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sabato 27 maggio 2023

La felicità - Mauro Bergonzi

Dalle conferenze del prof. Mauro Bergonzi.-

Alla domanda: Sei felice?  Di solito si risponde:   No, perché...    lo sarei se soltanto...     Si, ma...
Le tre risposte hanno in comune che la felicità dipende da condizioni esterne, se riuscissimo a cambiarle forse potremmo essere felici.
Ciò corrisponde alla storiella del re che fece foderare di cuoio tutte le strade del regno, invece di comprare dei sandali.
Gli eventi esterni sono al di fuori del  nostro controllo, e la felicità, seguendo questa via, diventa irraggiungibile. Però, il rapporto con gli eventi esterni può cambiare. La felicità non è il piacere, felicità e piacere sono due cose diverse.
Quando siamo felici proviamo pace, appagamento, completezza. Il desiderio per arrivare al piacere, invece, è sofferenza e mancanza. In Occidente c’è questa relazione:  desiderio = appagamento e piacere;   Se per un po' di tempo riuscissimo a mettere da parte il desiderio, potrebbe emerge la nostra natura di completezza. Ogni desiderio tende all’autodistruzione  per arrivare alla completezza. Aristofane quando parla di Eros, descrive l’uomo con quattro braccia e quattro gambe che era diventato così presuntuoso, che un giorno Zeus decise di dividerlo in due, ed adesso l'uomo passa la sua vita a cercare di trovare la parte mancante, l’anima gemella per arrivare alla completezza.

A volte, quando siamo a contatto con la natura, e siamo particolarmente tranquilli,  proviamo un senso di infinito e di eternità,  uno sprazzo momentaneo di felicità. 
Anche nella nostra esistenza non felice, la felicità c’è, traspare sempre e a volte può emergere per brevi periodi. 
Al dolore, la mente reagisce, si lamenta, occlude lo spazio del cuore e il dolore diventa insopportabile.
Se la mente, invece, si aprisse all’esperienza del dolore, si potrebbe aprire un varco alla felicità, e poi ci potremmo sentire appagati e felici.  
Dovremmo cercare di osservare un desiderio così come è: una semplice energia che si muove nell’ampio spazio del nostro cuore e quindi diventa una danza gioiosa di energia.
Soltanto un cuore aperto può amare. L’amore o è gratuito o non è amore. Noi pensiamo che siamo esperienza, invece siamo sempre presenti con il nostro vero Sé.
Che cosa c’è sempre nella nostra vita quotidiana?   L'Esistenza –  la Coscienza, il sapere di esserci,  Amiamo esserci e amiamo esistere. Nel Vedanta questo è:  Sat = esistenza,  Cit = Coscienza,  Ananda = beatitudine e felicità, amore come completezza, essere ed essere coscienti di esserci.
L'amore di sé è egoismo ed è una visione sminuita relativa a corpo e mente. Il pensiero ci convince che siamo questo corpo e questa mente. Invece, noi siamo la felicità, ed in questo caso collassa l’idea della felicità esterna a noi.

La liberazione - Mauro Bergonzi

"Chi sono io? Sono un punto nero su uno sfondo bianco o uno sfondo bianco con un puntino nero?" - Ivan Illich.

Il sutra del cuore – il sapore della vacuità, la liberazione dalla sofferenza.  Spiegato da Mauro Bergonzi..

Avidya significa non vedere, inconsapevolezza, non vediamo come sono veramente le cose, ci attacchiamo e soffriamo. L’attaccamento è impossibile, tutto è impermanente, è impossibile attaccarsi ad un oggetto o ad una persona.   Grazie ad avidya l’universo è visto come un’unità permanente e solida, crediamo che le cose siano entità solide dando vita ad angoscia e sofferenza. Occorre decostruire questa visione della realtà. Tutto ciò che nasce, muore. E' difficile attaccarsi a qualcosa, i nomi sono associati a cose messe insieme, l’universo è interamente interattivo, esiste una rete di relazioni, dove ogni cosa condiziona ed è condizionata da altre cose. Il concetto di entità solide e separate non esiste, il mondo non è fatto di cose ferme e statiche.

Il concetto di un "Io" solido e separato è errato, non trovi un "Io", ma cinque flussi (skanda)  che sono: rupa - forma, vedana - sensazione, sanna - percezione, sankhara - formazioni mentali, vinnana - coscienza. Nessuno di questi cinque skanda è permanente, e non abbiamo il controllo su questi skanda, in quanto sono flussi impersonali.  

Cosa è reale e cosa è irreale? Il Buddha critica le convinzioni e dice: "Non c’è verità, il mio insegnamento è una zattera per arrivare alla liberazione, se lo trasformate in convinzioni siete perduti".

Che cosa è il risveglio, viene illustrato con questa storia: "Un barbone si trova sotto un ponte, si ferma una Roll Royce, scende una bellissima donna, che lo porta a casa, gli dà cibo e gli propone di fare l’amore, il poveretto si risveglia e cade nel Tamigi". Viviamo una storia dove c’è illusione e disillusione. Veniamo dal nulla e dal buio, alla nascita siamo gettati nella vita, alla morte si spegne la luce e si ritorna nel buio angoscioso. Tutto questo non ha senso, diventa insopportabile; Allora cerchiamo un senso, ci rivolgiamo alla nostra mente, il nostro pensiero inventa una miriade di storie per dare senso alla nostra vita, ci dimentichiamo della nostra vera esistenza e crediamo che le storie siano vere, si diventa protagonista, e in questo modo è più facile accettare la vita. Cerchiamo ricchezza (solo i ricchi sanno che i soldi non danno la felicità), successo, potere. Siamo fragili, insicuri, abbiamo paura della morte e quando si sente parlare dell’illuminazione, ci si inoltra anche in questo sentiero. Ma quello che si raggiunge si perde, il tuo vero sé è solo qui ed ora.

"L'io sono" viene prima del pensiero "Io sono", io sono adesso, io sono qui, poi viene fuori il nostro universo. La coscienza è il comparire e lo scomparire dell’io, essere e coscienza sono la stessa cosa, non possiamo essere coscienti di essere. Nel sonno senza sogno, nel sonno profondo la coscienza scompare. La coscienza in stato di veglia –  si manifesta con percezioni (suoni, colori, tatto, odori che costituiscono il mondo),  e si manifesta nello spazio sensiente.

Sensazioni e pensieri costituiscono l’io sono, il corpo sta nel mondo, la mente sta nel corpo, non siamo  solo l'io sono, l'esserci c’è sempre. Quando dormo,  spariscono le percezioni, sparisce il mondo e il corpo. Nel sonno profondo spariscono le sensazioni, anche la mente si sospende, resta la coscienza (non c’è niente da ricordare) e la sua essenza sottile è lì.  Bisogna cercare di fermare la mente senza l’utilizzo di tecniche.

In Occidente, si sviluppano difficoltà emotive per mancanza di attaccamento primario nei primi tre anni di vita, se la mamma si allontanata, il bambino subisce dei danni emotivi che difficilmente potranno essere riparati e si creeranno problemi di personalità. Per John Bowlby  (1908 – 1990) è molto importante che il legame di attaccamento si sviluppi in maniera adeguata, poiché da questo dipende un buono sviluppo della personalità.  Stati di angoscia e depressione, in cui un soggetto si può imbattere durante l’età adulta, possono essere ricondotti a periodi in cui la persona ha fatto esperienza di disperazione, angoscia e distacco durante l’infanzia. La persona ipersensibile, ha difficoltà nell’affrontare situazioni nuove. I bambini che sembrano adulti hanno adattato difese psichiche. Molti psicologi e pediatri dichiarano che i bambini possono essere mandati all’asilo a 18 mesi, ma questa è una enorme baggianata. Ciò ha creato un disagio a intere generazioni che cercano di proteggersi con l’intelletto, ed oggi c’è disprezzo della natura e prevale il culto dei soldi e della finanza.
La nostra civiltà compensa con una iper-razionalità le ferite profonde che abbiamo subito nell’infanzia. 

Arnaud Desjardins (uno dei primi studiosi delle filosofie orientali) arriva ad affermare che la gelosia è una malattia,  la maggior parte di noi non ha una personalità matura e nel percorso spirituale non siamo discepoli ma solo aspiranti discepoli. Le persone hanno spostato tutto nel successo individuale, nessuno si complimenta con te se hai un bel rapporto di coppia per esempio. Le emozioni sono un insieme di corpo - mente. Hanno la funzione di adattamento all’ambiente. Forme di emozioni sono: il  desiderio di avere, il  desiderio di fuggire, il desiderio di distruggere, ecc.

Il linguaggio ha la funzione di tramandare esperienze e conoscenze, quindi nell’affrontare le situazioni usiamo conoscenze ed istinto. Il pensiero pensa a minacce future, e si genera così uno stress continuo, e la paura ha perso quel valore adattativo. Le emozioni sono i nostri nemici, sono collegate a neurotrasmettitori e diventi succube delle emozioni. E-movere significa, essere  trascinati da, l'emozione è quindi una specie di sequestro emotivo.  Occorre cercare di vedere le cose senza lasciarsi trascinare dalle emozioni. Le emozioni provate a lungo tendono a generalizzarsi, se provi rabbia ripetuta poi reagisci sempre nello stesso modo. 

L'emozione illude la mente su ciò che conta e ciò che non conta, ciò che si prova poi diventa realtà. L’emozione non è percepibile, si nasconde, non ne siamo consapevoli, e si vede soltanto l’oggetto.

Che strategia usiamo per affrontare in modo corretto le emozioni? Quando proviamo un'emozione negativa o possiamo scaricarla dando sfogo all’emozione e provando sollievo, oppure possiamo rimuoverla, inghiottirla e da ciò nasce la depressione.
La terza via è quella di non scaricarla, di non rimuoverla ma di sentirla fino in fondo prescindendo dall’oggetto (ad esempo contare fino a 10, viverla con leggerezza, ecc). 
Osservare con distacco un'emozione è molto importante.  Se vedi l’emozione, non sei l’emozione (e sorge l’illusione che ci sia un io). Ciò porta però a nascondere il non dualismo. Ma l’io non c’è, è una recita della mente (da una parte c’è l’io dall’altra le emozioni). Invece bisogna vedere che l’io non è separato dalle emozioni, Io sono il tutto comprese le emozioni.

La meditazione Vipassana, termine che significa "vedere le cose in profondità, come realmente sono", è una delle più antiche tecniche di meditazione dell'India. Essa fu riscoperta ed insegnata più di 2500 anni fa come metodo universale per uscire da ogni tipo di sofferenza, un'arte di vivere. E' una meditazione buddhista ispirata alla tradizione Theravada. Nei ritiri vypasana (dove non si parla per giorni) è facile odiare o innamorarsi di una persona di cui non sai assolutamente niente, senti l’emozione come energia e prescindi dall’oggetto. 

