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venerdì 24 novembre 2023

La meditazione per Matthieu Ricard.

Il più delle volte, la nostra ricerca istintiva e maldestra della felicità si basa su inganni e illusioni, piuttosto che sulla realtà, e così ci sfianchiamo nel tentativo di modellare il mondo per farlo combaciare con le nostre fantasticherie, o alteriamo artificialmente i nostri stati di coscienza. Non sarebbe meglio trasformare la nostra mente? - Matthieu Ricard                  

Per Matthieu Ricard, uno dei monaci buddhisti più conosciuti in Francia, "è il pensiero che crea la realtà". Nato nel 1946, è figlio di un noto filosofo, Jean-François Revel e della pittrice surrealista Yahne Le Tourmelin. Diventato specialista di genetica cellulare, abbandona la ricerca scientifica per la ricerca spirituale in Himalaya e diventa monaco buddhista e poi l’interprete di sua Santità il Dalai Lama, intraprendendo un cammino che l’ha reso uno dei più importanti esponenti in Occidente del buddhismo tibetano. Nel 1997, scrive con il padre il libro Il monaco e il filosofo e, con l’enorme successo di questo libro, diventa ricco e celebre e ne approfitta per fondare nel 2000, una associazione chiamata Karuna-Shechen per lottare contro la povertà e per costruire una società più altruista ed inclusiva in Asia.
Ha pubblicato una trentina di libri, anche di fotografia, che hanno avuto tutti un grande successo di pubblico. I diritti di autore vanno interamente all’associazione i cui beneficiari, nel campo dell’educazione, salute e servizi sociali, sono circa 400.000 persone in Nepal, Tibet, India.

Cos’è la meditazione per Matthieu Ricard.
La parola sanscrita per meditazione, “bhavana”, significa “coltivare” e la parola tibetana “gom” significa “familiarizzare”. Così, in un certo senso, la meditazione si riferisce all’allenamento della mente, coltivando qualità positive come la presenza attenta e l’amore altruistico, e in un altro modo si riferisce al diventare più familiare con il funzionamento della nostra mente e, infine, con la vera natura della mente, che è sia consapevole che priva di esistenza intrinseca. Si possono anche distinguere due tipi principali di meditazione: analitica e contemplativa. La prima si usa per esempio quando si de-costruisce la nozione di un “sé” indipendente, unitario e duraturo o quando si medita sull’impermanenza e l’interdipendenza di tutti i fenomeni; la seconda è quella di riposare nella natura ultima della mente, nell’unione di apparenza e vuoto.

Quando sono andato per la prima volta in India nel 1967, il mio obiettivo principale era quello di incontrare uomini e donne di saggezza notevoli che potessero ispirare la mia vita e darmi un senso di direzione, in modo da utilizzare l’esistenza umana nel miglior modo possibile. Grazie ai miei maestri spirituali, ho poi gradualmente studiato e praticato il sentiero del buddhismo, che comprende effettivamente ciò che la gente chiama “meditazione”, tra gli altri mezzi utili per aiutare il discepolo a passare dall’illusione alla saggezza, dall’essere impigliato nella sofferenza e nelle sue cause alla libertà finale.

Senza i miei maestri, i loro insegnamenti e tutti gli altri insegnamenti che costituiscono il tesoro di trattati, commenti e consigli spirituali che si trovano nella letteratura tibetana, non sarei andato da nessuna parte nella mia pratica. Perciò devo tutto a loro e ai maestri del lignaggio spirituale che risale al Buddha stesso.

La pratica contemplativa è al centro della mia vita, ma come ho detto quello che ordinariamente si chiama meditazione è solo un aspetto della mia pratica, che comprende molti esercizi spirituali, visualizzazioni, ecc. Ma tutto questo dovrebbe essere fatto all’interno dello spazio della consapevolezza, che è la meditazione definitiva oltre la meditazione.

La crescita interiore potrebbe essere intesa come l’eliminazione di tutte le nostre tossine mentali e il portare al loro punto finale tutte le qualità interiori - libertà interiore, pace interiore, saggezza, compassione, resilienza, e non attaccamento alle preoccupazioni mondane (guadagno e perdita, piacere e dolore, lode e critica, fama e anonimato).

Combinare la pratica meditativa con l’essere parte attiva nella vita quotidiana è possibile, ma dipende da come facciamo la pratica. Se la nostra mente corre in modi del tutto ordinari, non ha senso dire che “Le attività quotidiane sono la mia meditazione”. È solo un modo per prendersela comoda e rimanere in uno stato ordinario di confusione. Un meditante esperto, invece, dovrebbe essere in grado di portare nelle attività quotidiane la qualità dell’esperienza acquisita attraverso l’addestramento meditativo e sperimentare tutto all’interno della pura consapevolezza. Questo è il frutto della pratica, ma ci vuole tempo per arrivarci!
A coloro che desiderano praticare la meditazione consiglio di cercare una fonte autentica che sia ben radicata e di lunga tradizione e che sia ancora viva oggi.
Inoltre, consiglio di non mettersi nelle mani di persone non qualificate. Se non potete incontrare un autentico maestro spirituale, almeno trovate qualcuno che sia capace, compassionevole e che voglia solo aiutare gli altri, non promuovere i propri interessi egoistici.

Vedi i seguenti link:     

  • https://www.youtube.com/watch?v=0FAz5XF6s78&ab_channel=Inspiration-Zen
  • https://www.youtube.com/watch?v=GUh-C5Cln-w&ab_channel=Karuna-Shechen

sabato 23 settembre 2023

Risorse per la meditazione

 The Lighthouse  -  Youtube meditations, documentaries and talk: https://www.youtube.com/@thelighthouseworld/featured

App: https://www.thelighthouse.world/downloadapp     

Choose from the many resources offered by the Global Retreat Centre

https://www.globalretreatcentre.org/discover-more/

 

La pratica della meditazione ha una storia millenaria

La Storia della Meditazione, dall’antichità ad oggi, articolo di Susanna Marsiglia,            https://www.meditazionezen.it/la-storia-della-meditazione/          

Negli ultimi anni l’attenzione verso la meditazione è cresciuta esponenzialmente, avvicinando sempre più persone ai numerosi benefici di questa pratica. Ciononostante, le sue origini e la sua storia millenaria rimangono ancora un mistero per molti.

Come recita uno degli aforismi più famosi attribuiti al filosofo francese Michel de Montaigne, “la cosa più grande al mondo è sapere come appartenere a sé stessi”. Pensiamo che questa massima riassuma perfettamente il senso e lo scopo della meditazione. Nella società frenetica in cui viviamo oggi è necessario uno sforzo cosciente per prenderci un momento di consapevolezza ed esplorare chi siamo veramente – eppure conoscerci in profondità è da sempre un istinto innato nell’uomo, probabilmente quello da cui ha avuto origine questa pratica.

La parola meditazione deriva da meditatio, un termine latino che significa “riflessione”. Meditando, infatti, possiamo trovare una migliore connessione con il nostro corpo nei momenti quotidiani e creare una maggiore consapevolezza di come le nostre emozioni influenzano il nostro comportamento.

Quando è nata la meditazione?  La risposta a questa domanda è più complessa di quanto potremmo credere. Diverse ricerche, libri e accademie parlano di una “tradizione secolare”, ma l’effettiva origine della meditazione come pratica dipende dalla definizione che vogliamo dare al termine “meditare”.

La meditazione potrebbe essere antica quanto l’umanità stessa, tenendo conto delle potenziali capacità meditative degli uomini di Neanderthal. Diverse scuole di pensiero, però, collocano le radici della pratica nell’ambito di un insieme di tecniche e rituali originari del continente asiatico, arrivato a noi sotto forma di artefatti e scritture.  In India, la meditazione viene citata in alcuni dei più antichi documenti risalenti al 1500 a.C.  La pratica di Dhyāna (o Jhāna) è indicata come allenamento della mente, spesso tradotto come “meditazione”. Molti di questi documenti provengono dalle tradizioni indù della filosofia vedica e discutono varie pratiche di meditazione nell’antica India. Le scritture buddiste indiane e i testi risalenti a poche centinaia di anni prima di Cristo rappresentano ulteriori menzioni della pratica, ma molti sostengono che questi siano alquanto ambigui nei loro riferimenti diretti alla meditazione.
In Cina, le prime forme di meditazione sono citate fin dal III e VI secolo a.C. e collegate al taoista Laozi, un antico filosofo cinese, e ai suoi scritti. Nelle sue opere vengono usati molti dei termini impiegati nei secoli successivi per descrivere le tecniche di meditazione, tra cui:

    - Shou Zhong – tradotto approssimativamente come “guardia di mezzo”.
    - Bao Yi – tradotto approssimativamente come “abbracciare l’uno”.
    - Shou Jing – tradotto approssimativamente come “guardia alla tranquillità”.
    - Bao Pu – tradotto approssimativamente come “abbracciare la semplicità”.

Tuttavia, alcuni sostengono che è difficile stabilire se queste tecniche fossero già ampiamente utilizzate quando il testo è stato scritto, o se fossero termini nuovi ideati appositamente per il testo. La verità è che nessuno sa con assoluta certezza quando la meditazione ebbe origine ufficialmente. Ci sono molteplici riferimenti in diverse culture e religioni – tra cui il giudaismo, l’Islam e il Cristianesimo – a pratiche di tipo meditativo, che sembrano tutti aver contribuito a formare la pratica che oggi conosciamo.

Dove è nata la meditazione?  Esattamente come per il “quando”, è altrettanto difficile capire dove la meditazione ha avuto origine. Le prime testimonianze scritte provengono dall’India, più precisamente dalle tradizioni indù del vedismo intorno al 1500 a.C.  
La filosofia vedica è uno dei primi percorsi indiani conosciuti per l’illuminazione spirituale. Altre forme di meditazione sono poi citate intorno al VI e al V secolo a.C. nella Cina taoista e nell’India buddista. Le origini precise sono molto dibattute, soprattutto intorno alla meditazione buddista. Alcuni primi resoconti scritti dei diversi stati di meditazione del buddismo in India si trovano nei sutra del Canone Pāli, che risale al I secolo a.C. Il Canone Pāli è una raccolta di scritture della tradizione buddista Theravada.
Alcune prove hanno anche collegato le pratiche meditative con il giudaismo, che si pensa sia stato ereditato dalle sue tradizioni precedenti. La Torah (i primi cinque libri del Tanakh, la Bibbia ebraica) contiene una descrizione del patriarca Isacco che va a ‘lasuach’ in un campo. Questo termine è generalmente inteso come una forma di meditazione.

