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martedì 1 giugno 2021

Il Campo Unificato e la Coscienza

L’evoluzione della scienza si è sempre mossa nella direzione della scoperta di livelli sempre più unificati delle leggi di natura. Per esempio è stato dimostrato che l’elettricità e il magnetismo, che una volta si riteneva fossero due forze differenti, sono due aspetti diversi del campo elettromagnetico. Einstein con la sua teoria della relatività ha espresso l’equivalenza fra energia e materia ed è sempre stato guidato dall’intuizione profonda che il livello più fondamentale della natura fosse un singolo campo unificato. Milioni di volte più basilare e potente della forza nucleare, il Campo Unificato (che unifica tutte le fondamentali forze di natura note: la forza di interazione debole, la forza di interazione forte, la forza elettromagnetica e la forza di gravità), è la causa fondamentale dell’ordine che pervade l’intero e vasto universo.  

L’indagine teorica ed empirica ha rivelato che le qualità fondamentali del Campo Unificato: intelligenza, dinamismo e auto-consapevolezza sono le stesse caratteristiche che definiscono la coscienza. In pratica anche la coscienza opera come ogni altro aspetto della natura cioè come un campo infinito e invisibile ovunque disponibile, con onde che si irradiano in tutta la realtà. Una mente o coscienza ordinata e coerente è capace di contattare i livelli più profondi della natura, quelli che appartengono al campo quanto-meccanico, al campo unificato. Questa esperienza del campo unificato, o pura coscienza, costituisce il quarto stato di coscienza umana, distinto fisiologicamente dalla veglia, dal sogno e dal sonno.  

Di questo quarto stato elevato di coscienza Turya ne parla molto la tradizione vedica e il raggiungimento di questo stato produce effetti misurabili sulla fisiologia umana essendo contrassegnata dall’aumento delle onde alfa, che indicano l'aumento della funzionalità cerebrale e il pieno utilizzo del potenziale mentale del cervello umano.  I Maestri yoga dicono che sfruttiamo solo una piccolissima percentuale delle potenzialità del nostro cervello, e il raggiungimento di un livello più elevato di coscienza con i suoi effetti armonizzanti influenzerà e “in-formerà” tutta la realtà circostante, riducendo e calmando la violenza nella società, dissipando stress, tensioni collettive.

La coscienza agisce come un noto principio scientifico, chiamato in fisica “Effetto di Campo“ che come ogni altro aspetto della natura, quali la forza di gravità, l’elettromagnetismo, la forza nucleare e le particelle subatomiche, ha la propria base in un campo non materiale e illimitato.  I costituenti di base del mondo fisico apparente, le particelle subatomiche, sono di fatto onde che si propagano nei campi quantici ed ogni aspetto dell’apparente universo fisico ai livelli fondamentali della natura non è altro che onde invisibili e non materiali che attraversano campi invisibili e non materiali. E' possibile sintonizzarci con il Campo Unificato con l’unico strumento, molto probabilmente, capace di accedervi, il cervello umano.  Per la fisica moderna l’intero universo non è altro che vibrazione. Tutto nell’universo vibra con frequenze diverse, in una sinfonia di suoni. Ogni sistema, dalle particelle elementari, alle galassie, a ogni essere umano, è energia in movimento più o meno condensata, realmente composto di suono, uno specifico stato vibratorio del Campo Unificato che è l’unità fondamentale alla base dell’enorme diversità del Cosmo. 

Vedi anche teoria della Superstringa di Schwarzschild eWaldrop, 1985.

mercoledì 19 maggio 2021

La mutua interrelazione di tutte le cose. I fisici e i mistici

L'illuminazione è il diventare consapevole della mutua interrelazione di tutte le cose. Entrare in samadhi permette di prendere coscienza dell'assoluta unicità dell'universo.

I fisici esplorano il livello della materia, i mistici il livello della mente. 

Gli opposti possono esistere solo in relazione l'uno all'altro, ed è per questo che i buddhisti chiamano questo tipo di conoscenza relativa. La conoscenza assoluta è invece un'esperienza interamente non intellettuale della realtà, un'esperienza che sorge in uno stato non ordinario di coscienza che può essere chiamato stato meditativo o mistico. Le Upanishad dicono a questo proposito: Lì dove non va l'occhio, non va la parola, né la mente. Mentre gli dei sono solo una creazione della mente. 

Noi non sappiamo, non comprendiamo e non siamo in grado di spiegare con le parole questa  conoscenza assoluta. Infatti le parole sono sempre una mappa astratta e approssimativa della realtà. Abbiamo a disposizione un sacco di tecniche per far tacere la mente pensante e di spostare la consapevolezza dal modo razionale a quello intuitivo della coscienza. I taoisti fanno un uso frequente di paradossi, lo Zen usa il cosiddetto koan per far arrivare il discepolo alla verità attraverso l'intuizione.