La recita della mente avviene alla luce della coscienza sconfinata, se io lascio l’"io" (perchè diventa inconsistente) a quel punto le emozioni manifestano l’energia fluttuante, le vibrazioni, la danza dell’energia, e come vengono se ne vanno, non lasciando traccia. Se invece, si afferma l’"io" le emozioni entrano in contrasto con l’"io" e le vibrazioni si trasformano in tempesta.

sabato 1 aprile 2023

Ricordo di Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh o Thay, come amavano chiamarlo i suoi discepoli, è stato l'interprete amatissimo di una spiritualità non dogmatica capace di rivolgersi a tutti, buddhisti e non, che ha saputo coniugare gentilezza, consapevolezza e compassione quali elementi di uno stile di vita buddhista. La sua interpretazione del monachesimo si è spinta molto avanti, diventando un modello di condotta nella vita, etica e fortemente radicata nella spiritualità buddhista per la comunità umana in senso lato. Il suo insegnamento si è tradotto in una prospttiva di salvezza accessibile a tutti gli uomini di buona volontà, grazie alla costante coltivazione di quelli che lui chiamava "i semi di consapevolezza, nati dall'aspirazione - alla liberazione per gli altri e per noi, e capaci di fornire l'energia della compassione, della comprensione, della gioia e della pace" (Plum village, insegnamenti 22 dicembre 1994).  Puntava a sviluppare una nuova fratellanza che attraversi tutti e cinque i continenti, i confini politici e religiosi e culturali e che accomuni uomini e donne di tutti i Paesi in qualcosa che sia più concreto di un ideale e più vivo di un programma.

Importanti sono stati per Thay gli incontri con il monaco trappista Thomas Merton e Martin Luther King che lo avrebbero, poi, candidato al Nobel per la pace nel '66 e nel '67. Thomas Merton, Martin Luther King e Thich Nhat Hanh sono stati grandi leaders spirituali e migliore espressione di due Paesi che si  erano fronteggiati in una sanguinosissima guerra, e uniti nell'affermare il valore di ahimsa, la non violenza e della pace.  La loro amicizia, inspirata ad un sincero spirito di fratellanza, resta uno degli esempi concreti di un reale dialogo interreligioso ma non confessionale. Thay ha sempre sottolineato l'importanza del Sangha, ossia della comunità per il praticante, e la comunità è stata il fulcro del suo insegnamento, tanto da portarlo a pronunciare la frase seguente: "Il prossimo Buddha assumerà più che altro la forma della comunità, una comunità che pratica la comprensione e la gentilezza amorosa, una comunità che pratica un modo di vivere cosciente. Questa può essere la cosa più importante per la sopravvivenza della terra". E la Terra ritorna spesso nella sua visione di buddhismo impegnato. Oggi, a fronte di una tendenza sempre più volta all'auto-referenzialità ed alla prospettiva buddhista orientata ad un benessere personale, il buddhismo impegnato è un forte richiamo ad abbracciare gli insegnamenti del Buddha come via di trasformazione della sofferenza attraverso la messa in atto di ogni mezzo abile per guarire noi stessi e gli altri, affinché questo nostro passaggio sulla terra sia volto al bene-benessere e alla felicità di tutti. 

Dalla rivista Buddhism Magazine, numero 2-202, pagg. 54-57. Vedi: https://unionebuddhistaitaliana.it/magazine-marzo-2023/

La paura dell'invecchiamento - Yongey Mingyur Rinpoche

Alcune delle cose che ci accadono, tradizionalmente definite "sofferenze naturali", non possono essere cambiate. Prendiamo ad esempio l'invecchiamento. La brutta notizia è che tutti invecchiamo! Ma quando lo accettiamo, va tutto bene. Anzi, ci sentiamo più sollevati, più felici.

Quando si è bambini, si hanno opportunità specifiche; quando si cresce, si hanno altre prospettive e alternative diverse. Quando si è anziani, ci sono ancora altre esperienze di vita particolari di cui godere. Se vi godete tutti questi momenti, vi sentirete molto soddisfatti. Ma se ci si fissa sull'essere giovani, non si vedranno le grandi variazioni di possibilità che si presentano con le diverse età. Dobbiamo quindi accettare questi sviluppi naturali.

Certo, a volte affrontare la realtà è molto difficile. Non è facile quando si perde qualcosa o qualcuno di veramente caro, soprattutto quando muore una persona cara. Non bisogna semplicemente accettarlo e andare avanti come se nulla fosse. Non è così. È molto doloroso. Ma allo stesso tempo, ciò che è veramente importante è cercare di accettarlo, imparare da esso, crescere e usarlo come catalizzatore per una trasformazione.  

Siamo d'accordo che ci sono cose che non si possono cambiare, come l'invecchiamento. Ma ciò che possiamo cambiare è la nostra paura di queste cose. Possiamo lavorare con questa paura e trasformarla fino ad arrivare ad accettarla, farsela amica. Questo è ciò che a volte chiamiamo "alchimia". Secondo un'antica storia, grazie al potere dell'alchimia, il ferro poteva essere trasformato in oro. Allo stesso modo, le nostre qualità innate di consapevolezza, amore e compassione e saggezza possono trasformare qualsiasi emozione forte e dolorosa. E queste qualità innate, che costituiscono la nostra natura di Buddha, sono sempre dentro di noi.

Tutti portiamo con noi l'amore - Yongey Mingyur Rinpoche

Una volta Yongey Mingyur Rinpoche stava tenendo un insegnamento sull'amore. Il tema del discorso era che tutti portiamo l'amore dentro di sé. Non importa quale sia la circostanza, chi siate o dove vi troviate nel mondo, avete l'amore 24 ore al giorno - anche quando provate rabbia o odio. Durante l'insegnamento sembrava che tutti gli studenti fossero molto felici.


Dopo il discorso, quando ha lasciato l'auditorium, ha visto un uomo che lo aspettava fuori. Gli si è subito avvicinato e gli ha chiesto se potevano parlare in privato. Una volta che si erano allontanati dagli altri, gli ha confidato: "La storia che hai insegnato sul fatto che tutti hanno amore è un'idea bellissima. È molto attraente e mi è piaciuta. Ma devo dirti che per me non è vera. Forse tutte le altre persone del pubblico hanno sempre l'amore, ma non io. Mi odio ogni secondo della giornata".

Yongey Mingyur ascoltò tutto quello che aveva da dire. Poi gli chiese perché fosse venuto alla conferenza. L'uomo gli rispose: "Beh, speravo di imparare qualcosa da lei". "Perché voglio disperatamente uscire da questo sentimento di odio verso me stesso. Sono venuto da lei sperando di potermene finalmente liberare".

Gli chiese dove vivesse e, si scoprì, che viveva piuttosto lontano. Aveva dovuto comprare un biglietto aereo per venire alla conferenza e prendersi anche un po' di tempo libero dal lavoro. Poi Yongey Mingyur gli disse: "Quindi, ci sono voluti soldi, tempo ed energie per fare questo viaggio ed ascoltare questo mio insegnamento. Non è stato così facile. Eppure hai fatto tutto questo sforzo. Perché?" "Perché vuoi liberarti da questo sentimento di odio verso te stesso. Vuoi essere felice. Quindi, in realtà, ti prendi cura di te stesso.  Questo è amore". Allora l'uomo capì.

Sebbene a volte anche voi possiate sentire di odiarvi e pensare: "Oh, sono inutile... Non sono abbastanza bravo... Ci sono molte persone a cui non piaccio", questo è normale. Ma dovete capire che, a un livello più profondo, tutti questi sentimenti apparentemente negativi provengono in realtà dall'amore. Sono l'espressione del vostro desiderio fondamentale di essere felici e liberi dalla sofferenza.

Dal blog: https://joy.tergar.org/blog/

venerdì 31 marzo 2023

La solitudine - Jiddu Krishnamurti

Dal testo La solitudine di Jiddu Krishnamurti. -

“Tutti conosciamo quel tremendo senso di solitudine nel quale né i libri né la religione servono più a niente, quando tutto quello che rimane dentro di noi è un vuoto spaventoso. La maggior parte di noi non riesce ad affrontare quel vuoto, quella solitudine; così fuggiamo e andiamo a cercare rifugio nella dipendenza da qualcosa, perché non possiamo sopportare di rimanere soli con noi stessi. Accendiamo la radio, leggiamo, lavoriamo, chiacchieriamo incessantemente, occupandoci delle cose più diverse, dell’arte, della cultura".


 Ma arriva il momento nel quale non possiamo fare a meno di imbatterci in quel senso tremendo di isolamento. Anche se abbiamo un ottimo lavoro in cui tuffarci disperatamente, anche se ci mettiamo a scrivere libri, dentro di noi c’è questo vuoto tremendo. E siccome vogliamo riempirlo, ricorriamo alla dipendenza. Ci rifugiamo nella dipendenza, nei divertimenti, nella religione; facciamo dell’assistenza, ci diamo al bere, alle donne, facciamo di tutto per riempire quel vuoto.

Ma se ci rendiamo conto che qualunque cosa facciamo per riempirlo o per nasconderlo non serve assolutamente a nulla; se ce ne rendiamo conto non a parole, vediamo l’assurdità di quello che stiamo facendo… allora ci ritroviamo ad affrontare un fatto. Non è questione di liberarsi dalla dipendenza. Il fatto non è la dipendenza; la dipendenza è solo una reazione a un fatto… Perché allora non affronto il fatto e sto a vedere che cosa succede?

A questo punto sorge il problema dell’osservatore e dell’osservato. L’osservatore dice: “Mi sento completamente vuoto; non lo sopporto” e fugge da questa sensazione. L’osservatore dice: “Io sono diverso da questo vuoto”. Mentre invece l’osservatore è proprio questo vuoto; non c’é un osservatore che stia vedendo quel vuoto. L’osservatore è l’osservato. Quando questo accade, avviene una rivoluzione tremenda nella mente e nei cuore.

Cercate, semplicemente, di rendervi conto del vostro condizionamento. Lo potete percepire solo indirettamente, collegato a qualcosa. Non potete rendervene conto in astratto, non avrebbe molto significato. Possiamo solo essere consapevoli del conflitto. Il conflitto affiora quando non c’è corrispondenza tra una sfida e la risposta che essa richiede. Il conflitto è il prodotto del nostro condizionamento. Condizionamento significa attaccamento: attaccamento al nostro lavoro, alla tradizione, a quello che possediamo, alle persone, alle idee e così via.

Se non ci fossero attaccamenti, dove andrebbe a finire il condizionamento? Certamente non potrebbe esserci. Allora perché ci attacchiamo a qualcosa? Sono legato al mio paese, perché identificandomi con la mia patria mi sento qualcuno. Mi identifico col mio lavoro, così il lavoro diventa importante. Io sono la mia famiglia, sono quello che possiedo. Mi attacco a queste cose e quello a cui mi attacco mi offre la possibilità di fuggire da quel vuoto tremendo che sento dentro di me.

