lunedì 12 agosto 2024

Yoga Terapia

 La Yoga terapia (cikitsā) è il processo che mette in condizione gli individui di progredire verso il miglioramento della salute e del benessere attraverso l'applicazione degli insegnamenti e le pratiche di yoga. In realtà “tutto lo yoga, in realtà, è terapeutico”.     

Lo yoga considera gli esseri umani come un sistema formato da più dimensioni, pur sempre un tutt'uno, soggetto a continua trasformazione: il corpo, il respiro, la mente, l'intelletto e le emozioni e la loro reciproca interazione.  Questa antica disciplina si fonda sul principio che è possibile influenzare positivamente la direzione del cambiamento all'interno della dimensione umana attraverso una pratica intelligente e adattata al singolo individuo. In questa ottica, lo studente riceve degli insegnamenti personali dall'insegnante, in un rapporto uno a uno. 


Secondo la tradizione, le pratiche di yoga comprendono āsana, prāṇāyāma, meditazione, mantra, canto, mudrā, rituali e uno stile di vita disciplinato. Lo yoga terapia  è quindi l'applicazione appropriata di questo insieme di insegnamenti in un contesto terapeutico al fine di sostenere una pratica yoga per aumentare la consapevolezza di sé e incanalare l'energia nella direzione degli obiettivi desiderati. 

Lo scopo dello yoga terapia include la riduzione, l'eliminazione o, eventualmente la gestione dei sintomi che causano sofferenza; il miglioramento della funzionalità generale dell’individuo; il sostegno alla prevenzione del ripresentarsi della malattia; il miglioramento della salute e del benessere. 

Il Maestro Krishnamacharya sosteneva che la prima forma di yoga, che comprende tutte le altre, è proprio lo yoga-cikitsā. Infatti, quest'ultimo rappresenta la base di tutti gli altri approcci: rakṣana (approccio yogico protettivo), śikṣaṇa (è l'atto di apprendere, di studiare, l'acquisizione di conoscenza, śakti (è il talento, le capacità che possono essere ulteriormente sviluppate grazie ad una corretta pratica di yoga) e adhyātmika (pratica yoga che si rivolge al sé, all'essenza, all'intensificazione di questo rapporto).

Cikitsā indica spesso il trattamento consigliato dal terapeuta (cikitsaka) ma, in un senso più ampio, si riferisce al desiderio del terapeuta di avere una piena comprensione di chi è malato e di riportarlo allo stato naturale dell'essere.
Per capire meglio cos’è lo yoga terapia può essere utile rifarsi alla differenza di significato tra curare e guarire, anche se i due termini, spesso, vengono usati scambievolmente.
“Curare” ha a che fare con il ripristino della salute, con l’assenza di sintomi, è il rimedio alla malattia. Si ripristina un’integrità nuova, diversa, relativamente migliore di quella che si aveva prima della malattia.
“Guarire” non è l’eliminazione dei sintomi ma piuttosto un percorso di integrazione che trascende l’aspetto fisico includendo quello mentale, emotivo e spirituale.

La malattia può essere curata ma questo non significa necessariamente che siamo guariti. E, a volte, raggiungiamo la guarigione sebbene la malattia non sia stata curata.
Lo yoga è la separazione dall'abitudine di associarsi alla sofferenza”.  E la realizzazione del kaivalya, la liberazione finale, rappresenta questa dissociazione, che consiste nella separazione dell'entità spirituale (puruṣa) da quella materiale (prakṛti), e porta al riconoscimento della vera natura dell'essere umano, il puruṣa.

La pratica dello yoga terapia richiede per l’insegnante di yoga una formazione specializzata che permette di maturare competenze idonee a promuovere un cambiamento positivo per l'individuo. Lo yoga terapia si avvale di alcuni insegnamenti dell'Ayurveda, di cui è parente stretto. Essendo parte di una tradizione viva, lo yoga terapia continua ad evolversi e adattarsi al contesto culturale in cui viene praticato e oggi si serve anche del contributo di discipline mediche contemporanee. La sua efficacia è validata da un numero crescente di ricerche e sperimentazioni che contribuiscono alla crescente comprensione e l'accettazione del suo valore come disciplina terapeutica. L’apporto dello yoga in ambito terapeutico è indubbio e spesso, come sostiene il Maestro Desikachar, gioca un ruolo complementare alle cure mediche, senza per questo sostituirle.

domenica 11 agosto 2024

I detti del saggio.

 I detti del saggio:

 

  •  “Quando credi in te stesso, tutto è possibile".
  •  “L'unico modo per crescere è uscire dalla propria zona di comfort”. 
  •  “Non aver paura di fallire, abbi paura di non provare”. 
  •  “Il dolore è temporaneo, l'orgoglio è eterno”. 
  • “Non lasciare mai che le tue paure limitino il tuo potenziale". 
  •  “Se puoi sognarlo, puoi realizzarlo”. 
  •  “Non esistono fallimenti, solo risultati indesiderati”. 
  •  “Il fallimento non è un'opzione, ma solo un'opportunità per imparare”. 
  •  "Il successo non è per coloro che sognano, è per coloro che lavorano duro per arrivarci." 
  •  “Non importa quante volte cadi, rialzati sempre". 
  •  “Il momento migliore per agire è adesso".
  •  "Non lasciare che le opinioni degli altri definiscano il tuo valore".
  •  "Non ci sono limiti a ciò che puoi ottenere se ti impegni abbastanza".
  •  “Non lasciare che gli errori del passato ti fermino, usali come trampolino di lancio per un futuro migliore."
  •  “La mente è l'arma più potente che abbiamo."
  •  “Non importa quanto la vita ti colpisca duramente, l'importante è rialzarsi sempre.”
  •  “Il successo non si misura dalla quantità di denaro che hai, ma dalla felicità che trovi nella tua vita."
  •  "Non è mai troppo tardi per iniziare a vivere la vita alle tue condizioni." 
  •  "Il vero potere risiede nella mente e nel corpo quando lavorano insieme in armonia."  
  • Associatevi a coloro che vi renderanno un uomo migliore di voi. Accogliete coloro che possono migliorare voi stessi, gli uomini imparano mentre insegnano."
  • La solitudine è per per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo."
  • Il più potente tra gli uomini, è colui che ha se stesso in suo potere."    
  •  E' risaputo che le forme più acute di depressione si associano a una difficoltà nel provare e esprimere amore per gli altri e per se stesso. La depressione è un'incapacitò di amare.   

Sui passi del Buddha

Il seminario "Sui Passi del Buddha" si è svolto presso il monastero Dhagpo Kagyu Ling in Dordogna.   vedi:  https://www.dhagpo.org/     Esistono molti modi per classificare gli insegnamenti di Buddha che si svolsero per circa 45 anni. Uno dei più noti è i "tre giri della ruota del Dharma" o i "tre cicli di trasmissione del Dharma". Ogni giro è stato insegnato in un luogo diverso e in un momenti diverso della vita di Buddha.  


Il primo giro di trasmissione ebbe luogo nel Parco dei cervi a Sarnath (10 km a nord di Varanasi), ove si recò il Buddha con i suoi cinque compagni subito dopo aver raggiunto l'illuminazione, dando loro il suo primo insegnamento in cui espose la struttura di base della sua visione: le quattro nobili verità. È interessante che Buddha abbia usato il termine nobile (arya che designa un membro della nobiltà), pur abolendo il sistema delle caste e la struttura gerarchica all'interno della comunità monastica da lui fondata. Buddha usò questo termine per indicare che coloro che si sono liberati per sempre di un certo livello di sofferenza.  Insegnando in un Parco dei cervi, Buddha indicò simbolicamente che la comprensione dei suoi insegnamenti determina anche uno stato di pace. Le quattro nobili verità sono:  1- la verità della sofferenza,   2- le origini della sofferenza e l'inquitudine soggiacente alla nostra esistenza.  Il malessere si manifesta in atti e in emozioni perturbatrici. Esistono tre tipi di malessere: a- malessere del malessere, ossia il dolore dovuto a morte, malattia, vecchiaia.  b- il malessere del cambiamento, o del benessere che non dura. c- il malessere del condizionato, ossia non avere il controllo sul corpo, e sui cinque aggregati.    3- La verità della fine della sofferenza,  4- l'esistenza di un cammino per uscire dalla sofferenza. costituito da meditazione combinata con etica, azioni positive. Il percorso si può fare anche da soli esplorando il mondo e se stessi, ma è più difficile e la vita è corta.

