mercoledì 19 novembre 2025

Introduzione al Blog

 Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono circa 950 articoli, la maggioranza dei quali verte su yoga, meditazione, buddhismo, filosofie orientali.      

Gli articoli sono essenzialmente riassunti di libri che ho letto su questi argomenti e che mi hanno particolarmente colpito.  Per ricercare un soggetto specifico si può usare la finestrina a destra, oppure si possono usare le categorie (etichette) che si trovano sulla destra. Sul Blog sono riportati anche i libri che ho scritto sullo yoga e la meditazione e la gallery di alcuni miei viaggi.                                              

       Buona lettura   


Lo Zen: una via di meditazione e risveglio

Il Buddhismo Zen è una delle principali correnti del Buddhismo Mahāyāna. Nasce in Cina, dove viene chiamato Chan, e da lì si diffonde in Giappone, Corea e Vietnam, assumendo i nomi di Zen, Seon e Thien. La parola “Zen” è la traslitterazione giapponese del cinese Chan, che a sua volta deriva dal sanscrito Dhyāna, ovvero “meditazione”. Non a caso, l’intera tradizione Zen pone al centro proprio l’esperienza meditativa: la pratica del zazen, l’esperienza diretta dell’illuminazione (satori) e la trasmissione “da mente a mente”, un insegnamento che va oltre il linguaggio e oltre lo studio dei testi.   

Uno degli slogan più noti della tradizione Zen sintetizza bene questo approccio: si parla infatti di “una trasmissione al di fuori delle scritture, non fondata sulle parole e sulle lettere, che punta direttamente al cuore dell’uomo, per vedere la propria natura e diventare Buddha”.


Origini e sviluppo in Asia. La storia dello Zen comincia in Cina, dove la tradizione Chan viene attribuita, in modo leggendario, al monaco indiano Bodhidharma, vissuto tra il V e il VI secolo. In Cina, il Chan si integra profondamente con il taoismo, dando vita a un Buddhismo improntato alla semplicità, alla spontaneità e all’esperienza diretta. Nel tempo si formano diverse scuole, tra cui la Caodong, da cui deriverà lo Sōtō Zen giapponese, e la Linji, che darà origine alla scuola Rinzai.

Lo Zen arriva in Giappone tra il XII e il XIII secolo. Qui si sviluppano due grandi tradizioni: il Zen Sōtō , fondato da Dōgen Zenji, e lo Zen Rinzai, introdotto da Eisai e in seguito riformato in profondità dal maestro Hakuin Ekaku. Accanto a queste figure, nella storia più recente dello Zen internazionale si riconoscono anche maestri come Thich Nhat Hanh, appartenente alla scuola Rinzai della tradizione vietnamita.

Testi e insegnamenti.  
Sebbene lo Zen enfatizzi la pratica più dello studio dottrinale, possiede comunque una ricca tradizione di testi, soprattutto raccolte di discorsi, dialoghi e koan—enigmi o paradossi spirituali utili a disinnescare la logica ordinaria.  Tra le opere cinesi più importanti troviamo il Sutra della piattaforma attribuito al sesto patriarca Huineng, i Dialoghi di Linji, il Mumonkan (o “La porta senza porta”) e lo Shōyōroku, una raccolta di casi illuminanti. La tradizione giapponese ha dato a sua volta testi fondamentali come lo Shōbōgenzō di Dōgen, il Zazengi con le istruzioni per la meditazione seduta, e I discorsi di Hakuin.

Maestri e figure di riferimento. 
La genealogia Zen è popolata da figure che hanno segnato profondamente questa via spirituale. Bodhidharma è ricordato come il padre del Chan, un maestro rigoroso e silenzioso. Huineng, vissuto nel VII secolo, è il grande innovatore dell’idea che l’illuminazione sia immediata e che la natura di Buddha sia già presente in ogni persona. In Giappone, Dōgen Zenji fonda la scuola Sōtō e sviluppa la pratica dello shikantaza, il “solo sedersi”, insegnando che pratica e illuminazione coincidono. Eisai introduce il Chan in Giappone, mentre Hakuin, secoli dopo, rinnova profondamente la scuola Rinzai e rende sistematico l’uso dei koan.