L’attaccamento è una fuga e questa fuga rafforza il condizionamento. C’è una solitudine che non ha nulla di filosofico, ma che implica uno stato interiore di rivolta contro l’intera struttura della società che, in qualunque forma si manifesti, democratica, comunista o fascista, è l’organizzazione del potere in tutta la sua brutalità. Quello stato interiore comporta una straordinaria percezione degli effetti del potere.  Avete mai osservato i soldati durante una parata militare? Non sono più esseri umani, sono macchine; sono i vostri figli, sono i miei figli che stanno impettiti sotto il sole. E questo accade dovunque, in America come in Russia. Questa situazione non riguarda soltanto i militari, ma anche tutti gli appartenenti a un ordine monastico, quelli che vivono nei monasteri o che fanno parte di gruppi in cui si concentra un immenso potere. Solo una mente che non appartiene a nulla può scoprire quella solitudine, una solitudine che nessuno potrà mai coltivare.

Capite? Rendervene conto significa mettervi fuori gioco e nessun uomo di governo, nessun presidente vi inviterà mai a pranzo. In quella solitudine affiora l’umiltà. È una solitudine che conosce l’amore, non il potere. L’uomo ambizioso, che sia religioso o no, non saprà mai che cos’è l’amore. Chi si rende conto di tutto questo possiede la capacità di vivere e di agire nella totalità. Questa qualità affiora attraverso la conoscenza di noi stessi.

Per evitare di soffrire coltiviamo il distacco. Qualcuno ci ha detto che l’attaccamento, prima o poi, ci farà soffrire e allora vorremmo essere distaccati. L’attaccamento ci dà soddisfazione, ma quando ci accorgiamo che comporta anche sofferenza, cerchiamo soddisfazione nel tentare di essere distaccati. Ma non c’è differenza tra attaccamento e distacco, perché per noi rimangono entrambi mezzi per procurarci piacere.

In realtà, quello che stiamo cercando è soltanto la nostra soddisfazione e la vogliamo a tutti i costi. Accettiamo la dipendenza e l’attaccamento perché ci danno piacere, sicurezza, potere, un senso di benessere; anche se, inevitabilmente, comportano dolore e paura. E quando cerchiamo il distacco, siamo ancora in cerca di piacere, perché non vogliamo essere offesi o feriti interiormente.

Quello che cerchiamo è il piacere, è la nostra soddisfazione. Dovremmo capire questo processo senza condannarlo, senza giustificarlo, altrimenti non avremo modo di uscire dalla confusione e dalle nostre contraddizioni. Il desiderio che ci assilla in continuazione potrà mai essere soddisfatto? O è un pozzo senza fondo?

Non importa che cosa desideriamo; quello che desideriamo può essere infimo o elevato, ma si tratta pur sempre di desiderio, un fuoco che brucia e riduce in cenere tutto quello che tocca. il desiderio di soddisfazione sempre arde in continuazione, ci brucia dentro è non ha fine. Tanto l’attaccamento quanto il distacco ci legano; entrambi devono essere trascesi…

Non so se vi siete mai sentiti soli: all’improvviso vi rendete conto di non essere in relazione con nessuno. Ve ne rendete conto non intellettualmente, ma effettivamente… Vi sentite completamente isolati; pensiero ed emozione si bloccano; non sapete da che parte voltarvi. Non c’è nessuno a cui possiate rivolgervi, né dei, né angeli. È come se se ne fossero andati tutti quanti oltre le nubi; e quando le nubi scompaiono vi accorgete che anche loro sono scomparsi e voi rimanete totalmente soli.

Ma c’è una solitudine completamente diversa, una solitudine ricolma di bellezza. Questa solitudine vi è necessaria. Quando l’essere umano non ha più nulla a che fare con la struttura sociale, fatta di avidità, ambizione, invidia, arroganza, quando smette di desiderare una posizione e il successo e si libera da tutto questo, allora si ritrova in quella solitudine, completamente diversa dalla solitudine che ben conosciamo. Allora c’è una grande bellezza e il senso di una straordinaria energia.

Sebbene siamo tutti esseri umani, abbiamo costruito delle barriere che ci separano gli uni dagli altri: le barriere del nazionalismo, della razza, della casta, della classe sociale, che ci condannano a vivere nell’isolamento, nella solitudine. Una mente rinchiusa nel suo isolamento, nella sua solitudine, non ha la minima possibilità di capire che cos’è la religione.

Può credere in qualcosa, può aggrapparsi a teorie, formule, concetti, può tentare di identificarsi con quello che essa chiama Dio, ma io ho l’impressione che la religione non abbia, in realtà, nulla a che fare con le fedi, i preti, le chiese e i cosiddetti libri sacri. Si può capire quale sia lo stato di una mente religiosa solo quando cominciamo a comprendere la bellezza. E ci si deve accostare alla comprensione della bellezza con quello stato della mente che è solo, perché non ha confronti.

Quando la mente vive in uno stato nel quale non ha bisogno di nulla, può conoscere la bellezza; nessun altro stato può consentirle di avvicinarla. La solitudine di cui stiamo parlando non è isolamento e non è nemmeno legato ad una capacità eccezionale in qualche campo; essa, semplicemente, implica il sostegno della sensibilità, dell’intelligenza, della comprensione.

Questa solitudine richiede che la mente sia libera da qualsiasi influenza e capace di non farsi contaminare dalla società. Questa solitudine è necessaria per capire che cos’è la religione: religione significa scoprire, per conto proprio, se esiste qualcosa che è immortale, che è al di là del tempo. L’isolamento deve essere completamente superato, se vogliamo scoprire una solitudine che non ha nulla a che fare con l’isolamento.

La solitudine di cui stiamo parlando richiede una mente integra, in cui ci sia armonia fra tutte le sue funzioni. La nostra mente non è così; divide e separa tutto quello che tocca. È questo il suo modo di funzionare e quindi è condannata a vivere nell’isolamento. La solitudine di cui parliamo non separa, non è influenzata dalla frammentarietà, non è il prodotto della frammentarietà. La nostra mente è a pezzi, è piena di frammenti, è stata costruita e ridotta così attraverso i secoli e quindi non può conoscere quella interezza che è completezza.

Solo quando la mente si rende conto dell’isolamento in cui vive, quando scopre la sua frammentarietà, può consentire che l’interezza affiori. Allora può esserci qualcosa che è incommensurabile. Sfortunatamente, la maggior parte di noi si accontenta di dipendere, vuole dipendere. Vogliamo compagnia, vogliamo degli amici e continuiamo a vivere mantenendo uno stato di separazione che inevitabilmente genera conflitto.

Quella solitudine che è interezza non conoscerà mai il conflitto. La mente che vive nell’isolamento non potrà mai conoscere né capire quello stato che è senza conflitto. La maggior parte di noi non conosce quella solitudine che è interezza. Potete andare a fare gli eremiti su una montagna, ma inevitabilmente porterete con voi le vostre idee, le vostre esperienze, le vostre tradizioni, la conoscenza che avete accumulato.

Il monaco cristiano, chiuso in un monastero, non conosce quella solitudine che è interezza. Vive con i suoi concetti teologici, con le sue immagini di idoli, con tutto quello in cui crede, con i dogmi legati al suo particolare condizionamento. E si può dire la stessa cosa per il sannyasin, in India, che si ritira dal mondo e vive in isolamento. La sua solitudine non è interezza, perché anch’egli vive legato ai suoi ricordi.

Sto parlando di una solitudine nella quale la mente è del tutto libera dal passato; in questa libertà c’è innocenza, che è virtù. Forse voi direte: “È troppo chiedere una cosa simile; non si può vivere così in un mondo tanto caotico, dove bisogna andare in ufficio tutti i giorni per guadagnarsi da vivere, per mantenere i propri figli e dove bisogna sopportare le lamentele del marito o della moglie.”

Eppure io credo che quanto stiamo dicendo sia direttamente e strettamente connesso alla vita quotidiana, al nostro agire quotidiano; altrimenti non avrebbe alcun valore. Da quella solitudine, che è interezza interiore, proviene una virtù, che è forza e che porta con sé una straordinaria purezza e gentilezza. Non ha molta importanza se si commettono degli errori; non è questo che conta.

Quello che è importante è avere la sensazione di essere assolutamente soli, intatti, al di là di qualsiasi contaminazione. Solo allora la mente può conoscere, può cogliere quello che è al di là della parola, al di là del nome, al di là di ogni immaginazione. Uno dei fattori che alimentano la sofferenza degli esseri umani è il loro isolamento.

Fatevi pure tutte le amicizie che volete, venerate i vostri dei, accumulate una conoscenza straordinaria, datevi incredibilmente da fare nel campo dell’assistenza sociale, discutete all’infinito di politica – cosa che i politici fanno normalmente – ma non potrete minimamente scalfire quell’isolamento. Nel suo isolamento l’essere umano cerca di dare un significato alla vita o se ne inventa uno, ma la sua solitudine rimane.

Ora, potete osservare questo isolamento per quello che è, senza fare confronti, senza tentare di sfuggirlo, senza tentare di nasconderlo, senza cercare di allontanarvene. Allora vedrete che questa solitudine diventa qualcosa di completamente diverso. Noi non siamo integri. Siamo il prodotto di un’infinità di influenze, di migliaia di condizionamenti, di deformazioni psicologiche; siamo il frutto della propaganda e della cultura.

Noi non siamo integri e quindi siamo esseri di seconda mano. Quella solitudine che è assoluta integrità implica il non appartenere ad una famiglia, per quanto si possa avere una famiglia, il non appartenere ad una nazione, ad una cultura, il non dipendere da un’occupazione particolare. Significa avere la sensazione di essere degli estranei, estranei ad una nazione, ad una famiglia e ai loro modi di pensare e di agire. In questa solitudine che è integrità c’è innocenza, un’innocenza che libera la mente dal dolore.

sabato 25 marzo 2023

Rino Capitanata

Rino Capitanata è musico-terapeuta e produttore, da anni approfondisce la musica come veicolo per la guarigione producendo CD e tenendo seminari con illustri personaggi del mondo della spiritualità.  Sito web https://www.rinocapitanata.com/home/   Intervista con il TG2 https://www.youtube.com/watch?v=7AHqxzznvig&t=86s

Ha composto musica per Brian Weiss, Doreen Virtue, John Gray, Master Choa Kok Sui, Louise Hay, Deepak Chopra, Dr. W. Dyer e tanti altri. Rino Cap spiega che le sue musiche curative accordate a 432 Hz inducono al benessere psicofisico e al rilassamento riducendo notevolmente i livelli di stress. Vengono utilizzate da terapisti a livello internazionale e sono largamente diffuse da alcune compagnie aeree per rilassare i passeggeri durante i voli a lungo raggio.  Consapevolezza e musica. Tutte le cose che vediamo nel mondo fenomenico sono energia che vibra. Il suono e l’amore sono dei fattori essenziali per la guarigione. La musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale dell’IO. La vita intera è dominata dall’armonia e dal ritmo. Una giusta educazione musicale può garantire la formazione del carattere.  Cita spesso Platone: Il mondo è costituito secondo i principi musicali – La filosofia è l’espressione più alta della musica.  La frequenza a 432 Hz favorisce la meditazione e guarigione profonda, a livello spirituale e a livello DNA. Le vibrazioni risonanti a 432 Hz favoriscono lo stato di rilassamento, uno stato di sonno curativo e di pace interiore. Consiglia di avviare il brano e ascoltarlo prima di andare a dormire, ti accompagnerà nel sonno svolgendo le sue azioni benefiche a livello cellulare e spirituale.   🎶Buon ascolto!🎶.