Buddha tenne il secondo giro di trasmissione degli insegnamenti al Picco dell’avvoltoio, nei pressi di Rajagaha. Ciò avvenne in un momento particolarmente difficile della sua vita: la guerra infuriava nella sua terra natale, suo padre era morto in prigione. Inoltre Devadatta, cugino di Buddha, stava cercando di ucciderlo e creare uno scisma nella comunità monastica buddhista.
Il secondo giro tratta principalmente ciò che è noto come Sutra Prajnaparamita, Sutra della perfezione della saggezza, che espone il tema della vacuità, del vuoto e delle fasi per acquisire la consapevolezza discriminante di questo. Il vuoto è la totale assenza di modi impossibili di esistere, come l'esistenza concreta e indipendente.

Il terzo giro di trasmissione
ebbe luogo a Vesali, e fu in questo luogo che finalmente accettò di fondare l'ordine delle monache. Il Vajji era una repubblica povera, quindi è significativo che l'ordine delle monache abbia avuto inizio in un ambiente egualitario, un luogo in cui l'ordine elitario e conservatore dei brahmini non era così forte.   Il terzo ciclo si riferisce agli insegnamenti della scuola mahayana della Sola mente, Cittamatra. La nostra percezione e i fattori mentali provengono dalla stessa fonte originale – un seme karmico o una tendenza alla nostra coscienza fondamentale. Per questo motivo, possiamo solo stabilire l'esistenza di qualcosa in relazione a una mente che lo sta pensando, vedendo o descrivendo. In virtù della natura di Buddha tutti gli esseri sono uguali, sia uomini, sia donne; e devono impegnarsi a fondo per raggiungere l'illuminazione. Nella mente c'è dispersione, pensiamo a qualcosa e immediatemente passiamo ad altro.  Con la meditazione la mente diventa calma, chiara e riposata, e si arriva a familiarizzare con il funzionamento della mente. Occorre lasciare la mente aperta, e osservare il flusso dei pensieri che sorge e che passa, come le nuvole nel cielo. 

I testi sacri del Buddhismo sono raccolti nel Canone pāli, nel Canone cinese e nel Canone tibetano, in base alla lingua. Includono gli insegnamenti, i sermoni, le parabole e i detti del Buddha, le regole di vita per monaci e laici e gli approfondimenti sulla dottrina.

Il Tripiṭaka, nome sanscrito del canone pali del buddhismo, è considerata la raccolta più antica e la più completa degli insegnamenti del Buddha. E' divisa in tre parti (i tre canestri): il Vinaya-piṭaka, che riguarda la disciplina e le regole della vita monastica, etica e condotta, questi insegnamenti sono trasmessi da maestro a discepolo; il Sutta-piṭaka, che contiene varie raccolte di discorsi del Buddha, rielaborati e in parte anche versificati; sono insegnamenti sulla concentrazione e sulla meditazione e trasmessi per iscritto,  e l’Abhidhamma-piṭaka («canestro della religione superiore»), di carattere dottrinale e metafisico; sono  insegnamenti sulla natura dei fenomeni, sui cinque aggregati, e sono trasmessi per iscritto.. Il canone si è costituito durante il regno di Aśoka e ha assunto la sua forma sostanzialmente, seppure non assolutamente, definitiva a Sri Lanka intorno al 1° sec. a.C. ed è il riferimento del buddismo Theravada, la dottrina degli anziani.   Puoi trovare i testi al seguente indirizzo:  https://www.canonepali.net/

Le scritture buddhsite parlano di mille Buddha (vedi:  https://it.scribd.com/document/382951047/Names-of-the-1000-Buddhas). La nostra età porta il nome di "benedetta", perché essa ha già avuto quattro Buddha, l'ultimo dei quali fu Sakyamuni ( o Gautama,  il Buddha storico vissuto 500 anni A.C) e sarà fra tremila anni allietata dalla comparsa del quinto, Maitreya, il futuro Buddha. Il Buddha è caratterizzato dall'assenza di io. Non c'è un culto di Buddha ma un rispetto delle sue qualità, perchè tutti possono diventare Buddha.  La statua di Buddha è vista come un supporto alla meditazione e al cammino spirituale.

Il veicolo di base Theravada ha come obiettivo di liberarsi in fretta, e il percorso è focalizzato sulla liberazione e sulla figura dell'Arath.  Il Theravada è l’unica delle correnti sopravvissute fino ad oggi ed è la scuola più vicina al buddhismo originario, pur non identificandosi completamente con esso. Il nome Theravada, è più corretto di Hinayana (piccolo veicolo), infatti si compone di due parti: thera – “anziani” – e vada – “dottrina”- , da cui  “dottrina degli anziani”.  Gli arhat sono coloro i quali hanno raggiunto il nirvana. Gli Arhat praticano solo per loro stessi, per raggiungere il Nirvana il prima possibile, al contrario invece dei Bodhisattva.

Il grande veicolo Mahayana considera l'insieme degli esseri sensienti, e l'obiettivo è portare l'essere umano al pieno e perfetto Risveglio, arrivare alla liberazione dal Samsara e sviluppare una vasta compassione verso gli esseri sensienti. Insegnare agli essere sensienti il parinirvāṇa, che è un termine proprio del Buddismo con cui si indica la cessazione dell'esistenza dei cinque aggregati, che costituiscono l'esistenza psicofisica dell'individuo, alla morte di un Buddha o di un Arhat.

Esistono 7 guardiani del veicolo di base. All'epoca del 5 guardiano gli eruditi si riunirono per un primo congresso,  all'epoca del 7 guardiano gli insegnamenti furono messi per iscritto.

Il Primo Concilio Buddista si tenne nel V secolo a.C., il   Secondo Concilio Buddista nel 383 a.C., il Terzo Concilio Buddista (circa 250 a.C. prima di questo concilio l'imperatore Aśoka aderisce al buddhismo e il buddhismo si propaga in tutta l'India.   Con il Quarto Concilio inizia la scissione tra le varie correnti del buddhismo, in quel periodo ci furono due Congressi nel 29 a.C. e  poi 100 d.C.  Durante questi due congressi gli insegnamenti furono trascritti in sanscrito, la lingua più diffusa in India. Nel I secolo d.C  iniziano a diffondersi le istanze del buddhismo Mahayana che per segnare la differenza, indicò con Hīnayāna ("piccolo veicolo" o "veicolo inferiore") tutte le altre scuole, tra cui sia i Theravāda sia i Sarvāstivāda. Ciò nonostante, la scuola condivise la decisione di tradurre in sanscrito le proprie scritture (precedentemente in dialetto gandhari). 

Dal VII secolo il buddhismo Mahayana inizia a diffondersi in Tibet e in Afganistan con il nome di Vajrayāna ("veicolo di diamante"), detto anche buddismo tantrico, un approccio basato sui sutra e sui tantra, Rispetto al Mahāyāna non introduceva (almeno nella sua forma iniziale) nuove prospettive filosofiche, quanto piuttosto nuove pratiche (upaya) mutuate dal Tantra induista. La scuola fu introdotta in Tibet da Padmasambhava, che fondò la variante conosciuta poi come buddismo tibetano.  Si parte dal risultato del risveglio, un percorso più rapido ma più difficile.  I tre principi base su cui si basano gli insegnamenti sono:  essere consapevoli dell'esistenza condizionata, sviluppare la Bodhicitta e la comprensione della vacuità.    Bodhicitta è un termine proprio del Buddhismo Mahāyāna che indica l'intenzione del Bodhisattva di conseguire l'illuminazione per la salvezza di tutti gli esseri senzienti. La parola è la combinazione delle parole sanscrite bodhi e citta, e può essere tradotto come Coscienza dell'Illuminazione o Spirito del Risveglio.

A partire dall'XI secolo, con l'arrivo dei Turchi in India e la distruzione di Nalanda la scuola Mahāyāna subì un rapido declino e sparisce dall'India. Sri Lanka, da sempre roccaforte del buddismo Theravāda, assunse un ruolo centrale. All'aumentare dell'influenza politica e commerciale dell'isola seguì naturalmente quella della scuola Theravāda nel vicino Sud-Est asiatico e il buddhismo Theravada si sviluppò nei Paesi Vicini: Thailandia, Cambogia, Laos, Birmania, ecc... 

