domenica 7 luglio 2024

Come resistere a un dittatore - Maria Ressa

"Non sappiamo chi siamo finchè non siamo costretti a lottare per esserlo. Come si decide per che cosa lottare?  La risposta è quella di cercare di dare un senso alla nostra vita".

Maria Ressa (nata a Manila, 2 ottobre 1963) è una giornalista filippina naturalizzata statunitense, insignita del premio Nobel per la pace 2021 insieme al giornalista russo Dmitrij Andreevič Muratov "per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è un prerequisito per la democrazia e la pace duratura". L'ultima volta che fu assegnato il premio Nobel per la pace ad un giornalista fu nel 1935, il vincitore Carl von Ossietzky, non potè ritirare il premio perchè prigioniero in un campo di concentramento.   Maria Ressa è una delle più importanti giornaliste del mondo si è sempre battuta per la libertà di stampa e dei diritti umani.

Dopo essere cresciuta e aver studiato negli Stati Uniti, alla fine degli anni Ottanta è tornata nelle Filippine, dove ha lavorato per la CNN. Ha raccontato gli epocali cambiamenti intervenuti nell’area, dalla democratizzazione dei regimi post-coloniali, all’insorgere del terrorismo islamico, all’ascesa di “uomini forti” che, eletti democraticamente, hanno quasi trasformato i loro paesi in dittature, fino all’esplosione dei social con la loro profonda e pericolosa influenza sulla società e la politica. Nel 2012 ha cofondato Rappler, divenuto in breve tempo il sito di notizie più importante delle Filippine, con l’obiettivo di indirizzare l’azione collettiva verso il cambiamento climatico e il buon governo, nel tentativo di contribuire ad aumentare le conoscenze degli elettori e la loro partecipazione alla vita politica. 

L’attività di Maria e dei suoi collaboratori, però, è ben presto diventata un bersaglio per il governo di Rodrigo Roa Duterte (16º Presidente della Repubblica delle Filippine dal giugno 2016 al giugno 2022), di cui avevano denunciato la corruzione, le malversazioni e la violenza. Per questo ha subito dieci mandati d’arresto in meno di due anni e, tuttora, corre il rischio di passare in carcere il resto della sua vita. 

Il libro Come resistere a un dittatore (pubblicato nel 2023) è la storia di come la democrazia muoia ogni giorno, poco alla volta, e di come On-line esista una minaccia silenziosa che sta gradualmente mettendo a repentaglio le nostre libertà e la democrazia. Il sistema di disinformazione e censura, il potere dei social media e dei giganti del web sta caratterizzando il mondo nell’ultimo quinquennio e influenzando la nostra percezione della realtà e i nostri voti. Un’opera urgente e necessaria per ricordarci di tenere la guardia sempre alta e gli occhi aperti, prima che sia troppo tardi.

Nel 2017 nelle Filippine il 97% degli abitanti erano collegati a Facebook, per questo  le Filippine sono considerate il banco di prova dei terribili effetti che i social media hanno sulle istituzioni e la cultura di un Paese e sulle menti della popolazione.  Oggi sono visibili gli effetti devastanti dell'assenza di uno stato di diritto nel mondo virtuale. Le fabbriche di account e l'impunità on line hanno contribuito all'aumento del  potere divino della tecnologia di infettare ognuno di noi con il virus della menzogna, di fomentare paure, divisioni, odio e accellerare l'ascesa di autocrati e dittatori in ogni parte del mondo mettendo in pericolo la vera democrazia. Dal 2018 molti studi hanno testimoniato "la morte lenta della democrazia"  e soprattutto che le menzogne e le bugie collegate alla rabbia e all'odio si diffondo rapidamente, mentre i fatti vengono totalmente ignorati. Le piattaforme tecnologiche hanno dato al potere geopolitico uno strumento in grado di manipolarci a livello individuale. La tattica adottata è quella di soffocare l'informazione e sostituirla con le bugie. creando account falsi, schierando eserciti di bot e sfruttando i punti deboli dei social per ingannare le persone. Queste reti di disinformazione agiscono oggi a livello globale. Nel giugno 2022, nelle Filippine, Ferdinando Marcos Jr. è stato eletto Presidente, grazie all'attività in rete e la campagna di disinformazione portata avanti dai suoi sostenitori.

Oggi, in modo particolare, abbiamo bisogno di nuove istituzioni mondiali indipendenti e di controllo che ristabiliscano i valori fondanti della democrazia, e diano forma ad un mondo più compassionevole, più equo e più sostenibile. Un mondo al riparo da fascisti e tiranni.  

Frasi prese dal libro.

