazze, che a volte trascorrono ore ipnotizzati dai video brevi della piattaforma.

I parlamentari statunitensi avrebbero gli stessi dubbi se TikTok non fosse cinese? Evidentemente c’è un sapore di guerra fredda in questa caccia a TikTok, con un meccanismo che ricorda il maccartismo. Il capo di TikTok, il singaporiano Shou Zi Chew, è stato interrogato dal congresso americano.Quando negli Stati Uniti sono emerse le prime minacce di un divieto nei confronti del social network TikTok, un parlamentare ha esclamato: “Ci faremo detestare da un’intera generazione”.

E in Europa? Già l’anno scorso una commissione d’inchiesta composta da senatori francesi ha espresso la propria preoccupazione per la mancanza di trasparenza della piattaforma, proponendo il divieto d’installare l’app nei telefoni delle persone chiamate a intervenire in caso di crisi e raccomandando “di sospendere TikTok per i minorenni dopo sessanta minuti di utilizzo”. L'applicazione del social network cinese Tik Tok è all'attenzione anche del governo italiano, dopo che dalla Commissione europea e dal Consiglio dell'Ue è arrivata la richiesta di disinstallarla a tutti i dipendenti, entro marzo 2024.

Ma torniamo alla questione principale: vietare o limitare TikTok, evitando di occuparsi degli altri social network solo perché sono statunitensi sembra poco corretto. È il modello economico di queste piattaforme che le rende pericolose, per gli adolescenti ma anche per la democrazia in generale. Dietro TikTok, insomma, si nascondono problemi che riguardano tutti i social network. Il pericolo è mondiale, non solo cinese.  Comunque bisogna precisare che nel 2024, Whats App, il servizio di messaggistica istantanea, risulta bloccato in Corea del Nord, Siria e Cina.

Dall'Articolo di Pierre Haski, 28 marzo 2024

Nessun commento:

Posta un commento

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...