Nell'XI secolo molti studiosi tibetani andavano in India per ricevere la trasmissione diretta degli insegnamenti da Maestri indiani. E' molto importante l'autenticità degli insegnamenti, anche in Occidente.    Le scuole del buddhismo Vajrayana sono le seguenti:
-  L'ordine Nyingmapa (gli Antichi). La scuola appunto più antica, stabilita nel sec. VIII E.C., rivendica di discendere da Padmasambhava, il “nato dal loto”, anche detto Guru Rinpoche, “il maestro prezioso” che introdusse il tantra buddhista nel Tibet e che viene considerato come un secondo Buddha.
-  L’ordine Sakyapa (la Terra chiara). Nel sec. XI Virupa, un potente maestro tibetano, trasmette il suo insegnamento tantrico al tibetano Drokmi Shakya Yeshe, che a sua volta ebbe come discepolo un appartenente della famiglia Khon, Köntchok Gyalpo (o Konchog Gyalpo: 1034-1102).
-  L'ordine Kagyupa (la Via della Trasmisione orale) fu fondato da Marpa (discepolo di Naropa, che fu discepolo a sua volta di Tilopa) ed è diventato famoso con il suo discepolo Milarepa, il più famoso e potente degli yoghin tibetani, celebre per i suoi poteri magici. Il suo insegnamento segue un itinerario di sei veicoli di cui la vetta è il Grande Sigillo (mahamudra) – l’unione della vacuità e della chiara luce. Il più conosciuto discepolo di Milarepa, fu Gampopa (1079-1153).
-  La scuola Gelugpa ( i virtuosi). Il Buddhismo viene rivitalizzato in Tibet dal Lama Tzong Khapa (o Tsongkhapa) nel 1400 (inizio del sec. XV) che fonda la scuola dei cosiddetti berretti gialli, i Gelugpa (a questa tradizione appartiene il Dalai Lama), dal berretto che i monaci portano per distinguersi dalle altre scuole che hanno un berretto rosso. I copricapi dei primi eruditi (pandita) buddhisti sarebbero stati gialli, colore che evoca la terra e la stabilità.  

Vicino alla statua del Buddha di solito ci sono ritratti di importanti maestri che hanno garantito la trasmissione del Dharma, come l'indiano Tilopa, Narupa (uno yogi), Marpa (un contadino), Milarepa (uno yogi), Gangopa, ecc.   Il Buddha è rinato uomo e principe per essere più facilmente ascoltato; Comunque nella storia del buddhismo ci sono state anche diverse donne realizzate.

Audacia e Compassione - Dilgo Khyentsé

Il testo Audace et Compassion di Dilgo Khyentsé (prima edizione del 1993) riprende gli insegnamenti sulla mente e la bodhicitta del maestro indiano Atisha (982-1054 maestro all’università Vikramashila e adepto della regola monastica) e del maestro tibetano Ngultchou Zangpo (1295-1369).  discepoli di Atisha fondarono la scuola Kadampa e il principale discepolo fu Dromteunpa che trasmise gli insegnamenti a Tchékawa Yéshé Dorjé  che li racchiuse in un poema L’Entrainement de l’esprit en sept point, (un testo radice).        

 

Questi insegnamenti  sono stati trasmessi fino ai nostri giorni da una catena ininterrotta  di maestri e sono utilizzati in tutte le tradizioni buddhiste. Sono utilizzati nella tradizione Gelugpa che insegna il cammino graduale dei tre livelli di comprensione e dei tre aspetti principali della via, nella tradizione Sakyapa detta della via e del frutto che prepara alle tre visioni,  nella tradizione Kagyupa che include anche gli insegnamenti orali di Milarepa (1052-1135)  sul Mahamoudra, nella tradizione Nyingmapa associata alla determinazione di liberarsi dal ciclo delle esistenze.    Il maestro di Milarepa è stato allievo di Marpa (1012-1097) che riportò dall’India numerosi tantra e  impiantò in Tibet gli insegnamenti della tradizione Kagyu. Il discepolo più celebre di Milarepa è stato Gampopa (1079-1153) che fu il fondatore dell’ordine monastico Kagyu e della tradizione Dakpo Kagyu.  Altri personaggi molto importanti per lo sviluppo del buddhismo sono stati: - Nagarjuna che visse nel III secolo e contribuì a diffondere il buddhismo in India.  - Shantideva (690-760) che è stato un celebre maestro indiano, membro dell’università di Nalanda e la sua opera maggiore è La marche vers l’Eveil un testo molto studiato nel mondo buddhista.

(Nota:  Shantarakshita, abate dell’università di Nalanda andò a insegnare il buddhsimo in Tibet intorno al 762, ma fu contrastato da demoni e spiriti locali.  Il re e Shantarakshita invitarono allora Guru Rinpotché che sconfisse le forze negative e permise al buddhismo di diffondersi e brillare in Tibet.)

Il poema L’Entrainement de l’esprit en sept point (l'allenamento della mente in sette punti) in sintesi : Considerate tutto come un sogno, dopo la meditazione considerate tutti i fenomeni come illusioni, utilizzate il respiro come supporto, prendete su di voi la sofferenza, trasformate le avversità nella via del Risveglio, la vacuità è la protezione suprema,  Non giudicate le azioni degli altri, non aspettate un risultato delle vostre azioni, non rispondete agli insulti, non sottolineate le debolezze degli altri, non abbiate dei secondi fini nel compiere le azioni.  Non dipendete dalle condizioni esterne, fate quello che è importante, e siate costanti nella pratica.

Il testo inizia con un omaggio a Tchenrézi (in tibetano) o Avalokiteshvara (in sanscrito), il Bodhisattva della compassione perfettamente preparato al triplo allenamento: disciplina, concentrazione e saggezza.

E’ grazie al maestro Padmasambhava (VIII secolo) che l’insieme del Dharma (sutra e tantra) si è potuto diffondere in Tibet.  Sono tre i cicli di insegnamenti del Buddha (ogni insegnamento corrisponde a un giro di ruota): 1- il cammino che porta alla fine della sofferenza, 2- la vacuità, 3- l’unione della vacuità e della saggezza.

Quelli che vogliono arrivare al Risveglio devono praticare la bodhicitta relativa ( soprattutto i debuttanti ) e assoluta.  Per poter iniziare questo percorso occorre padroneggiare sia la comprensione della vacuità, sia la compassione.

Come preliminare agli insegnamenti bisogna esaminare tre punti: la preziosa vita umana (caratterizzata da 18 aspetti: - 8 libertà, 5 ricchezze estrinseche e 5 intrinseche), l’impermanenza e il tormento del samsara.

La base per ottenere il Risveglio è la fortuna di avere una esistenza umana, ma ascoltare gli insegnamenti non ci libera dal samsara, dobbiamo riuscire a metterli in pratica.  Dobbiamo iniziare a praticare il prima possibile, coltivare le virtù, controllare la mente, dare il meglio di noi per abbandonare il male e coltivare il bene. Le esperienze di benessere o sofferenza sono i risultati di atti positivi o negativi.

Prendete rifugio nei tre gioielli e meditate sul Risveglio, considerate che tutti gli atti che voi fate con il corpo, la mente e la parola sono destinati a tutti gli esseri, vasti come lo spazio.

Bodhicitta assoluta.  Considerate tutte le cose come un sogno, Non c’è che una sola cosa nell’esistenza che sia stabile o che duri: tutto è Impermanente. Senza una comprensione profonda di questo concetto e dell’ineluttabilità della morte è difficile praticare gli insegnamenti sacri.  E’ la mente che crea l’illusione, prendendo per reale quello che non è.  Ma la mente stessa esiste?  Il testo radice riporta la seguente frase: “Analizzate la natura non-nata della coscienza risvegliata”.       Se voi analizzate la mente, vedrete che la mente non ha un inizio, né una fine, non può essere trovata né dentro, né fuori dal corpo, e non esiste come una cosa.  La mente che pensa “io” è totalmente sprovvista di esistenza e di carattere sostanziale.

Quando avremo veramente realizzato la vacuità, come Milarepa (1052-1135), non saremo soggetti al dolore e alla sofferenza.  Non saremo sofferenti per il  caldo, il freddo, o per la puntura di insetti.  Dopo la meditazione i fenomeni saranno considerati come illusioni.

Bodhicitta relativa.  Noi attribuiamo una grande importanza ai nostri pensieri e a quello che consideriamo il mio corpo, la mia mente, ecc.  Il primo passo del cammino verso la bodhicitta è quello di apprendere a ignorare noi stessi.  Noi otterremo il Risveglio quando saremo capaci di preoccuparci degli altri come di se stessi, in questo modo anche se rimaniamo nel samsara, saremo liberi da ogni preoccupazione.  E’ grazie a vostra madre che disponete di una preziosa vita umana, e solo per questo dovremmo sentire verso di lei una infinita riconoscenza e prendersi cura dei genitori anche in tarda età.