  • La domanda finale da porsi è: "Che cosa siete disposti a sacrificare in nome della verità?".
  • Chi tace è complice,  Basta una sola persona a reagire, perchè ai bulli non piace essere sfidati in pubblico.
  • Nessuno può realizzare da solo qualcosa di significativo.
  • Per avere una visione chiara del mondo bisogna porsi le domande più difficili.
  • Cory Aquino e Marcos si affrontarono alle elezioni presidenziali, il bene contro il male, Marcos si dichiarò vincitore ma ci fu una protesta popolare chiamata People Power che poi influenzò molti altri Stati. Questo è stato uno dei momenti più eroici e democratici della storia delle Filippine. 
  • Se qualcuno ci viene a dire che non possiamo mandare in onda un servizio o pretende di visionarlo prima, per noi questo equivale a mettere il bavaglio alla libertà di stampa.
  • I potenti cercano sempre di controllare la narrazione.
  • Occorre mettere il potere di fronte alle sue responsabilità, anche quando rischi di rovinarti la carriera. Resistere, è questo il dovere di un giornalista.
  • Fare l'inviata, tra i 20 e i 40 anni, mi ha dato un'incredibile spinta andrenalinica alla mia ricerca di senso ed è stata, scadenza dopo scadenza, una scuola sul mondo. E' stato un privilegio poter testimoniare alcuni dei momenti più significativi nella vita di molte persone.
  • Il giornalista oggettivo non esiste, chiunque dica il contrario mente.
  • Oggi le testate giornalistiche sono state sostituite dalle aziende tecnologiche e hanno abdicato al ruolo di guardiani a protezione dei fatti, della verità e della fiducia. E ora con le aziende tecnologiche le informazioni che riceviamo sono direttamente determinate dalla sete di profitto delle aziende.
  • L'estremismo e la radicalizzazione si diffondono sulle reti sociali come un virus. Dalla teoria delle reti sociali presi la regola dei tre gradi di influenza, formulata per la prima volta nel 2007 da Nicholas Christakis e James Fowler.  Il loro lavoro dimostra che tutto quello che diciamo o facciamo si riverbera nella nostra rete sociale e determina un impatto sui nostri amici (primo grado), gli amici dei nostri amici (due gradi) e persino gli amici degli amici dei nostri amici (tre gradi).
  • Le reti di disinformazione online diffuse attraverso Facebook si rigenerano dopo anni di smantellamenti. "La minacia diventa più fluida e meno facile da tracciare".
  • In ogni parte del mondo le notizie cambiano il pubblico tanto quanto quest'ultimo cambia le notizie. 
  • Il 97% dei filippini che usano Internet sono su Facebook.  Zuckerberg mi rispose guardandomi negli occhi "Un momento,  il restante 3% che cosa fa?".
  • Grazie alla struttura degli algoritmi, e della distribuzione di Facebook, dei blogger praticamente sconosciuti avevano preso il sopravvento sui media tradizionalisti e i giornalisti. Le piattaforme tecnologiche avevano sostanzialmente capovolto le regole e favorivano le bugie a discapito dei fatti. I social media diventano armi per attaccare gli oppositori e le persone scomode.
  • Una conferenza alle Nazioni Unite aveva il titolo "Attaccarne uno significa attaccarli tutti". Secondo uno studio dei big data, il 60% degli attacchi serviva a demolire l'affidabilità del giornalista,il restante 40% consisteva in aggressioni molto personali e violente. Lo studio "Patriotic Trolling: The rise of state-sponsored online hate mobs". forniva un ampio inquadramento del fenomeno dei troll di stato: "l'uso di campagne di intimidazione e molestie online finanziate dallo Stato miravano a ridurre al silenzio singoli individui. Quel rapporto, più di ogni altro strumento dell'epoca, coglieva la reale dimensione della disinformazione globale.   Google decise di insabbiare il rapporto.  Nelle Filippine ci sono stati due episodi significativi di attacchi a personalità sgradite al potere, alla senatrice Leila de Lima, e alla Presidente della Corte suprema, Maria Lourdes Sereno.
  • Durante lo scandalo di Cambridge Analytica, Carole Cadwalladr, giornalista dell'Observer nominata al premio Pulitzer, ha dimostrato che Cambridge Analytica raccoglieva illecitamente i dati di milioni di account Facebook. per meglio individuare il target della campagna di Donald Trump.  Grazie a queste ricerche il Congresso americano chiamò Zuckerberg a testimoniare e comminò a Facebook una multa di cinque miliardi di dollari.  In quel periodo i vecchi poteri come governi e testate giornalistiche ancora non avevano idea di quanto i nuovi poteri - le piattaforme tecnologiche - avessero eroso le strutture che un tempo mantenevano, almeno in parte, l'ordine e la stabilità in tutto il mondo. Le big tech erodono la nostra democrazia con la loro brama di soldi e di potere.
  • Stanno usando la libertà di espressione per soffocare la libertà di espressione, che possiamo chiamare Infodemia.   Siamo assistendo alla morte lenta della nostra democrazia.  In un Paese che scivola verso l'autocrazia, le persone non perdono tutta in un volta la capacità di agire; devono scegliere ogni giorno se obbedire o meno alle richieste dell'autocrate.
  • Nel 2003 Shirin Ebadi è stata la prima donna mussulmana e la prima iraniana a ricevere un Nobel per la pace, per la sua lotta a favore della democrazia e dei diritti umani.
  • Le proteste dei Gilet Jaunes  in Francia contro il presidente Macron avevano un carattere inedito: la loro organizzazione era stata decentralizzata: erano nate sui social media, soprattutto su Facebook, la disinformazione soffiava sul fuoco di rivendicazioni legittime, ma amplificate al punto da istigare la violenza.
  • Nelle Filippine si sperimentava  l'impatto dei social media e il modo in cui possono essere usati per fomentare l'odio e ditruggere la credibilità dei giornalisti di tutto il mondo.  Se potevano fare una cosa del genere a una giornalista che aveva un po' di potere e di visibilità, cosa avrebbero potuto fare a cittadini vulnerabili che giacevano letteralmente nell'oscurità.
  • You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one. I hope someday you'll join us, and the world will be as one.
  • Lo stato di diritto può essere un'illusione e svanire in un istante. La brutta china si prende quando coloro che hanno il compito di mantenere saldo lo stato di diritto cominciano a farne quello che gli pare. Non resta più nulla.
  • Si può sempre sgeliere di essere quello che si è. Di vivere secondo i valori che ci caratterizzano. 
  • Muoriamo tutti un pochino ogni giorno. Ogni giorno vissuto è un giorno in più che non si ripeterà mai. Tutto quello che chiediamo è che i giorni che ci restano da vivere abbiano un significato.
  • Invecchiando ho capito che la veglia non si fa per il morto, ma per quelli che restano. promettimi che farete una festa.
  • Finchè il mio cuore - la camera che ospita la coscienza e le convinzioni, l'amore e i sogni, la memoria e il rispetto di me stesso - rimane intatto, io combatterò. 
  • Carole Cadwalladr, giornalista dell'Observer,  ha creato un Consiglio di sorveglianza di Facebook, composto da esperti come Shashana Zuboff, l'accademica che ha coniato l'espressione "capitalismo della sorveglianza", che chiedevano a Facebook di cambiare le prassi che stavano distruggendo il nostro mondo. Il problema non era il contenuto dei messaggi, ma il modello di distribuzione creato da Facebook.   Questo gruppo chiese a Facebook un intervento articolato per impedire che i social venissero usati come un'arma per indebolire il voto e, con esso, la democrazia americana. Soprattutto tre richieste: applicare le regole e rimuovere i post che istigavano alla violenza; rimuovere la pubblicità che cercava di delegittimare il risultato delle elezioni, prendere provvedimenti per prevenire la disinformazione e la misinformazione sui risultati stessi.
  • Quando è scoppiato lo scandalo di cambridge Analytica il maggior numero di account compromessi era negli Stati Uniti, e al secondo posto c'erano le Filippine. 
  • Il colonialismo non è mai morto, si è solo spostato in rete. Chi voleva testare un prodotto digitale da lanciare in Occidente lo provava prima nelle Filippine. Nelle Filippine si raccolgono tantissimi dati, sono il secondo Paese controllato, dopo gli Stati Uniti.
  • Nessuno, al di fuori di Facebook, dispone di dati per farsi un'idea complessiva della situazione sul web, delle opinioni, ecc...  Gli algoritmi sono stati creati da persone, ma è Facebook a decidere se offrire a un determinato utente più fatti o più odio.  Facebook ha a disposizione un algoritmo che potrebbe influire notevolmente sulla qualità dell'informazione. L'indicatore è quello che viene definito "qualità dell'ecosistema delle notizie", e si potrebbero aumentare i suggerimenti di siti di notizie quali la CNN, il New York Time, ecc, a discapito di siti di parte.
  • Nel 2020, in periodo di pandemia,  abbiamo sperimentato l'influenza esercitata da Facebook sulle nostre democrazie. Esiste un database Starktank a disposizione di istituzione accademiche e ricercatori che permette di capire come le operazioni di informazione possono trasformare una democrazia solida in un governo autoritario.
  • Youtube ha superato Facebook nella classifica delle piattaforme usate nelle Filippine.
  • Il primo passo nel processo di fact-checking consisteva nell'individuare le bugie. Le bugie migliori sono mezze verità in grado di sostenere una metà narrazione, il secondo passo era quello di utilizzare i computer per processare una grande quantità di dati ed estrarne i messaggi ripetuti dalle reti di disinformazione.  Poi occorre identificare i siti web o entità digitali associate a quelle reti. 
  • Dando priorità alle fonti ufficiali, Facebook ha reso più efficaci e più difficili da contrastare gli attacchi ai giornalisti da parte di entità statali.
  • Qualcuno ha proposto che gli attivisti che si battono per i Diritti Umani dovrebbero usare le stesse tattiche e creare account falsi. A questa proposta si dovrebbe risponde in questo modo: "Per combattere un mostro non si deve diventare mostri". Occorrerebbe costruire delle comunità di azione e creare un approccio alla società nel suo complesso combinando la tecnologia, i dati e la partecipazione pubblica.
  • Nelson Mandela ha detto: " Esseri liberi non significa soltanto spezzare le proprie catene ma vivere rispettando e valorizzando la libertà altrui".
  • La libertà di stampa è alla base di ogni singolo diritto dei cittadini, se non si può mettere il potere di fronte alle sue responsabilità, i giornalisti non possono fare nulla. Se i giornalisti non possono fare il loro lavoro, i cittadini perderanno i loro diritti.
  • La ricerca della giustizia è il motivo per cui si diventa giornalista. 
  • Secondo Shoshana Zuboff ogni altro problema è una distrazione e una conseguenza del peccato originale dell'"estrazione primaria".  Queste parole sono usate per descrivere il modo in cui le aziende tecnologiche si sono impossessate, mediante l'apprendimento automatico e l'intelligenza artificiale, delle nostre azioni e delle nostre vite private e, raccogliendo e organizzando i nostri dati personali, hanno creato modelli di ciascuno di noi e poi hanno dichiarato pubblicamente di essere i legittimi proprietari di questa materia prima, che usano per creare algoritmi attraverso i quali ci manipolano subdolamente per profitto. Non ci danno niente in cambio e non devono chiederci il permesso. L'estrazione primaria è una pratica moralmente riprovevole. 
  • Shoshana ha collegato profitto e tecnologia e gli ha dato un nome: "Il capitalismo della sorveglianza" che consiste nell'accumulare denaro e potere e stimolare tutti ad agire. Siamo alla terza fase di questo processo.
  • Ridurre il giornalismo al numero di visualizzazioni di una pagina significa mercificare il lavoro del giornalista. 
  • Le aziende tecnologiche non si accontenteranno di distruggere la democrazia, se non saremo in grado di controllarle riusciranno a distruggere ben di più.
  • Le reti di propaganda sono molto efficaci nel riscrivere la storia: una bugia si diffonde molto di più della successiva correzione, e quando la bugia viene smascherata, chi ci ha creduto spesso si rifiuta di cambiare opinione; questo effetto dei social è stato registrato in varie parti del mondo. 
  • I pilastri per costruire il futuro dovrebbero essere: tecnologia, giornalismo e comunità e collaborare, collaborare a tutti i livelli, anche a livello globale per difendere i giornalisti. I Paesi che sposano i valori democratici devono trovare nuovi paradigmi, perchè le nazioni illiberali stanno usando il loro potere collettivo per indebolire istituzioni internazionali come le Nazioni Unite e l'UNESCO.  Dagli ultimi eventi mondiali, vedi le azioni di Israele, si deduce che anche i Paesi cosiddetti democratici non difendono più il diritto internazionale. Le sanzioni perdono efficacia se non c'è un atteggiamento coerente per farle rispettare. 
  • Il Fact-checking che è il cuore del giornalismo è oggi quasi del tutto scomparso.
  • La lotta dell'uomo contro il potere, è la lotta della memoria contro l'oblio - Milan Kundera.
  • Abbiamo eletto populisti incompetenti che hanno alimentato le nostre paure, dividendoci e mettendoci gli uni contro gli altri, diffondendo rabbia e odio e nutrendosene. L'obiettivo di questi leader non è il buon governo ma il potere; hanno ignorato i problemi esistenziali che necessitavano di una risposta globale. 
  • La tecnologia non ha fatto tutto da sola; è stata l'acciarino che ha dato fuoco all'esca preparata da decenni di progresso liberale che ha invaso la nostra vita (il liberalismo è diventato il nostro feticcio).
  • Oggi una classe emergente di leader populisti di destra usa i social per mettere in dubbio e fare a pezzi la realtà istigando rabbia e paranoia sulla base di bugie esponenziali; e così si normalizza una situazione che porterà l'indignazione politica ad incontrare il terrorismo, l'avanguardia della violenza collettiva.
  • Ciò che merita la nostra attenzione è ciò dà senso alle nostre vite.  La politica oggi è diventata divisiva. 
  • La nostra generazione ha fallito e stiamo lasciando in eredità ai giovani un mondo rotto, questo significa che i giovani dovranno essere più forti e più in gamba di noi.  I giovani dovrebbero pensare con la loro testa, essere scettici nei confronti dei social media, calarsi nei panni degli altri, mettere da parte i telefonini, perchè quello che importa sono le persone a cui vogliamo bene.
  • Quello che si ricorda sono le persone di cui abbiamo toccato le vite e quelle le cui vite hanno cambiato la nostra.
  • In conclusione, come resistere a un dittatore?  Restando fedeli a valori come onestà, vulnerabilità, empatia, controllo delle emozioni, accettazione delle paure, fiducia nel bene. Non si può fare tutto da soli. bisogna creare una comunità, una squadra e poi unire i puntini luminosi e tessere una rete tutti insieme.
  • I governi democratici dovrebbero valutare l'impatto delle aziende tecnologiche sui diritti umani, proteggere il diritto alla privacy dei cittadini, mettere al bando la profilazione selvaggia a fini pubblicitari e che è incompatibile con i diritti umani. Applicare il regolamento per la tutela dei dati personali (GDPR); offrire garanzie democratiche allo spazio digitale, proteggere la libertà dei media bloccando la disinformazioe a monte. 
  • "Come lo stato di diritto è crollato dall'interno;  Chi tace è complice"

Libro consigliato:  Maddeleine Albright, Fascismo, un avvertimento, dedicato all'ascesa dell'autoritarismo in tutto il mondo.

Dal film Lasciali parlare

 Dal film  Lasciali parlare.   Lasciali parlare (Let Them All Talk) è un film del 2020 diretto da Steven Soderbergh. Lasciali parlare. Lucas Hedges, Meryl Streep, Dianne Wiest e Candice Bergen, Gemma Chan    

Trama del film: Alice Hughes è una scrittrice americana di successo che dovrebbe recarsi in Inghilterra per ricevere un premio letterario. Decide di fare la traversata a bordo di una nave di lusso, in compagnia dei suoi parenti.     Frasi:     

Provarci è tutto,
se non rischi...
Penso che l'attrazione sia la forza vitale dell'universo,
se hai attrazione per una persona,
e viene dal cuore
la guardi ...
e senti di poter vedere la sua anima,
non c'è possibilità che ci sia qualcosa di male,
voler far parte di questo...
e noi dovremmo farne tesoro
è una fortuna provare questo sentimento,
è la più piena espressione di ciò che vuol dire
essere vivi.