Pratiche fondamentali dello Zen.  Al cuore dello Zen troviamo lo zazen, la meditazione seduta. Questa può assumere la forma dello shikantaza, tipico della scuola Sōtō, in cui ci si siede senza oggetto di meditazione, semplicemente presenti a ciò che accade; oppure la forma del lavoro sui koan, più diffusa nella tradizione Rinzai, che utilizza paradossi come “Qual è il suono di una sola mano che applaude?” per spingere la mente oltre ogni logica discorsiva. Un’altra pratica importante sono i sesshin, intensivi di meditazione di diversi giorni che includono zazen, lavoro quotidiano (samu), pasti rituali, silenzio e incontri con il maestro. L’obiettivo non è accumulare concetti, ma aprirsi a un’esperienza di chiarezza immediata.

Il cuore dell’esperienza: il Satori.  Il satori rappresenta un lampo di intuizione, un risveglio improvviso alla realtà così com’è. Non è considerato l’illuminazione definitiva, ma un primo passo decisivo. Lo Zen insiste sul fatto che non si debba cercare un traguardo lontano: la pratica stessa, qui e ora, è già la via del risveglio.

La vita e l’estetica Zen. La vita Zen tradizionale è semplice e disciplinata, fondata sul lavoro manuale vissuto come meditazione e sull'armonia dei gesti quotidiani. Da questa dimensione contemplativa nascono numerose arti: la calligrafia, la poesia haiku, i giardini Zen, la cerimonia del tè e perfino alcune arti marziali, che incorporano principi di presenza e non-dualità.

Lo Zen nel mondo contemporaneo.  Dal XX secolo lo Zen si è diffuso in tutta Europa e Nord America. Molti praticanti occidentali lo vivono anche in versione laica, come forma di consapevolezza e meditazione. Tra i maestri che hanno portato lo Zen in Occidente ricordiamo Shunryu Suzuki, Philip Kapleau e Thich Nhat Hanh.

I simboli nello Zen.  I simboli zen più comuni includono l'Enso, un cerchio disegnato a mano che rappresenta l'illuminazione, la forza e l'universo, e la svastica (卍), che nel buddismo Zen simboleggia il "sigillo della mente-cuore del Buddha". Un altro simbolo importante è Mu (無), che significa "nulla" o "non-esistenza" e rappresenta l'opposto dell'esistenza (有).  L' Enso (円相)  viene disegnato con un unico gesto e la sua imperfezione riflette l'equilibrio tra controllo e mancanza di esso. 
È un simbolo sacro nella calligrafia giapponese (Shodo) e spesso usato dai maestri zen come firma, rivelando lo stato d'animo al momento della creazione. 

Per chi desidera avvicinarsi allo Zen, alcuni testi accessibili e profondi sono:

  •  Zen, mente di principiante di Shunryu Suzuki, 
  • I tre pilastri dello Zen di Kapleau  
  • Opere di commento come Il Libro del Nulla di Osho. 
  • Letture più filosofiche, come Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Pirsig, offrono spunti ispirati alla visione Zen.

 

La spiritualità in Giappone

I Giapponesi sono essenzialmente laici, ma tutti sono coinvolti in riti shintoisti come battesimi e matrimoni, e essere shintoista è considerato sinonimo di essere giapponese. I funerali, di solito, vengono celebrati con riti buddhisti. In Giappone è comunque difficile trovare un vero monaco durante le ore turistiche, poiché molti templi sono stati trasformati in luoghi da visitare.      
 

In Giappone convivono lo shintoismo, il buddhismo e il confucianesimo. La maggior parte delle persone aderisce a una combinazione di shintoismo e buddhismo, ma le statistiche sulle identità religiose sono complesse perché molti praticano entrambe le religioni. Secondo dati del 2021, lo shintoismo è praticato dal 48,1% e il buddhismo dal 46,5% dei credenti. Il confucianesimo non è considerato una religione separata in Giappone, ma piuttosto un sistema etico che ha influenzato profondamente la cultura e le credenze locali, sebbene non esistano statistiche specifiche sulla sua adesione.

Lo shintoismo, letteralmente “la via degli dei”, ha origine da una religione animista che adorava i kami, divinità che un tempo si riteneva albergassero in tutte le cose. Nelle cerimonie shintoiste il sacerdote agita dei rami nei quattro punti cardinali per scacciare i cattivi spiriti, coadiuvato dalle miko, le ragazze del santuario. Storicamente, le miko svolgevano un ruolo spirituale importante come intermediarie; anche se oggi tale ruolo è spesso visto come un lavoro part-time, esse sono ancora una parte integrante della tradizione shintoista.   