I bodhisattva vengono al mondo per portare il bene di tutti gli esseri. L’essere capaci di scambiare il nostro benessere contro la sofferenza degli altri è il cuore della pratica, e questa difficile pratica sarà facilitata dal respiro, quando espirate, tutto il vostro benessere va agli altri, quando inspirate assorbite tutte le sofferenze degli altri.  Solo praticando con disciplina per anni riuscirete a familiarizzare con questo concetto. In Tibet questo scambio si chiama tonglen. Questo aspetto è rafforzato recitando delle preghiere di fronte a Maestri o statue del Buddha.Un altro aspetto importante della pratica è liberarci dai tre veleni: l’attaccamento alle persone e agli oggetti che ci piacciono, la collera verso persone e situazioni antipatiche e l’ignoranza nelle situazioni neutre. 

L’altro passo importante è passare dalla bodhicitta in intenzione alla bodhicitta in azione, utilizzando le situazioni difficili come via verso il Risveglio.  Il vero ostacolo alla liberazione e al Risveglio è l’attaccamento all’ego.  Non dovremmo continuamente essere ripiegati su se stesi  ma mostrarci generosi verso gli altri, cercare di liberarli dalla sofferenza.   Tutte le sofferenze, le malattie, cattivi pensieri sono il risultato dell’attaccamento all’io.     Dovremmo rispettare tutti gli esseri nella stessa maniera, andare all’incontro dell’altro senza fare emergere avversione, invidia, indifferenza.  Dovremmo ripeterci la seguente frase: “I miei problemi e i miei mali dipendono da me, il mio benessere e le mie qualità dipendono dagli altri”.

Se cerchiamo l’origine dei fenomeni, quali sono le cause, e a che cosa somigliano le emozioni vedremo che non c’è niente da trovare, questa assenza è il Corpo assoluto, non nato o dharmakaya. Anche la mente è introvabile, perché è vacuità. La vacuità è la protezione suprema, le apparenze illusorie sono percepite come i quattro Corpi.  Facciamo buon uso delle situazioni avverse e meditiamo sinceramente.

Il miglior metodo per la bodhicitta in azione è quello delle quattro pratiche: l’accumulazione (fare offerte), la purificazione ( essere pentiti di azioni negative, manifestare la determinazione a migliorare, meditare sulla vacuità), le offerte alle forze negative (quando provo dolore, mi esercito alla pazienza) e le offerte ai protettori del Dharma (chiediamo ai Maestri di aiutarci a considerare tutti gli esseri in modo positivo) .

La bodhicitta si sviluppa in colui che possiede le cinque forze: la risoluzione e la determinazione, la familiarizzazione con la meditazione, l’accumulazione dei meriti e grani positivi, il disgusto (applicare un antidoto prima che l’attaccamento all’ego prenda il sopravvento) e l’aspirazione al raggiungimento del Risveglio.   Le cinque forze sono come la sillaba "Houng" che nei suoi cinque costituenti riunisce tutti gli insegnamenti.  Le istruzioni del Mahayana per prepararci alla morte sono le cinque forze. Nel momento della morte, ci si distende sul lato destro, la testa posata sulla mano destra, espiriamo tutto il benessere e lo offriamo a chi soffre, inaliamo tutte le malattie e le emozioni negative degli esseri per prenderle su di noi. Poi ci si fisserà sul carattere illusorio del samsara e del nirvana che sono simili a sogni, scopriamo che tutto è una percezione della mente. La dove niente esiste, non c’è ragione di aver paura.

Il Buddha ha dato gli 84000 insegnamenti , tutti destinati a sottomettere l’attaccamento all’ego.  Si riconosce l’uso corretto del Dharma dalla capacità più o meno grande di disfarsi dell’ego.  L’attaccamento all’ego è tale che se noi possediamo delle piccole qualità le troveremo immense, e non notiamo i nostri difetti. Se dopo un attento esame, potremo congiungere le mani davanti al petto e pensare onestamente che tutte le nostre azioni sono giuste, è il segnale che cominciamo ad acquisire dell’esperienza nell’allenamento della mente.  Se noi vediamo delle persone nella sofferenza mentale o fisica, o in preda alle avversità dovremmo imparare a prendere su di noi i loro mali.  I Bodhisattva si riconoscono dai seguenti segni esteriori: calma e serenità che ne attestano la saggezza,  l’assenza di emozioni negative che mostra il progresso sulla via, la perfezione che scaturisce dalle virtù e dagli atti virtuosi.

I tre principi generali sulla base dei quali bisogna adattare il nostro comportamento sono: il rispetto degli impegni legati all’allenamento della mente, l’assenza di ostentazione, e l’imparzialità. Facciamo in modo che le nostre parole e i nostri atti siano conformi all’insegnamento e l’amore e la compassione siano universali e identici per tutti gli esseri.  L’allenamento della mente deve essere fatto con discrezione senza ostentamento, non bisogna parlare dei difetti degli altri, non avere opinioni sull’atteggiamento delle persone, si deve lavorare soprattutto sulle emozioni principali senza sperare in un risultato, non si deve rispondere agli insulti e non si devono sottolineare le debolezze altrui.  Durante tutta la giornata si deve tenere a mente il concetto di bodhicitta, e cercare di individuare se c’è qualche segnale di miglioramento in noi.  Il corpo, la mente e la parola devono essere consacrati a delle attività positive e la meditazione deve essere dedicata all’amore e alla compassione.  Il Dharma ha due aspetti: l’insegnamento e la pratica, spesso molte persone ascoltano gli insegnamenti, ma poche sono quelle che passano agli atti.   Il Dharma  è sintetizzato in queste poche righe:  "Tchenrézi personifica tutti  i yidam (storie);  un mantra, Mani è la quintessenza di tutti i mantra;  un insegnamento, la bodhicitta ingloba tutte le pratiche di sviluppo e di perfezione; conoscendo quello per cui tutto è liberato; recitate il mantra in sei sillabe". La pratica assidua delle istruzioni del nostro maestro renderà la nostra comprensione sempre più profonda.

Questo libro è un allenamento alla Bodhicitta ed è il condensato degli 84.000 insegnamenti del Buddha. Forse non saremo capaci di esercitare perfettamente la bodhicitta, ma la pratica contribuirà alla nostra felicità in questa vita.  Tra gli  insegnamenti vasti e profondi troviamo il Mahamudra e il Dzoktchen.

La gioia di vivere - Amadio Bianchi

"Affermo che uno e indivisibile è lo yoga anche se oggi ci appare in tante forme e con tanti nomi" - Amadio Bianchi      "Esiste una sola verità, ma i saggi la chiamano con diversi nomi"

Il testo La gioia di vivere. Con lo yoga e la yoga terapia  è stato pubblicato nel 2013 ed è stato scritto dal Maestro Amadio Bianchi, il presidente della federazione europea di Yoga.     

Nel periodo attuale, l'uomo molto confuso. la via fallimentare capitalista ha condotto l'uomo verso la povertà spirituale. Il presidente dell'Uruguay José Alberto Mujica nel giugno 2012 al G20 ha affermato "Dobbiamo rivedere il modo di vivere, lo sviluppo non può essere contro la felicità!" Autorevoli statistiche prospettano dati inquietanti, il 90% o più delle persone sta male, e l'umanità si ritrova attualmente ad essere globalizzata nel malessere. La felicitò o la liberazione dalla sofferenza (moksa) è il principale obiettivo dello yoga, ossia liberare l'uomo dall'identificazione del soggetto nell'oggetto mediante la discriminazione. Altro obiettivo è quello dell'unità nella diversità, ciò nel rispetto e nell'amore per la diversità. Nessun politico porta avanti nei suoi programmi l'obiettivo della realizzazione della felicità. La tristezza, come l'Oriente insegna,  viene somatizzata dalle persone che poi sviluppano patologie di vario genere (7 persone su 10 soffrono per disturbi di origine non fisica). La vita è per la sua struttura psico-somatica senza eccezioni e coinvolge corpo e mente. Purtroppo l'uomo oggi si identifica in indotti futili bisogni.  

Uno dei segreti per essere felici è quello di utilizzare correttamente i doni che la natura ci ha messo a disposizione, come il corpo e la mente. Lo yoga aiuta a gestire la mente; nel testo di Patanjali si legge:  "Yogah cittavrtti nirodhah: lo yoga è controllo delle modificazioni mentali". . Nei versi seguenti viene indicato il cammino per arrivare al controllo della mente. Lo yoga è unione, si può dare un senso alla vita quando le due componenti, fisica e mentale arrivano ad operare in maniera congiunta. Se non c'è questa sinergia, armonia tra mente, corpo, respiro e energia non c'è yoga.  Patanjali indica il percorso per arrivare alla liberazione e conoscenza.  

La meditazione, una delle fasi finali del percorso, permette di sperimentare il mentale nel tentativo di superarlo e giungere a stadi "sovraordinari" di contemplazione che coincidono con stati di coscienza diversi da quelli comuni, nei quali l'uomo si identifica con il contenuto della sua mente.     