Penso che la voglia di comunicare con una persona sia la forza vitale dell'universo,
non c'è possibilità che ci sia qualcosa di male,
è una fortuna ed è la più piena espressione di ciò che vuol dire
essere vivi.    

La lumière du monde - Christian Bobin

Christian Bobin (1951 - 2022) è stato uno scrittore e poeta francese, vincitore del premio Prix des Deux Magots nel 1993 e del premio Prix de l’Académie Française nel 2016.   

Dal libro di Christian Bobin, « La lumière du monde » Paroles réveillées et recueillies par Lydie Dattas.

 "Il y a plus de texte écrit sur un visage que dans un volume de la Pléiade et quand je regarde un visage, j'essaie de tout  lire, même les notes en bas de page. Je pénètre dans les visages, comme on s'enfonce dans un brouillard, jusqu'à ce que le paysage s'éclaire dans ses moindres détails. Lire ainsi l'autre, c'est favoriser sa respiration, c'est-à-dire le faire exister. Peut-être que les fous sont des gens que personne n'a jamais lus , rendus furieux de contenir des phrases qu'aucun regard n'a jamais parcouru. Ils sont comme des livres fermés."

«La rencontre est le but et le sens d'une vie humaine. Elle permet qu'on ne la traverse pas en somnambule. Quand mes yeux se fermeront, ils le feront sur une immense bibliothèque constituée par des visages qui m'auront ému, troublé, éclairé.  Un visage est éclairant quand un être est bienveillant et qu'il est tourné vers autre chose que lui-même. Le soin qu'il prend de l'autre, l'illumine, le rend vivant. Il capte une lumière et la renvoie. C'est quelque chose de rare. La richesse de cette vie est faite surtout de visages et de quelques paroles".

Rencontrer l’autre…  «  Il est extrêmement rare de rencontrer quelqu’un, qu’on voie beaucoup de monde ou qu’on soit ce qu’on appelle un solitaire. La plupart des gens rendent très difficile de les rencontrer parce qu’ils ne sont pas vraiment dans leur parole ou parce qu’ils sont sans âme.   Je fais toujours à l’autre le crédit de la nouveauté incroyable de son existence, mais ce crédit va s’user si l’autre a gâché cette merveille-là pour devenir comme tout le monde.

 Comment parler avec personne ? C’est impossible.  Parfois, le désir de partager est si fort que je vais quand même tenter ma chance, mais c’est souvent en vain : les opinions ne m’intéressent pas. Ce qui me touche, c’est quand l’autre a mis tout le poids de sa vie dans la balance des mots et que sa pensée s’appuie sur ça…   Quand je suis né, on m’a proposé le menu du monde et il n’y a rien de comestible. Mais quand l’autre est vraiment avec moi : je bois une gorgée d’air, je mange une cuillère de lumière. »    

I cinque principi base dello yoga

 I cinque principi base dello yoga secondo Vishnudevananda  (discepolo di Sivananda Saraswati e fondatore dei centri e degli ashram internazionali Sivananda Yoga)  sono:

Giusto Esercizio (Asana). Gli esercizi fisici appropriati, in sanscrito asana, hanno effetti positivi su tutte le parti del corpo. Come l’olio in un motore, le asana aumentano la flessibilità di articolazioni, muscoli, tendini e legamenti, e migliorano la circolazione. Gli esercizi yoga ringiovaniscono tutto l’organismo e pertanto non hanno eguali in altri sistemi di esercizi fisici. Se praticate lentamente e con consapevolezza, le asana danno un senso di benessere fisico e, allo stesso tempo, esercitano la mente alla concentrazione e alla meditazione.  Gli esercizi yoga si concentrano principalmente sulla salute della spina dorsale che è la base del sistema nervoso centrale, il sistema di comunicazione del corpo. La spina dorsale è il prolungamento diretto del cervello, pertanto una colonna vertebrale sana e dritta è fondamentale per la salute di tutto il corpo. Mantenere la spina dorsale forte e flessibile con l’esercizio fisico appropriato stimola la circolazione sanguigna, assicura un adeguato apporto di ossigeno e di sostanze nutritive ai nervi e aiuta a mantenere il peso forma.   Le asana stimolano nel corpo i punti di pressione dell’agopuntura. Quando questi punti vengono attivati aumenta il flusso di prana (energia vitale). Le asana inoltre massaggiano gli organi interni migliorandone il funzionamento e, se praticate insieme agli esercizi yogici di respirazione profonda, rilassamento e concentrazione, possono aiutare a sviluppare il controllo della mente. La mente, che per sua natura è irrequieta e sempre attratta dalle esperienze sensoriali, viene diretta verso l’interno, ritirata dagli oggetti dei sensi e gradualmente portata sotto controllo.

 Giusta Respirazione (Pranayama).   La respirazione appropriata collega il corpo alla sua batteria, il plesso solare, dove sono immagazzinate enormi riserve di energia. Le tecniche di respirazione del pranayama smuovono questa energia e rivitalizzano il corpo e la mente. Regolando consapevolmente il nostro respiro, riusciamo ad accumulare più prana (energia vitale) e ad attingere a queste riserve di energia nella nostra vita quotidiana.  La maggior parte delle persone quando respira usa solo una piccola parte della propria capacità polmonare. Respirano nella parte alta del torace con le spalle curve, causando una carenza di ossigeno e creando tensione nella parte alta della schiena e al collo.   La respirazione addominale profonda e consapevole è un modo efficace per far fronte allo stress e alla depressione. Una persona con tanto prana irradia forza e vitalità.   Controllando l’energia vitale( prana) riusciamo a controllare la mente. Molte malattie possono essere prevenute semplicemente regolando il prana: questo è il segreto della guarigione. L’agopuntura, lo shiatsu, la guarigione mentale, la pranoterapia ecc., sono tutti esempi di controllo consapevole o inconsapevole di un prana molto sviluppato.

Giusto Rilassamento (Savasana). Il rilassamento appropriato è un eccellente sistema di raffreddamento, simile a quello di una macchina, ed è il modo più naturale per ridare energia al corpo. Il rilassamento è così importante perché il corpo e la mente non funzionano bene se continuamente sotto stress. Per controllare ed equilibrare il corpo e la mente, è necessario usare in modo efficiente la propria energia fisica; questo è il motivo principale per cui è necessario imparare a rilassarsi.  Al giorno d’oggi, molte persone hanno difficoltà a rilassarsi o a conservare la propria energia quando lavorano. Se i muscoli sono sempre pronti a scattare, sprechiamo molta più energia di quella necessaria ai muscoli per svolgere solo ciò che sono impegnati a fare in un determinato momento. Le tensioni fisiche e mentali inutili consumano moltissime risorse sprecando così grandi quantità di energia vitale perfino in momenti di riposo. Siete mai tornati esausti da una vacanza? Può succedere, nonostante che ogni giorno il nostro corpo produca sufficiente energia anche per il giorno successivo. Il problema è che le emozioni negative, quali la rabbia o l’irritabilità, possono esaurire queste riserve di energia in pochi minuti.  La pratica dello yoga rifornisce queste riserve di energia del corpo. E’ per questo che dopo una lezione di yoga non ci si sente mai stanchi ma ricaricati con un’energia positiva. Al termine di una lezione di yoga c’è il ‘rilassamento profondo’. In questo stato si utilizza solo una quantità minima di energia vitale (prana), quanto basta per mantenere attivo il metabolismo. Il rilassamento profondo ha 3 livelli: fisico, mentale e spirituale. E’ possibile raggiungere un rilassamento completo e perfetto solo se tutti e 3 i livelli sono coinvolti. Pertanto solo pochi minuti di rilassamento yogico possono ricaricarci in modo più efficace di molte ore di sonno agitato, dandoci una maggiore pace interiore.

Giusta Alimentazione (Vegetariana).  “Mangiare per vivere, non vivere per mangiare” – questo è l’approccio degli yogi all’alimentazione. Chi pratica yoga sceglie i cibi che hanno maggiori effetti positivi sul corpo e sulla mente e minori effetti negativi sull’ambiente e sugli altri esseri viventi. In quanto vegetariano, il praticante yoga mangia i prodotti primari nella catena alimentare: le piante. Esse ricevono il loro nutrimento direttamente dal sole, fonte di energia per tutte le forme di vita sul nostro pianeta.  La dieta yogica è lattiero-vegetariana e consiste principalmente di cereali, legumi, frutta e verdure, noci, semi e latticini. Un’alimentazione vegetariana è sana, facile da digerire e fornisce al corpo il massimo degli elementi nutritivi e dell’energia. In genere si dovrebbero scegliere cibi il più freschi e naturali possibile (senza conservanti o aromi artificiali), idealmente prodotti organici non modificati geneticamente. La preparazione attenta dei cibi è essenziale per mantenere al massimo le sostanze nutritive. Il conservare i cibi troppo a lungo, la raffinazione o un’eccessiva cottura distruggono molte delle componenti vitali dei nostri alimenti.  Letteralmente, siamo quello che mangiamo. La maggior parte delle persone non si rende conto che le componenti del cibo vanno a formare la sostanza della mente, influenzandola quindi in modo molto sottile. E’ così che i cibi impuri, quali la carne, non solo irrigidiscono le articolazioni, ma  lasciano dietro di sé anche un senso di pesantezza e di pigrizia; essi creano un terreno fertile per l’insorgere di malattie croniche o della depressione. La dieta yogica consiste di cibi puri e aiuta a tenere in forma il corpo e la mente.

 Pensiero Positivo e Meditazione (Vedanta e Dhyana). Il pensiero positivo e la meditazione sono le chiavi per la pace della mente. La meditazione è il metodo usato per calmare e focalizzare la mente. Una pratica regolare favorisce sia uno stato d’animo sereno sia il benessere fisico e spirituale. Tuttavia, per poter meditare è necessario prima focalizzare la mente con alcune tecniche di concentrazione e con il pensiero positivo. Una mente piena di pensieri negativi e di emozioni si calma difficilmente.

L’unione con l’Essere Supremo.
Controllando i movimenti della mente, siamo in grado di eliminare gli schemi negativi di pensiero e raggiungere lo stato meditativo trascendentale (samadhi). Il samadhi è l’unione beata con il Sé Supremo e porta all’esperienza diretta e intuitiva dell’Infinito. E’ un’esperienza spirituale molto profonda che non può essere descritta a parole né afferrata dalla mente. Nel samadhi i sensi, la mente e l’intelletto cessano di funzionare. La consapevolezza si espande e trascende tempo, spazio e causalità. Ci si rende conto che la presenza divina pervade tutti gli esseri viventi. Si fa esperienza di una pace e di una gioia profonda e ci si sente tutt’uno con l’universo.