Sappiamo chi ha creato la meditazione?   In poche parole, no, non lo sappiamo. Poiché le sue origini precise nello spazio e nel tempo sono abbastanza nebulose, scoprire chi ha ideato questa pratica è altrettanto ambiguo.  Ciò che sappiamo, tuttavia, è che alcune personalità influenti nel corso della storia sono state fondamentali per la diffusione della meditazione. Di seguito abbiamo elencato tre figure chiave, ma ce ne sono molte altre che sono state ugualmente importanti nel divulgare la pratica.
- Il Buddha (India) è conosciuto anche con altri nomi, tra cui Siddhārtha Gautama in sanscrito o Siddhattha Gotama in pali, era un principe che divenne monaco, saggio, filosofo e leader religioso. È proprio sulla base dei suoi insegnamenti che è stato fondato il buddismo. Per questo motivo, potrebbe essere facile supporre che il Buddha abbia creato o inventato la meditazione, ma non è così. I testi del buddismo fanno infatti riferimento a molte pratiche diverse di meditazione e il Buddha stesso ebbe degli insegnanti dai quali apprese la pratica. Sebbene sia stato fondamentale per diffondere il valore della meditazione come pratica, il Buddha non l’ha certamente inventata.
.- Lao-Tze (Cina) è conosciuto anche da Lao-Tzu e Laozi, era un antico filosofo cinese il cui nome è essenzialmente un titolo d’onore che significa “Vecchio Maestro”. A lui si attribuisce il merito di essere l’autore del Tao-Te-Ching, un’opera che esemplifica i suoi pensieri e gli insegnamenti che hanno fondato il sistema filosofico del taoismo, che fa riferimento alle pratiche meditative e all’idea di saggezza nel silenzio. Si specula molto sul fatto che Lao-Tze sia effettivamente esistito come uomo singolo, o che il nome si riferisca a un insieme di individui e filosofi che condividevano le stesse idee.-- - Dosho (Giappone)  era un monaco giapponese che, nel VII secolo, viaggiò in Cina e studiò il buddismo sotto la guida di Hsuan Tsang, un grande maestro dell’epoca. Fu durante questo viaggio che Dosho imparò tutto sui dettami dello Zen.  Al suo ritorno, aprì la sua prima sala di meditazione dedicata alla pratica dello Zazen, una meditazione seduta. Creò una comunità di monaci e studenti con l’obiettivo primario di insegnare questa forma di meditazione in Giappone.

Le radici della meditazione. Anche se oggi la meditazione come pratica è piuttosto comune e diffusa, è bene capire che le origini e le radici della meditazione risalgono a molto tempo fa. Oggi la meditazione continua ad essere adattata alle nostre vite e a mutare. Tornare alle sue radici può aiutare a sviluppare un forte apprezzamento della vastità di questa pratica e per il modo in cui si è sviluppata in diversi luoghi nel corso di diversi momenti storici.

Le più antiche immagini documentate della meditazione provengono dall’India e risalgono al periodo compreso tra il 5000 e il 3500 a.C. I dipinti murali raffigurano persone sedute in posture meditative con gli occhi socchiusi, che si presume siano raccolte in meditazione.   Il più antico testo di meditazione documentato proviene anch’esso dall’India, dalle tradizioni indù, intorno al 1500 a.C. Sebbene i veda abbiano creato testi che descrivono pratiche meditative, è importante sapere che queste erano state tramandate oralmente per secoli.  Accanto alla pratica vedica, le tradizioni indù descrivono anche la pratica yogi di meditare nelle grotte. Si ritiene che molte pratiche moderne di meditazione derivino da questo lignaggio, compreso il movimento dello yoga moderno le cui tecniche si basano prevalentemente sulla pratica dell’Hatha Yoga.

Buddismo in India. La meditazione è spesso strettamente legata al buddismo, anche se l’immagine del Buddha che medita su un loto è arrivata solo molto più tardi, molto tempo dopo l’inizio del buddismo stesso. Nel linguaggio classico del buddismo, la meditazione è chiamata bhāvanā, che significa sviluppo mentale, o dhyāna, che significa calma mentale. 

Le varie tecniche e pratiche della meditazione. Più o meno nello stesso periodo in cui il buddismo si diffondeva, si sviluppavano anche altre tre pratiche, ognuna con il proprio modo di avvicinarsi alla meditazione.

-Lao Tze e il taoismo in Cina.   Anche se c’è qualche controversia sul fatto che Lao Tze sia esistito come persona singola, si ritiene abbia vissuto intorno al VI secolo a.C. Il taoismo pone l’accento sul fatto di diventare un tutt’uno con il Tao, che significa “vita cosmica” o natura. Le tecniche tradizionali di meditazione taoista includono un’attenzione particolare alla consapevolezza, alla contemplazione e all’uso della visualizzazione.

-Confucio e confucianesimo in Cina.  Confucio era un insegnante, un politico e un filosofo cinese, vissuto nel VI secolo a.C. I suoi insegnamenti e i suoi pensieri si esprimevano attraverso la filosofia oggi nota come confucianesimo e sono ancora oggi molto importanti in Cina. Il confucianesimo pone l’accento sulla crescita personale, sulla moralità e sulla giustizia sociale. La meditazione nel confucianesimo è conosciuta come Jing Zuo, e si concentra sul miglioramento di sé e sulla contemplazione.

-Sufismo. Il sufismo è un’antica tradizione islamica che risale a 1400 anni fa. È una pratica in cui i musulmani cercano di connettersi con Allah (Dio) attraverso la riflessione e la contemplazione di sé stessi e la rinuncia ai beni materiali. Si pensa che attraverso una certa influenza indiana, il sufismo abbia sviluppato la sua particolare pratica di meditazione che include l’attenzione alla respirazione e l’uso dei mantra.

-Ebraismo. Oltre a quelle che si crede siano descrizioni della pratica della meditazione nella Torah, anche il metodo esoterico ebraico e la scuola di pensiero della Cabala includono alcune forme di meditazione. Queste si basano generalmente su un pensiero profondo su temi filosofici e sulla preghiera.

La meditazione in Occidente. La meditazione iniziò ad interessare l’Occidente intorno al 1700, quando alcuni testi di filosofia orientale, contenenti riferimenti a tecniche e pratiche di meditazione, vennero tradotti in diverse lingue europee.  Questi includevano:
-    Le Upanishad vediche – Una raccolta di testi religiosi e filosofici provenienti dall’India, che si suppone siano stati scritti tra l’800 e il 500 a.C.
-    La Bhagavad Gita – Una scrittura sanscrita composta da 700 versi che fanno parte del Mahabharata: un’epopea indù che descrive la vicenda tra il principe Pandava Arjuna e Krishna.
-    I Sutra buddisti – Scritture che si suppone siano gli insegnamenti orali del Buddha.

Nel XVIII secolo la meditazione era considerata solo un argomento di discussione e di interesse da parte di filosofi e intellettuali, tra cui Voltaire e Schopenhauer. Solo nel XX secolo divenne più importante, soprattutto negli Stati Uniti, quando Swami Vivekananda, tenne una presentazione al Parliament of Religions di Chicago. La presentazione creò una nuova ondata di interesse per i modelli orientali di spiritualità in Occidente, e influenzò un certo numero di insegnanti spirituali ad emigrare dall’India negli Stati Uniti, tra cui: Swami Rama,  Paramahansa Yogananda,  Maharishi Mahesh Yogi. Accanto a questi insegnanti, anche i rappresentanti spirituali di diverse scuole di pensiero buddiste cominciarono a migrare in Occidente, compresi gli individui delle scuole di pensiero Zen e Theravada. Da sottolineare il fatto che ogni volta che la meditazione è stata introdotta in un luogo nuovo, è stata inevitabilmente plasmata e mutata dalla cultura individuale di quel luogo.

Meditazione e scienza. Con la sua introduzione in Occidente, la meditazione ha cominciato a diventare più lontana dalle connessioni religiose e dagli insegnamenti delle sue radici e ad essere insegnata in modi più occidentalizzati. Negli anni Sessanta e Settanta, la meditazione è stata ricercata attraverso studi scientifici, rimuovendo ulteriormente i suoi contesti spirituali e incoraggiando la pratica ad essere utilizzata da chiunque, non solo da coloro che cercano una realizzazione spirituale.

Alla fine degli anni ’70, Jon Kabat-Zinn scoprì la meditazione attraverso i suoi studi al MIT e iniziò anche a studiare i potenziali benefici per la salute della pratica meditativa. Nel 1979 introdusse il suo programma MBSR (Mindfulness-Based-Stress-Reduction) e aprì la Clinica per la riduzione dello stress.

In quel periodo, anche la meditazione trascendentale proposta da Maharishi Mahesh Yogi crebbe in popolarità, con molte celebrità che si rivolgevano a questa pratica per aiutarli a far fronte alla fama, compresi i Beatles, anche se molte tecniche di meditazione erano legate prevalentemente alla cultura Hippie e non erano molto diffuse. Solo negli anni Novanta la situazione cominciò a cambiare.

Nel 1993 Deepak Chopra pubblicò il suo libro Ageless Body, Timeless Mind e nel 1996 apparve nel famoso show televisivo americano Oprah, vendendo più di 137.000 copie in un giorno. Mentre sempre più celebrità si facevano avanti per elogiare la pratica della meditazione, cominciarono ad apparire altri libri sul come e perché meditare.

La nascita della mindfulness. Proprio come la meditazione, le radici storiche e antiche della mindfulness (letteralmente “consapevolezza”) sono rintracciabili in tutto il mondo e attingono da diverse tradizioni spirituali.  La consapevolezza come forma di meditazione è fatta risalire all’induismo, intorno al 1500 a.C., ed è fortemente connessa con la pratica dello yoga. Lo yoga nelle sue radici più antiche implicava pochissimi riferimenti al movimento o alle posture e poneva una maggiore enfasi sull’immobilità, sull’attenzione alla respirazione e sulla presenza del corpo in quel momento. La consapevolezza in questo contesto è stata ricondotta anche al buddismo e al taoismo, che includono entrambi una forte attenzione alla respirazione e alla consapevolezza di sé.

Molte religioni includono una forma di preghiera o una tecnica di meditazione che vede l’individuo allontanare i propri pensieri dalle ansie quotidiane alla ricerca di una maggiore consapevolezza di sé e di una migliore presenza mentale. Questa forma di meditazione è molto vicina alla pratica e allo scopo della mindfulness, che è semplicemente una tecnica di meditazione il cui focus è la consapevolezza.

La mindfulness oggi,  A Jon Kabat-Zinn si attribuisce spesso il merito di essere stato il fondatore della mindfulness “moderna”, dell’idea e del concetto di consapevolezza che è comunemente diffusa in tutte le culture occidentali, ovvero quella del “qui e ora”. Negli anni ’70 Kabat-Zinn fondò la Clinica per la riduzione dello stress presso la scuola di medicina dell’Università del Massachusetts. Da allora la scuola ha contribuito a formare ed educare più di 18.000 persone ai principi della Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) – un programma clinicamente testato per aiutare gli individui che soffrono di una serie di condizioni tra cui depressione, ansia, insonnia, dolore cronico e problemi cardiovascolari.

Williams, Teasdale e Seagal
(1995) hanno portato avanti il lavoro di Kabat-Zinn combinando l’MBSR con la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) per creare il programma di Terapia Cognitiva Basata sulla Memoria (MBCT).  Il programma è clinicamente approvato nel Regno Unito ed è comunemente usato in psicologia clinica per aiutare a trattare individui con una serie di disturbi, tra cui disturbi della personalità, dolore cronico, regolazione delle emozioni e depressione.

