La Fondazione Maitreya è un punto di riferimento in Italia per lo studio, la diffusione e la riflessione sulla cultura buddhista nelle sue molteplici forme. Fondata nel 1984 da Vincenzo Piga (1923-1998), pioniere del buddhismo in Italia e promotore dell’Unione Buddhista Italiana, la Fondazione si distingue per il suo approccio laico, interdisciplinare e non settario. La presidente attuale, Maria Angela Falà, prosegue con rigore e sensibilità questo percorso, guidando l’istituto in un dialogo costante tra oriente e occidente, tradizione e contemporaneità. Con sedi a Roma, Milano, Napoli e Livorno e un centro residenziale di ritiri e seminari in Sabina (Mompeo – Ri) la Fondazione promuove iniziative culturali, editoriali e formative, che vanno dallo studio dei testi canonici alle pratiche di meditazione e seminari esperienziali, dagli incontri pubblici alle rassegne cinematografiche. In particolare, si impegna a presentare il buddhismo non come dottrina religiosa in senso stretto, ma come disciplina etica, filosofia di vita e visione dell’esistenza capace di rispondere alle sfide del presente.
Tra gli ambiti centrali di attività vi è la divulgazione del pensiero buddhista nelle sue diverse scuole – Theravāda, Mahāyāna, Vajrayāna – e la promozione di un dialogo interreligioso aperto e profondo. E’ uno dei centri fondatori dell’Unione Buddhista Italiana e dal 1987 è associata all’European Buddhist Union. Collabora attivamente con istituzioni, università e centri di ricerca, sia italiani che internazionali.
Negli ultimi anni, la Fondazione ha dato impulso a progetti innovativi che uniscono la spiritualità alla creatività contemporanea, come la rassegna “Incontri con il Cinema Buddhista”, che utilizza il linguaggio cinematografico per esplorare i temi della consapevolezza, della sofferenza, della compassione e del risveglio. Iniziative come questa confermano l’impegno della Fondazione a rendere attuali e accessibili i principi del buddhismo, offrendo strumenti di riflessione e trasformazione individuale e collettiva. La Fondazione Maitreya si propone oggi come un luogo di ascolto, studio e pratica, capace di coltivare semi di pace interiore e responsabilità condivisa, in un tempo in cui il bisogno di senso e connessione è più urgente che mai.
Fondazione Maitreya, Roma, Via Clementina 7, 00184, roma@maitreya.it , +39 333.2328096 www.asiaticafilmfestival.it info@maitreya.it
la Fondazione Maitreya propone, nella quarta edizione, 15 opere – tra lungometraggi, mediometraggi e corti – provenienti da
Bhutan, Cina, Corea del Sud, Giappone, Nepal, Polonia, Svizzera, USA e
India che presentano il buddismo come religione, disciplina, filosofia, teologia, mitologia, tradizione pittorica e letteraria tra documentari, fiction e corti selezionati. La rassegna ideata da Maria Angela Falà, presidente della Fondazione Maitreya, con la direzione artistica di Italo Spinelli. Dal 2021, la rassegna ha presentato oltre cinquanta film da tutto il mondo.
In un mondo attraversato da conflitti, fratture sociali e crisi ambientali, la rassegna apre uno spazio di riflessione su cosa significhi vivere con consapevolezza oggi. Il cinema è lo strumento ideale per restituire l’attualità di temi spirituali e sociali che parlano al cuore dell’essere umano: «Il buddhismo ci invita a ripensare la relazione come arte di vivere, e i film selezionati ne sono una testimonianza intensa». Incontri con il Cinema Buddhista 2025 si conferma dunque come un appuntamento imprescindibile per chi desidera scoprire come il buddhismo possa ancora illuminare il nostro tempo attraverso lo sguardo del cinema. Le opere presentate sono:
- Loving Karma di Johnny Burke e Andrew Hinton, è dedicato al lama Lobsang Phuntsok e al suo rifugio per bambini svantaggiati nell’Himalaya. India 2025
- Agent of Happiness (Bhutan), viaggio tra gli “agenti della felicità” che misurano il benessere dei cittadini al di là del PIL. Regista: Arun Battahari, Dorottya Zurbó Paese: Buthan, Ungheria Anno: 2024
- Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera, Regista: Kim Ki-duk Paese: Corea del sud Anno: 2003.