Mantra yoga

 Nel percorso spirituale, c'è un'antica pratica che continua ad attirare l'attenzione per i suoi effetti benefici sulla mente e sul corpo: la recitazione dei mantra. Questa tradizione millenaria ha superato i confini culturali e religiosi per raggiungere un pubblico sempre più vasto. Un mantra è uno strumento della mente: un suono o una vibrazione potente che si può usare per entrare in uno stato profondo di meditazione o di consapevolezza. Il mantra può essere pronunciato, cantato o sussurrato. Oppure lo si può pensare nella mente senza verbalizzarlo.  Il mantra ha il vantaggio di occupare la mente con qualcosa di diverso dai problemi quotidiani. Recitando un mantra e sentendolo profondamente, la mente non ha quasi più spazio per pensare.

Kirtan e Bhajana sono pratiche spirituali che fanno parte di un sistema chiamato Mantra Yoga. Letteralmente i due termini significano "ripetizione continua di un mantra".  Questo sistema yoga contenuto nei Tantra Shastra, antica scrittura indiana, utilizza le vibrazioni sonore per permettere all'essere umano di poter espandere ed infine liberare la propria coscienza latente. Il Mantra yoga non è limitato alla cultura indiana poichè si trova in tutte le grandi culture spirituali del mondo.

Il mantra, esistente nell'etere, venne direttamente percepito dagli antichi rishi, o veggenti, che diedero al suono, una trasposizione verbale, traducendolo in parole, ritmi, melodie.  La radice "Man" nella parola "Mantra" significa in lingua sanskrita "pensare", mentre "Tra" deriva da "Trai", che vuol dire "proteggere" o "liberare" (dal vincolo del sansara, o mondo fenomenico, ciò che appare ai nostri sensi fisici). Perciò mantra vuol dire "pensiero che libera e protegge".  I mantra sono stati tramandati in un linguaggio costituito da sillabe (alfabeto "devanagri", che in sanskrito significa "Città degli Dei").

Questo linguaggio consiste di una serie di lettere chiamate Akshara, che significa "senza fine" e la combinazione di queste singole lettere o vibrazioni sonore forma ciò che conosciamo come mantra. Ogni akshara ha una sua particolare frequenza o vibrazione associata, che influenza l'individuo nei differenti livelli di coscienza. Perciò le combinazioni di akshara in differenti mantra aiutano a risvegliare un particolare tipo di consapevolezza nell'individuo, secondo la struttura del mantra. Pertanto essi non devono in alcun modo il loro potere al significato. Non bisogna pensare infatti che i mantra promuovono il pensiero concettuale, che è dualistico, anzi in quanto manifestazione del suono, essi riproducono l'essenza stessa di ciò che viene nominato (per esempio, la parola "shanti", che in sanskrito significa "pace", è essa stessa una vibrazione di pace), e operano su di noi grazie alla loro identità con determinati elementi della nostra coscienza.

I mantra hanno dunque il potere di far trascendere la dualità, il livello mentale, e di portarci ad uno stato di unione ("yug", da cui yoga) mistica con l'universo, il cosmo, l'assoluto, chiamata "nirvana" dai buddhsiti, "tao" dai taoisti, "samadhi" dagli yogi dell'India, "comunione cristica" dai mistici cristiani.

Il canto o la recitazione del mantra attiva la forza creativa spirituale, producendo armonia in tutti i livelli dell'essere umano. Può quindi essere usato per riportare equilibrio sui livelli sottili, e manifestarsi come cura anche sul livello fisico più denso. 

La musica è sempre stato un mezzo molto potente per il risveglio della cosicenza spirituale, per non parlare del suo valore per liberare le tensioni emozionali ed indurre uno stato di tranquillità e di rilassamento. Così con la comninazione del mantra e della musica abbiamo una pratica conosciuta come Kirtan.   Sul sentiero della meditazione il kirtan è uno dei mezzi attraverso cui la bhakti, l'amore trascendentale viene risvegliato. La musica è un'arte, un'espressione comune a tutte le culture ed un mezzo attraverso cui, nella vita, viene espressa quell'esperienza che trascende le parole e le azioni. La musica ha la qualità della trascendenza. Ha un potere così grande,  che l'intelletto e la mente razionale sono disattivati e ci porta nel regno dell'interiorità dello spirito.  

I mantra sono lasciati nella loro forma originale perchè qualunque tentativo di tradurne il significato sarebbe puramente intellettuale. Tramite la pratica del kirtan e del bhajana e non attraverso la conoscenza intellettuale, vengono poco alla volta rivelati gli aspetti più profondi del mantra. 

Il mantra OM.  Secondo la scienza del mantra vi sono quattro tipi di onde sonore: onde statiche, onde riverberanti, onde oscillanti e onde trascendentali. Il mantra Om produce tutte queste quattro onde; OM è la combinazione di tre suoni "A" "U" "M".    "A" crea le onde statiche, "U" le onde riverberanti, "M" le onde oscillanti.  La quarta onda, essendo trascendentale e oltre i sensi dell'udito e della parola, viene creata meditanto su OM al centro del cuore.   Quando si trascende il mondo sensoriale esteriore, si diventa consapevoli di onde aventi alta frequenza che non hanno nessuna interruzione.  Le onde ordinarie hanno un'interruzione. Quando si pratica il mantra "OM", esso iniza e poi termina. La fine e l'inizio sono i punti di arresto delle onde sonore. Ma quando trascendete la mente, allora si arriva ad un'alta frequenza sonora che non ha mai interruzione. 

Le prime tre onde sonore appartengono alle tre dimensioni della coscienza umana e sono interconnesse. "A" rappresneta lo stato di veglia o coscienza sensoriale, "U" rappresenta il sogno o il subconscio e "M" rappresenta la dimensione illimitata della coscienza che è oltre la mente e i sensi. Quindi possiamo dire che "OM" ha quattro basi: il mondo sensoriale, il mondo mentale, il mondo materiale e lo stato ultimo.  

Secondo i Veda, OM è il primo e l'ultimo mantra. Esso non ha nome e forma ed è considerato essere la forza creatrice della mente universale. Il concetto di mente universale è molto difficile per noi da comprendere. Nelle scritture viene chiamata Hyranyagarbha, ed è simboleggiata da un uovo. Nel centro di questo uovo vi è un punto ultimo dal quale il suono scaturisce. 

"Nada" letteralmente significa suono, ma in questo caso si riferisce al punto ultimo di risonanza. Questo punto è un punto trascendentale dove "OM" si trova in forma immanifesta. Non vi è vibrazione, non vi è ritmo, non vi sono onde; tutto sembra essere completamente silenzioso e potenziale. Può essere immaginato come totale inattività. Ai poli opposti di questo uovo universale vi sono le forze conosciute come spazio e tempo. Lo spazio è la forza di energia positiva e il tempo è la forza di energia negativa. Quando producete il mantra OM con la bocca o lo recitate nel regno della vostra mente, queste due forze psichiche raggiungono uno stato di polarità, cercano di proiettarsi entrambe verso il centro del nucleo. Quando avviene l'unione, vi è un'esplosione di forza dalla quale risulta l'intera creazione universale. Quindi il mantra OM rappresenta la forza creatrice, il centro in cui il tempo e lo spazio si uniscono e dove l'infinito è spaccato in una moltitudine di infiniti.  

Il mantra OM viene scritto in un modo particolare. Consiste in quattro curve, sopra le quali vi è una luna crescente con un bindu o punto. Bindhu è il centro o il punto focale di OM.  Ogni curva  rappresenta l'infinito nei suoi differenti aspetti di tempo, spazio, oggetto e trascendenza. Quindi Om ha entro se stesso l'altra forza conosciuta come prakriti o natura, oltre la forza spirituale. Gli yogi meditano su questo simbolo di OM in modo da sviluppare le forze mentali e spirituali. Vi sono due manifestazioni di questa energia: una è appagamento che appartiene al piano materiale, l'altra è trascendenza, appartenente al piano spirituale. Om è un mantra molto potente per gli scopi dell'appagamento e della trascendenza.

Il simbolo dello yoga

Sadio Mané, campione di solidarietà in Africa

Sadio Mané, attaccante senegalese in forza all’Al-Nassr, è da sempre un vero esempio di beneficenza nei confronti dei meno fortunati. Ha spesso redistribuito le proprie ricchezze in favore dei connazionali che vivono in condizioni economiche difficili ed è un vero campione di solidarietà.



Nato a Bambali, in Senegal, Mané è cresciuto in condizioni di estrema povertà. Perde il padre quando aveva appena 7 anni e riesce a trovare una via d’uscita nel calcio per poter aiutare la madre ed è stato ingaggiato dal Metz in Francia. In Senegal, come nella maggior parte dell’Africa occidentale le persone sopravvivono con enormi difficoltà. Il salario medio è di 150 dollari al mese e molti non hanno nemmeno questa cifra a causa della forte disoccupazione. Molti lavorano in agricoltura. 
Mané allora ha deciso di “investire” in Senegal redistribuendo parte delle proprie ricchezze. Ha fatto costruire un ospedale che dovrebbe aiutare ben 34 villaggi nei pressi di Bambali, che potranno così accedere al servizio sanitario. Ha costruito scuole, uno stadio, fornisce vestiti, scarpe, cibo per le persone in estrema povertà. Ogni mese dà un contributo alle organizzazioni che combattono la malaria. Ha fatto sì che tutta la zona fosse dotata di un collegamento alla rete internet 4G, che gli studenti delle scuole potessero avere in dotazione dei computer portatili. E adesso, grazie al suo contributo, sono in fase di realizzazione anche una stazione di servizio e un ufficio postale. Agli studenti più meritevoli fornisce anche delle borse di studio. 

Sadio Mané  è un'ex punta di diamante del Liverpool di Jurgen Klopp (con cui vinse la Champions League e il Mondiale per club FIFA nel 2019) e del Bayern Monaco. Inoltre, è il  simbolo di un Paese,  con la selezione nazionale, è riuscito a conquistare la prima Coppa d’Africa nella storia del Senegal nel 2022. Preferisce spendere i suoi soldi per nutrire il suo popolo e fornire strumenti ai giovani affinché possano progredire,  piuttosto che spenderli in ville o auto di lusso. Una persona che ha compreso il significato della vita.

