domenica 12 settembre 2021

Casa Yog: tra contaminazioni, mode, e yoga tradizionale

Tra mode e appassionati vip, una sosta a Casa Yog per andare alle radici di una disciplina antichissima. Articolo di Marcella Calzolai.

L'India ha istituito un ministero autonomo dedicato, oltre che alla medicina ayurvedica e all’omeopatia, proprio allo yoga. L’Onu ha fatta propria questa disciplina, e la giornata dedicata allo yoga sarà celebrata in 170 Paesi, anche in Italia. E, siatene certi, per ogni dove - giardini, tivù, docufilm, web… - sarà dato di ammirare giovani e anche non, a testa in giù e gambe all’aria.
Ormai è un dilagare, fanno yoga attrici come Jessica Chastain, sportivi come l’ex stella del Manchester United, David Beckham, celebrità come Madonna e Lady Gaga. In America lo praticano 20 milioni di persone e a questa disciplina sono destinati sostanziosi finanziamenti, ma anche in Italia i fans sarebbero un milione e 200 mila. 

Dal “bikram” al “voga”. E basta sfogliare qualche rivista o curiosare in rete per avere anche solo un’idea di del chi-come-quanto-dove. Alcuni esempi? C’è l’antigravity yoga, lanciato anni fa da un coreografo americano, ma c’è anche il “bikram yoga” ideato da un maestro di Los Angeles che ha depositato 26 brevetti per altrettante posizioni, la londinese Juliet Murrell si è inventata il “voga” che mixa le classiche asanas a un ballo anni Ottanta. E il trend per i patiti della montagna è lo “snow yoga”: si tratta solo di aspettare la neve...

Il karma di politici e non.  Lo yoga è entrato anche in azienda, così ecco i manager votati alla «disciplina antistress che potenzia la creatività», i banchieri di Davos alla ricerca del loro karma, e l’anno scorso al World Economics Forum ben 25 sessioni sono state dedicate al benessere con inclusione della meditazione che consente di «guardare al mondo con occhi diversi” e ai dirigenti al top di “prendere decisioni migliori». Per cui, di rigore è raccomandarlo ai nostri governanti. 

Cani stressati (e gatti no). Anche la scienza ha posto l’accento sugli effetti di questa antichissima disciplina. Segnala una ricerca, offrendone le prove, che “lo yoga plasma mente e corpo”, mentre dalla risonanza magnetica risulterebbe che «la meditazione spegne i pensieri nocivi». Pare anche che yoga e meditazione siano un aiuto contro l’ipertensione. E tranquilli se avete Fido un po’ su di giri: c’è lo yoga per cani stressati, in attesa di quello per gatti stressati. Un giro sul web e, tra i tantissimi hashtag, troverete anche lo yogaforskateboarders e lo yogaforlovers.

Interpellando Gyanander.  Lo yoga, insomma, non solo non è mai passato di moda, ma viene sempre più imitato, mescolato, contaminato. Come non chiedersi allora: ma cos’è davvero lo yoga?  E dove andare a cercare la risposta se non a “Casa Yog” per interpellare un vero yogi qual'è Gyanander. 

Il maestro indiano Gyanander è nato a pochi chilometri da Delhi, ha iniziato a praticare yoga da bambino, otto anni nella foresta sono stati la sua scuola, ha insegnato yoga alla Delhi University, vive a Perugia dal 1986 e qui molti anni fa con Chiara Colucci ha aperto  “Casa Yog” dove tiene corsi di yoga e seminari. 

La sorpresa dello yogi. Avverte subito Gyanander, anticipando la  domanda: «Quando un occidentale chiama  Casa Yog, chiede: che tipo di yoga insegna lei?». E, a questo punto, è facile comprendere il perché. 
Ma la risposta? «Veramente rimaniamo senza voce perché non sappiamo cosa rispondere». 
Già, per capire, bisogna frequentarla Casa Yog, un casale immerso nel verde a San Marino di Ponte Rio, un orto rigoglioso vicino alla riva del fiume e un oliveto non contaminato dalla chimica garantiscono freschezza e sapore alla mensa rigorosamente vegetariana. 
Ci sono molte persone che vengono da varie parti d'Europa e c’è chi viene addirittura dall’India per seguirne i corsi. 
Ci si ritrova insieme dopo le lezioni a colazione o a cena per gustare un goloso riso con lenticchie decorticare, zenzero e peperoncino e parlare dell’origine dello yoga… 
A proposito, maestro, consenta la domanda “profana”: ma che tipo di yoga, allora, si fa qui? E Gyanander: «Non esistono diversi tipi di yoga, lo yoga è uno. È stato insegnato diecimila anni fa da Krishan durante la guerra Maha-Bharat, è scritto nel Bhagavad Ghita. E ancor prima lo ha insegnato Shiv a sua moglie Parvi». 

L’incipit? Purificazione. Già, perché nei versi in sanscrito di quel poema è racchiusa tutta la dottrina dello yoga. Ma, maestro, vogliamo provare a tradurre per capire in concreto qualcosa di asanas, pranayama e meditazione?                     «Intanto, prima delle Asana e di qualsiasi altra cosa, dobbiamo imparare lo Shat Karam, cioè le pratiche di purificazione degli organi interni del corpo, il che vuol dire svuotare completamente l’intestino di ciò che abbiamo mangiato la sera prima, perché se l’intestino non è pulito non solo le asana non daranno benefici, ma neanche si vivrà bene la vita quotidiana». Del che chiunque può avere un riscontro concreto.

La scienza del respiro. E le asana?        «Sono posizioni mirate a stabilizzare il corpo fisico, mentre nella moda occidentale si fanno questi esercizi in movimento, cosa che non si trova in alcun versetto né in alcun antico libro di yoga. E imparare a stabilizzare il corpo fisico è fondamentale per il pranayama». E con ciò siamo alla “scienza del respiro” sulla quale è accesa l’attenzione delle neuroscienze. Quali sono gli effetti? «Ci sono una serie di tecniche atte ad aumentare la nostra naturale capacità di assorbire ossigeno attraverso la respirazione. Imparare a respirare è fondamentale e il riuscire a farlo è come superare un muro che ci impedisce di entrare nell’altra parte di noi. Ovvero il pranayama consente di passare dal conscio al subconscio e quindi all’inconscio».

Fermare il pensiero. E le mudra?       «Sono speciali asana che, se praticate col pranayama, ne potenziano l’efficacia».  La meditazione…         «Sulla quale si è molto concentrata l’attenzione dell’occidente!». Vero, ma dica lei:                    «Prima di fare meditazione, intanto dobbiamo espandere la consapevolezza. Questa espansione della consapevolezza, che nei testi yoga si chiama Dharana, nei libri occidentali viene chiamata concentrazione della mente, ovvero riuscire a fermare il pensiero…». Il che risulta ben difficile da fare anche solo per cinque minuti. «Esatto, ma sviluppando la consapevolezza succede. E allora puoi guardare dentro di te».

Non fitness, ma benessere. Inutile entrare, qui, in altri complessi capitoli dello yoga come il kirtan, il tantra o il samadhi. Solo una considerazione: se lo yoga è uno, altro non può essere se non quello che hanno tramandato le antiche scritture. E ha molto a che vedere certamente con il benessere, ma nulla con la fitness. Meditate gente…

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