- My Lens, My Land, girato nelle praterie dell’Amdo tibetano. Regista: Ke Chen Paese: USA Anno: 2024
- The Dalai Lama’s Gift, che ripropone immagini storiche dell’iniziazione al Kalachakra nel Wisconsin del 1980. Regista: Ed Bastian Paese: USA Anno: 2024
- Cracked Goddess, Regista: Colin Still Paese: USA Anno: 2006
- What Were They Like, Regista: Colin Still Paese: USA Anno: 2003
- No More to Say and Nothing to Weep For, omaggio ad Allen Ginsberg e alla sua connessione con il buddhismo zen. Regista: Colin Still Paese: USA Anno: 1997
- Father Death, Regista: Colin Still Paese: USA Anno: 1997
- Hema Hema: Sing Me a Song While I Wait di Khyentse Norbu, opera visionaria tra identità, desiderio e maschere rituali. Paese: Buthan, Hong Kong Anno: 2016
- Seeking di Yang Yuan, intreccia il percorso di una giovane tibetana con la memoria del padre devoto al buddhismo. Giappone 2025
- Dancing with the Dead, dedicato al poeta e traduttore Bill Porter, Red Pine and the Art of Translation, Regista: Ward Serrill , Paese: USA Anno: 2023
- Wisdom of Happiness, conversazione intima con il Dalai Lama sul senso autentico della felicità. Regista: Philip Delaquis e Barbara Miller Paese: Svizzera USA Anno: 2024
- Sapana | Himalayan Trek to Dreams di Cezary Adamski, un reportage documentario di una straordinaria spedizione, Paese: Nepal, Polonia Anno: 2025
- Mola: A Tibetan Tale of Love and Loss, toccante storia di una monaca centenaria costretta all’esilio. Regista: Martin Brauen, Yangzom Brauen Paese: USA, Svizzera Anno: 2024
2024
- Myanmar Diaries, Myanmar Collective (70′)
- Snow Leopard, Pema Tseden (109′)
- Song of Souls, Sai Naw Kham (72′)
- Angry Buddha, Stefan Ludwig (98′)
- Carving the Divine, Yujiro Seki (99′)
- I am the river the river is me, Petr Lom (88′)
- Pig at the Crossing, Khyentse Norbu (122′)
- Samsara, Lois Patiño (113′)
- Samsara, Pan Nalin (138′)
- Il Cielo è mio, Ayoub Naseri (65′)
- Song of Souls, Sai Naw Kham (72′)
- The Altar, Moe Myat May Zarchi (10′)
2023
- ”Karmalink” di Jake Watchel Cambogia 2021
- Alms di Edward Burger Cina 2010, 26’ In un remoto monastero buddista, tra le montagne della Cina meridionale, il capo cuoco della comunità spiega quali siano le abitudini alimentari dei monaci, la coltivazione tradizionale e il senso dell’offerta rituale tra i monaci di clausura che si dedicano alla pratica della meditazione.
- "Dark Red Forest” di Jin Huaquing, Cina 2021, 85’, Nel Monastero di Yarchen, tra le montagne tibetane, si riunisce ogni anno un gruppo di monache. Intabarrate in minuscoli baracchini, trascorrono i cento giorni più freddi dell’anno meditando su questioni di vita o di morte, di sofferenza e guarigione, di karma e conseguenze.
- "The Silent Echo” corto di Suman Sen Nepal 2021 , 15’ Quattro bambini nepalesi e la loro gioiosa band, nelle remote montagne del Mustang, trascorrono le giornate all’interno di un autobus abbandonato, cantando e facendo musica. Che accade quando scendono a vall?
- "Golden Kingdom" del regista Brian Perkins Birmania 2015, 104’ Quattro orfani, monaci novizi, vivono in un monastero buddista in una zona remota del Myanmar. Quando il loro maestro parte per un lungo viaggio, i ragazzi si ritrovano a vivere da soli nel mezzo della foresta, fronteggiando strani e a volte magici eventi.
- “The Mountain Path” di Edward Burger Cina 2021, 96’ Il regista riporta il proprio viaggio e la propria esperienza tra le montagne della Cina, alla ricerca di un eremita buddista che possa fargli da Maestro.
- “Walker”,di Tsai Ming Liang Hong Kong 2012, 25’, Un monaco buddista cammina a capo chino e rasato tra le strade di Hong Kong, avviando un atto performativo e meditativo in netta contrapposizione con la vita frenetica che gli scorre intorno contrappunto ipnotico alla frenesia metropolitamana.
- "L’arpa Birmana” di Kon Ichikawa Giappone 1956 , 116’ Una pattuglia di soldati giapponesi, nella Birmania del 1945, si ritira nella giungla per tentare di raggiungere il confine thailandese. Il giovane Mizushima, sconvolto dagli orrori della guerra, si ritrova a prendere delle scelte che cambiano il corso della sua esistenza.
- “Tukdam: between worlds” di Donagh Coleman Finlandia 2022, 91’ In quello che i tibetani chiamano “Tukdam”, i meditatori deceduti non mostrano segni di morte per giorni o settimane. Sebbene siano morti secondo i nostri standard biomedici, spesso rimangono seduti in meditazione, senza cambiamenti fisici e senza decomporsi per giorni. Il fenomeno è documentato in una prospettiva
- “Yomigaeru”di Alessandro Trapani Italia 2021 , 65’ Testimonianza in presa diretta di un viaggio di un musicista jazz , Giuseppe Bassi, che dall’Ilva di Taranto va a Fukushima, colpita dallo tsunami e dal disastro della centrale nucleare. ***
- “Buddha in Africa” di Nichole Shafer, Sudafrica – Svezia 2019, 90’ In un orfanotrofio buddista in Africa, Enock Alu, adolescente malawiano, è diviso tra le proprie radici e l’autoritaria educazione cinese imposta nell’orfanotrofio. Enock, all’ultimo anno di scuola, deve prendere decisioni difficili sul suo futuro.
- "The Velvet Qeen” di Marie Amiguet, Vincent Munier Francia 2021Durata: 92’ Ancora più in alto sugli altopiani inesplorati tibetani, tra cielo e terra, un fotografo e un romanziere, si confrontano in una maestosa esplorazione. Vincent Munier, uno dei fotografi più famosi al mondo, accompagna lo scrittore Sylvain Tesson; entrambi sono alla ricerca della regina di questi luoghi: il leopardo delle nevi,
- “Angulimala” di Sutape Tannirut Thailandia 2003 Durata: 95’ Angulimala, figura mitica del buddhismo Theravāda, nasce in India in una nobile famiglia. Dopo aver attirato le ire del proprio Maestro a causa di alcune calunnie, per punizione gli viene ordinato di uccidere con le sue mani mille persone liberandole dalle loro sofferenze.
- "Walk with me", un documentario del 2017 diretto da Marc Francis e Max Pugh, che segue la vita di una comunità di monaci e monache buddisti Zen che seguono l'insegnamento di Thich Nhat Hanh, concentrandosi sull'arte della Mindfulness.
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