La storia della meditazione: tappe chiave.

   5000 a.C. – 3500 a.C.:  La più antica prova documentata della pratica della meditazione è l’arte murale in India.
    1500 a.C. : I Veda, antichi testi religiosi, contengono la più antica menzione scritta della meditazione.
   VI secolo a.C.: Siddhartha Gautama si propone di raggiungere l’illuminazione, apprendendo la meditazione nel processo.
   VI – V secolo a.C.: Si sviluppano altre forme di meditazione nel taoismo cinese e nel buddismo indiano.
   X – XIV secolo d.C.: Si sviluppa l’esicasmo, una tradizione di preghiera contemplativa nella Chiesa ortodossa orientale.
   XI – XII secolo d.C.: Il concetto islamico di Dhikr viene interpretato da varie tecniche di meditazione e diventa uno degli elementi essenziali del sufismo.
  XVIII secolo d.C.: Lo studio del buddismo in Occidente rimane un argomento discusso principalmente tra gli intellettuali.
  1936: Viene pubblicato il primo studio scientifico sulla meditazione.
  Anni ’50: Il movimento Vipassana viene fondato in Birmania.
  Anni ’50: Maharishi Mahesh Yogi promuove la meditazione trascendentale.
 1955: Viene pubblicato il primo studio di ricerca scientifica sulla meditazione che utilizza l’elettroencefalogramma.
    Anni ’60: Swami Rama diventa uno dei primi yogi ad essere studiato dagli scienziati occidentali.
    Anni ’70: Jon Kabat-Zinn inizia a sviluppare un programma di mindfulness per adulti in ambienti clinici. Lo chiama riduzione dello stress basato sulla consapevolezza (MBSR).
    Anni ’70: Herbert Benson mostra l’efficacia della meditazione attraverso la sua ricerca.
    1977: James Funderburk pubblica una prima raccolta di studi scientifici sulla meditazione.
    1979: Jon Kabat-Zinn apre il Center for Mindfulness e insegna la riduzione dello stress basata sulla consapevolezza per trattare le condizioni croniche.
    1981: I primi centri di meditazione Vipassana al di fuori dell’India e del Myanmar vengono istituiti in Massachusetts e in Australia.
    1996: Il Chopra Center for Wellbeing viene fondato da Deepak Chopra e David Simon.
    2000: Viene condotto il primo importante studio clinico di mindfulness su pazienti affetti dal cancro, con risultati che indicano esiti benefici nei programmi di riduzione dello stress basati sulla consapevolezza.

Conclusione.   Dopo aver letto la storia e le origini della meditazione, è inevitabile provare un senso di soggezione per quanto questa pratica sia antica e intrinsecamente legata all’essere umano. Il desiderio di visitare i luoghi pregni di spiritualità in cui ha avuto origine la meditazione è naturale per chi medita regolarmente o è semplicemente affascinato dai principi di questa disciplina.
Al di là di ogni appartenenza religiosa, la meditazione sembra essere un tassello fondamentale dell’umanità. È stata tramandata per secoli, in diverse aree del pianeta, e non dobbiamo sottovalutare quanto possa essere importante praticarla anche per breve tempo ogni giorno. Da secoli, infatti, regala all’uomo innumerevoli benefici e pace mentale.

sabato 1 luglio 2023

Cosa si guadagna facendo meditazione?

 Al Buddha fu chiesto: -"cosa hai guadagnato con la meditazione?"- Rispose: - "Niente! Comunque lasciami raccontarti cosa ho perso: rabbia, ansia, depressione, insicurezza, paura della vecchiaia e morte".

Anytime Anywhere Meditation

Incontro con esperti in meditazione "Anytime Anywhere Meditation" - prima mondiale, 30 giugno - 02 luglio.  Vedi: https://events.tergar.org/events/detail/anytime-anywhere-meditation-MTk3   

Questo workshop è l'occasione perfetta per iniziare un viaggio alla scoperta di sé con l'associazione Tergar.  "Anytime Anywhere Meditation" è un programma nuovo ed essenziale per rendere la pratica della meditazione accessibile ed efficace. Questo workshop, che rappresenta il lancio ufficiale del programma, sarà tenuto da Mingyur Rinpoche in persona e si concentrerà sull'effetto trasformativo della meditazione. Con un approccio notoriamente leggero, Rinpoche condividerà i metodi che ci aiutano a scoprire le nostre qualità innate. Ci mostrerà che la meditazione non è rigida e che non dobbiamo cambiare noi stessi per essere felici: dobbiamo semplicemente scoprire ciò che già possediamo dentro di noi.
All'evento parteciperanno anche alcuni dei maggiori esponenti della meditazione a livello mondiale, che condivideranno aneddoti e prove scientifiche sui benefici dello sviluppo di una pratica.
Tra gli illustri esperti che parteciperanno a questo workshop, di 3 giorni, organizzato da Mingyur Rinpoche troviamo:

  • Ruth Ormston.  Ruth Ormston è codirettrice dell'iniziativa Mindfulness e membro fondatore del Mindfulness in Law Group, un think tank globale e un ente di beneficenza che si occupa di mettere la mindfulness e le pratiche contemplative al centro delle politiche e dei processi decisionali.
  • Gelong Thubten. Monaco buddista, insegnante di meditazione e autore del bestseller A Monk's Guide to Happiness e del libro di prossima pubblicazione Handbook for Hard Times, Gelong Thubten è specializzato nell'insegnamento della mindfulness nelle aziende, nelle scuole, nelle università, nelle carceri e nei centri di consulenza sulle dipendenze.
  • Luke Doherty. Ha progettato programmi di mindfulness per alcuni dei più importanti atleti e dirigenti del Regno Unito.
  • Wasfia Nazreen. Wasfia Nazreen è l'unica bangladese ad aver scalato il K2 e le Seven Summits e l'unica donna a detenere contemporaneamente i titoli di National Geographic Explorer e Adventurer. In un recente e interessante webinar ha parlato dell'uso della meditazione in situazioni ad alto tasso di adrenalina.
  • Richie Davidson. Il dottor Richard Davidson è un autore pluripremiato di oltre 400 articoli e professore di ricerca di psicologia e psichiatria presso l'Università del Wisconsin-Madison, con particolare attenzione alle basi neurali dell'emozione e dello stile emotivo e ai metodi per promuovere il benessere umano.
  • Wendy Garling. Insegnante di Dharma nella tradizione Lam Rim, Wendy Garling è un'autrice e studiosa pluripremiata che ricerca e scrive storie di donne al tempo del Buddha.
  • Ebi Atawodi
  • Stephanie Wagner
  • Uvinie Lubecki
  • Pawo Choying Dorji
  • Dekila Chungyalpa
  • Cortland Dahl
  • Mark Williams
  • Rasmus Hougaard
  • Venerabile Tashi Choedup
  • Vidyamala Burch

All'incontro di apertura parteciperà anche il monaco Matthieu Ricard.

Informazioni su Yongey Mingyur Rinpoche. Gli insegnamenti profondi e allo stesso tempo accessibili di Mingyur Rinpoche lo hanno reso famoso agli studenti di tutto il mondo. Dopo aver completato la formazione formale nel buddismo tibetano, ha fondato un collegio monastico. In seguito ha collaborato con i neuroscienziati Francisco Varela e Richard Davidson per esaminare gli effetti della meditazione sul cervello; la ricerca che ne è scaturita è stata riportata sia dal National Geographic che dal TIME.

Il primo libro di Rinpoche, La gioia di vivere: Unlocking the Secret and Science of Happiness, è apparso nella classifica dei bestseller del New York Times ed è stato tradotto in più di 20 lingue.

lunedì 12 giugno 2023

Summary of the book "The thousand faces of meditation"

 The authors are Roberto Fantini e Cesare Maramici. See: https://www.edizioniefesto.it/collane/lumen/665-i-mille-volti-della-meditazione  If someone is interested in the text,  can contact me by e-mail: maramicicesare4@gmail.com      

Nowadays oriental disciplines are very popular in the West, among them yoga and meditation. This text  reflects the outcome of the meetings I have had with great meditators, many of whom I have followed courses with.
People often choose a particular path in meditation without getting information on the relevant context. This book aims at throwing a light on a multitude of proposals.

According to Matthieu Ricard, "meditation is not about emptying one's head, but about gradually becoming a better human being. It is necessary to practice meditation in order to identify the causes and mental toxins which are disturbing, and to free ourselves from inner conflicts" (p. 71).

There are essentially two paths: the first one requires a very serious engagement in a well-structured tradition, with initiation ceremonies, discipleship, etc..., while the other path is a little lighter;  through meditation, one usually looks for moments of peace and serenity and above all, well-being. Nowadays it is the pursuit of well-being that is taking hold in our society, a well-being at any cost and to suit everyone's budget.
The book is mainly structured around the three most popular meditation proposals in the West, Tibetan Buddhist meditation (see the Dalai Lama), yoga meditation (which is a step along the way of samadhi) and Mindfulness meditation (a secular meditation, purified of any esoteric aspect and the results of which are evidenced by scientific research). The main characters around which the text is developped are: Matthieu Ricard (a buddhist monk), Christophe Andrè (a psychiatrist) and Amadio Bianchi (a yoga master). The book begins with their interviews where they answer  a series of questions about meditation. Then there is a simulated interview between an experienced meditator and a sincere researcher; through a series of questions and answers, an attempt is made to guide the reader into the world of meditation. What is meditation, what are the main techniques of meditation, etc.

We refer to meditators who are still, almost all of them, alive (many are part of the Italian and French universe) and could be a reference point to start a path. We will also introduce personalities who have tried to find a meeting point between the various spiritual paths (see p. 111). Among these, Father Anthony Elenjimittam and the mandala of the eight paths,  Father Mariano Ballester who created the non-profit association 'Deep Meditation and Self-Awareness (MPA)', and Father Antonio Gentili.

The Dalai Lama invites us continuously to experience various paths and choose the one we feel closest to, and above all he reminds us that discipline and perseverance are needed to get results. Westerners often enquire which is the form of meditation that can bring out results in a short period of time and above all at little cost (p. 60). The Buddha himself told his disciples: "Try one path and see what happens, if it works out for you, use it, otherwise discard it and look for something else".  All researches have confirmed that people need practicing for long periods to get results. Researchs also confirmed that our brain possesses a fantastic property called neuro-plasticity: the ability to change shape and function even in later life. This was demonstrated, among other studies, by the famous case of Phineas Gage, a worker whose prefrontal area of the brain was destroyed in an accident (1848). In 2000, Matthieu Ricard, who  obtained a doctorate in molecular biology, agreed to undergo a series of scientific experiments with Richard Davidson (p. 43), thus creating a bridge between Buddhist meditation and scientific research.

