Tiziano Terzani dopo la tragedia dell'11 settembre 2001 (la distruzione delle torri gemelle a New York) scrive il libro Lettere contro la guerra, diventando, dopo trentanni di corrisponente di guerra, corrispondente di pace. In queste lettere asserisce che la guerra va condannata, ma va anche compresa. Se vogliamo capire il mondo in cui siamo, lo dobbiamo vedere nel suo insieme e non solo dal nostro punto di vista occidentale. Il che in pratica voleva dire che non si poteva guardare quel bombardamento sull'America senza guardare tutti i bombardamenti fatti dall'America nei Paesi islamici. E una volta capito questo, occorre una profonda azione su noi stessi, un cambiamento, una rivoluzione. L'unica reazione sensata alla tragedia dell'11 settembre sarebbe dovuta essere la pace.
Sarebbe sensato esaminare queste tragedie da una prospettiva diametralmente opposta a quella dei media occidentali, una prospettiva di pace e di un mondo culturale più ampio. I media occidentali portano avanti una guerra di civiltà che difenda i valori occidentali da una non-cultura, quella islamica, che meriterebbe solo disprezzo. Terzani scrive una serie di lettere, da varie parti del mondo, che raccolgono le voci dell'Altro. Bisogna contrapporre alla vendetta l'ascolto, alla distruzione la conoscenza, alla rabbia la comprensione, all'orgoglio il riconoscimento delle colpe occidentali.
Il ruolo dell'intellettuale, soprattutto oggi, dovrebbe essere quello di essere un granello di sabbia nelle ruote del potere, e riportando le parole di Edward Said "creare dei campi di comprensione, invece che campi di battaglia". Forse può sembrare utopico, ma purtroppo oggi la maggior parte degli intellettuali occidentali non "intelligono" non capiscono o fanno finta di non capire. Chi dovrebbe vedere, è cieco, e parla non contro il potere, ma assecondandolo nel suo desiderio di vendetta e nelle sue folli rappresaglie.
Le due tragedie attuali, la guerra in Ucraina e la guerra in Palestina, dovrebbero essere viste nella prospettiva più ampia proposta da Terzani. L'invasione dell'Ucraina 24 febbraio 2022 andava non solo condannata, ma pure spiegata, magari guardando l'oggettivo imperialismo della NATO e il suo sviluppo fino ai confini della Russia o l'invasione di vari Stati da parte degli americani. L'eccidio di Hamas del 7 ottobre 2023 andava non solo condannato, ma anche spiegato, magari guardando la risoluzione 181 dell'ONU del 1947 sulla creazione dei due Stati mai attuata, o la segregazione violenta del popolo palestinese.
Chi prova a guardare gli eventi in una prospettiva di pace e più ampia, viene purtroppo visto come filo Putiniano o antisemita. Anche lo stesso Papa Francesco è stato sottoposto a un linciaggio mediatico, con commenti duri e sprezzanti quando ha provato a lanciare proposte di pace. Il vincitore del Nobel per la letteratura Romain Rolland, alla vigilia della Grande Guerra denuncava che "i latrati di odio dei giornali fanno orrore e pietà. Che opera credono di compiere? Vogliono punire dei delitti , e sono, essi stessi dei delitti: perchè le parole omicidie sono la semente degli omicidi". Per questo fu trattato da traditore della pace e dell'Occidente.
La nostra cecità ci porta a legittimizzare la supremazia occidentale sull'umanità. Dopo la seconda guerra mondiale l'Occidente è il custode dell'ordine internazionale, e chiunque minacci gli interessi dell'Occidente è un nemico, è un cattivo, è il Male. La retorica è sempre la stessa; Quando i nostri affari occidentali ( che sono associati alla nostra civiltà) sono in pericolo, dobbiamo reagire con la guerra, militarizzare le nostre società, produrre nuove armi, spendere più soldi per la difesa. E allora trasformiamo questa guerra, con in gioco interessi economici immensi, in uno scontro tra civiltà.
In questi periodi così oscuri, dovrebbe emergere quel "pensiero critico" incluso tra i valori occidentali e proporre quindi di difendere questi valori, non con le armi, ma rinegoziandoli, cambiarli, aprirli a una visione multilaterale. Dovremmo forse cominciare ad opporci a chi appoggia e sostiene la politica di un mondo monopolare dominato dall'Occidente. "Questo mostro a cento teste si chiama imperialismo, un orgoglio e una volontà di dominio che vuole assorbire, sottomettere o distruggere tutto, che non tollera alcuna libera grandezza al di fuori di sè stesso" - Romain Rolland.
Rabindranath Tagore il grande poeta indiano giudicava la civiltà occidentale in questo modo: "essa consuma i popoli che invade; stermina e annienta le stirpi che ostacolano la sua marcia di conquista. Una civiltà di cannibali. Opprime i deboli e si arrichisce a loro spese. Col pretesto del patriottismo essa tradisce la parola data, tende senza vergogna i suoi tranelli di menzogne, erige idoli mostruosi nei templi dedicati al Guadagno, il dio ch'essa adotta. Ebbene noi profetizziamo che tutto ciò non durerà per sempre".
Terzani ci dice che la radice della guerra è la stessa del violento dominio maschile sulle donne e della devastazione dell'ambiente. l'istinto di possesso e di comando. Citando Gandhi, egli torna a ripeterci: "finchè l'uomo non si metterà di sua volontà all'ultimo posto fra le altre creature sulla terra, non ci sarà per lui alcuna salvezza".
Sintesi dell'Introduzione di Tomaso Montanari al libro di Tiziano Terzani Lettere contro la guerra. Tomaso Montanari è uno storico dell'arte e saggista italiano, rettore dell'Università per stranieri di Siena dal 2021. E' il presidente dell’associazione di cultura politica Libertà e Giustizia. Ha dedicato un piccolo libro all’impegno civile degli intellettuali: Cassandra muta.
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