L’influenza cinese portò lo shintoismo verso il culto degli antenati. Tutti, e in particolare l’imperatore, sarebbero diventati kami, cioè divinità. I primi buddhisti sostenevano che i kami fossero reincarnazioni dei loro Buddha. Ciò portò a una forma di sincretismo. I santuari si caratterizzano per il portale d’ingresso (torii), solitamente di colore rosso e bianco (maschile e femminile), e per i due cani-leone (komainu) capaci di allontanare il maligno. Alcuni santuari contengono statue di animali e tavolette votive (ema).
Non esistono “scuole” shintoiste nel senso dottrinale del termine, ma l’organizzazione principale che raggruppa la maggior parte dei santuari e gestisce l’istruzione religiosa è il Jinja Honchō (Associazione delle Chiese Shintoiste del Giappone). Il Jinja Honchō amministra migliaia di templi in tutto il Paese e circa un centinaio di scuole.
Nello shintoismo la purificazione con l’acqua è fondamentale per rimuovere impurità, peccati e sfortuna prima di interagire con il sacro. I rituali principali sono il Misogi, l’abluzione completa del corpo per purificarsi da contaminazioni spirituali e fisiche (si ispira al mito di Izanagi, che si purificò in mare dopo essere stato nella terra dei morti), praticato sotto una cascata, in un fiume o in un lago, specialmente se considerato sacro; e il Temizu, una purificazione fisica e simbolica più breve delle mani e della bocca, eseguita prima di entrare in un santuario presso una fontana apposita (chiamata chōzuya o temizuya).

Una statua di un drago si trova spesso all’interno o accanto al temizuya, poiché i draghi sono associati alle divinità dell’acqua (Ryūjin). Il rituale prevede di prendere un mestolo d'acqua con la mano destra, sciacquare la sinistra; poi sciacquare la mano destra versando l’acqua nella mano sinistra; quindi raccogliere un po’ d’acqua per sciacquarsi la bocca (senza toccare il mestolo con le labbra) e sputarla a terra, lontano dalla fontana; infine sciacquare il mestolo e riporlo.
Le tavolette votive shintoiste, chiamate ema, sono tavolette di legno su cui i fedeli scrivono desideri o preghiere per poi appenderle in appositi spazi all’interno dei santuari. Le tavolette raffigurano spesso immagini simboliche o legate al santuario. In origine erano sostituite da cavalli veri, da cui deriva il nome (“cavallo disegnato”). Periodicamente i santuari bruciano le ema accumulate in un rito che simboleggia l’invio dei desideri ai kami.

In Giappone è presente anche il confucianesimo, un sistema di pensiero fondamentale che ha influenzato profondamente le riforme statali e l’etica sociale fin dal VI secolo, soprattutto durante il periodo Edo (1603–1867). Sebbene non sia una religione nel senso tradizionale, ha fornito principi etici e politici basati sul ruolo dell’individuo e sulla virtù. I giapponesi possono abbracciare i principi confuciani senza contraddizioni, pur professando altre religioni. Nonostante il confucianesimo abbia perso importanza, alcuni suoi valori sono ancora presenti nella società, e alcuni templi confuciani rimangono attivi. I più importanti sono lo Yushima Seidō a Tokyo e il Taku Seibyō (il più antico esistente); altri siti che conservano questo retaggio includono il Kōshibyō di Nagasaki.

Il buddhismo giapponese è una tradizione spirituale ricca e complessa, profondamente radicata nella cultura del Paese. Arrivato dalla Cina e dalla Corea nel VI secolo come religione di corte, si mescolò poi allo shintoismo e si sviluppò in molte scuole distinte. Le principali correnti comprendono la Tendai (IX secolo), la Shingon (IX secolo), la Terra Pura (XI secolo), lo Zen (XII–XIII secolo, con le scuole Sōtō e Rinzai) e la scuola di Nichiren (XIII secolo).

Durante il periodo Nara (710–784) esistevano sei scuole principali (Sanron, Jōjitsu, Hossō, Kusha, Ritsu e Kegon), introdotte dalla Cina e dalla Corea. Rappresentavano diverse correnti buddhiste Mahāyāna e Theravāda prima della diffusione del buddhismo esoterico Shingon, e costituivano il fondamento del buddhismo giapponese pre-Shingon.