Antonia Tronti - Studiosa - Docente di yoga

Antonia Tronti (nata nel 1971) è insegnante di yoga, particolarmente interessata ai possibili intrecci tra spiritualità indiana e tradizione cristiana. Insegna a Roma dove ha un centro, il Kurma dama - La casa della tartaruga, e in Umbria e tiene seminari di "yoga e preghiera cristiana" in tutta Italia e in particolare nei monasteri di Valledacqua, Montegiove, Fonte Avellana, Camaldoli, Ss. Felice e Mauro in Valnerina. Collabora con le comunità camaldolesi e con altre realtà fondate sul dialogo e sull'approfondimento dell'esperienza spirituale.

Formatasi alla scuola della Federazione Italiana Yoga quando era diretta da Antonio Nuzzo e diplomatasi all'ISFIY nel 1997, ha poi proseguito nella sperimentazione, nella ricerca e nell'insegnamento.

Determinante nel suo percorso è stato l'incontro con l'esperienza monastica camaldolese e con il Saccidananda Ashram di Shantivanam, in Tamil Nadu, con le figure dei suoi fondatori, Henri Le Saux (Swami Abhishiktananda), Jules Monchanin e Bede Griffiths e con John Martin Kuvarapu (Swami Sahajananda).

Ha pubblicato due libri:  E rimanendo lasciati trasformare e Impara da... Un itinerario tra yoga e preghiera cristiana.  Scrive e collabora con le riviste Appunti di Viaggio, Oreundici, Messaggero Cappuccino, Vita monastica. Un altro lavoro è il libro-DVD La danza della vita scritto con Filippo Carli e Mauro Bergonzi.    Vedi siti: 

  •  https://sites.google.com/view/kurmantonia/home-page?authuser=0 
  • https://www.scuolayoga.com/insegnante/antonia-tronti/

I benefici dello yoga

I benefici dello Yoga sono riconosciuti da tempo dalla comunità scientifica internazionale e trovano nuove conferme dalla ricerca: oggi si sa che questa disciplina, praticata in modo corretto e continuativo può alleviare lo stress mentale e fisico, migliorare l’umore, rallentare il processo d’invecchiamento e migliorare di conseguenza le difese immunitarie.   


Recentemente i ricercatori della Boston University School of Medicine hanno studiato gli effetti di questa disciplina. Lo Yoga porta a un benessere psicofisico e allevia e cura i disturbi legati all'ansia e alla depressione.  Grazie allo Yoga si impara infatti a gestire la sofferenza, la paura, si alleviano i sintomi dell'ansia, poiché si imparano a sentire le proprie sensazioni ed emozioni, anche negative, accettandole per poterle poi lasciare andare via.   Grazie allo Yoga, è possibile ridurre la produzione di cortisolo e adrenalina, andando a calmare il corpo, riducendo lo stress e dando inizio a un rilassamento profondo. Molte persone, dopo aver provato i benefici dello Yoga, cercano di accettare tutte le sensazioni che provano, sia negative che positive: sappiamo bene come l'ansia sia sempre causata dalla paura di provare emozioni spiacevoli e dal continuo cercare di evitare di andarci incontro, piuttosto che da emozioni effettive ed esistenti. Grazie allo Yoga, chi soffre d'ansia potrà sempre trovarsi pronto a fronteggiare situazioni nuove, paure ed emozioni di diversa intensità e natura, oltre a godere di un risanamento fisico che aiuterà a distendere i nervi e a scacciare lo stress.

La meditazione, parte importante della pratica yoga, è in grado di trasformare la nostra esperienza del mondo, diminuendo l’ansietà e la vulnerabilità al dolore, la tendenza alla depressione e alla collera e ha degli effetti benefici sulla salute rafforzando l’attenzione, il sistema immunitario e il benessere generale.

L’ipotesi da cui lo studio ha preso avvio è stata anzitutto confermare che lo stress causi uno squilibrio del sistema nervoso autonomo ed una ridotta attività di un particolare neurotrasmettitore inibitorio chiamato “GABA” (Il GABA - o acido gamma-amminobutirrico è considerato, a tutti gli effetti, uno dei più potenti e principali neurotrasmettitori ). Si è visto poi che questo tipo di squilibrio ha i suoi effetti sull’intero organismo: una bassa attività del GABA si è riscontrata nei disturbi d’ansia, nel disturbo da stress post-traumatico, nella depressione, nell’epilessia e anche nel dolore cronico. Ebbene, la pratica costante dello yoga è in grado di riportare a livelli  di normalità questo neurotrasmettitore!
Lo Yoga influisce innanzitutto sulla salute del sistema cardiovascolare, in quanto gli esercizi di respirazione permettono di aumentare il flusso di ossigeno nel corpo, incluso il cervello e il cuore, aumentandone le prestazioni.
Lo yoga incrementa la forza muscolare globale nella zona dell’addome, dei glutei, della regione lombare fino alla base del cranio ed è proprio qui che la stabilità e l’equilibrio hanno origine.
Le posizioni Yoga migliorano la flessibilità muscolare del corpo. Le posizioni aiutano a rendere elastici mente e corpo e questo permette di vivere in uno stato di maggiore benessere.  Secondo molti studi lo Yoga può essere molto utile per andare ad alleviare e curare i disturbi legati all'ansia e alla depressione senza far uso di medicinali.

Infine, non bisogna mai dimenticare che un corretto stile di vita, una corretta alimentazione ed un regolare riposo notturno sono indispensabile per acquisire dei benefici consistenti.

Oltre a esser ottima per la cura del corpo e la cura dell'anima, questa pratica non ha nessun effetto collaterale, se non quello di dare benefici evidenti e duraturi.

I tipi di meditazione

La meditazione è una tecnica antica, legata alla maggior parte dei percorsi spirituali. Ce ne sono di diversi tipi (statica, dinamica, con visualizzazione, ripetendo un mantra o un suono…). 


La meditazione cambia la visione del mondo, agisce su ormoni e neurotrasmettitori: il cervello si trasforma, gli studi hanno dimostrato la neuroplasticità del cervello, alcune parti del cervello si modificano, la corteccia prefrontale tende a ristringersi con l'età; con la meditazione, il processo viene invertito e i meditanti di lungo corso si ritrovano con una neocorteccia più ampia.       
Alcune strutture cerebrali come l’amigdala e le aree del lobo parietale che elaborano i dati sensoriali, si spengono e questo porta a una riduzione della produzione del cortisolo, altrimenti definito come l’ormone dello stress. Altre strutture, invece, come il lobo dell’insula (che è associato alla felicità, alla bontà, alla compassione), il corpo calloso (che connette fra loro gli emisferi destro e sinistro) e l’ippocampo (che gestisce l’autocontrollo emozionale) si accendono, rilasciando altre sostanze. Di fatto, le parti della corteccia prefrontale che mantengono l’attenzione e regolano le emozioni sono attive durante la meditazione, mentre le parti che riguardano la personalità – la paranoia dell’Io – piombano nell’oscurità».

Molti personaggi famosi si sono avvicinate alla meditazione: Madonna, Alanis Morrisette, i Beatles, De Chirico, Mick Jagger, Franco Battiato, Demi Moore e Cristiano Ronaldo.   «L’uomo dalla notte dei tempi è in cerca di risposte sulle ragioni per le quali siamo nati e sulla nostra origine. Entrare in contatto con il divino è un interesse dell’essere umano dai tempi antichi. Meditare di sicuro avvicina al proprio io interiore". 

Esistono diversi tipi di meditazione, vediamone alcuni.   

Meditazione zen.  Forse quella più conosciuta, nel senso che se pensiamo a qualcuno che medita, la maggior parte delle persone lo immaginerebbe così. «La meditazione zen è, tutto sommato, semplice e può essere praticata da tutti. È infatti sufficiente sedersi in una posizione comoda, con la schiena vigile ma non rigida e incrociare le gambe. Si focalizza la mente su questa attività. Quando la mente si distrae, la si riporta gentilmente al conteggio e alla respirazione. Deriva dall’anima più radicale del buddismo e venne presa a ispirazione e a modello dai Samurai e dalla casta dei guerrieri».

Meditazione trascendentale. Questa meditazione era quella praticata dai Beatles: «Consiste nella ripetizione di un mantra per circa 15-20 minuti per due volte al giorno, tenendo gli occhi chiusi. I mantra sono suoni che hanno presa sul nostro inconscio. L’obiettivo di questa meditazione è quello di contrastare i campi elettromagnetici creati dai pensieri al fine di raggiungere pace e armonia. Ha un effetto antistress e non richiede né rituali, né posizioni speciali».

Meditazione buddhista: Samatha e Vipassana. Gli insegnamenti buddhisti precisano che ci sono due vie: quella del rilassamento, samatha (calma mentale) che dovrebbe essere associata ad una visione profonda, vipassanā. Solo grazie alla calma, si può accedere ad uno stato di visione profonda, per entrare in contatto con la vera realtà, senza mediazioni, e dunque comprenderla e accettarla per quello che è. Entrambe  si basano sull’attenzione e sul controllo del respiro. All’inizio la mente osserva la respirazione o i movimenti del corpo, poi essa diviene un tutt’uno con questi. Detta all’occidentale, il punto centrale della meditazione è costituito da tre fasi: la concentrazione, ossia far convergere tutta l’attenzione su un oggetto che di solito è il respiro, poi fare in modo che la mente si calmi e poi  passare all’introspezione. La meditazione buddhista punta sulla contemplazione attraverso la postura e il respiro, ma soprattutto mira a svelare che la mente e la materia sono impermanenti, insoddisfacenti e impersonali».

Meditazione Mindfulness. Traducendo il termine letteralmente, significa “pienezza della mente”. Ma non di pensieri, bensì di consapevolezza del momento presente, del “qui e ora”. «Con questa tipologia di meditazione ci si concentra sul momento presente e si osservano i pensieri, senza giudicarli e piano piano si raggiunge la serenità». Se sopraggiunge un pensiero negativo si osserva senza giudicarlo. Poi si lascia andare.  La mindfulness ha come obiettivo l'ascolto della propria “voce interiore”, per ancorarsi nel qui e ora.

Meditazione Emptiness (o vuoto mentale).   Questa pratica meditativa, è molto semplice e consiste «Nel sedersi, stare tranquilli, svuotarsi da immagini mentali, pensieri ed emozioni, per dimenticare tutto e focalizzarsi sul vuoto e la quiete».