  • https://www.youtube.com/watch?v=9k9i2P6nwi8    
  • https://www.youtube.com/watch?v=igXloLe4d7E             
  • https://www.youtube.com/watch?v=3TNq1TlMymc

Introduzione allo studio del misticismo orientale e occidentale - Frits Staal

L'idea che la religione e il misticismo non possano essere compresi razionalmente sta alla base dei più recenti approcci accademici.  Lo scopo di questo testo è quello di tentare di studiare razionalmente i fenomeni religiosi ed il misticismo attraverso quattro approcci: 1- dogmatico, 2- filologico e storico, 3- fenomenologico e sociologico, 4- fisiologico e psicologico. 

Un comune pregiudizio è che l'Occidente è razionale e l'Oriente irrazionale. Ma nel mondo della religione è vero l'opposto: l'Oriente è razionale e l'Occidente irrazionale. Tra le grandi religioni dell'umanità, il Cristianesimo privilegia la fede e l'irrazionalismo in una misura che le altre (Islamismo compreso) non hanno mai considerato. Nel medioevo i filosofi cristiani tentarono senza successo di dare una spiegazione razionale agli articoli di fede. Ad esempio, il Manicheismo asseriva che l'uomo arriva alla salvezza unicamente attraverso l'approfondimento spirituale. Privilegiava l'empirismo, la conoscenza esatta e la ragione e non aveva spazio per la fede cieca. Uno dei testi del manicheismo, il Kephalaxion, recita: "l'uomo non dovrebbe credere ciò che non ha visto con i suoi stessi occhi". Agostino, invece, si converti dal Manicheismo al Cristianesimo, e respinse questo razionalismo come peccaminoso orgoglio e lo sostituì con l'umiltà e l'irrazionalismo cristiano. Anche I'islamismo è meno irrazionale del Cristianesimo, ad esempio non considera Cristo un figlio di Dio, ma soltanto un profeta.

La particolarità dei mistici è la loro indipendenza dalle regole e dalle convenzioni che governano le attività della maggior parte degli uomini.  Molti teologi difendono il cristianesimo oltre per il fatto che avvalora l'irrazionale, anche perchè mette in rilievo ciò che è personale, storico e unico e respingono il misticismo, oltre per la sua accentuazione alla razionalità, anche perchè mette in rilievo ciò che è impersonale, eterno e generale.  I mistici tendono a respingere il bisogno irrazionale di fede e dogmatismo. La personalità di Dio è spesso respinta in favore di un assoluto che è onnipervasivo, impersonale. Un Dio che si può dimostrare non è Dio.  Dio essendo creatore non può essere espresso da nessuna categoria di pensiero, Può essere conosciuto solo attraverso le sue rivelazioni ed è un mistero inintelligibile. In un approccio di questo tipo è sottinteso che tutta la conoscenza sia male. Per il cristianesimo ogni sistema è panteistico, monistico, mistico, in quanto il pensatore che si arresta a se stesso è confinato al proprio pensiero.  Questo particolare sviluppo nella religione occidentale ha fatto sì che in Occidente razionalismo e religione sono diventate tendenze opposte e rivali.  In molte dottrine orientali, prevale l'atteggiamento opposto in quanto sottolineano il valore della conoscenza. 

Nella metà degli anni '30 Bergson disse: "si ritiene che le esperienze dei grandi mistici, siano individuali ed eccezionali, e che non possano essere verificate dall'uomo comune".  Il pregiudizio comune è che il misticismo è irrazionale e viene contrapposto alla logica e alla razionalità. Russel nega che vi sia un'opposizione tra l'intuizione rivendicata dai mistici e la ragione: l'istinto e l'intuizione,  conducono inizialmente ai convincimenti che successivamente la ragione conferma o confuta.

Tutti i mistici asseriscono che esiste qualcosa che sta oltre le apparenze e che sfugge all'esperienza in circostanze normali. Dicono che la realtà è una, indifferenziata e atemporale e ciò non rientra nell'irrazionale anche se è inintelligibile. Illogica e irrazionale sarebbe dire che la realtà è nel medesimo tempo una e molte, o temporanea ed eterna. Il  misticismo e la maggior parte delle scienze accettano la suddivisione tra realtà ed apparenza.  Mentre l'oggetto delle dottrine mistiche è la realtà oggettiva, le esperienze mistiche hanno una qualità soggettiva e  rientrano tra gli "stati alterati di coscienza". Il confine tra realtà e sogno è molto sottile; come esempio si cita spesso la storia dell'uomo che sognò di essere una farfalla, e si chiese se in effetti non fosse una farfalla la quale sognava di essere un uomo. 

(Pag. 76) Raimond Panikkar asserisce che la vera religiosità non deve essere confinata alla propria stessa fede. In termini cristiani, dice Panikkar, esistono solo due possibilità a questo problema: o escludiamo dall'induismo in maniera radicale qualsiasi azione di Cristo; oppure incorporiamo l'induismo nell'economia universale della salvezza di Dio, attraverso Cristo, di cui il cristianesimo è l'espressione suprema. In questo modo però sembrerebbe che non ci sia nessuna intenzione di apertura alla comprensione di altre fedi.

L'ascenzione in cielo è un motivo pressochè universale nelle varie religioni e nel percorso dei mistici. Gli stati di concentrazione che permettono allo yogi di ascendere a stati successivi, la scala di Giacobbe e il viaggio notturno di Maometto che viene interpretata come un'ascenzione mistica.

I testi indiani e buddhisti parlano di ipnotismo e di fenomeni ad esso legati, e descrivono la capacità di leggere la mente di altri. Poteri analoghi sono attribuiti anche a santi cristiani.  Vari testi indiani e buddhisti parlano anche della capacità di penetrare in un altro corpo e controllarlo. Nel testo gli Yoga sutra di Patanjali al verso 3.38 si legge "La mente può penetrare nel corpo altrui al rilassarsi della causa del legame e a causa della conoscenza dei varchi". Nel Mahabharata si racconta l'episodio di Bhargava Vipula che doveva proteggere la moglie del suo guru. Quando Indra si presentò alla moglie, quest'ultima fu immediatamente soggiocata dal suo fascino. Allora il virtuoso allievo "frenò i sensi di lei con i vincoli dello yoga" e mediante il potere dello yoga, la sua mente usci dal suo corpo e penetrò in quello della donna e riusci così a respingere Indra.  Il grande filologo tedesco del diciannovesimo secolo  Hermann Oldenburg disse: "Lo yoga è un inestricabile miscuglio di filosofia e magia". Il bizzarro problema che la Gita presenta a uno spirito monoteistico occidentale è la giustapposizione tra elementi cosiddetti teistici ed elementi cosiddetti panteistici. (Pag. 93).

  • Colui che osserva le regole dell'etica è chiamato monaco (bhiksu),
  • Colui che comtempla il vuoto (sunyata) è chiamato estatico (dhyayin),
  • Colui che è alacre, vigoroso, ed energico è detto che è un vero yogin.  - Versi attribuiti a Nagarjuna

La vita del Buddha sembra che sia stata particolarmente attiva, sia dal lato mentale che da quello fisico (si racconta che abbia attraversato il Gange all'età di 79 anni, mentre i suoi discepoli cercarono barconi e zattere per  essere traghettati).

La distinzione tra yoga e passività risulta quanto mai chiara nel regno degli dei. Shiva, lo yogin divino, è anche il creatore e non è davvero dedito ad una vita inattiva.

(Pag. 149) E' tuttavia improbabile riuscire ad apprendere la meditazione senza ciò che la maggior parte dei mistici tradizionali considera essenziale: la guida di un maestro competente, un guru. La necessità di avere un maestro qualificato è sottolineato in quasi tutte le tradizioni di misticismo. Un buon maestro porterà l'accento sulla pratica, un cattivo maestro proporrà delle teorie. Sankara asseriva che per trovare un vero guru si deve ricorrere alla propria intelligenza e al proprio giudizio. Il guru e Shiva sono rappresentati che guardano verso Sud, giacchè le dottrine tradizionali vengono dal Nord.

Gli hindù credono che vi sia un sè (atmavada); i buddhisti, dal canto loro, che non vi sia un sè (anatmavada). Non è possibile essere nello stesso tempo, senza disagio, hindù e buddhista. Ma lo yoga che non si occupa del sè, viene praticato da ambedue e con risultati diversi (pag. 161).  La concentrazione buddhista sul vuoto non è la stessa cosa che il nichilismo, la visione filosofica che "nulla esiste".  La natura della vacuità non è pura speculazione filosofica ma la si comprende nella e attraverso la meditazione. Mentre il bodhisatva Avalokitesvara stava praticando la profonda meditazione avvertì l'esistenza dei cinque skandha e si accorse che nella loro natura erano vuoti. " O Sariputra, qui la forma è vuoto, e il vuoto è forma; la forma non è altro che vuoto, e il vuoto non è altro che forma; ciò che è vuoto è forma e ciò che è forma è vuoto. Lo stesso si può dire della sensazione, del pensiero, della volizione e della coscienza" (pag. 164).    

Sebbene Huxley sia stato il primo tra gli autori contemporanei a discutere la relazione tra misticismo e droghe, è ormai sempre più evidente che l'uso religioso delle droghe  è antico e molto diffuso. Patanjali nel libro gli Yoga sutra, nel cap 4.1 quando parla di poteri particolari (siddhi)  che acquisiscono gli yogi, ne spiega le possibili cause che sono; la nascita, droghe o erbe, mantra, ascetismo e concentrazione. Del resto lo stesso Shiva, il dio dello yoga, l'asceta divino, viene raffigurato anche con i fiori della pianta allucinogena datura nei capelli. Nell'Islam, certi mistici, probabilmente influenzati dall'induismo, nel tredicesimo secolo iniziarono ad assumere hashish, caffè, e oppio come stimolanti. I buddhisti non incoraggiarono la tendenza ad ottenere questi poteri miracolosi per timore che distraessero dalla ricerca del nirvana; li descrivono però minuziosamente e sono chiamati abhijna o rddhi e le loro origini sono quella citate da Patanjali. Il Buddha non proibì l'acquisizione di questi poteri, ma la loro esibizione ai laici (Eliade 1954).  I poteri miracolosi non sono una prerogativa dell'Oriente, infatti anche nel Cristianesimo e nell'Islamismo. dopo la morte di Maometto, si assistette ad una vera proliferazione di leggende e di miracoli.  Nessun studioso ha comunque associato l'esperienza di tipo nirvana con l'assunzione di droghe (pag. 172). Che esista o no una connessione tra le esperienze mistiche e quelle indotte dalla droga, è chiaro che le droghe hanno poco a che fare con la religione come istituzione sociale o come credenza negli dei o in Dio. Nei Veda ci sono vari riferimenti a droghe o allucinogeni come ad esempio il soma e il visam (Rig Veda 10.136). I lunghi capelli dei saggi del Rig Veda simboleggiano la loro indipendenza dalla cultura vedica di organizzazione del villaggio. I tratti ascetici di Shiva, con i capelli lunghi sono ben noti, Nella sua manifestazione come re della danza (nataraja), i lunghi e fluenti capelli di Shiva diventano l'origine dei fiumi dell'India.  Quando Shiva viene raffigurato come un asceta vagabondo, i capello intrecciati sono adornati con gli stessi oggetti che troviamo in Shiva natarja: un teschio, un cobra, una luna crescente, e i boccioli della pianta allucinogena del datura. Gli asceti, in contrasto con la religione vedica, sviluppavano pratiche peculiari di yoga e tantra che aiutavano loro ad ottenere poteri magici e miracolosi.  Questi yogin sembrano aver considerato l'isolamento dalla vita sociale come il fulcro della vera vita spirituale.