Il mondo atomico e subatomico stesso si trova al di là della nostra percezione sensoriale, man mano che penetriamo sempre più in profondità nella natura, dobbiamo abbandonare sempre più le immagini e i concetti del linguaggio ordinario. Come i mistici, i fisici hanno a che fare con un'esperienza non sensoriale della realtà e, come i mistici, devono affrontare gli aspetti paradossali di questa esperienza. Nella scienza si afferma un nuovo paradigma e la nuova metafora della conoscenza è una rete senza basi solide (vedi Geoffrey Chew la teoria bootstrap delle particelle). I fisici si rendono conto che la realtà a livello atomico non appare come un universo meccanico composto da blocchi fondamentali, ma una rete di relazioni e che non ci sono parti ben definite in questa rete interconnessa. Le parti, se fossero esaminate, mostrerebbero proprietà diverse, a seconda del contesto sperimentale. Bisogna passare dal pensare in termini di struttura al pensare in termini di processo.  Le unità subatomiche della materia sono entità astratte che hanno un doppio aspetto, a seconda di come le guardiamo, appaiono a volte come particelle, a volte come onde. A livello subatomico, la materia non esiste con certezza in luoghi definiti, ma mostra piuttosto delle tendenze ad esistere. Oggi conosciamo più di duecento particelle elementari ed abbiamo bisogno di enormi acceleratori di particelle per studiare il mondo dell'infinitamente piccolo. La maggior parte delle particelle create in una collisione vivono solo per un tempo estremamente breve. Tutte le particelle possono essere trasmutate in altre particelle, possono essere create dall'energia e possono svanire nell'energia. L'universo appare come una rete dinamica di modelli energetici inseparabili.

L'impermanenza di tutte le forme è il punto di partenza del buddismo. Buddha formulò una filosofia del cambiamento; ridusse le sostanze e le anime a forze, movimenti, sequenze e processi, e adottò una concezione dinamica della realtà.  Alla base della condizione umana c'è duhkha, che è sofferenza o frustrazione, che viene dalla nostra difficoltà ad accettare il fatto fondamentale della vita, che tutto è impermanente e transitorio. Ci sono due pilastri che sostengono il buddhismo: prajna che è la saggezza trascendentale, o intelligenza intuitiva, e karuna, che è amore o compassione.  Il buddhismo è diviso in tre correnti: - il buddhismo delle origini o Hinayana che si basa sul canone Pali; - il buddhismo Mahayana che si basa sulla lingua sanscrita e sui sutra; - Il buddismo tantrico o Vajrayana, un ramo del Mahayana, ha avuto origine in India nel terzo secolo d.C. e costituisce oggi la scuola principale del buddhismo tibetano. Le scritture di questa scuola sono chiamate i Tantra.  Ashvaghosa fu uno dei patriarchi buddisti, vissuto nel primo secolo d.C., scrisse un libro L'apocalisse della fede, testo lucido ed estremamente bello, che ricorda per molti aspetti la Bhagvad Gita, costituisce il primo trattato sulla dottrina Mahayana. Ashvaghosha ebbe una forte influenza su Nagarjuna un altro grande esponente del buddhismo Mahayana. L'elemento di fede nel Mahayana è la natura originale di tutti gli esseri umani, che è quella di Buddha.

L'Avatamsaka Sutra è la descrizione del mondo come una perfetta rete di relazioni reciproche dove tutte le cose e gli eventi interagiscono tra loro in modo infinitamente complicato. Per un buddhista il mondo esterno e il suo mondo interiore sono per lui solo due facce dello stesso tessuto.

Durante il sesto secolo a.C. la filosofia cinese si sviluppò in due scuole filosofiche distinte, il confucianesimo e il taoismo. Il confucianesimo era la filosofia dell'organizzazione sociale, base etica del sistema familiare tradizionale. Il taoismo invece si occupava dell'osservazione della natura e seguiva l'ordine naturale. Nei secoli XI il neo-confucianesimo tentò una sintesi di confucianesimo, buddismo e taoismo, che culminò nella filosofia di Chu Hsi.

L'ideatore del taoismo fu Lao Tsu, breve libro di aforismi "Tao Te Ching", il secondo libro importante fu Chang-tzu. Il Tao è la realtà ultima e indefinibile, è equivalente al Brahman induista e al Dharmakaya buddhista.  L'antico simbolo cinese del Tao è il T'ai-chi T'u o Diagramma del Supremo Ultimo, i due punti nel diagramma simboleggiano l'idea che ogni volta che una delle due forze raggiunge il suo estremo, contiene in sé il seme del suo opposto. Yin, Yang i due poli archetipici della natura, Yang forte, maschio, cielo Yin scuro, ricettivo, elemento femminile e materno, la Terra.

Il Ching o libro dei Mutamenti.  Il taoismo è interessato alla saggezza intuitiva. Si basa sulla ferma convinzione che l'intelletto umano non potrà mai comprendere il Tao. L'essere umano deve seguire l'ordine naturale delle cose, il fluire nella corrente del Tao. Un tale modo di agire è chiamato Wu-wei, un termine che significa non-azione, astenersi da attività contrarie alla natura.  Il buddhismo entrò in contatto con la filosofia cinese intorno al primo secolo dopo Cristo. I sutra buddhisti stimolarono la filosofia e fu creata la scuola Hua-yen del buddhismo in Cina e la scuola Kegon in Giappone. D'altra parte, il lato pragmatico fu sviluppato in un tipo speciale di disciplina spirituale, il Ch'an, una parola solitamente tradotta come meditazione.

La filosofia Ch'an fu adottata dal Giappone intorno al 1200 sotto il nome di Zen. Lo Zen è una miscela di tre filosofie. L'illuminazione conosciuta come Satori consiste semplicemente nel diventare ciò che siamo già dall'inizio. La perfezione dello Zen consiste quindi nel vivere la propria vita quotidiana in modo naturale e spontaneo. Ci sono due scuole di Zen in Giappone oggi che differiscono nel loro metodo di insegnamento.