Le vie indiane sono impegate da millenni nel tentativo di riportare l'uomo nel presente. La maggior parte dei maestri propone il vairagya o distacco. Ossia arrivare a contemplare il proprio mentale, senza venirne coinvolti, poi si passa a contemplare gli strati più profondi del subconscio e dell'inconscio. La via della liberazione e conoscenza permette di trascendere il mentale, e arrivare a conoscere la natura essenziale e reale delle cose, non più rivestite dalla sovrastruttura dell'ego. L'ultimo stadio di questo processo di concentrazione e coscienza viene chiamato samadhi. Uno stato di perfetta trascendenza, non duale ed estatica, che permette di fare esperienza del Brahman (del Tutto).  

Lo yoga è in grado di apportare meravigliosi cambiamenti nella personalità di un individuo e permette di vivere in maniera più consapevole e equilibrata. 

martedì 30 luglio 2024

Venti anni senza Tiziano Terzani

"La verità è una terra senza confini" - Terzani

Il 28 luglio di venti anni fa moriva Tiziano Terzani.  Tiziano Terzani (1938-2004) è stato molto più che un giornalista e uno scrittore, quasi un guru: ha raccontato i cambiamenti di un mondo vivendoli in prima persona.  Ha descritto in maniera accurata i cambiamenti epocali dell’estremo oriente, perché qui ha lavorato come corrispondente per numerose testate e ha vissuto, per oltre 30 anni, con la propria famiglia. Testimone di eventi storici di una certa portata, dalla guerra in Vietnam alla Cina dopo Mao, Terzani è autore di testi ricchi di spiritualità, la stessa che ha conosciuto in prima persona proprio in terra d’Oriente.


Tiziano Terzani intraprende la strada del giornalismo a soli 17 anni. Dopo un anno dal conseguimento della laurea in giurisprudenza, Terzani lavora presso l’Olivetti che lo invia in Asia, in Giappone nel 1965.  Sebbene apprezzi l’opportunità di lavoro all’Olivetti, abbandona questa azienda per approfondire la propria formazione: vince, così, una borsa di studio alla Columbia University, consegue una seconda laurea in Affari Internazionali, e ottiene uno stage al New York Times. Ma ad affascinarlo oltremodo è, da sempre, la cultura orientale e si mette a studiare cinese a Standford (una delle 5 lingue che Terzani parla alla perfezione).
La decisione di esplorare, in tutte le sue dimensioni, il continente asiatico si realizza nel 1971, quando, ormai giornalista, si stabilisce a Singapore con la moglie (la scrittrice tedesca Angela Staude) e i due figli piccoli e comincia a collaborare con il prestigioso settimanale tedesco Der Spiegel come corrispondente dall’Asia (una collaborazione trentennale, durante la quale Terzani scriverà  anche per la Repubblica, prima, e per il Corriere della Sera, poi). 

Passerà a documentare gli avvenimenti del Vietnam, della Cambogia, e della Cina (da dove verrà espulso nel 1984), Le tappe successive del vagabondaggio sono Hong Kong, fino al 1985; Tokyo, fino al 1990 e poi Bangkok. Nell’agosto del 1991, è testimone del golpe anti-Gorbaciov. Dal 1994 è in India a Nuova Delhi.
L’altro amore di Terzani, oltre l’Oriente, è Angela Staude che conosce nel 1957, che poi sposa qualche anno dopo. Dal matrimonio tra Terzani e la Staude nascono due figli: Folco Terzani, il più grande, e Saskia Terzani, più piccola di due anni. 

Dopo quattro anni trascorsi a Hong Kong, nel 1979 Terzani si trasferisce con l’intera famiglia a Pechino: fa frequentare ai suoi figli la scuola pubblica cinese e, per comprendere appieno la realtà che lo circonda, visita città e paesi chiusi agli stranieri. Successivamente, si sposta prima a Tokyo, dove vive fino al 1990, e poi si stabilisce in India, nel 1994, sempre in compagnia della propria adorata famiglia. A partire dagli anni 2000 Terzani intraprende una sorta di “pellegrinaggio”, che lo spinge a intervenire in numerose scuole e luoghi pubblici e ad appoggiare Gino Strada ed Emergency nella causa “Fuori l’Italia dalla guerra”.

Nel 2002 lo scrittore si ammala di cancro: un tumore all’intestino, contro il quale lotta a fondo. Ma i suoi sforzi contro la malattia, purtroppo, non bastano. Dopo aver sperimentato e osservato le tecniche della più moderna medicina occidentale, Terzani parte per un altro viaggio, alla scoperta delle medicine alternative per la cura contro il cancro. Poi, quando prende consapevolezza che anche queste medicine alternative non fermeranno l'evoluzione della malattia, inizia l’itinerario più difficile, un cammino che lo porti ad accettare serenamente la morte. Documenta, con il suo solito spirito giornalistico, questo percorso spirituale alla ricerca di una pace interiore,  che costituirà il contenuto del libro Un altro giro di giostra, pubblicato nel 2004.  

Dopo tanto girovagare, ritorna nella sua terra natia, la Toscana. Muore a Orsigna (Pistoia), piccolo borgo dell’Appennino pistoiese, il 28 luglio del 2004, ad appena 65 anni.

A Tiziano Terzani, in Italia, sono state intitolate strade, parchi, biblioteche e persino una scuola. Dopo l’esempio di quella in Burkina Faso, il 26 marzo del 2015, l’Istituto comprensivo di via Legnano (che unisce cinque istituti scolastici tra Abbiategrasso e Cassinetta) è stato ufficialmente intitolato al giornalista e scrittore, per il suo incarnare alla perfezione i valori della multiculturalità e dell’apertura.

 Nel corso della sua breve vita, Tiziano Terzani ha pubblicato ben 19 libri:

  • Nel 1966 scrive primo il reportage, Natale negro. Un rapporto sulla segregazione in Sud Africa.
  • Nel 1973 pubblica il suo primo volume: Pelle di leopardo, dedicato alla guerra in Vietnam.  Un libro (come tutti quelli di Terzani) che fa riflettere e getta luce sulle terribili conseguenze del conflitto: nel racconto fanno, infatti, capolino il terrore di chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma della guerra e la speranza che l’incubo finisca al più presto
  • Nel 1975 pubblica Giai Phong! La liberazione di Saigon.    Terzani è uno dei pochi giornalisti a non abbandonare il Vietnam: resta coraggiosamente a Saigon, assiste alla presa di potere da parte dei comunisti
  •  Nel 1981 pubblica Holocaust in Kambodscha, in cui descrive l’intervento vietnamita in Cambogia.
  • Nel 1984 pubblica la Porta proibita in cui descrive la sua intensa esperienza cinese, e in cui dà pieno sfogo al suo dissenso per essere stato espulso dalla Cina, accusato di attività controrivoluzionarie.
  •  Nel 1992 pubblica Buonanotte, signor Lenin, che rappresenta una fondamentale testimonianza in presa diretta del crollo dell’impero sovietico. Il libro è ricco di fotografie scattate dallo stesso autore.
  • Nel 1993 pubblica Un indovino mi disse, che racconta di un anno (il 1993) vissuto svolgendo la normale attività  di corrispondente dall’Asia senza mai prendere aerei; Questo per assecondare alla lettera una profezia, fattagli da un indovino di Hong Kong. Un’esperienza che consente allo scrittore di attribuire un valore tutto nuovo a ogni volto incontrato e di comprendere cosa significhi colmare lunghe distanze in modo lento.
  • Nel 1998 pubblica In Asia, un libro a metà  tra reportage e racconto autobiografico, che traccia un vasto profilo degli eventi che hanno segnato la storia asiatica degli ultimi trent’anni.  Descrive, anche, minuziosamente la quotidianità dei popoli d’Oriente.
  • Nel marzo 2002 pubblicando le Lettere contro la guerra (rifiutato dagli editori di lingua anglosassone per i contenuti decisamente contro l’intervento militare degli USA in Afghanistan), interviene nel dibattito seguito all’attentato terroristico dell’11 settembre 2001,  e rientra in Italia per un intenso periodo di incontri, conferenze e dibattiti dedicati alla pace, prima di tornare nella località  ai piedi dell’Himalaya dove passerà la maggior parte del suo tempo.
  •  Nel 2004 pubblica Un altro giro di giostra, per raccontare il suo ultimo ‘viaggio’: quello attraverso la malattia e il sistema che la circonda.

Sono usciti postumi nel 2006 La fine è il mio inizio – diventato anche film nel 2010 – Fantasmi (2008) e Un’idea di destino. Diari di una vita straordinaria (2014) e In America. Cronache da un mondo in rivolta (2018). Alla sua   memoria sono dedicati il Premio letterario internazionale dell’associazione vicino/lontano di Udine, la pagina Facebook @TizianoTerzaniOfficial e il sito www.tizianoterzani.com.