E' possibile arrivare al nirvana anche tramite la bhakti (la devozione) che offriva una semplice e comune alternativa al rituale o all'ascetismo. L'uomo è libero di influenzare le forze del karman, ad esempio eseguendo le austere attività del tapas (disciplina di autocontrollo) e quindi dire che il fatalismo sia una caratteristica del pensiero orientale è un vero pregiudizio. Le Upanishad sottolineano l'importanza del sapere e della conoscenza, e il rituale viene poco a poco abbandonato a favore della pratica della meditazione che cominciò a prendere un posto importante nell'addestramento del mistico.

In queste pratiche meditative la civiltà indian ha dato nel complesso, maggiore importanza all'orecchio e alla ripetizione dei mantra (suoni), mentre la civiltà occidentale ha invece privilegiato l'occhio, la concentrazione visiva sugli yantra (simboli).  Nella filosofia indiana si distingue a volte tra concentrazione diretta sull'assoluto e concentrazione indiretta su un simbolo. A volte, come nello zen e nel buddhismo Mahayana c'è una combinazione tra meditazione e rituale.   Per riassumere le cause che possono portare ad esperienze mistiche sono: nascita, meditazione, ascetismo, droga, mantra, yantra, strumenti speciali come il kasina (sono ausili visivi per la contemplazione), rituali, devozione ad una divinità.  Lo studio del misticismo è almeno in parte lo studio di certi aspetti specifici della mente, e per studiare questi aspetti della mente, occorre una combinazione di ragione e di mente aperta.

venerdì 24 marzo 2023

I relatori e gli interventi al MyLife Festival

Il MyLife Festival on line è iniziato il 6 marzo 2023 ed è durato 5 giorni. Ha riunito grandi esperti di Mindfulness e Crescita personale che hanno condiviso le loro conoscenze e ricerche, e hanno dato suggerimenti per imparare a raggiungere una maggiore consapevolezza e pace interiore. Vedi sito: https://www.mylifefestival.it/   


Ho riportato i relatori che ho ascoltato e che sono in sintonia con la mia ricerca:

-------   Il Dalai Lama è considerato la manifestazione del bodhisattva della Compassione e patrono del Tibet. I bodhisattva sono esseri realizzati che, mossi dal desiderio di raggiungere l'illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, hanno fatto il voto di rinascere nel mondo per aiutare l’umanità. È il supremo rappresentante del buddismo nella cultura tibetana. È una figura molto influente e nota a livello internazionale, ha ricevuto il premio Nobel per la pace.   Il Dalai Lama, nel suo intervento, sottolinea che con sforzi costanti si può arrivare a cambiare. Spesso ironizza su questo punto, dicendo che spesso gli occidentali gli chiedono suggerimenti per un  metodo veloce, facile, effettivo e anche economico. La sopravvivenza dipende dalla comunità, e anche l’uomo più potente, rimane solo un individuo e non potrà sopravvivere.  Tutte le religioni, indistintamente,  ci insegnano l’amore. Buddha ci presenta i diversi metodi per arrivare alla pace interiore e siamo noi che dobbiamo sceglierne uno.

--------- Jon Kabat-Zinn è professore emerito di medicina presso la University of Massachusetts Medical School, dove nel 1979 ha fondato la Clinica per la Riduzione dello Stress Basata sulla Consapevolezza (MBSR), nota in tutto il mondo. I programmi MBSR si sono oramai diffusi a livello internazionale in ospedali, cliniche, scuole e altre istituzioni. Jon ha anche fondato il Center for Mindfulness in Medicine, Health Care, and Society nel 1995. È autore di 14 libri tradotti in oltre quaranta lingue.
Jon Kabat-Zinn nel suo intervento - Mindfulness e consapevolezza - sottolinea che noi esseri umani facciamo tutto per uno scopo, dunque siamo orientati al progresso come persone, vogliamo investire il nostro tempo e la nostra energia in qualcosa. Vogliamo che il nostro tempo e la nostra energia siano ben spesi. La mindfulness capovolge tutto questo, non ci spinge ad andare altrove, anche se il nostro intuito ci dice che c’è un altro modo per vivere. Questo significa abbracciare ciò che siamo ora  e capire che ci sono più dimensioni in  ciò che viviamo. Come dicono i buddhisti noi siamo la natura di Buddha, abbiamo in noi tutte le qualità positive, l’unica difficoltà è renderci conto di questo. 

 --------- Thich Nhat Hanh  (nel suo intervento registrato, è morto inizio 2022) parla del dono della presenza. Fa l'esempio del ricco industriale che chiede al figlio quale regalo voleva per il suo compleanno, e il bambino risponde di essere con lui. L’amore è presenza, è esserci.
Nel secondo intervento ha parlato della consapevolezza che dovrebbe pervadere tutta la nostra quotidianità, anche nel bere un bicchiere d’acqua, dell’importanza del Sangha (la comunità di praticanti). Consapevolezza e concentrazione, che portano ad una visione profonda, sono i componenti presentei in ognuno di noi.  Fa l'esempio della consapevolezza con cui il primo uomo ha messo il piede sulla luna.  La Terra è il regno di Dio, si dovrebbere avere la stessa consapevolezza quando si cammina sulla terra. Basterebbero consapevolezza e concentrazione per essere felici ad ogni passo che si fa sulla terra.  Le persone nel Sangha sono importanti perché possono aiutare, con la loro esperienza, a generare consapevolezza e concentrazione.
Non bisogna annaffiare i semi della rabbia, disperazione, paura, gelosia ma bisogna annaffiare e coltivare i semi buoni come benevolenza e altruismo. La Tv aiuta a far crescere i semi cattivi. Ogni persona dovrebbe  impegnarsi a non annaffiare i semi cattivi in se stessa e negli altri.
Quando il seme negativo si è manifestato, occorre aiutare l’altro, il positivo a manifestarsi. Non bisogna diventarne vittima, invitandoci a fare qualcosa di buono. Dovresti aiutare la persona amata a fare lo stesso; dobbiamo aiutarci gli uni con gli altri. Bisogna fare qualcosa per aiutare i semi buoni a manifestarsi.  Abbiamo la capacità di amare, aiutare gli altri, abbiamo dentro di noi pace, compassione e gioia.  Dobbiamo diventare bravi giardinieri e aiutare gli altri a far sorgere i buoni semi. Al Plum village, questa pratica viene chiamata "Pratica dell’irrigazione selettiva". La pratica può produrre risultati positivi molto rapidamente.  Quando il seme positivo si è manifestato dobbiamo cercare di far rimanere il seme in superficie. Dobbiamo fare giardinaggio nella mente, energizzare la mente e liberarla dalle afflizioni. Respiriamo insieme con gioia, questa è la pratica giusta.

----- Eckhart Tolle è l’autore del Best seller “Il Potere di Adesso” che è stato tradotto in oltre 50 lingue. Di origine tedesca, si è formato all'Università di Londra a Cambridge. All’età di 29 anni, un profondo cambiamento interiore ha trasformato il suo percorso di vita. Negli anni successivi ha approfondito la comprensione di quella trasformazione, che ha segnato l’inizio del suo viaggio interiore. I suoi libri sono Best seller del New York Times e sono considerati i libri spirituali più influenti del nostro tempo.
Nel suo intervento, suggerisce di portate l’attenzione sul presente, invece che sui pensieri. Occorre portare l’attenzione sui sensi e sulle percezioni.  Invece siamo sempre assorbiti dai pensieri e siamo totalmente identificati con i pensieri che ci vengono in mente. I pensieri negativi sono più presenti dei positivi e possono essere come un virus, prendere il controllo su tutto, una vera infezione. C’è un aspetto trascendente in noi che ci invita a riconoscere la bellezza ovunque si manifesti. Un fiore nel mio giardino, una farfalla che si posa su un fiore, un foglia che danza nel vento, un tramonto, ecc.   La consapevolezza della presenza può manifestarsi in ogni momento. Mettere un'etichetta su ogni cosa è la risultanza della mente egoica.

----- Deva Premal & Mitel sono due dei migliori interpreti di musica devozionale orientale. Nel loro intervento "Making every moment sacred thanks to the power of Mantras " spiegano il potere dei mantra. Il mantra è connesso a forze ed entità ed è un ponte verso noi stessi. Un suono, le cui vibrazioni hanno un grande potere rigenerante. Quando siamo connessi, siamo felici. I mantra sono scritti in sanscrito che è un un linguaggio molto potente.  Il mantra Chanti è un canto ed un invito ad una pace universale.  Invitano a cantare 108 volte il mantra "om chanti om"  e il "gayatri mantra". Raccontano che quando si svegliano fanno vibrare tutto il loro corpo muovendosi, e scuotendolo dalla testa all'area pelvica.     Vedi: https://www.youtube.com/results?search_query=Deva+Premal+%26+Mitel

------- Rino Capitanata è musico-terapeuta e produttore, da anni approfondisce la musica come veicolo per la guarigione producendo CD e tenendo seminari con illustri personaggi del mondo della spiritualità. Ha composto musica per Brian Weiss, Doreen Virtue, John Gray, Master Choa Kok Sui, Louise Hay, Deepak Chopra, Dr. W. Dyer e tanti altri. Nel suo intervento "Guarigione Profonda del Corpo e dello Spirito" spiega che le sue musiche curative accordate a 432 Hz inducono al benessere psicofisico e al rilassamento riducendo notevolmente i livelli di stress. Vengono utilizzate da terapisti a livello internazionale e sono largamente diffuse da alcune compagnie aeree per rilassare i passeggeri durante i voli a lungo raggio. Tutte le cose che vediamo nel mondo fenomenico sono energia che vibra. Il suono e l’amore sono dei fattori essenziali per la guarigione. La musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale dell’Io. La vita intera è dominata dall’armonia e dal ritmo. Una giusta educazione musicale può garantire la formazione del carattere.  Cita spesso Platone: "Il mondo è costituito secondo i principi musicali – La filosofia è l’espressione più alta della musica".  La frequenza a 432 Hz favorisce la meditazione e la guarigione profonda, a livello spirituale e a livello DNA. Le vibrazioni risonanti a 432 Hz favoriscono lo stato di rilassamento, uno stato di sonno curativo e di pace interiore. Consiglia di avviare il brano e ascoltarlo prima di andare a dormire, ti accompagnerà nel sonno svolgendo le sue azioni benefiche a livello cellulare e spirituale.   Vedi: https://www.youtube.com/watch?v=9k9i2P6nwi8    https://www.youtube.com/watch?v=igXloLe4d7E             https://www.youtube.com/watch?v=3TNq1TlMymc 🎶Buon ascolto!🎶