La Rinzai la scuola che utilizza il metodo dei koan, il colloquio con il maestro chiamato sanzen. La scuola Soto o scuola graduale mira alla maturazione graduale degli studenti zen. Entrambe le scuole danno la massima importanza allo zazen o meditazione seduta. La postura corretta e la respirazione implicata in questa forma di meditazione è la prima cosa che ogni studente di zen deve imparare.

I fenomeni sono tutti interconnessi, interrelati e interdipendenti, non possono essere compresi come entità isolate ma solo come parti integrate del tutto. Gli opposti sono concetti astratti che appartengono al regno del pensiero, e come tali sono relativi. Il bene e il male, il piacere e il dolore, la vita e la morte, non sono esperienze assolute che appartengono a categorie diverse, ma sono semplicemente lati della stessa realtà, parti estreme di un unico insieme.

Essendo in grado di andare oltre lo stato ordinario attraverso la meditazione, i praticanti zen hanno capito che le nozioni convenzionali di spazio e tempo non sono la verità ultima. Concetti come sinistra, destra, su, giù, obliquo dipendono dalla posizione dell'osservatore e sono quindi relativi.

Per parafrasare un vecchio detto cinese i mistici comprendono le radici del Tao ma non i suoi rami, gli scienziati comprendono i suoi rami ma non le sue radici. La scienza non ha bisogno del misticismo, il misticismo non ha bisogno della scienza, ma gli uomini e le donne hanno bisogno di entrambi. L'esperienza mistica è necessaria per comprendere la natura più profonda delle cose, e la scienza è essenziale per la vita moderna. Ciò di cui abbiamo bisogno, quindi, non è una sintesi ma un'interazione dinamica tra l'intuizione mistica e l'analisi scientifica.

Capra non crede che possiamo adottare le tradizioni spirituali orientali in Occidente senza cambiarle in molti modi importanti per adattarle alla nostra cultura. Lo stesso Jung elogia lo yoga ma diffida gli occidentali dal praticarlo.

La fonte spirituale dell'Induismo si trova nei Veda (2000 -500 a.C.) e le Upanishad, la parte finale dei Veda contengono l'essenza del messaggio spirituale e filosofico dell'Induismo. Le masse del popolo indiano hanno ricevuto l'insegnamento dell'Induismo attraverso un gran numero di racconti epici. La realtà ultima è chiamata Bhahman che dà all'Induismo il suo carattere monista. Brahman è l'anima o l'essenza di tutte le cose. Ai vari aspetti del Divino sono stati dati i nomi dei vari dei adorati dagli indù, questi dei non sono che i riflessi dell'unica realtà ultima. Ci sono innumerevoli vie di liberazione per i diversi modi di consapevolezza. Il piacere sensuale non è mai stato soppresso nell'Induismo, l'Induismo ha sviluppato un ramo, il Tantrismo medievale dove l'illuminazione è ricercata attraverso un'esperienza profonda dell'amore sensuale.  Le divinità indù si mostrano in abbracci sensuali di stupefacente bellezza.

venerdì 14 maggio 2021

La vita emotiva del cervello

Tutto ha origine nel cervello. Oggi vi propongo un testo del 2013, La vita emotiva del cervello. Come imparare a conoscerla e a cambiarla attraverso la consapevolezza di Richard Davidson (1951 - ) e Sharon Begley (1956-2021).

Il testo fa il punto della ricerca scientifica sullo studio del cervello ed è un punto d'incontro tra la scienza occidentale e le pratiche contemplative e meditative orientali. Nel testo viene riportato il famoso caso di Phineas Gage, un operaio a cui un incidente aveva distrutto l'area prefrontale del cervello, aveva cambiato totalmente personalità ed era incapace di controllare le proprie emozioni.  A seguito di questo caso le neuroscienze, e Richard Davidson in particolare, hanno iniziato a studiare il funzionamento delle emozioni. Questo nuovo settore di studi, che cerca di capire come e dove si creano le emozioni all'interno del cervello, è stato chiamato neuroscienze affettive.

Le neuroscienze cercano di capire perché le persone esprimono emozioni diverse di fronte agli stessi eventi, perché delle persone riescono facilmente ad affrontare lo stress, perché altre sono particolarmente ansiose, altre particolarmente tranquille.  In questo libro, si parla di Daniel Goleman, famoso per il testo L'intelligenza emotiva, di Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri della Mindfulness e di Paul Ekman, lo studioso delle espressioni facciali.  

Dopo molti anni di ricerca Richard Davidson ha formulato la teoria degli stili emozionali. Le emozioni hanno origine nel cervello ed ogni persona ha un suo particolare stile emozionale, che sarebbe il modo in cui ognuno di noi risponde alle esperienze della vita.  Lo stile emozionale è una combinazione di queste dimensioni:

  • Resilienza - la capacità di reagire davanti alle avversità.
  • Prospettiva - la capacità di mantenere nel tempo le emozioni positive.
  • Intuito sociale - la capacità di percepire i segnali sociali attorno a noi.
  • Autoconsapevolezza delle emozioni che proviamo.
  • Sensibilità al contesto 
  • Attenzione - la capacità di restare concentrati.