What are the benefits of meditation? The results of these studies are as follows: meditating produces greater activation of the left prefrontal cortex, the one associated with positive emotions, resilience and well-being. It strengthens immune system responses - demonstrating a relationship between the brain and the immune system. It reduces the activity of the right prefrontal cortex, which is linked to negative emotions. Other research has shown that meditation helps develop qualities such as focused attention, empathy and compassion, which are characteristics of Buddhist meditation (p. 43).
Another important aspect is that all these techniques, once considered esoteric, such as meditation, hypnosis, holotropic breathing, listening to sounds and mantras, rituals or shamanic psychology, techniques that combine breath, evocative music, bodywork focused on energy release, artistic expression and group integration, are now accepted in scientific medical circles. Meditation and hypnosis are often offered to cancer patients, and often accompany the patient in the convalescence phase.                                                                                                                                                                   Jon Kabat-Zinn and Christophe André have been using mindfulness techniques in hospitals for many years. Mindfulness has an effect on the body and a favourable impact on health, which is why meditation has been integrated into medical care in Western society today. Moreover, in recent decades it has been introduced in schools, prisons, and companies, as it brings improvement on an emotional level. Meditation also slows down the ageing process. Indeed, the positive effect of meditation on telomeres has been scientifically evidenced. Telomeres are protective caps at the ends of chromosomes that become shorter with each cell division.

There are some important milestones in the development of the relationship between science and meditation: first the creation of the Mind and Life institute, then the experiments conducted with and on Matthieu Ricard in the first brain scans, as well as on another monk Yongey Mingyur Rimpoche, who was subject to brain scanning for 15 years (p. 45). The study that was published by Live Science in 2020, revealed that Mingyur Rinpoche's brain ageing process appeared to have slown down. The European community has allocated around 7 million euros for a project called Sylver Santé to test with reliable data whether meditation can delay the ageing process.

Now let us try to get into details about meditation using the words of Amadio Bianchi (he is the President of the European Yoga Federation and has contributed to a few paragraphs of the book):  The word meditate is often misused; for the Westerner, meditate refers to "mens" , the mental and its activity. Instead, for the Easterner, the practice gets at going beyond the mental, in order to reach higher and extra-ordinary states of consciousness and contemplation and to get in touch with the most spiritual part of our being, to our true Self. We live identifying ourselves with the contents of our mind, created above all by emotions; it is an experience shaped by the mental; distorted images are produced which are mistaken for reality, and so we move away from an objective vision. 

How can meditation help us? Meditation can help bring man back to the present. The most important practice is to develop detachment, to contemplate our mind without being involved in it: it is called the way of knowledge, to observe our thoughts and return to the present reality. Meditation, however, is a means to better experience the present. Meditation, by reducing mental activity, helps regenerate us, as our cells achieve almost complete immobility. Meditation can increase our ability to focus and concentrate; we are able to achieve physical and material results, but above all, it helps us reconnect with our self. The path is difficult, and it takes trust, perseverance, and an approach to meditation devoid of expectation.

What does a person need to meditate? One needs a suitable environment, dimmed light, silence, finding the right time, having completed one's daily duties, and  a blanket because there is a slowing down of body activities. Meditation is an invitation to prepare oneself to listen, it involves an awakening of the state of attention, attention will turn into awareness, and awareness will lead us to consciousness. Life consumed without awareness is like  having never lived through it, or having lived  in the dream state; the moments of meditation are the most intensely experienced moments .

First, meditations must be divided into two types: meditation of suggestion and meditation of knowledge;  meditations practised in the West are suggestion meditations and are not in line with oriental meditation. These sound-accompanied guided meditations are considered propaedeutic, they produce the right conditions to eventually go further and can help  bring about the qualities necessary for knowledge meditation. During this later meditation, the meditator is alone, not even with a teacher. The senses are totally annihilated and one uses the only suitable instrument - consciousness -, to get to know the reality which is our Self. The Self is the part of us that we have in common with all manifestations, it is the only reality; everything else is impermanent and does not belong to us, nothing belongs to us, we leave everything behind when we die. We only leave  with the drop called our self. And with this drop, man goes to meet his divine part, he tries to come into contact and know this divine part, this is the goal of knowledge meditation.

The correct path would consist of three steps with practical exercises:
- awakening of attention;
- attention that transforms into awareness;
- awareness leading to consciousness; consciousness is the appropriate tool provided by nature for the practice of meditation.

Disidentification. You should become a spectator of the body, of the breath, become aware of the emotions,  of your thoughts and the content of your mind. "I am not the body, I am not the breath, I am not my emotions, I am not the mind, but I am also the mind, the emotions, the breath, the body". The next degree is to become aware of being aware. The one who is making this statement is the witness within you. The witness is a quality of your self, recognise the self and repeat 'I am the self, I am the self, I am self'.
Buddhist teachings aim to demonstrate impermanence, non-self (or inconsistency of self) and nirvana (elimination of suffering or dukkha). Any teaching that does not bear these three principles cannot be considered as a buddhism teaching. Nothing has a separate existence or a separate self. Everything has to interact with everything else. 

Nirvana means extinction, especially extinction of ideas - the ideas of birth and death, existence and non-existence, coming and going, self and other, one and many. All these ideas make us suffer. 

The Four Noble Truths are:
- The Existence of Suffering.
- The Emergence of Suffering.
- The ending of Suffering
- The Emergence of Well-Being. 

There is a noble path (the Eightfold Path) that leads to well-being.
They specify that in Buddhism there are two paths: that of relaxation, samatha (mental calmness) which should be associated with deep insight, vipassanā. (pg.151) - Only through calmness,  one could access to a state of deep vision, to get directly in touch with true reality,  and thus understand and accept it for what it is. Both are based on attention and breath control. At first, the mind observes the breathing or the movements of the body, then it becomes one with them.
Following the Western point of view, the central point of meditation consists of three stages: concentration, i.e. focusing all attention on an object which is usually the breath, then letting the mind calm down and then moving on to introspection.

Citations.  "Meditation is a path to connect with the sacred, our divine part, with our true Self".

 "Meditating is a great opportunity, an open door to infinite possibilities and potential. Something, moreover, that is within the reach of everyone, young and old, educated and less educated, healthy or unhealthy. To all, meditation brings benefits, physically, mentally, spiritually. Through meditation it is possible to rediscover oneself, recover harmony and embark on a very specific path of self-realisation' - Paola Giovetti (p. 9)

"At the end of the 20th century, meditation was a sleeping beauty: it was only practised in the silence and secrecy of monasteries, or in small groups of initiates or the exalted. Today, in the third millennium, everything has changed: meditation has become a fashionable phenomenon and a social fact. It is practised in full view of everyone, in hospitals and schools, in companies and artistic or political circles' - Christophe André (p. 12)

"Most of the time, our instinctive and clumsy search for happiness is based on deceptions and illusions, rather than on reality, and so we wear ourselves out trying to shape the world to make it fit our fantasies, or we artificially alter our states of consciousness. Would it not be better to transform our minds?"  -  Matthieu Ricard (p. 15)

"Never forget that your life passes so quickly, like a flash in the summer sky or a hand sign. Now that you have the opportunity to practise, do not waste a moment. Consecrate all your energy to the spiritual path”. - Dilgo Khyentsé Rinpoche (p. 31)

"Meditation or other disciplines enable man to access, step by step, the way, his true nature, the Buddha nature, and through this path man can liberate his true Being. It is a path to the highest state of consciousness to which man can attain, and through which he opens himself to contact with the living Absolute in its essential core. It is through severe discipline and humbly repeated action without ceasing that man gradually becomes imbued with the living Essence of all things in the unconscious depths of his individual self and prepares himself for the Great Union with the Whole" - Karlfried Graf Durckheim (p. 34)

"Awareness of the interconnectedness of the whole with the whole can only lead to deep and compassionate civic and social responsibility." "In meditation there must be no separation between subject and object, between inside and outside. So when we sit in zazen, we are already inside, there is no inside and outside, and we recognise ourselves as One with the whole" - Dario Doshin Girolami (p. 90)

"Let our message be our own life." "Mindfulness is the full awareness of the present moment". "Meditation is not an escape from, but a peaceful encounter with reality" - Thich Nhat Hanh (p. 93)

 'In reality, you are also your thoughts, your beliefs, etc., but not only those: you are above all the consciousness in which they appear. You are Everything: the observer and the observed, what changes (thoughts, perceptions, sensations) and what does not change (consciousness), you are the sea and the waves'  - Mauro Bergonzi (p. 118)

For Pope Francis, in fact, meditating must mean "going to the encounter with Jesus, but always guided by the Holy Spirit". In short, some methodological experience coming from other religious universes may well be welcomed within the practice of Christian prayer, but this must not in any way introduce different doctrinal perspectives, nor insinuate theological doubts, nor contaminate or languish the dogmatically defined contents of the Catholic Creed. (p. 111). 

Meditation is the medicine of the mind, a technique for returning from the artificial state (the mind that lies) to the natural state (p. 120).

In presenting the various meditators, as well as putting them in context, we have tried to point out the various nuances of meditation.

People like Tony Parsons, one of the most radical exponents of non-dualism, have a simple, clear and direct message: there is no one within the body-mind called 'me', there is no individual, but there is a single Self that lives through different forms (p. 122).

For Eckhart Tolle, the goal of meditation is this: to re-discover Presence, the light of Presence in us, in our inner reality. This allows us to see thoughts, feelings, etc. in a detached way, 'to be aware, that we are aware' (p. 138).

Some meditators depart from the three most common approaches to meditation teaching: the first consists of observing the thoughts that pass through our mind without dwelling on them; the second consists of trying to control the mind, to empty our thoughts through techniques of focusing on a precise point, e.g. a statue, a candle, the breath, etc., to the exclusion of all else; the third approach is to merge with the divine. They propose a different and revolutionary approach to meditation, sitting without expecting anything, without anything to seek. They propose developing an attitude of full presence and letting go of the emotions you are experiencing here and now  (p. 140).

The book also talks about the role of the teacher in meditation, the relationship between meditation and science, between Buddhism and science, and the relationship between meditation and death.

Meditation certainly helps us to face death as it urges us to live life to the full, whether we are young or old. What really matters in existence is to use the time we have left as fruitfully as possible, for our own good and that of others. I quote the thought of Gampopa, a Buddhist sage: 'At the beginning, one should be haunted by the fear of death like a deer escaping a trap; halfway through, one should have nothing to regret, like the farmer who tilled his field with care. In the end, one should be as happy as one who has accomplished a great feat' (p. 53).

A possible meeting point is the fact that both Buddhism and science have experimentation as their main focus. Richard Feynman said: 'The principle of science is as follows: The text of knowledge is the experiment; it is the sole judge of scientific truth'. And here is how the Dalai Lama echoes him: 'When the question of validating the truth of a certain assertion arises, Buddhism places the greatest authority in experience, then in reason, and lastly in scripture' (p. 163).

The goal of meditation is to arrive at a state of awakening, to perceive reality differently and to an experience known as enlightenment, which involves a perfectly clear vision of things. 