----Alberto Villoldo sposato con Marcela Lobos (una sciamana del Cile) è psicologo e medico antropologo, specializzato nelle pratiche di guarigione delle popolazioni amazzoniche e andine. Dirige un centro di ricerche sulle potenzialità di autoguarigione attraverso l’utilizzo della mente e le tecniche delle neuroscienze. Villoldo è a capo della Four Winds Society, per la quale conduce corsi di formazione rivolti ad allievi residenti negli Stati Uniti d'America e in Europa, incentrati sulla pratica della medicina energetica e sul recupero dell'anima ed è autore di diversi libri.  Alberto Villoldo e Marcela Lobos hanno presentato il potere della cerimonia sciamanica. Marcela Lobos è stata iniziata alle tradizioni curative dell'Amazzonia e delle Ande. È nata e cresciuta in Cile dove ha lavorato con sciamani che appartengono ad una società matriarcale che detiene la saggezza del femminile e la passione della Madre Terra. Marcela si dedica ad aiutare le donne realizzando "riti di passaggio" che consentono loro di trovare il loro potere, grazia e saggezza. Fa parte della facoltà della Four Winds Society.

------- Louise L. Hay  è autrice di best seller a livello internazionale, tra cui “Puoi guarire la tua vita”, pubblicato per la prima volta nel 1984 e oggi considerato uno dei testi fondamentali del pensiero positivo. Per oltre venticinque anni, ha aiutato le persone a scoprire e potenziare le proprie risorse per favorire la crescita personale. Louise ha migliorato la vita di milioni di individui grazie ai suoi insegnamenti che si fondano sulla scoperta e il rafforzamento del potenziale in ognuno di noi. Ha fondato e diretto la casa editrice Hay House, punto di riferimento per i principali autori di self help mondiali. Nel suo intervento "Ama te stesso guardandoti in uno specchio"  ribadisce che amare se stessi è avere un grande rispetto per ogni cosa che riguarda se stessi, dentro e fuori. Self love è anche self respect. Quando non vi accettate c'è il rischio di criticarvi senza sosta. Giudicare se stessi non è naturale. Self Love è naturale, è innato nei bambini.   I love and approve of myself.

------- Wayne W. Dyer  è un autore di fama internazionale e speaker in materia di crescita personale. È autore di 30 libri, ha creato molti programmi audio e video ed è apparso su migliaia di programmi televisivi e radiofonici. Dyer ha un dottorato in counseling educativo presso la Wayne State University ed è stato professore associato presso il St. John's University di New York. Viene affettuosamente chiamato il "padre della motivazione" dai suoi fan. Nel suo intervento "Aspirare all'amore incondizionato " racconta di come, malato di leucemia, è stata curata a distanza. La prima cosa importante per guarire da una malattia è togliere la paura da dentro di noi. Spiega che esistono tre tipi di amore: amore verso un altro, amore per i figli, amore incondizionato.
La paura nasce dai pensieri, e poi, inevitabilmente, ci identifichiamo con i pensieri. Fa l'esempio del grande mistico indiano Ramana Maharshi, quando i discepoli gli chiedevano: "Come facciamo a capire se siamo sulla via del progresso spirituale?", e lui rispondeva: "Dall’assenza di pensieri".

---- Deepak Chopra è medico endocrinologo di origini indiane che si è formato e pratica negli Stati Uniti. La sua metodologia unisce le più avanzate scoperte scientifiche nel campo della fisica quantistica e della Psico-Neuro-Immunologia con le millenarie tecniche e conoscenze della medicina Ayurvedica indiana. È conosciuto in tutto il Mondo per aver proposto un nuovo paradigma che ha rivoluzionato la saggezza comune nel campo della connessione tra mente, corpo, spirito e salute. Nel suo intervento | "Viaggio senza distanza" spiega che il tempo è il movimento dei pensieri.

----- Gregg Braden è autore best seller del New York Times, ricercatore, educatore, docente di successo e noto a livello internazionale come un pioniere che unisce scienza moderna, spiritualità e potenziale umano. La sua ricerca è confluita in 12 libri pluripremiati ora pubblicati in oltre 40 lingue, tra cui “Human Matrix”. Nel 2020 Braden è stato candidato al prestigioso Templeton Award, istituito per onorare “individui eccezionali che hanno dedicato il loro talento a espandere la nostra visione dello scopo umano e della realtà ultima.”  Nel suo intervento spiega la modalità di rallentare nel quotidiano:
1- chiudere gli occhi, spostare la consapevolezza dall’esterno all’interno, passare dalla mente che pensa al cuore che sente, toccando il cuore, il contatto fisico facilita la consapevolezza, 2 - Inspirare, contando fino a quattro, espirare contando fino a sei, creare una sensazione di gratitudine nel cuore, il respiro è un linguaggio (quando rallentiamo la respirazione mandiamo al cuore il messaggio che il corpo è al sicuro,  quindi si produce ringiovanimento e rafforzamento del sistema immunitario) 3- creare una sensazione nel cuore, sensazione di gratitudine, riconoscere cose positive (respiro e mente concentrati sul cuore).

----- Brian Weiss è psichiatra e psicoterapeuta, autore di best seller, i suoi libri hanno venduto oltre 100 milioni di copie. È considerato il massimo esperto al mondo in regressioni alle vite passate e ipnosi regressiva. Brian Weiss condivide la validità della terapia regressiva per alleviare disagi fisici ed emozionali. Il dr. Weiss è costantemente ospite delle principali trasmissioni e show internazionali, tra cui Oprah Winfrey. Ha condotto per molti anni i suoi corsi in sala in tutto il mondo e anche in Italia.
Nel suo intervento "Consapevolezza e Regressione alle Vite Passate" spiega come si è avvicinato a questa tecnica.  Una sua paziente depressa, con varie fobie, non riusciva a ritrovare un minimo di tranquillità.  Il dr. Weiss provò a curarla con l'ipnosi e a farle  rivivere il passato.  Avvenne una specie di catarsi, settimana dopo settimana ricordava il tempo passato e tutti i nodi emotivi accumulati si scioglievano mano a mano e le sue fobie, una dopo l'altra sparivano.  Sulla base di questa esperienza ha creato la "Past life teraphy"  una tecnica di visualizzazione per rigenerare il corpo ed energie.

 ----- Robert Thurman è professore di studi buddisti indo-tibetani presso il dipartimento di religione della Columbia University. È presidente di Tibet House US, un'organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla conservazione e alla promozione della civiltà tibetana e presidente dell'American Institute of Buddhist Studies. Il New York Times lo ha definito "il principale esperto americano di buddismo tibetano".  Nel suo intervento "In viaggio attraverso i Bardos (cerimonia tibetana)" spiega questa cerimonia alla quale ha assistito come testimone.   

----- Neale Donald Walsch è un messaggero spirituale dei nostri giorni le cui parole continuano a toccare il mondo in maniera molto profonda. La sua trilogia dedicata alle sue conversazioni con Dio è stata tradotta in oltre ventisette lingue e ha venduto oltre sette milioni di copie in tutto il mondo. Neale Donald Walsch vive in Oregon, dove da diversi anni conduce una popolarissima trasmissione radiofonica. Con la moglie Nancy ha fondato ReCreation, un'organizzazione non-profit il cui scopo è diffondere il messaggio di pace e serenità contenuto nei suoi scritti. Nel suo intervento "Conversazioni con Dio" racconta che dopo un incidente perde lavoro, casa ed è costretto a vivere per strada a vivere come un barbone. Dopo due anni ritrova lavoro, casa e si ritrova nell’assurdità della vita. Una notte alle quattro di mattina, comincia a scrivere una lettera a Dio, chiedendo se c’era un senso alla vita. Ebbe una sensazione che qualcuno gli rispondeva, una presenza gli chiese se voleva veramente delle risposte, allora cominciò a trascrivere le indicazioni che gli veniva dettate da questa presenza. Anche se un po’ terrorizzato da questa presenza continuò a trascrivere coscientemente fino al mattino. Alle quattro del mattino seguente gli arrivò un messaggio, continua a scrivere…  e così per diverse notti e il risultato è stato pubblicato attraverso i suoi libri.
Parla anche dell'amicizia che è strettamente legata alla tolleranza, se tu tollererai me e io tollererò te l’amicizia reggerà; in una sola parola Amicizia è tolleranza. Bisogna accettare anche cose di se stessi che non ci piacciono, cominciando a tollerare se stessi, si possono tollerare anche gli altri. Amicizia è comunque anche lealtà e gentilezza verso l'altro.

domenica 12 marzo 2023

Divine Life Society - possibilità di scaricare testi sulla spiritualità gratuitamente

 
I libri pubblicati dalla Divine Life Society sono disponibili sul web sia in formato PDF (Portable Document Format) che in HTML e sono scaricabili gratuitamente.  

Vedi link:   https://www.dlshq.org/download/

La Divine Life Society è un'organizzazione spirituale indù e un ashram, fondata da Swami Sivananda Saraswati nel 1936, a Rishikesh, India. Oggi ha filiali in tutto il mondo, con sede a Rishikesh.

La scienza sacra - Swami Sri Yukteswar

"L'Oriente e l'Occidente  devono trovare un'aurea di mezzo tra l'attività e la spiritualità".

Paramahansa Yogananda nella sua Autobiografia di uno Yogi paragona il suo Maestro, Sri Yukteswar (1855-1936) come grandezza al Cristo. Sri Yukteswar (Priya Nath Karar) è stato il discepolo di Lahiri Mahasaya di Benares, il primo ad aver insegnato il kriya yoga, affermando che questa scienza era il mezzo più efficace per ottenere la realizzazione di Dio. Sri Yukteswar  invitava i suoi studenti a diventare legami viventi tra le virtù dell'Occidente e quelle dell'Oriente. Sri Yukteswar era un occidentale dalle abitutini esteriori e interiormente e spiritualmente un orientale. Nel 1920 inviò Paramahansa Yogananda in America per far conoscere ai ricercatori della verità di tutto il mondo la scienza liberatrice del Kriya yoga. Per questo Yogananda fondò la Self-Realization Fellowship, un'associazione internazionale con sede a Los Angeles. Il grande guru entrò nel mahasamadhi, la cosciente uscita dal corpo di uno yogi, il 9 marzo 1936 a Puri.