Non esiste una modalità standard di reagire agli eventi della vita (dipende dal DNA, dalle esperienze precoci che abbiamo fatto, ecc.) e non esistono soluzioni adatte a tutti come viene celebrato da molte tecniche della new age.  Attraverso i suoi esperimenti Richard Davidson ha scoperto che la composizione del cervello determina una serie di comportamenti,  il livello delle connessioni tra la corteccia prefrontale e l'amigdala ad esempio determina  la velocità con la quale il cervello si riprende da una esperienza negativa (l'amigdala è una piccola porzione del nostro cervello a forma di mandorla).  In una persona resiliente, le connessioni tra corteccia e amigdala sono particolarmente forti; mentre al contrario sono deboli nelle persone che sono lente a riprendersi dagli stress emotivi. 

Il nostro cervello possiede una proprietà fantastica chiamata neuroplasticità: la capacità cioè di cambiare forma e funzionamento. Con le odierne ricerche si è appurato che anche negli adulti il cervello può cambiare e  modificarsi in seguito di stimoli generati all'interno: cioè pensieri, attività mentale, intenzioni e tramite la meditazione. Da una serie di ricerche si è scoperto che l'ippocampo è l'area del nostro cervello responsabile della memoria spaziale. Il cervello dei musicisti è più sviluppato e più attivo nelle aree che controllano i movimenti delle mani, ecc.

Richard Davidson aveva incontrato la meditazione nei suoi viaggi in India, e dopo aver meditato per diversi anni, nel 1992 cominciò a pensare di studiare gli effetti della meditazione sul cervello. Fu Matthieu Ricard a creare un ponte tra la meditazione buddhista e la ricerca scientifica accettando di sottoporsi ad una serie di esperimenti scientifici. Matthieu Ricard è un monaco buddhista francese che ha ottenuto un dottorato in biologia molecolare a Parigi. Da quel momento iniziarono una serie di studi,  alcuni di questi vennero fatti sul cervello dei monaci con molti anni di intensa pratica meditativa; altri su persone comuni che seguivano un corso di meditazione. Altri ancora su partecipanti a ritiri intensivi di meditazione. A garanzia del valore di queste ricerche, l'equipe di "collaboratori" di Davidson annovera anche il Dalai Lama.  

I risultati di questi studi sono: il meditare  produce una maggiore attivazione della corteccia prefrontale sinistra, quella associata alle emozioni positive, alla resilienza e al benessere. Rafforza le risposte del sistema immunitario -  dimostrando una relazione tra cervello e sistema immunitario. Riduce l'attività della corteccia prefrontale destra, collegata alle emozioni negative. Altre ricerche hanno dimostrato che la meditazione aiuta a sviluppare qualità come l'attenzione focalizzata, l'empatia e la compassione, che sono le caratteristiche della meditazione buddhista.

La conclusione di questi studi è che con la meditazione possiamo allenare il nostro cervello e cambiare il stile emozionale. Il cervello non è una scatola impenetrabile e immutabile come si è pensato per secoli: migliorandone il funzionamento, possiamo vivere meglio con noi stessi e con gli altri.

lunedì 10 maggio 2021

La biografia di Fritjof Capra - Il Tao della fisica

Fritjof Capra  si racconta in questa lunga intervista https://www.youtube.com/watch?v=LjnJGmnEbMM

Attualmente il mondo materiale non appare più una macchina composta da oggetti separati come pensavano Newton e Cartesio ma come un tutto, una rete di relazioni che include anche l’osservatore umano. Sono iniziate le esplorazioni degli atomi e dei fenomeni subatomici a cui hanno contribuito il tedesco Werner Karl Heisemberg (1901 - 1976), il danese Niels Bohr (1885-1962,  premio Nobel per la fisica nel 1922)  e l'interconnessione e l'impermanenza sono la base della realtà della fisica moderna. Oggi si riscontra un parallelismo della spiritualità con la fisica totale ed il mondo che sta emergendo è in perfetta armonia con le tradizioni spirituali orientali. Ci vorrà comunque, ancora molto tempo per sostituire la divisione cartesiana tra mente e spirito.

Heisemberg, uno dei grandi sapienti della nostra cultura, era affascinato dal rapporto tra le filosofie orientali, misticismo e la moderna fisica; individuò molti paralleli tra la fisica quantistica e la filosofia indiana. Heisemberg trascorse un lungo periodo in India ospitato da Tagore, che aveva avuto colloqui anche con Einstein. 

Negli anni sessanta c'è una profonda trasformazione della società, caratterizzata da un nuovo stato di coscienza e dal sentimento di comunità. In quegli anni Alan Watts scrisse molti libri sulle filosofie orientali adattandole al nostro contesto culturale occidentale senza deformarne il significato. Era uscito in quel periodo anche il libro di Castaneda Gli insegnamenti di Don Juan.

  

Negli anni ‘70 Fritjof Capra, fisico e teorico dei sistemi, inizia a studiare il misticismo orientale e a praticare meditazione e scrive La danza di Shiva il primo articolo sul parallelismo tra fisica moderna e misticismo orientale. Da questo articolo si ha l’impressione che i pensatori dell’oriente sapessero già tutto molto tempo prima e fa un parallelo tra la danza della vita e la danza delle particelle subatomiche.