The regular practice of meditation leads to a personal condition described by all meditators in terms of four elements: the absence of a kind of outer self, emptiness, the absence of a kind of inner self and impermanence. (p. 168). This approach converges with Buddhist thinking of the lack of a controlling self. It is also possible to see a correspondence between this theory of forms in modern psychology and the impermanent character that Buddha attributed to the five aggregates. In Buddhist doctrine, the five skandhas or aggregates are the constituents of the empirical person, namely: form (rūpa); sensation (vedanā); perception (saññā); karmic formations such as habits, unconscious reflexes, (saṅkhāra); consciousness (viññāna). 

Relationship between science and meditation. Many great physicists and Nobel laureates of the 20th century consider consciousness as the foundation of the world, something that includes everything.

"Absolute knowledge is a totally non-intellectual experience of reality, an experience that arises from a non-ordinary state of consciousness, which can be called a meditative or mystical state" - Fritjof Capra (p.169). He wrote the Tao of Physics and sentences from this text are written at CERN in Geneva (The European Organisation for Nuclear Research) under a statue of Shiva Nataraja donated by the Indian government.

John Hagelin (1954 -) is a world-renowned American quantum physicist, and says: "We must assume the existence of a conscious, intelligent mind. This mind is the matrix of all matter."                           Max Planck (1858-1947) asserted: "The consciousness is the main  basis and matter is a derived from consciousness. We cannot go beyond consciousness and everything we talk about, everything we consider to exist, postulates consciousness."   

David Bohm (1917-1992), an American physicist and philosopher wrote, with Jiddu Krisnamurti, the book Where Time Ends. He said: "Consciousness is the vessel that contains everything, absolutely everything that happens in the universe, and outside of it nothing exists".  

Erwin Schrödinger (1887-1961), Nobel Prize winner for physics came into contact with Indian philosophy around 1918, through the writings of Schopenhauer. He said 'Consciousness is the foundation of existence beyond the brain and whatever we can imagine, hypothesise or intuit'.                Amit Goswami (1936 - ), Indian quantum physicist, is the pioneer of a multidisciplinary scientific paradigm based on the primacy of consciousness, known as 'Science within consciousness'.  

Werner Karl Heisenberg (1901-1976) was a German physicist. and one of the main originators of quantum mechanics.  Fritjof Capra says about him: In 1929 Heisenberg spent time in India, as a guest of the famous Indian poet Rabindranath Tagore, with whom he had long conversations about Indian science and philosophy. This introduction to Indian thought brought Heisenberg great comfort, he told me. He began to see that the recognition of relativity, interconnectedness and impermanence as fundamental aspects of physical reality, which had been so difficult for him and his fellow physicists, was the very basis of Indian spiritual traditions. After these conversations with Tagore, he said, "some of the ideas that had seemed so crazy suddenly made a lot more sense. This was a great help to me'. 

 Fred Alan Wolf wrote the text The yoga of time travel: How the mind can defeat time.                           Albert Einstein in 1930, met Nobel Prize winner for literature Rabindranath Tagore in Berlin, thanks to their mutual friend Dr. Mendel.

 

venerdì 2 giugno 2023

Podcast Parliamo di Meditazione con il Maestro Amadio Bianchi - Parte 1 - Teoria

Fonte:  Podcast Parliamo di Meditazione di Pietro D'Ettole.  In questo Podcast Parliamo di Meditazione, il Maestro Amadio Bianchi insieme a Pietro D'Ettole, cercherà di rispondere a tutte le domande che potrebbe avere una persona che si voglia affacciare a questa pratica. Vedi link: https://podcasts.apple.com/it/podcast/parliamo-di-meditazione/id1668125206 

Interventi del Maestro Amadio Bianchi.

Episodio 1. La parola meditare è spesso usata impropriamente, per l'occidentale meditare si riferisce a mens, al mentale e alla sua attività. Invece, per l'orientale, la pratica è rivolta in altre dimensioni, per superare il mentale, per arrivare a stati superiori di coscienza e contemplazione, degli stati di coscienza diversi dal comune. L'uomo vive identificato con i contenuti della nostra mente, create soprattutto dalle emozioni, è un'esperienza ricolorata dal mentale, e si producono immagini distorte scambiate per realtà e così ci allontaniamo dalla visione oggettiva.  Come può aiutarci la meditazione?  .

La meditazione può aiutarci a riportare l'uomo nel presente, la pratica più importante è quella di sviluppare il distacco, contemplare il nostro mentale senza esserne coinvolti, è chiamata la via della conoscenza,  osservare i nostri pensieri e ritornare nella realtà presente. La meditazione è il mezzo per vivere meglio  il presente.  La meditazione, con la ridotta attività, aiuta a rigenerarci in quanto le cellule raggiungono la quasi totale immobilità.   La meditazione può far aumentare le capacità di focalizzazione e concentrazione, si ottengono risultati fisici e materiali, ma soprattutto ci aiuta a ricondurci al nostro sé,  al nostro vero sé. Oggi le persone sono attratte dalla cultura orientale,   e ci sono forme di meditazione adatte a tutti.

Episodio 2.  Nel praticare yoga, si ottengono risultati sul piano fisico, ma soprattutto si coltiva il desiderio di entrare in contatto con la parte più spirituale dell'essere. Il maestro Muktananda asseriva che meditare è un rapporto con il mio vero essere, è il desiderio di incontrare quella realtà interiore che chiamiamo il nostro Sè, che l'Occidente ci ha fatto dimenticare. Il miglior atteggiamento è l'umiltà, la consapevolezza che il sentiero è difficile, ed occorre fiducia, costanza, ed avvicinarsi alla meditazione senza aspettativa. Di cosa ha bisogno una persona per meditare?  E' necessario un ambiente adatto, penombra, silenzioso, trovare il momento giusto,  aver assolto i doveri quotidiani, e una coperta perchè c'è un rallentamento delle attività corporee.

La meditazione non è un atto religioso, è un mezzo a disposizione dell'uomo per incontrare la sua parte spirituale, un contatto diretto con il trascendente.  Con la costanza e le giuste attitudini si può sperare di ottenere un qualche risultato.

Episodio 3.  La postura più idonea per praticare, è una posizione stabile e confortevole, la colonna dritta, posizione iconografia orientale,  Dobbiamo chiederci la natura del Sè che è "sat chit ananda". Sat è la realtà, con la R maiuscola; chit è la coscienza, lo strumento idoneo ad andare incontro al nostro sè; ananda è beatitudine, ossia l'andare incontro a qualcosa di positivo e rigenerante.  Durante la pratica occorre essere vigili,  infatti il primo ostacolo è l'indolenza, le distrazioni della vita quotidiana, lo spreco di tempo,  la suscettibilità, il timore di essere incompresi. Bisogna essere fermi nei propri propositi e dare priorità alla propria realizzazione.   Nella preghiera, sei tu che parli e il divino ascolta; nella meditazione è il divino che parla e sei tu ad ascoltare. La meditazione è un invito a predisporsi all'ascolto, molti parlano ma nessuno ascolta, l'ascolto è fondamentale ai fini dell'apprendimento.

Episodio 4.    Abbiamo preparato l'ambiente, spento il cellulare, ci sediamo e chiudiamo gli occhi, cosa dobbiamo fare per iniziare a meditare?  Dobbiamo iniziare un percorso di consapevolezza verso il corpo, e poi verso l'atto respiratorio che ci connette con il presente qui ed ora, ascoltare la vibrazione del passaggio del respiro nelle narici e nella gola, un movimento ipnotico che ricorda le onde del mare, alla respirazione devo associare il suono "soh" all'inspirazione e "ham" all'espirazione,  ciò può fare da ponte tra micro e macro cosmo, l'esperienza ci porterebbe ad una sensazione di connessione tra l'individuo e l'universo, il soggetto che si fonde nell'oggetto.

Predisponendoci all'ascolto del respiro in maniera spontanea e naturale ci troveremo nello stato di meditazione, prevede un risveglio dello stato dell'attenzione,  l'attenzione si trasformerà in consapevolezza, e la consapevolezza ci condurrà alla coscienza, strumento necessario alla pratica. Durante la pratica aumenta la qualità della respirazione in quanto le poche respirazioni sono eseguite in pieno stato di consapevolezza. La vita consumata senza consapevolezza è come non averla mai vissuta, o averla vissuta nello stato del sogno; i momenti di meditazione sono i momenti vissuti più intensamente. Spesso all'inizio della meditazione, i pensieri impediscono di concentrarsi sul respiro, ed è la mancanza di consapevolezza ad impedirci di comprendere alcuni aspetti fondamentali della nostra esistenza. Mente, battito e respiro sono talmente connessi da essere considerati una stessa realtà, il pensiero influisce sulla mente e sul battito cardiaco. Controllando il respiro controlliamo gli altri due componenti: Un respiro calmo, calma anche la mente e il battito cardiaco.

I pensieri vanno accettati e non rifiutati,  in caso di distrazione si deve tornare sull'oggetto di concentrazione, il respiro,   con dolcezza e gradualità. Nessuna forzatura deve essere effettuata sulla mente, la legge causa ed effetto ci insegna che ad azione corrisponde una reazione uguale e contraria. I pensieri possono essere paragonati a nubi che passano davanti al sole. Spesso i dolori del corpo o i rumori nell'ambiente impediscono di concentrarci, anche qui la risposta è sempre accettazione e rispetto; se sono in grado di gestire il dolore sulla parte sofferente, indirizzo l'energia verso questa parte del corpo, se il dolore è ad un grado più alto occorre sciogliere la posizione, la stessa risposta vale nei confronti dei rumori. Bisogna adottare, nel corso della meditazione, un atteggiamento moderato senza fanatismi che imporrebbero di meditare ad ogni costo.

Episodio 6.  Per prima cosa occorre suddividere le meditazione in due tipi: di suggestione e di conoscenza, sono di suggestione il 99%  delle meditazioni praticate in Occidente e non sono il linea con la meditazione orientale. Queste meditazioni sono considerate propedeutiche, favoriscono le condizioni, per eventualmente andare oltre. Nella precedente meditazione guidata si è creato uno stato di suggestione  causata da parola, musica e incenso. Queste meditazioni possono aiutare a far sorgere le qualità necessarie per la meditazione di conoscenza;  in questa meditazione il meditante è solo, nemmeno con un maestro.  I sensi sono totalmente annichiliti, e si utilizza l'unico strumento idoneo che  è la coscienza, per andare a conoscere quella realtà che il nostro Sè.  Il Sè è la parte di noi che abbiamo in comune con tutte le manifestazioni, è l'unica realtà; tutto il resto è impermanente e non ci appartiene, nulla ci appartiene, lasciamo tutto quando moriamo. Ce ne andiamo solo con la goccia chiamata il nostro sè, la goccia e il mare hanno la stessa natura, il divino e la sua manifestazione sono la stessa cosa.  L'uomo, con la goccia che è il suo sè, va incontro alla sua parte divina, cerca di entrare in contatto e conoscere questa parte divina, questo è l'obiettivo della meditazione di conoscenza.