Il buddhismo esoterico Shingon, fondato da Kūkai (774–835) nel 816, è un sistema che integra e supera gli insegnamenti delle scuole precedenti. Collega il buddhismo Mahāyāna a insegnamenti esoterici di origine tantrica. Da qui si sviluppò una tradizione particolarmente attenta all’esperienza diretta, ai rituali e alla dimensione mistica.   Il bodhisattva più conosciuto in Giappone è Kannon, derivato da Avalokiteśvara, venerato come divinità della misericordia. Un altro bodhisattva molto popolare è Jizō (Kshitigarbha), protettore dei bambini, dei viaggiatori e dei defunti. Molto noto è anche Miroku, ovvero Maitreya, che apparirà sulla Terra in futuro.

La scuola Tendai, fondata da Saichō (767–822), deriva dalla scuola cinese Tiāntái, una delle più importanti tradizioni Mahāyāna. Essa pone al centro il Sutra del Loto, la dottrina della Triplice Verità e il principio della presenza dei “tre mila mondi in un singolo istante di vita”. È stata una scuola molto influente, da cui sono nate tradizioni come lo Zen e il buddhismo della Terra Pura.

Il buddhismo della Terra Pura si diffuse nel periodo Heian e divenne una scuola indipendente nel periodo Kamakura grazie a Hōnen (1133–1212). Da essa nacque la Jōdo Shinshū fondata da Shinran, oggi una delle tradizioni più seguite.

Il buddhismo di Nichiren fu fondato nel 1253 da Nichiren (1222–1282) e si basa sul Sutra del Loto. La pratica centrale è la recitazione del mantra Nam(u) myōhō renge kyō davanti al Gohonzon.

Lo Zen si sviluppò come movimento centrato sulla meditazione (zazen) e sull’esperienza diretta (satori), più che sulla dottrina. Giunto dalla Cina tra XII e XIII secolo, fu introdotto soprattutto da Eisai (scuola Rinzai) e da Dōgen (scuola Sōtō). Una terza scuola, Ōbaku, ebbe anch’essa un ruolo importante. Lo Zen ha influenzato profondamente l’estetica giapponese e concetti come il wabi-sabi, che celebra la semplicità, l’imperfezione e la bellezza del tempo. Le differenze principali tra Sōtō e Rinzai riguardano l’uso dei kōan e il modo di praticare la meditazione.
Kyoto, Nara e Kamakura sono tre principali centri dello Zen giapponese, con numerosi templi di grande importanza come il Nanzen-ji, i Kyoto Gozan, il Ryōan-ji, il Kōshō-ji e lo Shisendō. A Nara si trovano il santuario Kasuga Taisha e il tempio Tōdai-ji; a Kamakura i templi Jufuku-ji ed Engaku-ji.

Il monastero Eihei-ji, insieme al Kōya-san, è uno dei pochi luoghi dove si può osservare da vicino la vita monastica buddhista giapponese. Il Kōya-san, centro del buddhismo esoterico Shingon, ospita il tempio principale Kongōbu-ji. Il pellegrinaggio del Kumano Kodō collega antichi siti shinto-buddhisti in un percorso simbolo del sincretismo religioso giapponese.

Giappone - Suddivisione storica per periodi: 

  • Periodo Asuka  dal 593  al 710
  • Periodo di Nara dal 710 al 794  (scuole Sanron, Jōjitsu, Hossō, Kusha, Ritsu e Kegon) e Tendai                   
  • Periodo  Heian    dal 794 al 1192                       Shingon - Terra Pura  
  • Periodo  Kamakura  dal 1192 al 1333                Nichiren,    Zen Rinzai e Soto
  • Periodo Nanbokucho  dal 1333 al 1392
  • Periodo Muromachi   dal 1392 al 1573
  • Periodo Azuchi-Momoyama dal 1573 al 1603
  • Periodo  Edo  dal 1603 al 1868
  • Periodo Meiji dal 1868 al 1912 
  • Periodo Taishò  dal 1912 al 1926
  • Periodo Showa dal 1926 al 1989 
  • Periodo Heisei  dal 1989 al 2019 
  • Periodo Reiwa dal 2019  …... 


Il mio viaggio in Giappone

Dal  3 /11/2025  al 17/11/2025   all'andata Roma - Tokyo  al ritorno Osaka - Tokyo - Roma                      Tasso di cambio   1 euro  =  160 yen.