Uno dei primi incontri di Capra con il misticismo orientale fu quello con Jiddu Krishnamurti. Jiddu Krishnamurti è stato un maestro spirituale radicale, un pensatore originale, rifiutava ogni autorità e tradizione spirituale. Il suo modo di analizzare i problemi spirituali era quello di andare al di là del pensiero, del linguaggio e del tempo per realizzare la libertà dal conosciuto. Smettere di pensare e mettere da parte il ragionamento, in sintesi questo era il suo messaggio.  Capra pose a Krishnamurti la seguente domanda: "Come posso essere uno scienziato, smettere di pensare ed andare oltre il conosciuto?".  La risposta di Krishnamurti fu la seguente: "Prima di tutto è un essere umano, poi uno scienziato, quindi prima deve diventare libero e questa libertà non può essere conseguita attraverso il pensiero, ma solo attraverso la meditazione, la comprensione della totalità della vita in cui ogni forma di frammentazione è scomparsa. Una volta arrivato a questa comprensione della vita nella sua totalità sarà in grado di specializzarsi e lavorare come scienziato senza alcun problema". Successivamente Capra incontrò anche sua Santità il Dalai Lama con cui ebbe un dialogo molto ricco e costruttivo sul rapporto tra scienze e spiritualità.

I libri di Fritjof Capra. Il Tao della fisica fu pubblicato nel 1975 e molte citazioni di questo libro sono riportate in una targa vicino alla statua di Shiva Nataraja (danzante) che il Governo indiano donò nel 2004 al CERN (L'Organizzazione europea per la ricerca nucleare con sede a Ginevra).


Questo libro ha ancora un grandissimo successo, ed è continuamente ristampato in tutto il mondo. Capra dimostra le straordinarie analogie tra quanto veniva predicato nelle antiche filosofie orientali e quanto veniva scoperto dalla moderna fisica quantistica. Mistica e scienza, in epoche diverse e in culture diverse, sembra arrivassero a conclusioni straordinariamente simili. 
Nel  presentare il suo libro in giro per il mondo Capra è rimasto particolarmente colpito e sorpreso per l’accoglienza avuta in India, dove è stato ricevuto da politici, parlamentari a dimostrazione che in India il misticismo non è alternativo, ma fa parte dell’eredità della cultura dominante. In Oriente il Tao della fisica è stato accettato in una scala molto più grande rispetto all’Occidente, dove il libro ha avuto consensi in ambienti new age, particolari e alternativi.

Capra definisce l'Induismo una cultura particolare e speciale ma ha subito in modo particolare il fascino del Buddhismo e del Taoismo, anche se sottolinea che oggi non c’è più una vera cultura spirituale taoista e che il Tai chi è diventato una pratica per la salute più che una pratica spirituale.

Nel libro L'universo come dimora. Conversazione tra scienza e spiritualità con Thomas Matus (1993), di Fritjof Capra e David Steindl Rast gli autori si confrontano, in questo libro, in uno serrato dialogo sulla "natura delle cose". Per Capra è la riscoperta della tradizione spirituale cristiana. Con l'aiuto di Steindl-Rast, egli recupera al pensiero occidentale un importante patrimonio spirituale ed ecumenico interno alla nostra cultura e intimamente coerente con certi postulati centrali del pensiero scientifico.

Nel libro Il punto di svolta  (2003)  l'interesse è trasferito dalla fisica alle scienze della vita, politica, salute, economia, educazione.

Il libro Vita e natura, per una visione sistemica, (2014) scritto insieme a Pier Luigi Luisi, contiene suggerimenti concreti per risolvere i problemi attuali dell'ambiente, dell'uso di energie alternative, ecc. Negli ultimi trent'anni, nella scienza d'avanguardia, è emersa una nuova concezione sistemica della vita. Complessità, reti, network e pattern di organizzazione hanno ricevuto una rinnovata attenzione portando a un approccio innovativo, detto approccio "sistemico"

Capra parla spesso del rapporto tra sacro e spiritualità, sostenendo che religione e spiritualità sono due cose diverse.  La Spiritualità si riferisce ad esperienze mistiche, stati di coscienza non ordinari, e queste esperienze spirituali e mistiche hanno delle caratteristiche che non dipendono dalle società e dal tempo dove si producono.  La religione invece è il tentativo sistematico interessato di spiegare queste esperienze, spiegazioni sono sempre date tramite metafore o concetti che esistono in un certo tempo e una certa cultura.  La spiritualità è universale, la religione no.  Lo scopo originale di una religione è far si che una comunità religiosa abbia queste esperienze mistiche; A seconda del fondatore della religione saranno usati strumenti diversi: luoghi speciali, danze, droghe, per aiutare ad avere queste esperienze spirituali. Questi strumenti sono definiti sacri. Il sacro facilità l’esperienza spirituale.

giovedì 29 aprile 2021

Scienza e Filosofia nei classici buddisti indiani

 Il Dalai Lama, ha coordinato la stesura di 4 volumi che costituiscono un compendio delle indagini scientifiche e filosofiche del buddhismo indiano sulla natura della realtà.  Il primo volume è stato pubblicato in italiano da Ubaldini nel marzo 2021.

Questo lavoro apre una preziosa possibilità di accedere alle analisi e ai grandi risultati conseguiti dalle ricerche scientifiche e filosofiche del buddhismo indiano, offrendo così validi spunti per instaurare un confronto interculturale più completo tra il pensiero scientifico dell'India classica e l'Occidente.  L'introduzione è fatta da Sua Santità il Dalai Lama.