Come passare dalle meditazioni propedeutica alla meditazione di conoscenza? Dopo che il meditante è riuscito a compiere una purificazione psico-fisica, controllare il respiro e rimanere immobile, seduto per lungo tempo, acquisito la capacità di interiorizzarsi; allora sarà capace di portare l'attenzione solo su un soggetto ed il passaggio tra questi due tipi di meditazioni potrà avvenire in modo del tutto naturale. Ad un neofita consiglierei un atteggiamento moderato con un approccio graduale, meglio sarebbe farsi seguire da un buon maestro, la corretta via prevede una via costituita da tre gradini con esercizi pratici:

  • risveglio dell'attenzione;
  • l'attenzione che si trasforma in consapevolezza;
  • la consapevolezza che conduce alla coscienza, la coscienza è  l'idoneo strumento messo a disposizione dalla natura per la pratica della meditazione. 

Come si fa a riconoscere un buon maestro?   Un maestro di meditazione è difficile incontrarlo, professa un tipo di spiritualità che potremmo definire laica, universale. Accompagna gli allievi a ritrovare loro stessi, in quanto sa che ogni essere umano è unico e irripetibile, rispetta l'unicità delle persone. Accompagna come un padre, senza fini egoici, il figlio verso la realizzazione. Non propone certezze, ma un sano dubbio evolutivo,  insegnerà all'allievo a dubitare di tutto anche di lui stesso. Vede in ogni persona il divino, e pratica l'umiltà. 

Episodio 8. La disidentificazione. Tale atteggiamento ci conduce ad essere spettatori del proprio personaggio, e ci offre più possibilità di percepire una realtà oggettiva.  Spesso i litigi nascono per futili motivi, e i protagonisti si identificano totalmente nella situazione. Dovremmo nella vita avere sempre attivo quel testimone che ci consente, attraverso il distacco, di valutare meglio le situazioni nelle quali la vità può coinvolgerci. Una persona risvegliata, cioè capace di osservare, riesce a mantenere il dovuto non coinvolgimento anche in situazioni problematiche.  Vairagya, il distacco, non significa reprimere la capacità di emozionarsi. Le emozioni colorano la vita, quindi sono necessarie. Il distacco ci aiuta ad indirizzare le nostre emozioni verso ciò che è reale. Anzi, ci aiuta a distinguere il reale da ciò che reale non è. Bisogna far buon uso dei segreti della natura. Dobbiamo applicare questa tecnica anche nella quotidianità e valutare quello che ci capita scevro dalle emozioni, ci permetterebbe di essere più oggettivi e consapevoli nelle nostre scelte.

Episodio 9. Come la meditazione può cambiarti la vita. La meditazione sviluppa la chiarezza mentale, si riesce a capire quale sono le cose veramente importanti nella vita, questa pratica diventa parte della vita assumendo un posto prioritario. Anche le capacità percettive e intuitive si sviluppano a tal punto che anche l'ostacolo più ostico sembrerà facilmente superabile. Spesso si dà priorità ad altre cose. Salute si dice "Swastha", ossia essere nel proprio Sè. Per meditare bisogna essersi liberati dalle sofferenze fisiche e psicologiche. Molti problemi ed ostacoli alla pratica non provengono dall'esterno. La meditazione può essere portata nell'azione, non ci si può astenere dall'agire. Bisogna fare attenzione ai danni causati mettendosi al servizio del proprio ego. Fortunati coloro che hanno trovato il proprio Sè, e possono abbandonare le loro azioni nelle braccia del Sè. La contaminazione dell'azione è il desiderio e l'attaccamento al risultato. Le azioni non devono essere fatte per una gratificazione morale ed economica. Lo stupore nello scoprire il mondo è definita stato dell'innamoramento. Il nostro stato, il nostro Sé è costituito da esistenza, coscienza e beatitudine. Occorre sviluppare la calma necessaria per acquisire la gioia interiore. Falsi miti indotti dai media come la ricerca del successo e del denaro, il continuo bisogno di possedere nuovi oggetti, portano ansia e stress. 

Episodio 11. La costanza nella meditazione. Quando non si è abbastanza esperti, ovvero prima di avere la mente ben organizzata e sotto controllo, la mente abitualmente può trovarsi in diversi stati: mente distratta, assente, confusa, solo a volte raccolta, e il meditante subisce l'influenza di ostacoli come: dubbio, negligenza, malattia, apatia, indolenza, incapacità di trovare un punto di appoggio.  La persona che non è in grado di superare questi ostacoli si ritrova ancorata nella quotidianità con ansia, nervosismo, o nel dolore. Queste condizioni non facilitano il sorgere dell'attitudine corretta verso la meditazione. Mentre la buona volontà e l'interesse sono di aiuto alla regolarità. Questi ostacoli hanno a vedere con la condizione soggettiva della mente degli aspiranti alla pratica, in questo caso passando dalla purificazione delle facoltà intellettive è possibile risolverli, determinanti sono atteggiamenti verso la pratica con un favorevole comportamento etico, non violenza, coerenza, non prendere più di quello che ci necessità, controllare l'istinto, non essere avidi. La meditazione potrebbe aiutare a modellare la mente e trasformare il proprio punto di vista, incentivando l'attitudine allo studio, alla purezza, all'abbandono dell'attaccamento. Sentimenti di altruismo, compassione, gioia generano una trasformazione e influenzano la mente.

Gli ostacoli fisici non sono limiti insuperabili, la posizione si può adattare ai limiti fisici di ognuno, ma è vero che il limite fisico potrebbe creare limiti mentali, importante è l'accettazione.  L'ambiente dove il meditante pratica influisce sulla pratica, deve essere privo di elementi di disturbo, sobrio,  silenzioso. Di aiuto possono essere immagini di maestri, sarebbe buona cosa evitare sostante eccitanti, come caffè. Potrebbe essere utile, circondarsi di persone che praticano meditazione, utili nei momenti di difficoltà per rafforzare la propria volontà.  Il primo segnale di progresso nella pratica è la stabilità fisica, emozionale, mentale e spirituale, che sono in interrelazione dinamica.   Il secondo segnale è l'aumento della capacità di focalizzazione, il terzo è la presenza della gioia di vivere, e il contatto con il proprio sè che portano sensazioni di beatitudine. La stessa posizione seduta diventerà sempre più stabile e confortevole e gli stimoli sensoriali si attenueranno e disturberanno meno e la pratica si allungherà perchè si proverà piacere nel rimanene nel silenzio e in contatto con il proprio sè; i pensieri che insorgeranno nella meditazione saranno meno caotici. 

Episodio 13. Strumenti pratici per la focalizzazione - Cos'è un Mantra? Cos'è uno YantEra?                                                                                                                                                                Il mantra è uno strumento molto diffuso nello yoga e nell'ayurveda. Spesso la mente viene, a causa della sua instabilità, paragonata ad una scimmia, mentre per la meditazione abbiamo bisogno di una mente ben focalizzata, stabile. Il mantra è uno strumento per la mente o che libera la mente, il nostro universo è prima di tutto vibrazione, di conseguenza ogni cosa è influenzata dalla stessa. Le parole che compongono un mantra sono di secondaria importanza, quello che conta è la vibrazione che potrà influenzare la mente e il cervello. Generano nella mente impulsi volti alla auto-guarigione e alla elevazione. Con l'utilizzo di un mantra appropriato, tutto sembra divenire possibile.  Uno dei più conosciuti è la gayatri mantra, riportato nei veda, composto da 24 sillabe.  Gayatri può significare quello che soccorre chi lo recita è questo; è un inno alla terra, a quello che sta tra cielo e terra, inneggiamo il cielo, che gayatri stimoli le nostre menti. Un mantra più semplice dedicato alle energie di trasformazione, rappresentate da Shiva, è "om nama shivaia". Gli asceti usano questo mantra come saluto, e apporta a chi lo recita speciali virtù.  Tutto ha origine dal suono primordiale Aum, che rappresenta lo yoga, lo sforzo evolutivo, la manifestazione sotto forma di vibrazione, l'AUM è l'origine del mondo, il mantra dei mantra, da cui prendono origine tutti i mantra,   Aum è l'universo manifesto sotto forma di vibrazione, che diventa parola, che racchiude in sé tutti i possibili suoni.  

Gli yantra. Tra le tecniche di comunicazione c'è la parola, l'arte visiva, la musica, le mudra (i gesti), tra questi anche la geometria, attraverso il simbolo del quadrato del primo chakra, si trasmette alla mente stabilità, calma, regolarità, autocontrollo, il cerchio simbolo del secondo chakra, può ben rappresentare l'equilibrio tra maschile e femminile, il cerchio è un simbolo pacificante, dove la mente trova pace.  Le diversità le troviamo nei triangoli equilateri, con la punta verso l'alto simboleggia il maschile, con la punta verso il basso rappresenta il femminile; la sovrapposizione è un tentativo di fusione, nel punto che si trova al centro e rappresenta la realtà con la R maiuscola, quella che non di modifica, questo simbolo si trova nel quarto chakra, il chakra del cuore. Sono straordinari strumenti di focalizzazione. Occorre essere capaci di concentrare la mente su un punto, è un tentativo di riavvicinare la mente verso il proprio se,  riuscendo a pacificare il tumulto interiore.  Per focalizzare l'attenzione si può usare anche il respiro, ci sono molti esercizi che vanno al di là di ogni cultura, come ad esempio contare i respiri, o concentrarsi sul suono dell'aria passante per la gola, o anche la semplice focalizzazione visiva sulla fiamma di una candela.  I mantra e gli yantra non hanno niente a che vedere con le religioni, soprattutto con quelle organizzate. Lo yoga tratta argomenti che sono precedenti alla comparsa sul nostro pianeta delle religioni e sono argomenti rigorosamente laici.