Itinerario: arrivo a Tokyo, escursione a monte Fujiyama, in treno Tokyo-Kanazawa,  poi in bus fino a Shirakawa. Da qui in bus fino a Takayama,  in treno Takayama-Nagoya-Osaka,  Osaka-Koyasan in treno + funivia,  Poi Koyasan- Kyoto in funivia + treno,  Kyoto - Nara in treno + autobus, ritorno a Kyoto, poi da Kyoto  con l'autobus fino all'aeroporto di Osaka, partenza per Tokyo. Poi Tokyo - Roma.    Percorsi circa 1200 km. 

TOKYO. Hotel Villa Fontaine. Visita del monastero shintoista Meiji.   Questo santuario shintoista circondato da una lussureggiante foresta verde si trova proprio nel cuore di Tokyo ed è dedicato all'imperatore Meiji (1852-1912) e all"imperatrice Shoken che ha contribuito alla modernizzazione del Giappone.  Visita del quartiere Shinjyuku. 

Escursione al monte Fujiyama. Visita della pagoda Chureito, giro del lago Kawaguchi in barca. Visita del monastero shintoista Kitaguchihongu FujiSengen Jinji ***

Visita del quartiere di Asakusa e del tempio buddhista Senso-ji il più vecchio del Giappone dedicato al bodhisattva Kannon, venerato come incarnazione della compassione e della misericordia. Ha raggiunto l'illuminazione ma ha scelto di rimanere nel ciclo delle reincarnazioni per aiutare gli esseri senzienti a liberarsi dalla sofferenza. Il suo nome significa "colui che ascolta le voci del mondo" o "ascolto vigile".     

Visita del quartiere Ueno e del museo nazionale **

KANAZAWA.  Hotel Tokiu Stay.  Visita al tempio shintoista di Oyama, del castello, del giardino Gyokosen inmay garden, del museo di arte contemporaneo (di nessuno interesse).
Abbiamo visitato il  giardino Kenrokuen uno dei tre più belli del Giappone. Il Museo D.T. Suzuki. * e poi il quartiere dei samurai e in particolare la casa della famiglia Nomura.

 SHIRAGAWA.  Villaggio UNESCO costituito da case completamente in legno e dai tetti di paglia (gassho-zukuri).

TAKAYAMA.   Wat Hotel. Visita al quartiere del periodo Edo con case tradizionali che si sviluppa lungo il fiume.  Visita della casa di Yoshijima, la passeggiata di Higashiyama in mezzo a templi shintoisti e cimiteri, visita al tempio shingon di Hida Kokobunji.  

Nagoya -  OSAKA. Hotel Monterey La soeurs.  Siamo arrivati a Osaka passando per Nagoya.  Visita notturna del castello di Osaka circondato da un bellissimo parco.

KOYA-SAN. ****  Abbiamo dormito al monastero  Henjoko-in situato sul Monte Koya. Koya-san  è il luogo più sacro della nazione, uno dei più noti eremi buddhista e l'ultimo baluardo della tradizione giapponese. Tutti i giapponesi vorrebbero essere sepolti nella mitica foresta. Situato a sud-est di Osaka è una delle sedi più importanti del buddhismo Shingon (parola vera), una forma di buddhismo esoterico. Questo tipo di buddhismo è noto per le sue pratiche di meditazione come la meditazione ajikan con il suono del respiro e i rituali mattutini di canto dei sutra, che sono offerti anche ai visitatori.  Il buddhismo Shingon fu fondato da Kukai nel 816. Il tempio principale di Koya-san è il Kongobu-ji.  Al monastero ho partecipato all'antica cerimonia per prendere rifugio nel Buddha: il Jukai. Poi  il giorno successivo alla lettura dei sutra e preghiere del mattino. Qui sono riuscito a incontrare e parlare con dei monaci.  

KYOTO. *** Almont Hotel.  Kyoto ha centinaia di monasteri di cui almeno uan ventina sono stati riconosciuti pratrimonio UNESCO.  Visita al  monastero Shingon To-ji.  Il giorno successivo visita al Ginkakuji, monastero Zen Rinzai,   al Kurodani monastero della Terra Pura, al  Nanzen-ji monastero Zen Rinzai,  al Sho-ren-in monastero buddhista Tendai, al  Kodaiji monastero Zen Rinzai.

La mattina Onsen - bagno caldo.  Poi visita al santuario di Kiyomizudera.     Il complesso ospita un tempio buddhista Hosso e un tempio shintoista. Qui abbiamo visto un monaco che recitava la cerimonia del giorno.