Sua Santità il Dalai Lama  ha partecipato al lancio virtuale del libro di Scienza e Filosofia nei classici buddisti indiani, Volume 2: La mente, dalla sua residenza a Dharamsala, nel novembre del 2020.  https://www.youtube.com/watch?v=isPY1WGfR0g

https://www.facebook.com/watch/live/?v=852960448864527&ref=watch_permalink

I volumi pubblicati fino ad oggi, con la prefazione del Dalai Lama sono due: Science and Philosophy in the Indian Buddhist Classics: The Physical World. Volume 1 - 2017    e     Science and Philosophy in the Indian Buddhist Classics: The Mind: Volume 2 - 2020.

domenica 18 aprile 2021

Tao della fisica di Fritjof Capra

Il Tao della fisica è un superclassico, tradotto in italiano nel 1982, che ebbi il piacere di leggere molti anni fa e che ancora oggi riesce a incantarmi. La profondità di pensiero dell'autore va al di là della fisica e della religione fondendo insieme conoscenza, consapevolezza e saggezza. Un testo indispensabile.

Fritjof Capra (1939 - ) è un fisico teorico austriaco, di fede buddhista, ed ha consacrato la sua attività al campo delle energie, è noto per i suoi studi sulle implicazioni filosofiche della scienza moderna.

Nel Tao della fisica, l'autore sostiene l’esistenza di un collegamento tra le tesi dei padri fondatori della fisica quantistica e gli assunti di alcune religioni orientali, tra cui soprattutto il taosimo e il buddismo. 

Dalla prefazione al libro: "Cinque anni fa ebbi una magnifica esperienza che mi avviò sulla strada che doveva condurmi a scrivere questo libro. In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all'oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all'improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me  prendeva parte  una gigantesca danza cosmica. Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita;   vidi scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti;   vidi gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a quella danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne "sentii  la musica; e in quel momento seppi che questa era la danza di Shiva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù".

Con uno stile piacevole ma appassionato, vengono spiegati, da una parte i concetti, i paradossi e gli enigmi della teoria della relatività, dalla meccanica quantistica e del mondo delle particelle; e, dall'altra si assapora il fascino profondo e sconcertante delle filosofie mistiche orientali. 

Il Tao della fisica riesce a trasmettere l'idea che l'universo sia molto più strano di quanto lo si possa immaginare e che, ciò che per la scienza ancora oggi è inesplicabile, dal punto di vista spirituale è semplicemente il normale stato delle cose.

Sono passati più di 40 anni dalla pubblicazione della prima edizione e la scienza ha fatto progressi ulteriori ma i concetti fondamentali affrontati nel libro sono ancora oggi validi e corretti. 

Il libro è inoltre una ottima introduzione alle religioni orientali, se è un argomento su cui sapete poco allora questa è già una ragione sufficiente per leggerlo.

Altro testo che vi consiglio di leggere è  The Systems View of Life scritto da Fritjof Capra, Pier Luigi Luisi

martedì 6 aprile 2021

The Dalai Lama scientist - film

 The Dalai Lama Scientist è un film - documentario del 2019 diretto da Dawn Gifford Engle.

Questo film serve a confermare lo stretto rapporto tra Buddhismo e scienza, sottolinea la necessità di avere una mentalità aperta nella strada della ricerca (spirituale o scientifica); ripetutamente il Dalai Lama rifiuta ogni dogmatismo e insiste che tutte le idee e le credenze devono essere sfidate nella ricerca della verità.   Lo stesso Buddha disse: non dovete accettare i miei insegnamenti, dovete investigare su quello che vi dico. NON accettate le mie parole come vere, verificate tutto.

Il film-documentario contiene filmati rari e mai visti prima, e racconta l'incredibile storia del Dalai Lama che nessuno conosce, del suo viaggio dal mondo del buddhismo al mondo della scienza moderna.  "Per più di 30 anni, ho passato molto tempo con questi scienziati occidentali", dice il Dalai Lama. "Quando penso a me stesso ora, a volte penso di essere solo per metà monaco buddista -  l'altra metà scienziato".

A differenza di molti leader religiosi, il Dalai Lama è sempre stato affascinato dalla ricerca scientifica  e dalla verifica empirica della conoscenza. Quando era giovane si divertiva a smontare giocattoli meccanici e a rimontarli. Se non fosse stato scelto in giovane età per essere il 14° Dalai Lama del Tibet, dice che probabilmente sarebbe diventato un ingegnere o un elettricista. La sua passione per la scienza non si è mai spenta. 

A partire dal 1987, ha iniziato a conferire regolarmente con i più grandi scienziati del mondo, tra cui lo psicologo Paul Ekman, il matematico e genetista Eric Lander, il neuroscienziato Christof Koch, l'astrofisico George Greenstein, il professore di psicologia e psichiatria Richard J. Davidson e il neuroscienziato Francisco Varela

 In questi incontri si sono interrogati sulle origini del nostro universo, sull'esistenza o meno di più universi, sulla complessità della nostra coscienza e sulla natura dell'umanità.  Il film suddivide questi dialoghi scientifici in cinque grandi aree di indagine: cosmologia, fisica quantistica, scienze cognitive, neuroscienze, biologia molecolare e genetica. Fornisce un lucido riassunto dei principi filosofici più impegnativi del buddhismo tibetano e dei concetti più nodosi della scienza moderna. 