Meditare recitando mantra.  Alcune forme di meditazione prevedono la recitazione di un mantra che può essere un enunciato sacro, un suono primordiale, una sillaba, una parola, un fonema, una frase in sanscrito o in pali. Si ritiene che il mantra possa agire sul subconscio e lavorare sul piano sottile ed energetico. Uno dei mantra più conosciuti è l’Om o Aum, un suono sacro che rappresenta l’essenza della realtà ultima, il cui significato varia di tradizione in tradizione.
Nel buddhismo è molto comune l’uso di mantra come la ripetizione del nome del Buddha o frasi sulla gentilezza amorevole o sull’impermanenza di tutte le cose. Nel Tibet, “Om Mani Padme Hum”, il mantra della compassione (vedi appendice), è il mantra più recitato dai buddhisti, è inciso e dipinto nelle rocce e sulle ruote da preghiera, lo si vede ovunque. I buddhisti credono negli effetti benefici che si producono recitando questo mantra, per alleviare il karma negativo, per accrescere e accumulare meri- ti, per sfuggire alle sofferenze e per consentire il raggiungimento dello stato di illuminazione del Buddha.  

La meditazione hawaiana dell'Ho’oponopono è praticata in zone come Samoa, Tahiti e la Nuova Zelanda, è una pratica di riconciliazione e perdono interiore usata per cancellare le memorie inconsce dei pensieri negativi. «Per questo si pratica come un mantra, recitando velocemente e mentalmente, ma anche oralmente, Ho’oponopono. Se si vuole avere un’efficacia maggiore derivante dal senso e significato delle parole, si può anche sostituire con: mi dispiace, perdonami, ti amo, grazie».

Meditazione camminata. Una leggenda buddhista racconta che il risveglio del Buddha avvenne in una sola notte, ma che, prima di quella meditazione finale che condusse Siddhartha all’illuminazione, l’illuminato camminò per quaranta giorni e in quel cammino preparò corpo, mente e spirito al risultato finale. Camminare in meditazione significa camminare in modo da sapere che stiamo camminando. Diventiamo consapevoli ad ogni passo del contatto dei nostri piedi con il terreno e cominciamo a sincronizzare i nostri passi al ritmo del nostro respiro. Ci liberiamo dalle nostre paure e preoccupazioni e diventiamo presenti al 100% ad ogni passo, acquisiamo una consapevolezza aperta ai nostri cinque sensi, ci apriamo ai suoni che ci circondano, ci accorgiamo del paesaggio, sentiamo l'odore dei fiori, e avvertiamo il miracolo del "camminare sulla terra".
Questa particolare modalità meditativa proposta dal maestro zen Thich Nhat Hanh è nata dalla constatazione che, nella nostra vita quotidiana, siamo prevalentemente dominati dall’”abitudine di correre”: “Ricerchiamo la pace, il successo, l’amore – sempre di corsa – e i nostri passi sono uno dei mezzi con i quali scappiamo dal momento presente".   «Per praticare la meditazione camminata è utile ricordarsi che anche qui, le parole/azioni si trasformano in un mantra. Si parte da fermi con i piedi paralleli; si porta avanti il primo piede e si pensa alla parola “avanzare”, nel momento in cui il piede appoggia la pianta sul suolo si pensa alla parola “toccare”, nella fase di spinta del piede si pensa alla parola “spingere” e quando il piede ha raggiunto l’equilibrio e si sta per alzare l’altro, si pensa alla parola “stare”».  Si deve camminare con attenzione e ad ogni passo occorre concentrare tutta l'attenzione sul gesto ed associarci il respiro.

Meditazione yoga. Oggi la maggior parte delle persone pratica yoga: «tanti però praticano gli asana alla stregua di una semplice attività sportiva o da palestra; invece, in primis, quella dello yoga è una pratica spirituale». La pratica mira ad andare oltre il mentale, per raggiungere stati di coscienza e di contemplazione più elevati e straordinari ed entrare in contatto con la parte più spirituale del nostro essere, con il nostro vero Sé. Viviamo identificandoci con i contenuti della nostra mente, creati soprattutto dalle emozioni; è un'esperienza plasmata dal mentale; si producono immagini distorte che vengono scambiate per realtà, e così ci allontaniamo da una visione oggettiva. Nella meditazione il meditante è solo, i sensi sono totalmente annichiliti e si usa l'unico strumento adatto - la coscienza -, per arrivare (per cercare) di conoscere la realtà che è il nostro Sé. Il Sé è la parte di noi che abbiamo in comune con tutte le manifestazioni, è l'unica realtà; tutto il resto è permanente e non ci appartiene, nulla ci appartiene, ci lasciamo tutto alle spalle quando moriamo. Ce ne andiamo solo con la goccia chiamata Sé. E con questa goccia l'uomo va incontro alla sua parte divina, cerca di entrare in contatto e di conoscere questa parte divina, questo è l'obiettivo della meditazione.  Di meditazione yoga ne esiste più di una (Kundalini, Terzo Occhio, Visiva, Chakra) e tutte hanno come fulcro la respirazione.    Yoga è una meditazione che unisce la pratica fisica a quella spirituale.  

Dal sito   https://www.vanityfair.it/article/8-tipi-di-meditazione-trova-quella-adatta-a-te

Come Meditare: Le Diverse Tecniche di Meditazione

È un dato di fatto: comprovato da millenni di studi a favore e ricerche scientifiche, siamo ormai consapevoli che meditare faccia bene alla salute generale, sia fisica che psicologica.  Quando si parla di meditazione ci si riferisce ad un universo enorme, ricco di sfumature. Ci sono tante pratiche diverse…così diverse che alcuni tipi di meditazione dicono praticamente il contrario di altri. Ad esempio alcuni tipi di meditazione dicono che è importante scacciare i pensieri, altri dicono invece che è importante osservarli. Alcune dicono che è importante concentrarsi su un mantra, altre che bisogna creare il vuoto.


Non solo, anche gli studi scientifici sulla meditazione non si suddividono in egual modo per ogni pratica meditativa, ma la più studiata in assoluto, quella per cui i risultati scientifici sono maggiormente comprovati è la Meditazione mindfulness.   

Per iniziare è bene distinguere la meditazione in 2 filoni in principali: la focalizzazione e l'osservazione (o monitoraggio). Questa distinzione non è netta poiché, nella pratica meditativa, focalizzazione e monitoraggio si intrecciano tra loro. Tuttavia è fondamentale farla per iniziare a conoscere il mondo della meditazione, perché le varie pratiche meditative appartengono all’uno o all’altro filone in base a come viene utilizzata l’attenzione.

In una meditazione che appartiene al filone della focalizzazione la tua attenzione, il tuo focus viene indirizzato verso un “qualcosa” in particolare. Può essere qualsiasi cosa e non deve, per forza di cose, essere un oggetto reale. Ci sono infatti meditazioni che pongono l’attenzione sul respiro, su un mantra, su di una immagine, su una parte del corpo, ecc.     Può risultare complicato mantenere il focus su quello che è l’oggetto della tua attenzione. Non c’è da preoccuparsi, è normale. Raggiungere la capacità di mantenere alto il flusso di attenzione sull’oggetto scelto è complicato e diventa più forte con l’avanzare del praticantato. Con il passare del tempo ti distrarrai meno facilmente e svilupperai una profondità e una fermezza di attenzione tale da permetterti di assorbire e percepire tutte le proprietà benefiche della dolce arte della meditazione.

Le meditazioni che appartengono al filone del monitoraggio invece suggeriscono di focalizzare l’attenzione sull’osservazione dei propri pensieri, in modo non giudicante. Perdersi tra i pensieri è naturale, è una funzione formidabile della mente che ti consente di avere idee creative e anche di riposarti, ma nulla c’entra con una pratica meditativa, perché quando ti perdi tra i tuoi pensieri ti identifichi con essi, mentre quando mediti non c’è identificazione con i pensieri, adotti la tecnica del testimone e li guardi da lontano e non li giudichi.

I vari tipi id meditazione più conosciuti.

1) Meditazione Zen (Zazen)-buddhista.  Pone le sue radici nel Buddismo cinese e si associa al nome di  Bodhidharma, un monaco indiano vissuto nel sesto secolo dC. In genere, la meditazione Zen si pratica da seduti in una posizione a gambe incrociate su una stuoia o un cuscino. Con la colonna vertebrale completamente ritta dal bacino sino al collo, espressione concentrata e sguardo basso guardando di fronte a te.   Si può praticare in due differenti modi:  

  •  Concentrazione sul respiro. qui occorre focalizzare l’intera attenzione sul movimento provocato dalla respirazione attraverso il naso. Sarà possibile aiutarsi contando all’indietro nella mente nel momento in cui si inala. Se per un qualsiasi motivo capita di perdere l’attenzione e di distrarsi, basta portarsi di nuovo in attività e riprendere a contare dall’inizio mentre sei concentrato a respirare.  
  • Shikantaza (letteralmente “seduti”) in questa particolare forma non viene utilizzato alcun oggetto specifico nella meditazione. Piuttosto, in questo caso, si focalizza il tutto per rimanere nel momento presente, consapevolmente. Si osserva tutto ciò che passa attraverso la mente, ma senza soffermarti su niente in particolare.

2) Meditazione buddhista Samatha e Vipassana. Gli insegnamenti buddhisti precisano che ci sono due vie: quella del rilassamento, samatha (calma mentale) che dovrebbe essere associata ad una visione profonda, vipassanā. Solo grazie alla calma, si può accedere ad uno stato di visione profonda, per entrare in contatto con la vera realtà, senza mediazioni, e dunque comprenderla e accettarla per quello che è.   La prima serve a stabilizzare la mente e raggiungere quella che si chiama “concentrazione”.  Vuol dire essere in grado di focalizzare l’attenzione sulla meditazione stessa, sviluppare una visione chiara sulle sensazioni corporee e sui fenomeni che richiamano la mente, osservandoli momento per momento, istante per istante. Senza aggrapparsi a qualsiasi cosa per poi passare al secondo stadio. La pratica consiste nel sedersi su di un cuscino posato sul pavimento, con le gambe incrociate e la spina dorsale eretta. Il primo passaggio è quello di sviluppare la concentrazione attraverso il respiro consapevole. Dopo si  possono cominciare a sentire altre percezioni: suoni, sensazioni all’interno del nostro corpo, emozioni, ecc. basta notare come questi fenomeni emergono nel campo della consapevolezza e poi riprendere il controllo sulla respirazione.
L’oggetto al centro della pratica (il movimento dell’addome, per esempio) viene definito primario, mentre secondario è quello che si pone nel campo della percezione, sia attraverso i cinque sensi (udito, olfatto, tatto, vista, gusto) sia attraverso la mente (pensieri, ricordi, sentimenti, ecc.) per evitare di essere trascinati dai propri pensieri e non farsi sopraffare da essi. Piano, piano si sviluppa una chiara visione e il fenomeno è pervaso da tre segni di esistenza: l’impermanenza, l’insofferenza e il vuoto di sé. Di conseguenza, si sviluppano, in relazione a questi progressi, l’equanimità, la pace e la libertà interiore.

