sabato 13 settembre 2025

Plaidoyer por les animaux - Matthieu Ricard

Il testo di Matthieu Ricard  Plaidoyer pour les animaux, tradotto in italiano Sei un animale, presenta la storia, le riflessioni e le implicazioni del nostro rapporto con gli animali.      

Nel corso della storia, il rapporto tra gli esseri umani e gli animali è stato oggetto di profonde trasformazioni, passando da un'antropocentrica superiorità a un crescente riconoscimento della loro soggettività e capacità di soffrire. Il presente saggio si propone di ripercorrere, attraverso un’analisi storica, filosofica, scientifica e giuridica, le tappe fondamentali che hanno condotto all’attuale riflessione sul diritto degli animali, sottolineando le contraddizioni etiche, i meccanismi di negazione sociale e l’urgenza di un cambiamento sistemico.    

L’evoluzione del pensiero occidentale ha spesso subordinato gli animali a uno status di inferiorità, legittimando così il loro sfruttamento. Come evidenziato da Matthieu Ricard, nelle sue riflessioni filosofiche e morali, tale visione ha radici tanto nella religione quanto nella filosofia moderna. La concezione cartesiana degli animali-macchine, privi di coscienza, ha segnato profondamente il pensiero occidentale, contrapponendosi a visioni più compassionevoli come quella di Pitagora e Ovidio, che rispettivamente praticavano il vegetarianismo e consideravano la carne un alimento decadente.

Nel contesto religioso, la tradizione ebraica pone particolare attenzione al trattamento degli animali: nella Torah si legge il divieto di infliggere dolore a qualsiasi essere vivente, e nel Talmud si afferma l’importanza del trattamento umano degli animali. Anche il cristianesimo, attraverso figure come San Francesco d’Assisi e, più recentemente, Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco, hanno espresso messaggi di rispetto verso tutte le creature viventi.

Le tradizioni orientali, come il buddhismo, il jainismo e l’induismo, hanno da sempre valorizzato la nonviolenza (ahimsa) e la compassione verso ogni forma di vita. Gandhi ha rappresentato uno dei principali promotori moderni di questa sensibilità, che si riflette in una popolazione indiana per il 35% vegetariana. In Bhutan, la caccia e la pesca sono vietate per legge.

Le basi scientifiche ed etiche del cambiamento.  A partire dal XVIII secolo, numerosi intellettuali iniziarono a mettere in discussione la moralità dello sfruttamento animale. Figure come Jean Meslier, Thomas Tryon, Isaac Newton, Arthur Schopenhauer e Percy Shelley denunciarono apertamente la crudeltà verso gli animali, spesso connessa a quella esercitata sugli esseri umani. Upton Sinclair e Ruth Harrison, nei loro scritti del XX secolo, denunciarono le condizioni aberranti degli allevamenti industriali.

La svolta scientifica giunse grazie a studiosi come Jane Goodall e Frans de Waal, che dimostrarono l’esistenza di emozioni complesse e forme di empatia negli animali. Nel 2021, la Dichiarazione di Cambridge ha sancito che gli animali posseggono substrati neurologici della coscienza simili a quelli umani.

Nonostante le conoscenze scientifiche e le evidenze etiche, la società continua a ignorare sistematicamente la sofferenza animale. Melanie Joy, nel suo saggio Why We Love Dogs, Eat Pigs, and Wear Cows, descrive il concetto di "carnismo", ovvero l'insieme di credenze invisibili che giustificano il consumo di carne. I meccanismi psicologici alla base includono la dissonanza cognitiva, la desensibilizzazione e l’occultamento mediatico. I documentari come Earthlings, Food Inc. e LoveMEATender, raramente trovano spazio nella programmazione televisiva, mentre la pubblicità promuove una narrazione rassicurante sull’allevamento umano degli animali.

Le conseguenze ambientali, sanitarie e sociali. L’allevamento intensivo non solo infligge sofferenze indicibili agli animali, ma ha anche impatti devastanti sul piano ecologico, sanitario e sociale. Ogni anno vengono macellati 60 miliardi di animali terrestri e 1.000 miliardi di animali marini. Il 60% delle terre agricole e il 45% delle risorse di acqua dolce globali sono impiegate per produrre alimenti destinati al bestiame. Secondo l’istituto EPIC, il consumo di carne rossa è associato a un incremento del 35% del rischio di tumore al colon.