Filmati su Youtube degli incontri del Dalai Lama con i vari scienziati. https://www.youtube.com/watch?v=n984nd55BqQ&list=PLY72XVvTT-72v3ki3WGvRt-KEUF6udDtm&index=18

 https://www.youtube.com/watch?v=U43pXuGhEg8&list=PLY72XVvTT-72v3ki3WGvRt-KEUF6udDtm&index=17

Puoi trovare il film - documentario ai seguenti indirizzi: https://vimeo.com/ondemand/thedalailamascientist    https://www.amazon.com/Dalai-Lama-Dawn-Gifford-Engle/dp/B084X9L38K

Articolo consigliato https://www.scienzainrete.it/articolo/prove-di-dialogo-fra-scienza-e-buddhismo/pier-luigi-luisi/2013-07-28

Link al film https://vimeo.com/ondemand/thedalailamascientist

https://www.amazon.com/Dalai-Lama-Dawn-Gifford-Engle/dp/B084X9L38K

mercoledì 31 marzo 2021

André Comte-Sponville parla dell'epidemia del corona virus

 Il famoso filosofo francese, autore del "Piccolo trattato delle grandi virtù" , André Comte-Sponville ha pubblicato una ventina di libri e ha condiviso il suo pensiero sull'epidemia di Covid all'emissione "Grand Bien Vous Fasse".

https://www.franceinter.fr/emissions/grand-bien-vous-fasse/grand-bien-vous-fasse-14-avril-2020-0

Une crise sanitaire ne doit pas nous faire oublier toutes les autres dimensions humaines [...] C'est l'avenir de nos enfants qui doit prévaloir.

Ecco il testo del suo intervento che mi sono permesso di tradurre in italiano.

"La morte fa parte della vita", "Prima di tutto, dobbiamo ricordare che l'enorme maggioranza di noi non morirà a causa del coronavirus. Mi ha colpito molto questa sorta di panico collettivo che ha attanagliato i media prima, ma anche la popolazione, come se all'improvviso scoprissimo di essere mortali. Questo non è proprio uno scoop. Si moriva prima del corona virus, si muore durante e dopo il corona virus.

Montaigne, nei suoi Saggi, ha scritto: "Non si muore per essere malati, si muore per essere vivi".

In altre parole, la morte fa parte della vita, e se pensassimo più spesso che siamo mortali, ameremmo ancora di più la vita, proprio perché considereremmo che la vita è fragile, breve, limitata nel tempo e tanto più preziosa. Ecco perché l'epidemia dovrebbe, al contrario, spingerci ad amare ancora di più la vita.   La grande maggioranza di noi morirà di cose diverse dal corona virus. Bisogna ricordare che il tasso di mortalità, gli esperti ne stanno ancora discutendo,  è dell'uno o due per cento della popolazione. 

"È la fine del mondo?" Ve lo immaginate? Un tasso di letalità intorno al 2%, e la gente parla della fine del mondo. Ma è comunque sbalorditivo. Ricordiamoci che questa non è nemmeno la prima pandemia che vediamo.

Possiamo citare la peste, nel XIV secolo, che uccise metà della popolazione europea. I media hanno recentemente ricordato, e giustamente, che l'influenza di Hong Kong negli anni '60 ha ucciso un milione di persone. L'influenza asiatica negli anni '50 ha ucciso più di un milione di persone. Questo è molto di più di quello che abbiamo oggi nel mondo. In Francia, i morti di Covid sono una realtà molto triste, qualsiasi morte è ovviamente triste, ma ricordiamoci che 600.000 persone muoiono ogni anno in Francia.  Ricordiamo che il cancro uccide 150.000 persone in Francia. 

Perché i morti di Covid-19 sono più gravi dei 150.000 morti di cancro? Perché piangere solo i morti del coronavirus, la cui età media è molto alta? Ricordiamo che il 95% dei morti di Covid-19 sono oltre i 60 anni. Sono molto più preoccupato per il futuro dei miei figli che per la mia salute di settuagenario.

"Attenzione a non fare della salute il valore supremo della nostra esistenza". Ovviamente, abbiamo dovuto evitare che le nostre unità di terapia intensiva fossero totalmente sopraffatte. Ma attenzione a non fare della medicina o della salute i valori supremi, le risposte a tutte le domande. Oggi, sugli schermi televisivi, vediamo una ventina di medici per un economista. 

Questa è una crisi sanitaria, non è la fine del mondo. Questo non è un motivo per dimenticare tutte le altre dimensioni dell'esistenza umana. Siamo in una civiltà che chiede tutto alla medicina. In effetti, esiste da molto tempo la tendenza a fare della salute il valore supremo della nostra esistenza e non della libertà, della giustizia e dell'amore, che sono per me i veri valori supremi. 

L'esempio che faccio spesso è una battuta di Voltaire del XVIII secolo, Voltaire scriveva bene: "Ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute".

Ebbene, il giorno in cui la felicità è solo un mezzo per il fine supremo della salute, si assiste ad un completo capovolgimento rispetto ad almeno venticinque secoli di civiltà in cui, al contrario, la salute era solo un mezzo, allora certamente particolarmente prezioso, ma un mezzo per raggiungere il fine supremo della felicità. 