TizianoTerzani è uno degli autori che mi hanno veramente colpito e ha ispirato il cammino della mia vita; è entrato nelle stanze della mia anima e ha acceso la luce. Tiziano è stato tra i primi intellettuali a prendere le distanze dal comunismo e a individuare i mali del modernismo materialista occidentale e le storture del sistema capitalista.

Ho letto tutti i suoi libri da cui emerge saggezza, cultura, intelligenza. Tutti i suoi libri, nei quali racconta le sue esperienze.in una prospettiva evoluta,  sono assolutamente da leggere e rileggere A mio avviso quelli da non perdere assolutamente sono:  Un altro giro di giostra e La Fine è il mio inizio.

 Link utili per approfondire:

  • Il sito ufficiale: https://tizianoterzani.com/
  • Intervista del 1987   https://www.youtube.com/watch?v=upa3IkfbECE
  • 20 anni senza Tiziano Terzani  https://www.youtube.com/watch?v=yjTOjWBNFYI
  • Soul di Folco Tiziano https://www.youtube.com/watch?v=QTHiYElTAXE    
  • Redux del libro La Fine è il mio Inizio  in PDF   https://www.vicinolontano.it/wp-content/uploads/2020/12/La-Fine-%C3%A8-il-mio-inizio-redux.pdf    
  • Tiziano Terzani - Lettere contro la guerra    https://www.youtube.com/watch?v=QWxj4p72gR8
  • Tiziano Terzani contro la guerra (il nuovo libro di Gloria Germani) https://www.terranuovalibri.it/libro/dettaglio/gloria-germani/tiziano-terzani-contro-la-guerra-9788866819813-236806.html
  • https://www.vicinolontano.it/tiziano-terzani/

domenica 28 luglio 2024

Tiziano Terzani - Frasi sagge

Tiziano Terzani diceva: "Oggi l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri potranno acquistare lavorando anch'essi a ritmi spavento".

"E se imparassimo a vivere di piccole cose, nell'essenziale, del cibo semplice, magari imparando anche l'arte del riciclo, del baratto, acquistando anche cose usate, non ci sarebbe povertà, soprattutto ci sarebbe più ricchezza di animo, e di tempo, che è il bene più prezioso che abbiamo, per viverci le persone amate, per vivere la natura".
 
" L'unico modo per non farsi consumare dal consumismo è digiunare, digiunare da qualsiasi cosa non sia assolutamente indispensabile, digiunare da comprare il superfluo. Basta rinunciare a una cosa oggi, a un'altra domani. Basta ridurre i cosiddetti bisogni di cui presto ci si accorge di non avere affatto bisogno. Questa è la vera libertà: non la libertà di scegliere, ma la liberta' di essere. La libertà che conosceva bene Diogene che andava in giro per il mercato di Atene borbottando fra sé e sé: Guarda, guarda... quante cose di cui non ho bisogno!"

Sulla spiritualità: "A che serve essere stati seduti sui talloni per ore a meditare se non si è con questo diventati migliori, un po' più distaccati dalle cose del mondo?” -

"Il caso? Difficile dire che non esiste, ma in qualche modo mi andavo convincendo che gran parte di quel che sembra succedere appunto “per caso”, siamo noi che lo facciamo accadere; siamo noi che, una volta cambiati gli occhiali con cui guardiamo il mondo, vediamo ciò che prima ci sfuggiva e per questo credevamo non esistesse. Il caso, insomma, siamo noi".

"Se uno vive senza mai chiedersi perchè vive spreca una grande occasione e solo il dolore spinge a porsi la domanda".

"Una strada c’è nella vita, e la cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici “Oh. ma guarda, c’è un filo”. Quando lo vivi non lo vedi, eppure c’è. Perchè tutte le scelte che fai sono determinate, tu credi, dal tuo libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che innanzi tutto è il tuo istinto, e poi forse da qualcosa che gli indiani chiamano il karma e con cui spiegano tutto, anche ciò che a noi è inspiegabile. Forse quel concetto ha qualche fondamento perchè ci sono cose nella nostra vita che non si spiegano se non con l’accumularsi dei meriti o colpe di vite precedenti".

"Ci vuol coraggio, ci vuole determinazione, ci vuole fantasia, ma le possibilità ci sono. Non è che tutte le porte sono chiuse, che il mondo è già tutto sprangato e i posti sono già presi dagli altri. Ma per nulla! Io trovo che la cosa più bella che un giovane possa fare è di inventarsi un lavoro che corrisponde ai suoi talenti, alle sue aspirazioni, alla sua gioia, e senza quella arrendevolezza che sembra così necessaria per sopravvivere. “Ah ma io non posso perché..” Tutti possono. Ma capisci quello che dico? Bisogna inventarselo! Ed è possibile, possibile, possibile".  "Occorre fare una vita in cui ti riconosci"

"Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l’intuizione, non attraverso l’intelletto. L’intelletto è limitato".

"La vera comprensione è quella che va al di là della ragione e che si fonda sull’istinto, sul cuore".

"Solo se riusciremo a guardare l’Universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella diversità cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo".

"Il coraggio è il superamento della paura".

"L’unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell’Himalaya… È dentro di noi".

"Mi piaceva pensare che i problemi dell’umanità potessero essere risolti un giorno da una congiura di poeti: un piccolo gruppo si prepara a prendere le sorti del mondo perché solo dei poeti ormai, solo della gente che lascia il cuore volare, che lascia libera la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano, è capace di pensare diversamente. Ed è questo di cui avremmo bisogno oggi: pensare diversamente".

Tiziano Terzani, (Firenze, 14 settembre 1938 – Orsigna, 28 luglio 2004) è uno scrittore che è stato capace, con le sue opere, di ottenere una grande risonanza nel mondo culturale italiano e mondiale. Laureato con lode in Giurisprudenza nel 1962 presso la Scuola Normale Superiore di Pisa scrive il suo primo libro nel 1973 con l’uscita di “Pelle di Leopardo” un’opera dedicata alla guerra in Vietnam. Nel 1992 pubblica “Buonanotte, Signor Lenin” libro dedicato al crollo dell’impero sovietico. Nel 1994 si stabilisce, insieme a sua moglie Angela Staude e ai suoi due figli (Folco e Saskia), in India. Il libro che gli procura fama mondiale è certamente “Un altro giro di giostra” uscito nel 2004. L’opera racconta di un percorso nel bene e nel male del nostro tempo, alla ricerca di una cura contro il cancro di cui Terzani era affetto dal 2002.          Link utili:       

giovedì 25 luglio 2024

Il Bhutan - in cifre

 Il Bhutan, ultimo regno buddista dell'Himalaya è un paese piccolo, circa come la Svizzera. Rimasto praticamente chiuso agli stranieri fino al 1974, quando il re Jingme Wangchuck permise agli stranieri di visitare il paese. Dal 2008 su ordine del Re divenne ufficialmente Monarchia costituzionale con un parlamento ed elezioni.   

Nel Paese è ricercata la “Gross National Happiness”, la Felicità Nazionale Lorda che è ritenuta dal re di gran lunga più importante del Prodotto Interno Lordo; non si deve perciò raggiungere la crescita economica a spese di una peggior qualità di vita.

Documentario sul Bhutan.  Dans les pas de Matthieu Ricard: https://www.youtube.com/watch?v=swF3V114-Ss

  Il Bhutan in breve.

Nome ufficiale : Druk Yül (Paese del drago tonante)   Forma di governo: Monarchia costituzionale

Capo dello stato : Druk Gyalpo Jigme Khesar Namgyel Wangchuck 

Capitale : Thimphu (ca 90.000 abitani)   Città principali: Thimpu, Paro, Puentshoeling.

Superficie : 47.020 Km²    Ora legale : + 6 GMT (+ 5 rispetto l'Italia e + 4 quando vige l'ora legale)

Elettricità : 220 V 50 Hz, erogazione regolare

Abitanti : stimati fra 800.000 e 2 milioni  secondo le diverse fonti.

Gruppi etnici: "Bhutanesi" ca. il 75%, composto dai gruppi dei Drukpa, Ngalong, Chumey, Chökhor, Sharchopa, Lingshi, Laya, Lunana e nomadi. Nepalesi (Lhotsampa), Tibetani, Indiani e Birmani compongono ca. il 25%.

Lingue : La lingua ufficiale è lo Dzongkha, anche se si parlano i vari dialetti bhutanesi e il Nepalese. Molto diffusa la lingua inglese.