L’antibiotico-resistenza rappresenta una delle minacce sanitarie più gravi: l’80% degli antibiotici negli Stati Uniti è somministrato ad animali da allevamento. Inoltre, lo spreco di cereali per nutrire il bestiame aggrava la fame nel mondo: un ettaro di terra può sfamare 50 persone vegane o solo 2 carnivore.

Dietro le quinte dell’industria della carne si cela una realtà brutale. Gli animali sono spesso sottoposti a mutilazioni, vivono in condizioni igieniche precarie e, in molti casi, vengono macellati ancora coscienti. Le etichette "biologiche" non garantiscono una vita dignitosa: nella maggior parte dei casi, indicano semplicemente un’alimentazione diversa, ma non la possibilità di accedere all’aperto o di evitare la sofferenza.   Un’indagine finanziata dal Ministero dell’Agricoltura francese ha rilevato che solo il 14% della popolazione considera inaccettabile allevare animali per mangiarli, ma il 65% non sarebbe in grado di assistere alla loro uccisione. Come affermava Elie Wiesel, "il silenzio favorisce il carnefice, mai la vittima".

Il concetto di "specismo", introdotto da Richard Ryder, evidenzia la discriminazione morale tra le specie. Esso è paragonabile, secondo alcuni studiosi, a forme di oppressione come il razzismo o il sessismo. La genetica ha ormai dimostrato che lo scimpanzé condivide con l’uomo il 98,7% del patrimonio genetico, e diversi studi hanno mostrato comportamenti empatici e cognitivi complessi anche in specie ritenute "inferiori".   David Chauvet sottolinea che non dovremmo esigere da un essere vivente la capacità di raziocinio per riconoscerne il diritto alla vita. Il riconoscimento delle emozioni negli animali deve comportare l’assunzione di una responsabilità morale nei loro confronti.

Non meno gravi sono le forme di intrattenimento che prevedono l’uso di animali: circhi, zoo, corrida, pesca sportiva, traffico illecito di fauna. Tali attività non solo causano sofferenze gratuite, ma alimentano un’industria illegale e spesso criminale, con gravi ricadute su biodiversità, ecosistemi e legalità internazionale.

A livello legislativo, si stanno compiendo progressi. In Francia, dal 2014, il Codice Civile riconosce gli animali come "esseri senzienti". Tuttavia, la strada verso una reale protezione giuridica è ancora lunga. Si auspica una democrazia interspecifica, che includa nel patto sociale anche i diritti degli esseri non umani.   Il concetto di "zoocidio", proposto come analogo al genocidio, mira a sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulle uccisioni di massa sistematiche e sulla necessità di una Convenzione internazionale che riconosca questo crimine contro il vivente.

L’utilizzo di animali nei laboratori pone dilemmi morali irrisolti. Da un lato, l’utilitarismo giustifica il sacrificio di pochi per il bene di molti; dall’altro, l’etica deontologica rifiuta ogni forma di strumentalizzazione dell’essere senziente. Inoltre, la validità scientifica dell’estrapolazione da animale a uomo è sempre più contestata, e numerosi metodi alternativi — modelli digitali, colture in vitro, organoidi — sono oggi disponibili.

Molte giustificazioni ricorrenti — tradizione, salute, ordine naturale — sono prive di fondamento scientifico. La nutrizione vegetariana è del tutto compatibile con uno stile di vita sano e completo: proteine si trovano in legumi, vitamina B12 in uova e latticini, calcio in verdure a foglia verde. Atleti di alto livello come Carl Lewis, Novak Đoković e Martina Navratilova dimostrano che il vegetarianismo è compatibile anche con prestazioni sportive di eccellenza.

Il nostro tempo è chiamato a una profonda riflessione morale. Non si tratta solo di difendere gli animali, ma di difendere la nostra stessa umanità, la coerenza dei nostri valori e la sostenibilità del nostro futuro. Come affermava Claude Lévi-Strauss, "arriverà il giorno in cui ci stupiremo dell’orrore nel vedere le carcasse degli animali esposte nei negozi". Quel giorno sarà forse l’alba di una nuova etica: quella della compassione universale.

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