Pomeriggio a NARA dove si trovano circa 1200 cervi in libertà (sono i messaggeri degli dei). Il complesso ospita il Kasuga Taisha un monastero Shintoista, fondato nel 768 d.C. e noto per le sue migliaia di lanterne di bronzo e pietra. Nel complesso si trova anche il Todai-ji, il monastero buddhista Shingon  con la pagoda principale in legno che è la più grande del mondo.

Visita al santuario Fushimi Inari Taisha Shrine (altare). Un tempio con un corridoio formato da colonne rosse che portano al monte sacro.   Dedicato al kami  Inari, la divinità del buon raccolto e del successo negli affari.    Pomeriggio visita al Sanjusangen-do ( o Rengeo-in ), il tempio shingon  famoso per le sue 1000 statue di Kannon, il boddhisatva della compassione.

D.T. Suzuki

I workshop di Suzuki sul Buddhismo Zen sono tra i migliori contributi alla conoscenza del Buddhismo vivente.”   — Carl Gustav Jung

Proprio qui, adesso, c’è qualcosa che dovremmo fare. Se lo perdi in questo istante, un fiore che sboccia tra mille anni non ci sarà.”   — Dialogo con Okamura Mihoko (l'assistente di D.T. Suzuki).

Il museo di D.T. Suzuki a Kanazawa in Giappone, presenta la vita e il pensiero del filosofo buddhista Daisetz Teitaro Suzuki (1870–1966), che per tutta la sua esistenza tenne conferenze e presentazioni in Giappone e all’estero con l’intento di trasmettere la cultura e il pensiero orientale — in particolare quello giapponese. La sua attività esercitò una profonda influenza su molte persone, attraverso un dialogo diretto e immediato.


Nel trasmettere il suo pensiero, D.T. Suzuki ricorreva spesso a poesie di ogni epoca e provenienza. Tradusse anche antichi poemi giapponesi, come waka e haiku, rendendoli accessibili al pubblico inglese.

Suzuki spiegava che "una persona capace di vedere un oggetto così com’è lo ha già trasceso”. Quando qualcuno soffre, o prova caldo o freddo, e osserva quella condizione esattamente per ciò che è, senza aggiungere nulla, allora ha già superato quell’esperienza. Gli esseri umani, a differenza degli animali, possiedono questa capacità di consapevolezza.

Suzuki insisteva anche sulla necessità di conservare il senso dell’infinito e dell’eternità. Per farlo, diceva, abbiamo bisogno di un’immaginazione creativa capace di cogliere ciò che non è immediatamente visibile. A questa immaginazione egli dava il nome di “poesia”.   Senza poesia, affermava, sarebbe impossibile vivere pienamente come esseri umani, in un mondo dove spesso i sentimenti e l’interesse vengono perduti. La poesia non è soltanto una combinazione di lettere: ciascuno può custodirla nel proprio cuore, anche senza conoscere la scrittura. Nel regno della poesia è semplice viaggiare intorno al globo, abbracciare l’immenso universo buddhista, o immaginare lo spazio infinito colmo delle galassie di cui parlano gli astronauti, e spingerle sempre più lontano. 

"Chi non può vedere l’essenza delle cose, non può comprendere la realtà della poesia".   — D.T. Suzuki, vedi The Realm of Poetry

Questa visione ricorda i celebri versi di William Blake: 
Vedere il mondo in un granello di sabbia e il cielo in un fiore selvatico;
tenere l’infinito nel palmo della tua mano e l’eternità in un’ora.


Opere e approfondimenti:

  • The Essence of Buddhism
  • Lo zen e la cultura giapponese
  • Essays in Zen Buddhism
  • Buddha of Infinite Light: the teaching of Shin Buddhism, the Japanese way of wisdom and compassion
  • Buddhismo Shin 

Il Buddhismo Shin si fonda sugli insegnamenti e sui testi di Shinran, maestro religioso giapponese del XIII secolo. Il suo obiettivo è guidare l’essere umano — visto nella sua fragilità e imperfezione — verso la salvezza attraverso la fede nel Buddha Amida, un aspetto del Buddha cosmico. Amida, secondo la tradizione, avrebbe rimandato la propria illuminazione fino a quando tutti gli esseri non saranno salvati grazie alla forza del suo voto e alla sua compassione.
Il Buddhismo Shin insegna che la via di Amida opera nel cuore di ogni uomo e che la liberazione non proviene dallo sforzo personale, ma dall’affidarsi profondamente alla sua presenza illuminante.

Introduzione al Blog

  Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono c...