Religioni : Buddismo tibetano con un proprio leader religioso (Je Khenpo), sciamanesimo e Hinduismo.

Cucina : speziata, misto fra quella tibetana e indiana. Piatto nazionale : Ema datshi, peperoncini con salsa di formaggio.

Calendario : Calendario lunare tibetano, calendario gregoriano (occidentale)

Geografia : Il territorio si estende per circa 300 chilometri su un tratto del versante Sud dell’Himalaya, nel settore orientale. Nella parte meridionale comprende una fascia collinare dove domina una giungla molto fitta, scarsamente esplorata. Al centro del paese si trova una zona di altopiani, con boschi di querce e castagni. La zona più settentrionale, è caratterizzata dalla catena dell'Himalaya con vette che superano i 7000 metri. Il Paese ha una superfice di 47.020 Km² e le altitudini variano dai 300 m nel Sud fino a 7554 m nell'alto Himalaya.    

Monti principali : Kula Kangri 7554 m e il sacro Chomo Lhari (Jhomolari) 7313 m.

Fiumi principali : La rete di fiumi è costituita dai numerosi affluenti del Brahamaputra. Il Sankosh è il fiume più lungo con 250 Km in totale, compreso  il tratto indiano.

Economia : Prevalentemente agraria (oltre 80% del PLN), industria alimentare, energia idroelettrica, artiganato, cemento e turismo.

Emancipazione femminile.  L’uomo e la donna hanno gli stessi diritti e i costumi sessuali sono liberi. In pratica ognuno può vivere come crede e non è necessario sposarsi. In casa il marito e i figli aiutano la donna a cucinare e a fare i lavori domestici e tutti danno il loro contributo. I bambini sono molto amati e le famiglie numerose sono frequenti. 

Moneta : La moneta locale è il Ngultrum, divisibile in 100 Chetrums, ma in pratica si usa la rupia indiana. Anche i dollari sono accettati pressoché ovunque. L’importazione di valuta estera è libera ma con una dichiarazione in frontiera, mentre l’esportazione è libera entro i limiti di quanto importato. Le ricevute di cambio devono essere accuratamente conservate insieme alla copia della dichiarazione doganale. Le carte di credito non sono accettate facilmente.

Visitare il paese : il turismo fai da te/autonomo non è permesso, solo viaggi organizzati eccetto per i cittadini dell'India, Bangladesh e le Maldive.

Paesi confinanti : Cina a Nord (Tibet), India a Sud, ovest (Sikkim) ed est (Arunachal Pradesh).

Indicatori sociali

Indice di povertà a 2,15 dollari al giorno (2017 PPA) (% della popolazione) 0,0 (2022)

Aspettativa di vita: 72 anni  (2021)

Popolazione: totale 782.455 (2022)

Crescita della popolazione:  (% annuale) 0,6 (2022)

Migrazione netta:  300 (2023)

Indice del capitale umano: (HCI) (scala 0-1) 0,5 (2020)

Indicatori  economici 

PIL: US$ corrente 2,77 (2021 miliardi)

PIL pro capite:  US$ correnti 3.560,2 (2021)

Crescita del PIL: (% annuale) 4,4 (2021)

Disoccupazione, totale (% della forza lavoro totale) (stima ILO) 6,0 (2023)

Inflazione: prezzi al consumo (% annuale) 5,6 (2022)

Rimesse personali:  (% del PIL) 2,7 (2021)

Indicatori ambientali 

Emissioni di CO2:  (tonnellate pro capite) 1,3 (2020)

Area forestale:  (% della superficie terrestre) 71,5 (2021)

Accesso all'elettricità:  (% della popolazione) 100,0 (2021)

Prelievi annuali di acqua dolce: totale (% delle risorse interne) 0 (2020)

Produzione di elettricità da fonti rinnovabili, escluso l'idroelettrico:  (% del totale)
Nessun dato disponibile

Persone che utilizzano servizi igienici gestiti in modo sicuro: (% della popolazione) 51 (2022)

Indicatori vari

Omicidi intenzionali: (per 100.000 persone) 2 (2020)

Debito dell'amministrazione centrale: totale (% del PIL) 111,0 (2020)

Indicatori di performance statistica (SPI): Punteggio complessivo (scala 0-100) 59,6 (2022)

Persone che usano Internet:  (% della popolazione) 86 (2021)

Percentuale di seggi occupati da donne nei parlamenti nazionali: (%) 17 (2022)

Investimenti diretti esteri, afflussi netti (% del PIL) 0,2 (2021)

martedì 23 luglio 2024

Monaci buddhisti impegnati

I monaci buddhisti non restano nei loro monasteri in meditazione, ma si impegnano per ridurre la sofferenza nella società e le diseguaglianze sociali.   

Matthieu Ricard (1947- ), monaco buddhista francese,  ha fondato nel 2000, Karuna-Shechen un'organizzazione che opera nell'universo himalayano e porta avanti 90 progetti  per un mondo più altruista aiutando 400.000 persone. I progetti riguardano l'educazione, l'emancipazione femminile, la protezione dell'ambiente, lo sviluppo economico e sostenibile.    Vedi:  https://karuna-shechen.org/   Matthieu Ricard ha contribuito a preservare la cultura tibetana impegnandosi nella traduzione e nella conservazione di manoscritti del buddhismo tibetano.

Mingyur Rinpoche (1975- )  ha fondato:

  • la Tergar Meditation Community, una comunità di meditazione buddhista (Tergar significa "rivelatore di tesori").   Vedi link:   https://tergar.org/               https://tergar.org/about/mingyur-rinpoche/    Per porre rimedio ai problemi legati al cambiamento climatico nell'universo Himalaiano, 
  • nel 2021 ha avviato la catena di valore della serra bioclimatica e della rosa canina in collaborazione con l'azienda TeaLeaves  e  
  • nel 2023  ha fondato H.E.L.P. (Himalayan Environment and Life Protection) che è un'organizzazione senza scopo di lucro che lavora per proteggere l'ambiente e mitigare il cambiamento climatico nell'Himalaya, e per aumentare il benessere  delle comunità e degli individui.    Vedi:  Sito:  https://himalayanhelp.com/

Pema Wangyal Rinpoche (1947- ) è un lama tibetano ed è uno dei figli di Kangyur Rinpoche (1898-1975), fuggito dal Tibet nel 1958 con la famiglia per stabilirsi a Darjeeling, in India. Dopo la morte del padre nel 1975, Pema Wangyal Rinpoche è tornato in Dordogna con la famiglia.  Ha fondato:

  •  nel 1980 l'Association bouddhiste de Chanteloube, a Saint-Léon-sur-Vézère (Dordogna) e il centro di ritiro triennale;   vedi: https://www.songtsen.org/chanteloube/programs-events/ 
  • nel 1982 la Kangyur Rinpoché fondation per permettere ai bambini in strada di avere un'educazione e per sostenere i monaci/monache che vengono dal Tibet; vedi: https://www.fundraiso.com/fr/organisations/the-kangyur-rinpoche-foundation
  • nel 1979 la fondazione Padmasambava che fa parte della Fondation de France,  per preservare la cultura tibetana; vedi: https://www.fondationdefrance.org/fr/annuaire-des-fondations/fondation-padmasambava
  • nel 2008 l'associazione Casa, che aiuta i senzatetto in Portogallo e Spagna.  vedi: https://www.lamaison24.net/single-post/casa-international-july-2017-english
  • il Comitato di traduzione Padmakara.  vedi:  www.digital.padmakara.fr     Preoccupato per la conservazione di antichi e rari manoscritti e del tesoro scritto del Dharma, Pema Wangyal Rinpoche ha avviato la loro traduzione in otto lingue e la loro trascrizione in un database.

H.E.L.P. (Himalayan Environment and Life Protection)

H.E.L.P. (Himalayan Environment and Life Protection) è un'organizzazione senza scopo di lucro che lavora per proteggere l'ambiente e mitigare il cambiamento climatico nell'Himalaya, e per aumentare il benessere  delle comunità e degli individui.

La missione di H.E.L.P.  è quella di mettere le comunità e le donne dell'Himalaya nelle condizioni di creare soluzioni olistiche, sostenibili e riproducibili, locali e innovative  e diventare così resilienti di fronte ai cambiamenti climatici, promuovendo al contempo la prosperità economica, l'armonia sociale e la conservazione dell'identità culturale.   


 Sito:  https://himalayanhelp.com/       https://www.yongeyfoundation.org/donate    info@himalayanhelp.com     +977-9861105236     Sede:   Dhungedhara-15, Kathmandu, Nepal.

H.E.L.P è stato creato dal lama buddista tibetano Yongey Mingyur Rinpoche nel 2023.  