3) Meditazione Mindfulness. Mindfulness è la traduzione occidentale del termine buddista “sati”, che significa essenzialmente consapevolezza, attenzione sollecita. Una delle figure di riferimento per quanto riguarda questo tipo di meditazione è John Kabat-Zinn che ha creato nel 1979 un programma di meditazione per la riduzione dello stress presso il reparto medico dell’Università del Massachusetts.
La Mindfulness consiste nel concentrarsi sul momento presente, osservando i pensieri che emergono senza giudicarli. Occorre prestare attenzione alle sensazioni, ai pensieri e alle emozioni che si presentano attimo per attimo.
Per la “pratica formale” si comincia seduti su di un cuscino sul pavimento o su una sedia e si presta particolare attenzione al movimento del respiro. Si cerca di essere consapevoli del momento presente, del fatto che stiamo respirando e di come ci si sente in un determinato istante. Poi si comincia a percepire sensazioni, pensieri, sentimenti, emozioni.
È normale che la mente venga distratta mentre si percepiscono suoni, sensazioni e pensieri. Ma ogni qual volta che ciò accade, si riconosce di essersi distratti e  si  riporta l’attenzione sulla respirazione. Poi si osservano i pensieri e le sensazioni che emergono, sempre in modo oggettivo, senza giudicare.  È possibile praticare la meditazione mindfulness persino durante le attività quotidiane, attraverso le “pratiche informali”. Mentre mangiamo, mentre stiamo camminando, addirittura mentre stiamo parlando.

4) Meditazione Gentile (Metta).  Deriva dalla parola “metta” che significa bontà, benevolenza. È una pratica che proviene dalla tradizione buddhista tibetana.  Peremtte di incrementare la capacità di entrare in empatia con il prossimo, di sviluppare emozioni positive attraverso la compassione (compreso un atteggiamento più amorevole verso se stessi), di aumentare l’accettazione di se stessi. Si pratica seduti nella classica posizione di meditazione con le palpebre socchiuse. Si comincia sviluppando una sensazione di benevolenza verso se stessi, poi, come se fosse un passaggio progressivo, verso ogni essere senziente e non.
La sensazione che andremo a sviluppare è un desiderio di felicità e benessere per tutti, nessuno escluso. Ci si può aiutare con la recitazione di parole e/o frasi specifiche che evocano una sensazione di cordialità, visualizzando la sofferenza degli altri e inviandogli amore o immaginando uno stato di qualsiasi altro essere augurandogli felicità e pace. Ogni qualvolta si pratica questo tipo di meditazione, si potrà percepire più gioia. Ed è proprio questo il segreto della felicità di Mathieu Richard il monaco buddhista francese definito "L'uomo più felice del mondo".

5) Meditazioni con mantra. Il mantra è una semplice sillaba o di una parola, in genere senza alcun significato particolare, che viene ripetuta con lo scopo di focalizzare la nostra mente.  Alcuni maestri indicano che la scelta del mantra e la sua corretta pronuncia sono molto importanti a causa della vibrazione associata al suono. Il mantra è  uno strumento per mettere a fuoco la mente e sono usati nelle tradizioni induiste e buddhiste, nel giainismo, nel sikhismo e nel taoismo.
Come per la maggior parte delle pratiche meditative, si comincia seduti con la colonna vertebrale eretta e gli occhi chiusi. Si ripete poi il mantra mentalmente, in silenzio, più e più volte nell’arco dell’intera sessione. A volte il mantra viene sussurrato con leggerezza e con dolcezza per aiutarsi a trovare la concentrazione necessaria.
È possibile praticare per un certo periodo di tempo o per un determinato numero di ripetizioni, di solito si va dalle 108 alle 1008 aiutandoci con un rosario composto da perline chiamato mantra. Consigliato il libro "Mantras: Words of Power" che spiega la tecnica nel dettaglio con utili approfondimenti.

6) Meditazione Trascendentale. La meditazione trascendentale è una forma specifica che prende forma dal mantra. Introdotta da Maharishi Mahesh Yogi nel 1955 in India, si sporge per la prima volta in occidente verso la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70. Il fondatore è conosciuto per essere divenuto il punto di riferimento spirituale dei Beatles e di altri personaggi volti al mondo dello spettacolo. È una forma meditativa ampiamente conosciuta, con oltre 5 milioni di praticanti in tutto il globo. È così tanto nota che moltissimi ricercatori hanno condotto su questa disciplina parecchi studi ed esperimenti scientifici che ne accertano i benefici.  L’unico modo per imparare a praticarla è quello di seguire un corso e formarsi attraverso uno degli istruttori autorizzati a farlo. In generale, tuttavia, è noto che la pratica prevede l’utilizzo di un mantra e ogni sessioni dura circa 15-20 minuti per due volte al giorno. Si raccomanda di mantenere gli occhi chiusi per una maggiore sensazione di concentrazione.  Il mantra non è unico e uguale per tutti, ma viene fornito al praticante in base al suo genere di sesso e alla sua età. I suoni sono associati a nomi di divinità indù provenienti dal tantrismo.

7) Meditazione Yoga. Con questo termine si indicano i diversi tipi di meditazione insegnate nella tradizione yoga con l’obiettivo di raggiungere la più alta purificazione spirituale e conoscenza di sé. Per risalire ai suoi inizi bisogna tornare indietro fino al 1700 aC.
Nello yoga classico, le pratiche contemplative di meditazione  son chiamate pratyahara, dharana, samadhi.  Ci sono diversi tipi di meditazioni nello yoga:

  • Meditazione sul Terzo Occhio.  Con gli o cchi chiusi si focalizza l’attenzione sul posto che si trova “tra le sopracciglia” (chiamato, appunto, terzo occhio). La concentrazione deve essere costantemente indirizzata a questo punto come un mezzo per mettere a tacere la mente. Con il passare del tempo gli spazi tra i pensieri silenziosi diventano più ampi e profondi.Meditazione Chakra.  Qui ci concentriamo su uno dei sette chakra del corpo (centri di energia), in genere puntando sulla capacità di visualizzazione e cantando un mantra specifico per ogni singolo chakra.
  • Meditazione Visiva. Fissiamo lo sguardo su un oggetto esterno. In genere si utilizzano una candela, un’immagine o un simbolo. Viene praticata prima con gli occhi aperti e poi successivamente chiusi per allenare i poteri di concentrazione e di visualizzazione della mente. Dopo aver chiuso gli occhi si dovrebbe riuscire a mantenere viva l’immagine dell’oggetto all’interno del nostro “occhio della mente”.
  • Meditazione Kundalini. Si tratta di una pratica complessa che si pone l’obiettivo di risvegliare l’”energia kundalini” che si trova in sospeso sulla base della colonna vertebrale. Questa disciplina, se praticata da una persona inesperta, può diventare pericolosa.
  • Yoga Kriya. La meditazione consiste nel concentrarsi sull'energia, la respirazione. È una tecnica molto adatta per chi ha un temperamento devozionale e cerca gli aspetti più spirituali della meditazione.
  • Nada Yoga. E' detta anche “meditazione del suono”; il praticante focalizza tutta la sua attenzione solo sul senso dell’udito per rendere quieta e calma la mente. Con il tempo la pratica si evolve si impara ad ascoltare i suoni interni del corpo e della mente. L’obiettivo finale è quello di arrivare a percepire il suono ultimo, privo di vibrazioni, che si manifesta come “OM”.
  • Pranayama.  Non si tratta esattamente di meditazione, ma è una pratica eccellente per calmare la mente e prepararla alla meditazione. Consiste nel portare l'attenzione sul respiro, respirando in maniera ritmica e concentrarsi sulle pause tra inspiro ed espiro e tra espiro ed inspiro.  Si respira attraverso il naso e si lascia che sia l’addome (non il petto) a muoversi. Questo riequilibria le energie vitali e calma la mente e il corpo.

8) Meditazione sulla frase"Io sono". Si tratta della traduzione del termine sanscrito “Atma vichara”. Le due parole significano “indagare” e si riferiscono al concetto di andare alla ricerca della nostra vera natura per trovare la risposta della vita: io chi sono? Questa domanda ce la possiamo spesso durante la nostra vita: perché siamo qui? Chi siamo esattamente? Qual è lo scopo della nostra esistenza? A che cosa siamo destinati? Tali pensieri possono spingerci alla ricerca del nostro io interiore eprofondo. Praticare questa disciplina di meditazione permette di prendere una profonda conoscenza del nostro vero io, il nostro vero essere.
I riferimenti a tale pratica sono molto antichi. Dobbiamo camminare indietro nel tempo e visualizzare testi indiani piuttosto datati. Tuttavia, anche nel 20esimo secolo questo tipo di meditazione è piuttosto popolare ed estesa e viene proposta da un saggio indiano, Ramana Maharshi, vissuto tra la fine del 1800 e la metà de l 1900.Il movimento moderno che si fonda sulla “non-dualità” si è fortemente ispirato agli insegnamenti di questo grande saggio. In questa tecnica il senso di “Io sono” è il centro di tutto il nostro universo. È lì, proprio lì, in una forma o in un’altra. È nascosto nei nostri pensieri, all’interno delle emozioni che proviamo, nei nostri ricordi, in ciò che percepiamo. Eppure non riusciamo a percepirlo. Siamo abituati a confondere il chi siamo in realtà con il nostro corpo fisico, con la nostra mente, con i nostri ruoli e le nostre etichette.
Questa fondamentale domanda esistenziale proviene dall’interno di ognuno di noi. Cerchiamo di diventare un tutt’uno con questo "Sé", andiamo in profondità alla ricerca di noi stessi. Questo andrà quindi a rivelare il nostro vero io come pura coscienza al di là di qualsiasi limitazione.
Non si tratta neppure di assaporare nel profondo la nostra personalità, ma è una pura e soggettiva sensazione di esistenza, senza immagini e concetti a essa collegati.
Un secondo modo di spiegare questa particolare e forse non molto semplice tecnica è mettere a fuoco solo la mente sulla nostra sensazione e percezione di essere, l’”io sono” non verbale, quello che brilla all’interno di ognuno di noi. Tieniamolo dentro in modo che sia puro e non venga “sporcato” per mezzo di qualsiasi probabile associazione con l percezioni.
In ogni altro tipo di meditazione, l’io si concentra su un oggetto, interno o esterno, fisico o mentale. In questa, invece, si ci focalizza solo su se stessi, sul soggetto. L’attenzione viene rivolta verso la sua stessa fonte.    Un libro molto utile per capire questa meditazione è I Am That di Nisargadatta Maharaj, un classico della modernità spirituale che vi permetterà di avvicinarvi maggiormente e in maniera approfondita a questa meditazione.