Episodio 15. Scienza e meditazione.  Amadio Bianchi racconta: Una quarantina di anni fa, in una università di Haridwar nel Nord dell'India, dove c'era anche un  ashram, ho visitato un reparto scientifico, e lì sono venuto a conoscenza per la prima volta dei risultati delle ricerche effettuate sui benefici, fisici e mentali, emozionali e spirituali della meditazione. Molte ricerche sono state effettuate in seguito. Ad esempio nel 2001, una ricerca dell' Università americana di Harward ha dimostrato che la meditazione può aumentare la materia grigia nell'ippocampo, una regione importante per la memoria e l'apprendimento,  nello stesso anno l'Istituto pscichiatrico di Bologna, ha dimostrato che meditazione può aumentare la capacità di concentrazione e di memoria, l'anno seguente una università israeliana, ha dimostrato come la meditazione  può aumentare la capacità creativa di adattarsi a nuove situazioni per affrontare problemi; Ogni anno si hanno nuovi risultati sui benefici della meditazione. Durante una mia lezione avevo sostenuto che il ritmo del cuore, un muscolo involontario può essere cambiato a piacimento. Alcuni miei allievi, dottori, mi chiesero di poterlo dimostrare in pratica sotto il controllo di idonei strumenti,  e quando mi chiesero di aumentare o rallentare il battito cardiaco, ci riuscii senza difficoltà. C'è un collegamento tra mente, respiro, battito cardiaco che si influenzano reciprocamente.  Rallentando il respiro e riducendo il flusso dei pensieri, riuscii a ridurre la frequenza del battito cardiaco. I ricercatori capirono quanto era importante quello che cercavo di trasmettere loro.  In questo momento storico, in cui la depressione è sempre più dilagante, la meditazione può aiutare a ridurre l'ansia e la depressione e migliorare la qualità della vita. Uno studio dell'università di Oxford, nel 2016  ha dimostrato che la meditazione può ridurre il rischio di recidiva nella depressione. Una società americana ha pubblicato un documento in cui  dimostrava che la meditazione può migliorare la qualità della vita nei pazienti affetti da malattie croniche riducendo l'ansia e sintomi depressivi. Vorrei incoraggiare ad intraprendere questo percorso, perchè l'aiuto della meditazione è più sano e salutare di molti altri.   Tante ricerche confermano che la parte fisica e la parte non fisica sono direttamente interconnesse, per cui una buona salute mentale aiuta ad avere una buona salute fisica.  La meditazione può migliorare la salute cardiovascolare, riducendo anche i livelli di colesterolo, e,  un articolo del 2008 ha sottolineato che può ridurre anche la pressione sanguinea in pazienti con ipertensione. Con la meditazione si possono aumentare le difesa immunitarie e la risposta anti-infiammatoria e migliora le difese dell'organismo. Comunque, la meditazione non può essere sostitutiva alle cure mediche, ma è uno strumento di prevenzione senza nessuna controindicazione.Episodio 17.  Risposte alle domande sulla meditazione. Domanda: Una persona non riesce a stare ferma e quindi non riesce a meditate. Cosa si può fare? Per iniziare a meditare non è necessario stare in una posizione statica, si può apprendere a meditare anche nell'azione, anche camminando Queste forme sono propedeutiche alla vera meditazione per chi incontra questo tipo di problemi. La meditazione è una condizione, è uno stato di vigilanza che fa capo a quella la capacità di essere un vigile spettatore anche nel lavare i piatti.  Si può anche praticare il karma yoga, dell'azione disinteressata.  In questo periodo storico si ha una maggiore difficoltà ad avere un ritmo diverso dall'abituale, siamo disabituati a rimanere in silenzio e portare l'attenzione su un solo oggetto. La tecnologia dis-educa la nostra mente e compromette la nostra capacità di focalizzazione e concentrazione. Inoltre, genera inquietudine e difficoltà; ma con pazienza e determinazione è possibile tornare ad usare la mente in un modo più sano e corretto.  Domanda:  Quale è il modo di vivere corretto in questo periodo così caotico? Non è il caos a disturbare chi ha trovato la pace e la stabilità  interiore. Spesso si è vittime dal contesto e non si è in grado di uscire dal turbinio della quotidianità. Quando si è conseguita la capacità di rimanere calmi sereni e distaccati, non c'è situazione che possa alterare la nostra condizione di pace,  se si è vittime del contesto e non si è in grado di uscire dal turbinio di questa realtà, noi consigliamo vivamente la meditazione che è il mezzo per raggiungere uno stato di quiete e una certa invulnerabilità agli eventi esterni.  Comunque, l'essere  consapevoli di essere dentro un flusso frenetico di eventi, è il primo passo verso il cammino e uno stimolo al cambiamento. Inoltre, se decidessimo di intervenire cambiando le nostre abitudini saremo sulla buona strada.  Domanda: Quale è il modo migliore per fare avvicinare i bambini alla meditazione. Ogni stagione  della vita deve essere rispettata e vissuta correttamente. I bambini si evolvono con la pratica del gioco, pertanto, volendoli incamminare sulla via della meditazione, dovremmo strutturare la pratica sotto forma di gioco. Inoltre, l'esempio è il miglior mezzo per educare, i bambini assorbono tutto come spugne, pertanto, dobbiamo dare loro informazioni e valori corretti; ciò è fondamentale per il loro cammino anche spirituale, Dobbiamo mostrarci moderati e comprensivi, e insegnare loro il rispetto per loro stessi, gli altri e la natura che li cerconda, aiutarli a scoprire che c'è una realtà esteriore ed interiore. Questo può essere fatto attraverso la scoperta del respiro, da dentro e da fuori di noi, e proporre esempi semplici che possano stimolare la loro curiosità.  Domanda: Da quando pratico, è cambiato il mio modo di operare nel mondo in modo positivo, ed è cambiata anche l'alimentazione. Come si può spiegare questo? E' scientificamente provato che la meditazione potenzia la chiarezza mentale, le qualità mentali e la capacità discriminativa. Così aumenta anche la chiarezza nell'alimentazione. La qualità della vita si alza quando operiamo le giuste scelte.  La  pratica della meditazione può portare a compiere scelte diverse. L'alimentazione è molto importante  in quanto esiste una correlazione tra ciò che si mangia e ciò che si è.  Si deve perseguire il giusto, non solo quello che piace;   a volte le due cose coincidono, ma non sempre.

Podcast Parliamo di Meditazione con il Maestro Amadio Bianchi - Parte 2 - pratiche di meditazione

Fonte:  Podcast Parliamo di Meditazione di Pietro D'Ettole.  In questo Podcast Parliamo di Meditazione, il Maestro Amadio Bianchi insieme a Pietro D'Ettole, cercherà di rispondere a tutte le domande che potrebbe avere una persona che si voglia affacciare a questa pratica. Vedi link: https://podcasts.apple.com/it/podcast/parliamo-di-meditazione/id1668125206 

Interventi del Maestro Amadio Bianchi.

Episodio 5. Sessione pratica. Esempio di pratica di meditazione. Chiudete gli occhi con dolcezza, il corpo assume una posizione comoda e confortevole, viaggio di consapevolezza, nominerò delle parte del corpo e cercate di diventarne consapevoli. Dai piedi fino alla sommità del capo. prendiamo consapevolezza di tutto il corpo e seguiamo il respiro, l'aria che entra e l'aria che esce dalle narici. Seguiamo il suono del respiro. Assomiglia alla sillaba Soh in fase di inspirazione e alla sillaba Ham nella fase di espirazione, restiamo all'ascolto per qualche istante di questo suono.  Corrisponde in sanscrito a "Io sono".  Meditiamo su queste parole Soh Ham, "Io sono". Poi ritorniamo al nostro corpo, alla nostra realtà fisica. Cominciamo a muovere alcune parti del corpo spontaneamente, e  prepariamoci ad affrontare la vita con dolcezza e consapevolezza come abbiamo fatto durante la pratica. Hari OM Tat Sat.   Om si riferisce al Supremo Brahman. Tat si riferisce a  'tutto ciò che è'.   Sat si riferisce alla verità assoluta, l'unica e sola realtà.

Episodio 7. Meditazione sulla disidentificazione. Sedetevi in modo confortevole, diventate consapevoli delle varie parti che costituiscono il vostro corpo, dai piedi fino alla sommità della testa. Risalendo dal basso verso l'alto diventate consapevoli di ogni singola parte e rilassatela. Quando, percorso l'intero organismo, diventate consapevoli del corpo come un insieme. Diventate spettatori del vostro corpo, avete questa facoltà, poichè colui che osserva non è il corpo, non state guardando attraverso i vostri occhi fisici, ma attraverso gli occhi dello spettatore che sta dentro di voi. Fate questa esperienza ed affermate "Io non sono il corpo, io sono anche il corpo", rimanere in questo grado di consapevolezza per tutto il tempo che desiderate. Poi spostate la vostra attenzione sul respiro, e sviluppate la coscienza che state respirando, siete consapevoli dell'ispirazione e dell'espirazione, l'aria entra ed esce dalle narici, continuate fino a quando non diventate consapevoli di questo processo. E potete quindi di nuovo affermare "Io non sono il respiro, ma sono anche il respiro". Poi diventate consapevoli delle emozioni, prendere atto delle emozioni presenti in voi, in questo momento, rimanete distaccati, non identificatevi con le emozioni, fate da spettatori alle vostre emozioni.  Poi potrete dire "Io non sono le emozioni, sono anche le emozioni".  Continuate fino a quando vi fa piacere. In seguito prendete coscienza dei vostri pensieri e del contenuto della vostra mente. Dovete solo contemplare il contenuto della vostra mente, divenite consapevoli dei vostri pensieri, senza però identificarsi con essi. Dopo essere arrivati alla consapevolezza della disidentificazione, potrete affermare "Io non sono la mente, io sono anche la mente". Il grado successivo è diventare consapevoli di essere consapevoli. Fino a poter dire "Io non sono la consapevolezza, io sono anche la consapevolezza". Fate questa esperienza. Colui che sta facendo questa affermazione è il testimone che è dentro di voi. Il testimone è una qualità del vostro sè, riconoscete il vostro sé, riconoscete il sé e ripetete "Io sono il sé, io sono il sé, io sono il sè". Lasciate vibrare queste parole dentro di voi, per il tempo che desiderate. Continuate fino a quando sentirete il momento di uscire dalla meditazione. Fatelo con cautela, dolcezza e gradualità, sciogliete la posizione e terminate la vostra pratica.

Episodio 10.   Sessione pratica. Meditazione guidata di purificazione.  E' una tecnica  per fare sorgere le qualità necessarie e propedeutiche alla meditazione,  sdraiatevi sul tappetino, in shavasana. Cercare di rimanere immobili fino alla fine della pratica, chiudete gli occhi e adattate il corpo, immaginate di essere in un luogo di mare magnifico, siete sdraiati sul bagnasciuga, e percepite la voce del mare, il suono della risacca, che è simile a quello del vostro respiro, magari con una respirazione Ujjayi (che viene spesso tradotta anche come “il respiro del vittorioso”),  i vostri piedi sono rivolti verso il mare e la testa verso la terra ferma, immaginate di essere voi stessi a guidare il moto del mare, quando inspirate il mare si avvicina ai vostri piedi, quando espirate si allontana, respirazione dopo respirazione il mare si avvicina sempre di più alle piante dei piedi, ora inspirate e l'onda viene verso di voi, arriva alla caviglia, quando espirate il mare si allontana. ad ogni inspirazione il mare sale sempre di più e raggiunge le vostra ginocchia, poi arriva fino all'inguine, poi all'addome, provate una sensazione di fresco, di pulito di lavato, anche negli organi interni, poi sale fino alla parte alta dell'addome,  il mare è arrivato alle spalle, il mare arriva alla base del naso, e quando espiriamo si ritira, proviamo una sensazione di purificazione, poi arriva alle sopracciglia, agli occhi, poi espirando ritorna indietro, arriva alla sommità del capo, tutto l'intero corpo è sommerso dall'acqua, e quando espirate liberate il corpo ed il mare ritorna indietro, l'intero corpo immerso nell'acqua, provate una sensazione di fresco e pulito,  il sole riscalda il vostro corpo, dandovi una sensazione piacevole, e una sensazione di infinita purezza pervade tutto il vostro essere; per qualche istante godetevi questa sensazione. Quando vi sentite pronti, fate dei piccoli movimenti col corpo, le dita dei piedi, le dita delle mani, ruotate la testa a destra e poi a sinistra, lasciatevi andare a qualche movimento spontaneo, quando vi sentirete pronti, vi portate seduti con calma, Pronunciate il mantra AUM per tre volte, poi il mantra Shanti per tre volte, e poi il mantra  Hari Om tat sat.  Infine, il mantra Sarva Mangalam Bhavatu.      Il significato delle parole in sanscrito del mantra Sarva Mangalam Bhavatu è riportato nella famosa versione di George Harrison e Ravi Shankar: https://www.youtube.com/watch?v=9cjD9lrtpdw

"Oṁ sarveṣāṃ svasti bhavatu sarveṣāṃ śāntir bhavatu sarveṣāṃ pūrnaṃ bhavatu sarveṣāṃ maḍgalaṃ bhavatu"    -  che tradotto significa:   "Oṁ, possa la benedizione essere su tutti, possa la pace essere per tutti, possa la piena “realizzazione” essere per tutti, possa la prosperità essere per tutti".