Dobbiamo salutare il meraviglioso lavoro dei nostri assistenti negli ospedali. Ma questo non è un motivo per chiedere alla medicina di prendere il posto della politica e della morale, della spiritualità e della civiltà. Un mio amico mi disse al tempo dell'AIDS: "Non prendere l'AIDS non è un obiettivo sufficiente nella vita. Aveva ragione. Beh, oggi sarei tentato di dire: "Non prendere il Covid-19 non è un obiettivo sufficiente nella vita".

Dobbiamo cercare di controbilanciare le disuguaglianze lottando per la giustizia, in altre parole facendo politica. Nessuno sa se l'epidemia tornerà ogni anno, nel qual caso dubito che chiuderemo tutte le nostre imprese per tre mesi ogni anno.  Smettiamo di sognare che tutto sarà diverso, come se fosse una nuova umanità.

Per secoli, gli esseri umani sono stati divisi tra egoismo e altruismo. Perché volete che le epidemie cambino l'umanità? Dopo la pandemia la disoccupazione non sarà più un problema? Quel denaro diventerà improvvisamente disponibile all'infinito? Investiremo cento miliardi di euro, ha detto il ministro delle finanze, contrarremo più debito per curare più persone, per salvare più vite. Questo è tutto molto bello. Ma le vite che stiamo salvando sono essenzialmente le vite delle persone oltre i 65 anni. I nostri debiti saranno pagati dai nostri figli. 

Il presidente, per il quale ho molto rispetto, ha detto che la priorità delle priorità è proteggere i più deboli. Aveva ragione, come affermazione circostanziale durante un'epidemia. I più deboli, in questo caso, sono i più anziani, quelli che hanno 70 e 80 anni. 

La mia priorità assoluta sono i bambini e i giovani in generale.

E mi chiedo che tipo di società sia quella che fa dei suoi anziani la priorità delle priorità. Certamente la dipendenza è un grande problema, ma le nostre scuole, le nostre periferie, la disoccupazione giovanile, sono problemi ancora più gravi a mio parere del corona virus, così come il riscaldamento globale, il pianeta che stiamo lasciando ai nostri figli. 

Il riscaldamento globale ucciderà molte più persone di quante ne ucciderà l'epidemia di Covid-19.

Questo non è per condannare le misure di contenimento, che rispetto pienamente. Ma è per dire che nella vita e nel mondo c'è più di Covid-19.

La statua di Shiva Nataraja al CERN di Ginevra

 Vi sarete chiesti, perché c'è una statua di Shiva danzante al CERN di Ginevra?

Nel 2004, al CERN l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, il centro europeo di ricerca in fisica delle particelle di Ginevra, è stata inaugurata una statua di 2 metri di Shiva danzatore cosmico.

Una speciale targa accanto alla statua di Shiva spiega il significato della metafora di questa danza cosmica e riporta le citazioni di  Fritjof Capra ( 1939) un fisico e saggista austriaco di fama internazionale. Le citazioni sono tratte dal suo famoso libro "Il Tao della Fisica" (1975) in cui Capra mette in evidenza il parallelismo tra la spiritualità orientale e  le concezioni più recenti della scienza e della fisica occidentale.

Fritjof Capra, inoltre,  scrisse  "La danza di Shiva", uno dei primi articoli sul parallelismo tra fisica moderna e misticismo orientale.

Link: https://www.youtube.com/watch?v=LjnJGmnEbMM

Per la fisica moderna l’intero universo non è altro che vibrazione, una danza di particelle. La stessa tesi è presente nei Veda (Testi sacri indiani antichissimi). L’inno vedico Nasadasiya recita: “In principio c’era il non essere e da questo non essere nacque l’essere,… in principio l’universo era un ondeggiamento indistinto”.

L’evoluzione della scienza si è sempre mossa nella direzione della scoperta di livelli sempre più unificati delle leggi di natura. Per esempio è stato dimostrato che l’elettricità e il magnetismo, che una volta si riteneva fossero due forze differenti, sono due aspetti diversi del campo elettromagnetico. Einstein con la sua teoria della relatività ha espresso l’equivalenza fra energia e materia ed è sempre stato guidato dall’intuizione profonda che il fondamento della natura fosse un singolo campo unificato. La teoria della superstringa ha autenticato questa sua visione, elaborando una teoria del “campo unificato” capace di unire tutti i campi di forza e di materia dell’universo, e quindi di unificare tutte le forme e i fenomeni esistenti (B.M. Schwarzschild, 1985; M.M. Waldrop, 1985). 

Milioni di volte più basilare e potente della forza nucleare, il “campo unificato” (che unifica tutte le fondamentali forze di natura attualmente note: la forza di interazione debole, la forza di interazione forte, la forza elettromagnetica e la forza di gravità), è l’origine dell’ordine che pervade l’intero e vasto universo.

Per la fisica moderna, in conclusione, l’intero universo non è altro che vibrazione. Tutto nell’universo vibra con frequenze diverse, in una sinfonia di suoni. Ogni sistema, dalle particelle elementari, alle galassie, ad ogni essere umano, è realmente composto di suono, uno specifico stato vibratorio del campo unificato che è l’unità fondamentale alla base dell’enorme diversità del cosmo.

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...