9) Meditazione cinese (con riferimento al taoismo).  La caratteristica principale di questo tipo di meditazione è la generazione, la trasformazione e la circolazione dell’energia interiore. Si pone l’obiettivo di calmare il corpo e la mente, di rendere tutt’uno il fisico e lo spirito con lo scopo di trovare la pace interiore e l’armonia con il Tao. Alcuni stili di meditazione taoista sono in maniera specifica focalizzati sul miglioramento della salute generale spinta alla longevità.  Ci sono diversi tipi di meditazione taoista, ma le categorie principali si dividono in tre classi: interno, concentrazione e visualizzazione. Ecco qui di seguito una breve panoramica:

  • Meditazione Emptiness. Ci sediamo tranquilli e svuotiamo noi stessi di tutte le immagini mentali (pensieri, sentimenti, emozioni, ecc.) volte a dimenticare tutto, qualsiasi cosa, con il fine di sperimentare la quiete interiore e il vuoto. In questo stato si  alimenta lo spirito e la forza vitale e ciò consente ai pensieri e alle sensazioni di sorgere e tramontare autonomamente. 
  • Meditazione basata sul Respiro.  Il praticante si concentra sul soffio vitale fino a quando non diventa un’azione automatica. Si osserva il respiro  oppure si seguono alcuni schemi di espirazione e inspirazione in modo da diventare coscienti dei dinamismi del Cielo e della Terra, attraverso il respiro ascendente e discendente.
  • Meditazione Neiguan. Il suo nome significa “visione interiore” e si basa sulla visualizzazione dell’interno del proprio corpo e della mente, compresi gli organi, i movimenti e i processi derivati dal pensiero. È un processo laborioso atto alla conoscenza di se stessi con la saggezza della natura nel nostro corpo. 
In genere, questi tipo di meditazioni sono praticate seduti a gambe incrociate sul pavimento con la spina dorsale ritta. Gli occhi semichiusi e fissi sulla punta del naso. Uno dei maestri più famosi, Liu Sichuan, suggerisce che, anche se non è facile, si dovrebbe praticare “unendo il respiro e la mente insieme in un tutt’uno”. 

10) Meditazione cristiana. Nella tradizione cristiana, l’obiettivo di tali pratiche contemplative è la purificazione morale e una più profonda comprensione della Bibbia, oltre che a ricercare una intimità più stretta con Dio.  Le forme forme di pratiche contemplative cristiane più diffuse sono:

  • Preghiera Contemplativa. In genere comporta la ripetizione di parole o frasi sacri, dette in silenzio con particolare attenzione e devozione.
  • Lettura Contemplativa. O più comunemente detta “contemplazione”. Consiste nel pensare in maniera profonda agli insegnamenti e agli eventi situati all’interno della Bibbia.
  • Seduti con Dio. Si tratta di una pratica silenziosa, in genere preceduta dalle prime due forme di meditazione, nella quale dobbiamo concentrare tutta la nostra mente, il nostro cuore e la nostra anima nella presenza di Dio.

Dal  sito  https://meditazioneavanzata.com/come-meditare/

sabato 6 luglio 2024

La felicità

"Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni".

"Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un'oasi nel profondo dell'anima. È ringraziare ogni mattina per il miracolo della vita. È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono".

"Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: "Ho fatto degli errori". È avere il coraggio di dire "Mi dispiace". È avere la sensibilità di dire "Ho bisogno di te". È avere la capacità di dire "Ti amo". Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità ... che in primavera possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza.

"E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza".

"Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza. Non mollare mai ... Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile.". 

domenica 30 giugno 2024

Rapporto Caritas sulla povertà: la povertà oggi è ai massimi storici

Rifacendosi ai dati Istat, il rapporto Caritas del 2024 ricorda come il 9,8% della popolazione italiana, un residente su dieci, viva oggi in uno stato di povertà assoluta. Complessivamente risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie.  Circa il 12% delle famiglie in stato di povertà assoluta si rivolge alla Caritas.  Il dato relativo al quinquennio 2019-2023 è impietoso:+40,7%.

Le persone incontrate e supportate, con beni materiali e alloggi, dalla Caritas  sono state 269.689. In aumento del 5%, ma meno rispetto agli altri anni. Ed è uno dei pochi segnali positivi.  Un quarto è un lavoratore povero. Alla Caritas si rivolgono anche le mamme non italiane sole. Il 44% non è aiutata dai servizi sociali  Sono le famiglie con figli minori la maggioranza delle persone in fila ai servizi della Caritas. In particolare è allarme per le famiglie con figli nella fascia 0-3 anni dove più di un bambino su sette è povero in termini assoluti e i genitori non gli possono garantire cibo, vestiti, cure. Neppure i giocattoli.     https://www.caritas.it/wp-content/uploads/sites/2/2024/06/2024-Report-statistico.pdf


Il 35,4% delle mamme dichiara di dover rinunciare a prendersi cura della propria salute e quasi una famiglia su sette (15,2%) non accede al pediatra.  Circa i due terzi degli intervistati dichiarano di essere costretti a rinunciare a opportunità formative e di lavoro non potendo permettersi di lasciare i figli a nessuno, percentuale che sale al 69,5% per le donne.

Il rapporto segnala altre due priorità, i numeri in crescita di senza dimora e anziani fragili. Nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete delle Caritas diocesane e parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti a un quinto dell’utenza complessiva (circa 170.000 senza dimora). Il valore risulta in crescita sia in termini assoluti che percentuali. Le persone in difficoltà abitano nelle regioni del Nord. sono in prevalenza uomini (71,6%) di cittadinanza straniera (69,9%), provenienti per lo più da Marocco, Tunisia, Romania, Pakistan e Perù con una età media di 44 anni. Quasi la metà si dichiara genitore e il 13% ha un lavoro. 

Nel 2023 le Caritas diocesane e parrocchiali hanno inoltre incontrato e supportato 35.875 anziani, pari al 13,4% dell’utenza complessiva.

I profili degli assistiti.  Complessivamente, spiega il Rapporto, cala l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 57% . Per quanto riguarda il profilo di chi si rivolge all’associazione, “Chiedono aiuto donne (51,5%) e uomini (48,5%). L’età media si attesta a 47,2 anni. Le persone con domicilio rappresentano l’80,8%. Alta come di consueto l’incidenza delle persone con figli: due persone su tre (66,2%) dichiarano di essere genitori.  150.861 nuclei familiari con bambini e ragazzi sono in stato di grave e severa povertà.  Prevalgono le persone con licenza media inferiore che pesano per il 44,3%; se a loro si aggiungono i possessori della sola licenza elementare (16,1%) e la quota di chi risulta senza alcun titolo di studio o analfabeta (6,9%) si comprende come oltre i due terzi dell’utenza siano sbilanciati su livelli di istruzione bassi o molto bassi (67,3%)”.

“Un altro fattore che accomuna la gran parte degli assistiti è la fragilità occupazionale, che si esprime per lo più in condizioni di disoccupazione (48,1%) e di “lavoro povero” (23%). Non è solo dunque la mancanza di un lavoro che spinge a chiedere aiuto: di fatto quasi un beneficiario su quattro è un lavoratore povero“.   Il 78,8% delle persone manifesta uno stato di fragilità economica, legato a situazioni di “reddito insufficiente” o di ‘totale assenza di entrate. Tale condizione non stupisce se si guarda ai dati sugli Isee familiari degli assistiti: il valore medio si attesta pari a 4.315,80 euro“.

Oggi si è rotto l'ascensore sociale:  “Nascere e crescere in una famiglia povera – osserva Caritas – può essere infatti il preludio di un futuro e di una vita connotata nella sua interezza da stati di deprivazione e povertà, anche in virtù del nesso che esiste tra povertà economica e povertà educativa".

venerdì 28 giugno 2024

Bhoutan - Dans les pas de Matthieu Ricard

Il monaco buddista Matthieu Ricard torna alle sue radici in Bhutan, il paese dove è stato iniziato dai più grandi maestri. Una ricerca spirituale e una moltitudine di incontri sorprendenti in questo piccolo regno himalayano di sconcertante bellezza, non più completamente al sicuro dai pericoli della modernità.

https://www.arte.tv/fr/videos/111037-000-A/bhoutan-dans-les-pas-de-matthieu-ricard/

Non tornava in Bhutan da sette anni, un'eternità per lui. Questo piccolo regno segreto dell'Himalaya è stato una tappa fondamentale nella vita di Matthieu Ricard, monaco buddista dalla fine degli anni Sessanta e rinomato saggista, fotografo e pensatore. È in Bhutan che è stato iniziato per dieci anni, ricevendo gli insegnamenti più preziosi dal grande maestro Dilgo Khyentse Rinpoche. Dalla terra del Drago Tonante, incastonata tra i giganti della Cina e dell'India ma mai conquistata o annessa, impara a conoscere la cultura e la storia dei suoi abitanti, per non parlare dei suoi paesaggi mozzafiato. Un ritorno alle origini che non potrà che essere inesauribilmente ricco.

La grande festa annuale sugli altipiani, i monasteri fortificati nelle profondità delle montagne, le cerimonie delle monache dai capelli corti, gli stupa dalle cupole scintillanti... Seguire Matthieu Ricard significa avere accesso a eventi segreti nei luoghi più remoti: il suo status di monaco e il suo passato gli aprono le porte di luoghi e rituali normalmente inaccessibili ai turisti. Ma è anche la fiducia che ispira a tutti coloro che incontra che gli permette di portare avanti la sua instancabile attività di fotografo, le cui immagini luminose fanno conoscere al resto del mondo il popolo del Bhutan. Oltre alla sua ricerca spirituale sulle orme del suo grande maestro Rinpoche, il sempre attento viaggiatore settantasettenne è arrivato a dipingere il ritratto di un Paese in cui la modernità e la tecnologia cominciano a influenzare le tradizioni secolari. Viaggiando, Matthieu Ricard osserva i profondi cambiamenti in atto in questa terra, una delle poche al mondo con un'impronta di carbonio positiva, ma minacciata dal cambiamento climatico e dallo scioglimento dei ghiacciai. In Bhutan la natura e il buddismo sono stati finora preservati, ma il futuro appare incerto come altrove...

Molti luoghi descritti nel documentario li ho visitati durante il mio viaggio in Bhutan.   Vedi:            https://maramici.blogspot.com/2021/05/il-mio-viaggio-in-bhutan.html

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...