Lo scopo del libro La scienza sacra, scritto nel 1894 da Sri Yukteswar,  è quello di mostrare che esiste una unità di fondo tra tutte le religioni e che non esistono reali divergenze tra insegnamenti spirituali occidentali e orientali. Le varie dottrine servono soltanto ad inalzare barriere quasi insormontabili che minacciano di dividere per sempre il genere umano.  Tutte le creature desiderano tre cose: l'esistenza, la conoscenza e la beatitudine. Dio è presente in tutto l'universo. Non riusciamo a comprendere Dio, perchè l'uomo si identifica con il corpo fisico, deve trascendere la maya (l'illusione) e diventare egli stesso divino.

Le idee base della nostra civiltà: il tempo, lo spazio, l'atomo sono una stessa e unica cosa, e in sostanza soltanto idee. L'atomo sotto l'influsso di cit (la conoscenza universale) forma il citta, ossia quella condizione di calma della mente, che, una volta spiritualizzata prende il nome di buddhi, l'intelligenza o intelletto. Il suo opposto è manas, la mente, nella quale dimora il jiva: il sè con ego (l'ahamkara) e l'idea dell'esistenza separata.

Quando l'uomo comprende la sua vera natura, liberarsi dalla schiavitù di maya diventa lo scopo principale della sua vita. Con l'influenza di maya subisce tutte le angosce della vita e della morte. Il dolore nasce da avidya, l'ignoranza che è la percezione dell'inesistente, e la non-percezione dell'Esistente. Avidya si manifesta sotto forma di egoismo, attaccamento, avversione e cieca ostinazione. L'uomo è sottoposto all'influenza di questi mali e poi soffre. Il fine dell'uomo è la liberazione completa dall'infelicità. L'esistenza, la coscienza e la beatitudine sono i tre grandi desideri del cuore umano.  Quando l'uomo comprende che il suo Sé è un frammento dello spirito universale, raggiunge kaivalya, l'unione del Sé con Dio.

Il cammino è costituito da sacrificio (yajna), nella penitenza (tapas), dal profondo studio (svadhyaya), e dalla pratica della meditazione. La meditazione sul suono divino Om (pranava), è la sola via che porta a Brahman, e alla salvezza. Inoltre, occorre rivolgere il proprio amore al guru e seguirne amorevolmente gli insegnamenti.  

La forza morale è rafforzata dall'osservanza di yama (moralità e autocontrollo) e di  niyama (osservanze religiose, purezza del corpo e della mente). Praticando Yama e Nyama, le indegnità svaniscono dal cuore dell'uomo e si manifesta la virtù. L'essere umano diventa così un Sadhaka, un vero discepolo in grado di conseguire la verità.

L'obiettivo è liberare la mente da tutti i pregiudizi e i dogmi limitanti, vivere una vita in modo naturale. La qualità della vita dipende dalla scelta del cibo, della dimora e della compagnia. L'uomo è un animale frugivoro che si nutre di frutta e verdura. Ama stare in compagnia di coloro che dissolvono le sue angosce, chiariscono i suoi dubbi e gli concedono la pace. Deve pertanto evitare qualsiasi cosa che produca gli effetti opposti. Inoltre, deve studiare gli scritti degli esseri illuminati.

giovedì 9 marzo 2023

Tony Parsons - 2

"I principianti che partecipano a questi incontri sono lasciati senza nulla. Queste conferenze si fanno a livello di parola, ma in questi incontri accade qualcosa su di un piano di saggezza non verbale. Si tratta di una risonanza che si manifesta e si può sentire nella stanza perché quella comunicazione non è un insegnamento, semplicemente perché non c’è nessuno che impara, c’è solo il bisogno di un richiamo a qualcosa di già conosciuto".  Tony Parsons     .

Per conoscere Tony Parsons (1953- ) vedi anche: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/vedanta/parsons2.htm


Incontrare Tony Parsons significa trovarsi di fronte a un paradosso. Tony appare come una persona comune e ordinaria, ma il messaggio che condivide è unico, rivoluzionario e comunicato con gentile ma impersonale autenticità che emana da un'assoluta chiarezza. Tony Parsons indica senza compromessi che qualsiasi ricerca della Verità è assolutamente inutile perché essa è già totalmente presente come lo spazio in cui ogni cosa accade, ovvero il nostro essere, la nostra stessa natura. In questo riconoscimento colui che cerca, si dissolve accanto alla ricerca spirituale: quello che resta è ciò che è, una presenza che è amore incondizionato.  I workshop di Tony Parsons sono semplicemente una descrizione di qualcosa, non sono un insegnamento, sono semplicemente uno spunto attraverso il quale l’identità potrebbe morire come è successo a lui. Un giorno, in un parco ha fatto un'esperienza straordinaria, si è sentito semplicemente parte del Tutto, la sua identità era totalmente scomparsa e l’illusione che ci sia qualcosa era stata distrutta completamente. Nei workshop Tony espone che noi siamo un’illusione, poi descrive la natura del tutto, della completezza. E’ un’operazione molto difficile perché la natura del Tutto è inconoscibile. C’è solo il Tutto, ad un certo punto gli individui appaiono. Noi siamo energia contratta, questo è il senso del vivere, questo è quello che Tony sentiva, che viveva in un corpo. Il parlare è una scusa per far si che qualcosa accada. 

"Cosa sono Io, se non ho una identità personale?"  Tony Parsons propone che non c’è un individuo libero di scegliere. In alcune persone scatta una risonanza perchè sono immerse nella sola effettiva realtà.
Io e te siamo seduti uno di fronte all’altro, ma questa è un’apparenza, non c’è niente che appare e non c’è niente qui. Vediamo quello che apparentemente appare. Non c’è niente che abbia un significato, gli individui investono tempo e energia per realizzarsi. Vedi quel fiore, è giusto quello che è, siamo noi che diamo al fiore un significato. Tony Parsons parla così dei partecipanti ai suoi incontri: "Tutti i partecipanti nella stanza sono l’assoluto che si ricorda che è". Quando quel messaggio radicale è inteso, il mentale cerca di svalutarlo, denigrarlo o perfino ad evitarlo e persiste a volere che gli si dica che c’è un processo da seguire.

 Le persone che assistono a questi incontri hanno  la mente che cerca qualcosa da compiere e questo è frustrante, ma qui la mente non ottiene nessun compromesso. E’ chiaro. La mente non può più aggrapparsi a qualcosa e finisce per  abbandonarsi con grande sollievo. Questo è il processo che si produce al momento della morte e allora perché aspettare la morte fisica per vivere questo momento? Quando il risveglio arriva, si prova semplicemente gioia senza causa. Le persone mi chiedono “che posso fare per favorire il risveglio?” e io gli rispondo: “Non cercate ciò che potete fare, ma rendetevi conto che la vita si produce, semplicemente, e che non si produce per nessuno in particolare". Nei ritiri e negli incontri, c’è molto silenzio. In quel silenzio, ciò che dico alle persone è che tutto quello che accade è qui … e più tardi, quando prendo la parola, dico ancora: "Tutto ciò che è, è qui".  "Esiste solo l'essere senza la conoscenza dell'essere" - Tony Parsons.

Ciò di cui parliamo è un mistero. Un’altra realizzazione che arriva dal risveglio è che non c’è destino, niente è mai avvenuto, niente avverrà mai. Perché tutto quello che c’è è questo. E’ tutto. E’ veramente questo il messaggio, molto semplicemente. 
"Ciò che desideriamo più di ogni altra è in realtà del tutto semplice, immediato e disponibile. E, strano a dirsi, ciò che desideriamo non ci ha mai abbandonati". 
[...] Ciò che accade è che, quando siamo bambini piccoli, esiste solo l'essere senza la conoscenza dell'essere; c'è solo l'Essere. Poi arriva qualcuno che ci dice: «Tu sei Bill» o «Tu sei Mary», «Tu sei una persona». E in un modo o nell'altro, la mente - il pensiero dell'«io», l'identità, l'idea «Io sono una persona» - assume il controllo dell'energia dell'essere e lo identifica come Bill o Mary o quant'altro. S'impadronisce dell'essere e gli dà un nome. Nascono le parole, nascono le etichette, e l'intero concetto di «me» diviene il principale investimento della vita. [...] .  L'intero obiettivo è: «Io sono una persona e devo far funzionare la mia vita»,
E così vieni nutrito e cresciuto a forza di liste di cose da fare. Prima cosa essere un bravo bambino, poi un bravo studente... E poi c'è la lista dei requisiti per essere un bravo lavoratore, di solito seguita da quella per diventare un bravo marito, o moglie o partner. [...]
L'idea del «te» è continuamente rafforzata. [...] La finzione del «me» continua a essere convalidata persino nella ricerca dell'illuminazione, perché ciò che un cosiddetto maestro vi dirà è: «Io ho conseguito l'illuminazione e ora sono una persona illuminata e anche tu potrai diventare una persona illuminata». [...]    Se vuoi, puoi chiudere gli occhi e percepire l'energia che pensi sia quel «te», È come una sensazione di vitalità... [...] 
Ma quell'energia, [...] quella sensazione di chi pensi di essere - quella sensazione di vitalità ed energia - è l'essere; è solo l'essere. Non è mai venuta e non se n'è mai andata, non ti ha mai lasciato; è sempre stata presente. Pensavi che fosse "te", ma è solo il puro essere. Non è chi sei, ma ciò che sei. Ciò che sei è semplicemente essere, presenza, vita. Tu sei vita, la vita che accade [...].
La mente vorrà chiacchierare di questa cosa [...]. Accadrà che le sue domande non avranno risposte e capirà che non andrà da nessuna parte, perché è così che le cose stanno. La mente vuole dire: «Sì, ma...» [...].
Ma ad un certo punto la mente vorrà arrendersi. E alla fine, tutto ciò che sarà visto è che c'è solo la vita.
Se chiudi gli occhi, tutto ciò che trovi sono delle sensazioni. [...] Il corpo che sta seduto sulla sedia; una brezza leggera che entra dalla finestra; il rumore dei fogli di carta stropicciati; le auto che passano... Non c'è alcuna storia. La storie sono solo una finzione, perché c'è sempre stato solamente questo. [...] Tutto ciò che sta accadendo è semplicemente l'invito a vedere, che tutto ciò che esiste, è questo. In ogni momento la vita ti dice: «Guarda, c'è solo la vita. Non c'è alcuna storia, c'è solo la vita". "Semplicemente c'è la manifestazione dell'Uno"
"Penso che in molti modi, ciò che accade qui, è che la mente si fa avanti con l'intenzione di ottenere qualcosa e poi comincia a rendersi conto che non sta ottenendo un bel niente, perché non c'è niente che le viene dato. E così continua a farsi avanti, sempre con l'idea di ottenere qualcosa e alla fine poi si arrende. [...] 
Il risveglio non è affatto un'esperienza. [...] Qualunque cosa accada a Tony Parsons - tutto ciò che accade adesso: le braccia che si muovono, la voce che viene fuori, il fatto che è un po' caldo qui, il tossire di qualcuno - è semplicemente la manifestazione dell'Uno. [...]
Tony Parsons è solo un'apparenza; è solo un personaggio nel gioco e non significa nulla [...].
 