Episodio 12. Sessione pratica. Meditazione guidata sui colori. Sdraiatevi completamente rilassati, in totale abbandono, la mente rimane attiva e sveglia,  pensate al vostro colore preferito, il colore che vi rappresenta, l'aria che respirate è di questo colore, distribuite questo colore in tutto l'addome, in forma di spirale si muove in tutto il corpo, espiro spingo l'aria verso il basso e un po' verso l'alto, il colore ha pervaso tutto l'intero corpo, saturo dal colore scelto. L'aria arriva al plesso solare, spingo in basso e alto, adesso l'aria colorata esce dai pori, questa aria colorata sta spingendo fuori tutte le negatività, sia fisiche che mentali, il colore rappresenta il sano che c'è in voi, butta fuori tutte le negatività. I pensieri positivi sostituiranno quelli negativi, vi sentite purificati, vi sentite bene, e beneficiate di questa sensazione, rimanete in shavasana tutto il tempo che desiderate.

Episodio 14. Sessione pratica. Meditazione guidata di focalizzazione. Sdraiatevi sul tappetino, durante la pratica occorre rimanere immobili, adattate il corpo al pavimento, punte dei piedi verso l'esterno, il palmo delle mani rivolto verso l'alto, il mento leggermente più vicino allo sterno, ora con la vostra consapevolezza andate 10-15 centimetri dopo e oltre il capo,  cercate di percepire un reale punto, che per la scienza moderna, è il luogo dove si trova  il polo positivo dell'energia elettrica del corpo umano, adesso spostate l'attenzione e la consapevolezza oltre i piedi, tra i piedi, 10-15 cm oltre i piedi avvertite un altro punto, questo è il luogo del polo negativo dell'energia elettrica del corpo umano, dovrete muovere il respiro tra questi due punti, il corpo si rilassa sempre di più, anche la mente, e la consapevolezza è sempre presente. Immaginate che l'aria entri dal punto oltre il capo, e termina sotto i piedi e l'espirazione andrà dal questo punto fino ad oltre il capo. Fate in modo che l'inspirazione abbiamo la stessa lunghezza dell'espirazione; per portare equilibrio e armonia, per farlo dovete mentalmente contare quanto dura la vostra inspirazione e la vostra espirazione, sommare i tempi e dividerla per due, e trovate la misura per creare equilibrio. Adesso  immaginate che l'inspirazione è calda e l'espirazione è fresca,  introducete un colore, un colore oro dal capo fino ad arrivare ai piedi, espirando è un flusso colore argento, non dimenticatevi di contare, l'inspirazione è di colore oro e di natura calda, l'espirazione è di colore argento e fresca, e devono essere della stessa lunghezza. I colori oro e argento sono colori calmanti. Adesso concentratevi sul respiro per alcuni minuti. Adesso stiamo per giungere al termine della meditazione, sostituisco al colore oro il colore rosso e al colore argento il colore blu, il rosso e il blù sono colori attivanti e li utilizzo per ritornare nella mia realtà fisica. Interrompo di contare, abbandono i colori, abbandono le sensazioni di fresco e caldo, e ritorno al mio corpo, alla mia realtà fisica, mando un messaggio al mio corpo che a breve dovrà muoversi, ma lo farà quando io manderò un messaggio, quando il rilassamento termina faccio dei piccoli movimenti, muovo i piedi dolcemente, le dita delle mani, muovo la testa a destra e a sinistra, ritorniamo al respiro, facciamo due o tre respirazioni profonde che mi aiuteranno a  ritornare alla mia realtà fisica, poi lascerò il corpo fare dei movimenti spontanei, percepite cosa vuole fare il corpo e lasciatelo fare. Quando mi sentirò pronto mi alzerò per sedermi, con calma, lascerò gli occhi chiusi per qualche istante ancora e poi aprirò gli occhi e ritornerò nella realtà, quella realtà presente, tenendo unita parte fisica e non fisica, corpo, respiro, consapevolezza e coscienza.  Hari Om Tat Sat

Episodio 16.  Sessione pratica. Meditazione sul loto del cuore.  Occupatevi inizialmente della vostra realtà fisica, del vostro corpo, assicuratevi  che abbia le migliori condizioni possibili, adesso intraprenderemo un percorso di consapevolezza, con l'aiuto del nostro spettatore profondo, proveremo ad essere consapevoli della parte bassa del corpo, dei piedi, delle caviglie, dei polpacci, delle ginocchia, delle cosce, della parte bassa dell'addome, della parte alta dell'addome, del torace, delle spalle, scenderemo lungo le braccia  poi mani, polsi, avambracci, braccia, spalle, collo, della mandibola inferiore, della mandibola inferiore con le labbra chiuse, mandibola superiore, guancia destra e sinistra. orecchio destro e sinistro, e naso,  narice destra, sinistra  zigomo destro, sinistro, occhio destro, occhio sinistro, tempia destra, tempia sinistra, sopracciglia destra, sinistra, fronte, cuoio capelluto, la sommità del capo, andiamo oltre la sommità del capo, 10-15 cm oltre il capo, come se uscissimo dal corpo, proviamo ad essere spettatori del nostro corpo in generale, come se ci vedessimo dall'esterno, nella posizione della meditazione, adesso ci rendiamo conto che il corpo respira, seguiamo il respiro naturale e libero seguiamo l'inspiro ed l'espiro, inspiro ed espiro, ed ora proviamo ad essere spettatori delle nostre emozioni, essere spettatori delle emozioni presenti in questo momento, e poi provate ad essere spettatori dei vostri pensieri, spettatori disidentificati dai pensieri,  Ecco ora siamo pronti per questo viaggio di oggi, ci porteremo all'altezza del petto, all'altezza del quarto chakra, e proveremo ed indirizzare il respiro in questa zona, inspiro e espiro,  inspiro e espiro, sono consapevole di essere a contatto con il mio piano emozionale, la respirazione si muove al centro del petto, inspiro e espiro, dove visualizzo un loto del mio colore preferito, inspiro e il loto si chiude, quando espiro il loto si apre, si apre ai raggi del sole, si carica di energia, - inspiro, e i 12 petali di chiudono,      -  espiro, e i 12 petali si aprono, inspiro il loto si chiude, espiro i petali si aprono uno alla volta,      - inspiro conto 1- 2- 3- 4- 5- 6- 7- 8- 9- 10- 11- 12 e il loto si chiude completamente,         - espiro il loto si apre petalo dopo petalo 1- 2- 3- 4- 5- 6- 7- 8- 9- 10- 11- 12  e  il loto si chiude; e si apre quando espiro. Dopo alcune respirazione aggiungo un mantra di 12 sillabe, e i petali si apriranno e si chiuderanno in armonia con queste sillabe, il mantra è Om Na mo bha ga va te de va de va ya,  ...  alterno inspirazione ed espirazione per qualche tempo. Poi  ritorno gradatamente nella mia realtà fisica, nel mio corpo, mi esteriorizzo sempre più, prendo contatto con la realtà esterna, piano, piano con piccoli movimenti; Poi sciolgo la posizione con calma. La nostra piccola esperienza termina qui.   

Episodio 18: Meditazione sugli Yantra dei Chakra. Questa è una pratica di focalizzazione. Iniziamo seduti nella abituale posizione di meditazione, prendiamo consapevolezza della realtà fisca, del corpo, occorre dare al corpo conforto e stabilità, prendiamo il tempo che serve, quando siamo pronti per il viaggio interiore, spostiamo l'attenzione alla base della colonna sul primo chakra, che ha una connessione con la terra, e il senso dell'olfatto, il simbolo è un quadrato, visualizzate un quadrato e meditate sul quadrato, tutti i lati sono uguali, si ha la sensazione di stabilità e la mente si calma, si calma concentrandosi su questa forma, al centro del quadrato c'è un puntino, da dove scaturisce l'inspirazione, dirigiamo il respiro sul primo chakra, quando espiriamo di nuovo il quadrato si riprensenta, inspiriamo si dissolve,  continuiamo per alcuni istanti, diamo vita ad una sensazione di stabilità. Poi spostiamo l'attenzione sul secondo chakra, all'interno del quadrato, visualizziamo un cerchio che sfiora le pareti del quadrato, al centro un punto, questo chakra è la sede dell'acqua e del gusto, il cerchio è un'immagine perfetta che calma la nostra mente, piano piano lasciamo che la mente si calmi. Inspiro attraverso il puntino, e l'immagine si dissolve e quando espiro la ricreo, faccio questo tipo di esercizio per alcuni istanti. Poi salgo al terzo chakra (all'altezza dell'ombelico) che è un luogo speciale, la sede dell'elemento del fuoco e del senso della vista, visualizzo lo yantra: un quadrato, all'interno il cerchio, e al'interno del cerchio un triangolo con la punta verso l'alto (nella tradizione di solito è verso il basso), vogliamo rivolgerci all'energia solare, meditiamo su questo yantra che si sta formando, inspiro la forma si dissolve e quando espiro la forma si ricrea fuori di me, continuo per alcuni istanti, poi passo al quarto chakra,  che è la sede dell'elemento aria e del senso del tatto. Lo yantra è formato dal quadrato (stabilità), cerchio (perfezione),  triangolo (maschile)  e adesso aggiungo un triangolo verso il basso (femminile), due triangoli sovrapposti nella perfezione più assoluta,  l'unione perfetta tra maschile e femminile,  inspiro e lo yantra si forma dall'esterno all'interno, quando espiro proietto la forma all'esterno a una distanza che varia a seconda della lunghezza del respiro, Generiamo  buoni sentimenti all'interno, buoni sentimenti all'esterno, non ci sentiamo separato dal resto, nel cuore provo un sentimento di compassione verso l'esterno, verso gli altri, ci sentiamo uno: dentro  e fuori, continuiamo il percorso, facciamo da spettatori a tutti quei sentimenti che stimo risvegliano nel quarto chakra: benevolenza, amore, altruismo, compassione, ecc,  Continueremo fino a quando riteniamo di poterlo fare, poi riportiamo l'attenzione sulla nostra realtà fisica, nelle condizioni idonee per poterci muovere e ritornare al nostro dharma, ai nostri doveri. Importante è prendersi cura di noi stessi in modo pieno e integrale.   

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...