H.E.L.P. conduce progetti che promuovono la conservazione dell'ambiente e della biodiversità  come ad esempio la Rosa Macrophylla (rosa canina) per sostenere le comunità a gestire in modo sostenibile gli ecosistemi, generando al contempo un reddito.  Promuove l'emancipazione femminile sostenendo l'accesso delle donne all'istruzione, alla salute, ai servizi igienici, all'imprenditorialità come ad esempio la produzione di formaggio di yak .Sostiene anche l'istruzione dei bambini e dei giovani aiutandoli ad acquisire gli strumenti per condurre una vita felice, utile e produttiva.

Cerca di fornire mezzi di sostentamento sostenibili ed ecocompatibili nelle comunità, compreso l'ecoturismo, e sostiene la creazione di imprese ecologiche guidate da giovani. Sviluppiamo progetti per mitigare i cambiamenti climatici e costruire la resilienza delle comunità nell'ambito della riforestazione, utilizzando tecnologie innovative come i droni e progetti per favorire l'accesso all'energia pulita.

Promuove il rispetto della della natura, di sé e degli altri, prima del profitto individuale e dello sfruttamento del mondo naturale. Auspica un mondo in cui gli esseri umani possano vivere in
armonia con la natura e con le altre specie, e che possa prosperare nell'ambito dell'interdipendenza di tutte le cose.

Yongey Mingyur Rinpoche

Yongey Mingyur Rinpoche (1975 - )  è un insegnante e maestro dei lignaggi Karma Kagyu e Nyingma del buddismo tibetano e autore di molti bestseller; possiede una rara capacità di presentare l'antica saggezza del Tibet in modo coinvolgente. Rimpoche è nato a Samagaun (nella valle del Nubri, in Nepal), nelle regioni himalayane di confine tra Tibet e Nepal, e fin da giovane è stato attratto da una vita di contemplazione ed ha trascorso molti anni della sua infanzia in un severo ritiro.  All'inizio del giugno 2011, Mingyur Rinpoche è uscito dal suo monastero di Bodhgaya, in India, e ha iniziato un “ritiro errante” attraverso l'Himalaya e le pianure dell'India, durato quattro anni e mezzo.

Ha creato la Tergar Meditation Community, una comunità di meditazione buddhista (Tergar significa "accampamento del rivelatore di tesori").   Vedi link:   https://tergar.org/               https://tergar.org/about/mingyur-rinpoche/   

Oltre a una vasta formazione nelle tradizioni meditative e filosofiche del buddismo tibetano, Mingyur Rinpoche si è interessato per tutta la vita alla scienza e alla psicologia occidentali.  In giovane età, ha iniziato una serie di discussioni informali con il famoso neuroscienziato Francisco Varela, venuto in Nepal per imparare la meditazione da suo padre, Tulku Urgyen Rinpoche. Molti anni dopo, nel 2002, Mingyur Rinpoche e altri meditatori di lunga data come Matthieu Ricard furono invitati al Waisman Laboratory for Brain Imaging and Behavior dell'Università del Wisconsin-Madison, dove Richard Davidson, Antoine Lutz e altri scienziati esaminarono gli effetti della meditazione sul cervello di meditatori esperti. Un team di scienziati ha seguito per 14 anni lo sviluppo del cervello di Yongey Mingyur Rinpoche. Durante questo periodo i ricercatori hanno analizzato il suo cervello quattro volte usando la risonanza magnetica strutturale per vedere i cambiamenti nel cervello nel tempo.  Lo studio che è stato pubblicato da LiveScience nel 2020, ha rivelato che il cervello di Mingyur Rinpoche sembrava rallentare notevolmente nel suo invecchiamento e sembrava avere dieci anni di meno. https://www.livescience.com/buddhist-monk-meditation-brain.html    I risultati di questa ricerca innovativa sono stati riportati anche in altre riviste internazionali come il  National Geographic e Time.

Mingyur Rinpoche quando non si occupa dei monasteri sotto la sua custodia in India e Nepal, viaggia ed insegna in tutto il mondo, con centri nei cinque continenti. I suoi resoconti umoristici delle sue difficoltà personali lo hanno reso caro a migliaia di studenti in tutto il mondo. 

Il suo libro più venduto, The Joy of Living: Unlocking the Secret and Science of Happiness, ha debuttato nella lista dei bestseller del New York Times ed è stato tradotto in oltre venti lingue.  I libri più recenti di Rinpoche sono Turning Confusion into Clarity: A Guide to the Foundation Practices of Tibetan Buddhism, Joyful Wisdom: Embracing Change and Finding Freedom e un libro illustrato per bambini intitolato Ziji: Il cucciolo che imparò a meditare.  

Recentemente, visitando la sua città natale, Samagaun, Rinpoche ha constatato gli effetti del cambiamento climatico e dello scioglimento dei ghiacciai nell'universo himalayano e nel suo villaggio, nonché la precaria situazione della sicurezza alimentare, aggravata dagli effetti della pandemia di Covid-19.  Per porre rimedio a questa situazione, nel 2021 ha avviato la catena di valorizzazione della serra bioclimatica e della rosa canina in collaborazione con l'azienda TeaLeaves e  ha creato nel 2023 H.E.L.P. (Himalayan Environment and Life Protection) che è un'organizzazione senza scopo di lucro che lavora per proteggere l'ambiente e mitigare il cambiamento climatico nell'Himalaya, e per aumentare il benessere  delle comunità e degli individui.    Vedi:  Sito:  https://himalayanhelp.com/

Per avere più dettagli sulla vita di Mingyur Rimpoche vedi:  https://en.wikipedia.org/wiki/Yongey_Mingyur_Rinpoche   

Ananda Kentish Coomaraswamy

 "Aiutate noi a salvare l'ingenuità dell'India perchè l'India aiuterà voi a sopravvivere" - Coomaraswamy

Ananda Kentish Coomaraswamy (1877-1947) è nato a Ceylon ed è stato un ricercatore poliedrico, scienziato, linguista, esperto di cultura e arte, filosofo, curatore di musei e autore. È stato uno dei primi autore dell'era moderna ad sottolineare l'importanza delle arti, della cultura e del pensiero tradizionale come qualcosa di più di semplici reliquie del passato. A Coomaraswamy è stato spesso attribuito il merito di aver reintrodotto il concetto di “filosofia perenne” in un Occidente frastornato dai molteplici aspetti  del mondo moderno.

Ananda K. Coomaraswamy  non è stato solo uno dei più famosi specialisti di filosofia, religione e arte orientale, ma anche un conoscitore del pensiero occidentale, in quanto aveva vissuto per molti anni in Occidente. La sua analisi del buddismo e dell'induismo è quindi particolarmente preziosa: non solo perchè spiega il significato di queste due grandi religioni, ma le confronta costantemente con le principali correnti del pensiero occidentale.

Siti: 

  •  https://www.coomaraswamyfoundation.org/
  • http://www.studiesincomparativereligion.com/public/authors/Ananda_Coomaraswamy.aspx

Seminario buddhista alla Sonnerie ( in Dordogna)

Nel luglio 2024 ho partecipato al seminario estivo della durata di una settimana con Jigme Khyentse Rinpoche, Tsetrul Pema Wangyal Rinpoche e Tsawa Rinam Rinpoche che si è svolto alla Sonnerie, presso il Centro Studi di Chanteloube in Dordogna (Francia).

Jigme Khyentse Rinpoche è il figlio minore di Kyabje Kangyur Rinpoche (il primo maestro di Matthieu Ricard).  Pema Wangyal Rinpoche, è il figlio maggiore ed è anche il fondatore delle Edizioni Padmakara; Tsawa Rinam Rinpoche è il secondo figlio.  Dopo una pausa di alcuni anni, hanno condotto un ritiro settimanale che ha alternato pratica e istruzioni sull'allenamento della mente. 

La mattina  Jigme Khyentse Rinpoche commentava il testo Audace et Compassion di Dilgo Khyentsé.    Dalle 15,00 alle 17,00 con Tsawa Rinam Rinpoche venivano letti dei testi e poi si faceva una breve meditazione.  Dalle 17,00 alle 19,00 si svolgeva la trasmissione del testo BodhicaryaVatara - La marche vers l'Eveil da parte di Tsetrul Pema Wangyal Rinpoche.

E' stato proiettato il documentario: Return to Gandhi Road. The documentary on Kangyur  Rimpoche    https://www.returntogandhiroad.com/

Per scaricare alcuni testi letti durante il seminario vedi: https://digital.padmakara.fr/textes-a-telecharger/  Vedi anche: https://www.songtsen.org/chanteloube/programs-events/   https://www.digital.padmakara.fr    

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...