Quando ha luogo la separazione, sopraggiunge l'«io-pensiero» e, come un cuculo, si piazza nel nido e si mette seduto sulla consapevolezza presente. Da quel momento in poi, il «me» pensa di essere la totalità dell'universo e ogni cosa che emerge viene apparentemente vista dal «me».

Durante tutta la mia prima vita ho sentito che c'era un'altra possibilità che, una volta realizzata, avrebbe trasformato tutto e tutti. Un giorno quella possibilità divenne realtà, ed era semplice e ordinaria, magnifica e rivoluzionaria. È "il segreto aperto" (The open secret) che si rivela in ogni parte della nostra vita. Ma la realizzazione non emerge attraverso i nostri tentativi di cambiare la nostra vita, arriva come una riscoperta diretta di chi è che vive. The Open Secret' è un'opera singolare e radicale che parla della liberazione fondamentale che è assolutamente al di là dello sforzo, del percorso, del processo o del credo.
La liberazione avviene quando questo individuo semplicemente collassa, non c’è più l’"io", il sè, e il senso d’identità scompare. La liberazione non ha niente a che fare con il tempo, la storia, la ricerca ed è è totalmente inconcepibile che ci sia un guru, un qualcuno ti indichi il percorso per la liberazione,

Occorre liberarsi dall’illusione di essere imprigionati in una separazione. L’individuo vive nelle storie, se non c’è la storia non c’è individuo. Da qualche parte c’è una risonanza, ma questo è totalmente impersonale. C’è la cognizione che è la fine di qualcosa che non è mai esistita. Non c’è un processo da A a B. L’insegnamento di indicare il mezzo per trovare qualcosa è una manifestazione del dualismo, l'insegnamento per Tony  è un messaggio totalmente non dualista, impersonale.
L’individuo non può vedere il fiore come realmente è perché l’individuo vede il fiore come un oggetto separato,  e vive in continua insoddisfazione. Poi, ad un certo punto,  questa energia (individuo) che vede ogni cosa come separata, improvvisamente collassa, c’è ogni cosa e niente nello stesso tempo. 
 
Non c’è un individuo separato libero di scegliere e di volere. L’individuo cresce e pensa di avere una capacità decisionale, il cervello fa una costruzione e assume che è un mondo separato. Tutto quello che c’è, è energia. Per la fisica quantistica ogni cosa è vibrazione. L'insegnamento è basato sulla negazione che tu, per esempio, puoi scegliere di meditare, questo è dualismo. Non c’è possibilità che qualcuno ti indichi la via per arrivare all’illuminazione. 
Quando l’energia individuale collassa, quando il costrutto artificiale collassa, non lascia niente.
Non c’è consapevolezza, coscienza, centro. Non rimane niente, solo quello che apparentemente accade. Bisogna lasciare che la vita si manifesti. E’ giusto quello che accade.
Abbandonarci alla vita suppone che ci sia qualcuno, suppone un processo di A verso B, la NON dualità non è questo. "Something has to happen". Il ricercatore spirituale cerca sempre che qualcosa accada. La liberazione invece non accade.  Non è un lasciarsi andare al flusso della vita. E’ la fine, é la fine di se stessi.
Noi abbiamo l’impressione di essere seduti qui, Ma non c’è niente che accade, e questo NON può essere compreso. La vita dell’individuo è una storia inventata. Quello che sta accadendo è che il cervello sta dicendo muovi il fiore e poi la mia identità dice che è stato lui. The open secret non è dire questo è vero o questo è falso, ma questo è quello che accade. Non c’è né pace, né armonia. Noi abbiamo perso la coscienza e cerchiamo di ritrovarla, anche questo è una storia falsa. Non c’è niente fuori che sta facendo qualcosa. Il mio messaggio non è di aiutare o abilitare le persone a capire.
Non c’è una coscienza da sviluppare, ogni cosa è assolutamente e completamente perfetta. Il tutto non ha bisogno di niente. Non c’è un ruolo dell’umanità. Per avere un ruolo ci deve essere una storia.
Cinquanta anni fa anni fa c’erano ancora autorità religiose e maestri, Quello che sta succedendo oggi è che i patriarchi, le autorità religiose e politiche stanno collassando. Le persone vogliono essere libere e all’autorità sta subentrando l’anarchia.
The open secret non è un messaggio ma è solo pura anarchia e mette in discussione l’ordine esistente. Occorre smantellare il sistema negando qualsiasi autorità. Non c’è tradizione, gerarchia. C’è solo quello che accade.
C’è un'illusione di individualità dove c’è causa ed effetto. Non esiste un messaggero, c’è solo quello che accade. Quello che sto comunicando esce dal nulla. C’è una risonanza che si manifesta, non c’è una agenda.
Nell’individuo c’è una insoddisfazione di fondo, perché quello che prova è di essere separato dal tutto, siamo attratti da chi può darci amore; l’impeto di questa energia e andare verso un’altra energia; essere ricompensati di quello che abbiamo perso che è la completezza, il tutto.
L’individuo è bombardato dai cinque sensi, dal pensiero; cerca di trovare l’amore, potere, ricchezza, donne. Sta cercando di colmare un bisogno che non potrà mai essere colmato, l’amore incondizionato che abbraccia tutto come individuo non potrà mai essere colmato. Amore incondizionato è accettare tutto, accettare Hitler, il terrore, la guerra, ecc.
Totale accettazione senza condizione e senza giudizio. Ogni cosa accade e tu pensi che accade a te; Improvvisamente l’io può sparire e resta solo ciò che sta accadendo e non c’è più nessuno qui.  C'è giusto quello che sta accadendo. Quando non c’è più nessuno, non c’è più il desiderio.
Ti svegli la mattina e pensi cosa farò oggi? Non programmi? No, non programmo, il programmare accade;  Nel sonno profondo, la notte, l’illusione di essere qualcuno è completamente scomparsa. Non c’è nulla. L’io è ricostruito ogni mattina dal cervello, io mi lavo, pulisco i denti, ecc, la storia ricomincia ad andare avanti.
Il messaggio finale è questo: quello che cercate è costantemente con voi, ed è già qui. Non c’è un processo individuale creativo, c’è solo la totalità che apparentemente crea. E’ giusto qualcosa che esce dal nulla.

venerdì 24 febbraio 2023

L’essenza del Qi gong di Ke Yun Lu

 Dal testo di Ke Yun Lu, L’essence du Qi gong, 2004.

Il testo più antico sul Qi gong è stato scritto 4 o 5 mila anni fa. La popolarità del Qi gong designa inevitabilmente il desiderio dell’uomo di ritrovare l’armonia con la natura in un’epoca dove la vita moderna è piena di contraddizioni e di confusione e dove è difficile trovare un equilibrio. Il Qi gong è la forma più semplice ed efficace per rilassarsi, liberarsi dalle tensioni e riaggiustare l’equilibrio corpo e mente e ritrovare la loro armonia originale con l’universo.

La vera essenza del Qi gong, consiste in qualcosa oltre le forme o esercizi di respirazione, è un’attitudine verso la vita e il nostro sistema energetico.

La pratica del Qi gong è nata dalla filosofia naturale originaria della Cina, il Taoismo. In Cina si trovano delle scuole di Qi gong di origine buddhista, taoista, confucianesimo, medico, marziale, e popolare. Per entrare in contatto con le discipline orientali, zen o altro occorre cambiare il modo di pensare!  Occorre sbarazzarsi di tutto il sapere accumulato”. E' famosa la storia del maestro zen che comincia a versare del tè nella tazza del visitatore fino a debordare. Il presupposto ad accogliere questi insegnamenti è la vacuità, ossia una reale umiltà, che non contiene nessun pregiudizio, né preoccupazione di fronte alla novità. Uno stato di completa ricettività spirituale.
Quando siamo completamente rilassati e privi di qualsiasi desiderio, si diventa ricettivi agli insegnamenti e all’ispirazione. Per arrivare a questo occorrono anni di duro lavoro.
Il Tao Te King è l’opera classica del Qi gong taoista ed ha esercitato una grande influenza sulla cultura cinese. Altre opere classiche del Qi gong sono I Ching e il Huangdi Nei jing, il classico della medicina (scritto nel II secolo A.C.).
La saggezza che è chiamata “natura di Buddha” nei testi buddhisti, esiste in ciascuno di noi.
Il wu shu è direttamente associato ai principi del Qi gong, tra le forme varie, le più conosciute sono il tai chi (taiji) e il tai chi della spada. L’essenza del tai chi non risiede nei movimenti, benché abbiano la loro importanza. E’ legata alla coscienza dello spirito (mente) e al chi (qi o energia). Semplificando, le differenze che intercorrono tra il Qi gong e il Tai chi sono le seguenti:  Il Tai chi è un' arte marziale (chuan, pugilato) che basa essenzialmente la sua pratica sul controllo del qi. il Qi gong è una pratica che usa il qi per fini salutistici.

Lo zen parla di illuminazione che proviene da uno stato di pace della mente, e di lasciar andare tutte le preoccupazioni, che includono anche le restrizioni. Se noi abbandoneremo l’attaccamento, le preoccupazione e le restrizioni e i pesi psicologici conosceremo un momento di illuminazione ed entreremo in uno stato superiore dell’essere.
La pratica di Qi gong elementare comincia generalmente con delle forme. Queste forme sono delle sequenze di movimenti che controllano la circolazione del qi, permettendo ai praticanti di aprire i loro meridiani al fine di poter efficacemente rinforzare il corpo. La senza forma è la via ultima della pratica, e si riferisce soprattutto ad uno stato mentale, uno stato dell’essere. Se voi mantenete uno stato della mente naturale, quella che sia la forma che voi praticate è senza forma. Se possiamo ritornare allo stato naturale dell’essere originale e ritenerlo, si dice che si conosce l’illuminazione, che è lo stato autentico del non agire. E’ uno stato di alto livello di realizzazione del Qi gong, che può sembrare semplice ma è molto difficile a ottenere. Nella pratica spirituale, l o scopo del praticante è raggiunge una totale libertà e la liberazione ultima

Che cosa è l’illuminazione per queste discipline? E’ il ritrovare la consapevolezza del nostro essere originale. Che cosa è l’essere originale? E’ la nostra natura di Buddha, Che cosa è la natura di Buddha? E’ il nostro potere divino. Che cosa è il nostro potere divino? E’ l’illuminazione. 

Siamo ritornati al punto di partenza. Il segreto è che tutti i cammini riportano all’origine, ossia al potere divino che c’è in noi. Se noi possiamo farne esperienza, noi comprenderemo facilmente i segreti del Qi gong. Nella pratica del Qi gong, il più importante obiettivo è di arrivare a conoscere e realizzare la nostra natura divina. E’ un potere formidabile con il quale si possono anche realizzare delle guarigioni miracolose. Quando ritorneremo all’origine, entreremo nello stato più elevato della coscienza.
La via dà la nascita all’unità, che cosa è l’unità, che cosa è il qi? E’ l’inizio, quelli che raggiungono l’unità, raggiungono il Tao, la Verità ultima.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel blog ci sono ci...