Chi sono IO ? Considerazioni del Maestro Yoga Gyanander. Per sapere chi è Gyanander Vedi link
Voi siete impegnati a cercare solo cose belle, discorsi piacevoli, amici simpatici, cibi appetitosi, belle case, mogli e bambini amorevoli, mariti leali. Ogni cosa deve essere simpatica, perfetta e buona. Prima di imparare chi voi siate dovete apprendere il suo contrario: il disequilibrio. Per conoscere chi siete, dovete entrare dentro di voi, e lì scoprirete che il bello è poco e il brutto è tanto.
La religione inizia e finisce con i rituali, le credenze, le scritture … i canoni. La spiritualità, invece, comincia dove finisce la religione. Una persona intenta a perseguire la spiritualità non segue questa via perché desidera cose materiali, né perché ha paura di Entità elevate. No. E' interessata a comprendere la “Reale Natura e l’Essenza” di se stessa, e gli eventi che le determinano. E quando comincia a realizzare che il corpo non è l’ultima meta, non è la Realtà Assoluta, comincia a chiedersi cosa ci sia al di là di questo livello esistenziale. E quando poi inizia a realizzare che nemmeno la mente è la Realtà Assoluta, si chiede cosa si trovi anche al di là di essa.
Esattamente allo stesso modo, la spiritualità è un processo di comprensione della Totalità di noi stessi: dalla materia allo spirito, dal grossolano al causale, dal visibile all’invisibile, dal manifesto all’immanifesto, di tutti gli elementi che costituiscono la nostra realtà. La moralità e la religione sono una cosa e la scoperta delle vere componenti della tua natura sono un’altra cosa. Qualunque cosa sia la materia, essa non è omogenea, non è composta da un solo elemento, da una sola cosa: è una composizione di molti elementi.
Allo stesso modo, l’IO” non è omogeneo, anch'esso è una composizione di corpo, sensi, forze mentali, prana e spirito combinati insieme. L’insieme di tutte queste combinazioni costituisce il mio “Io”, e mi fa credere di essere la mia Identità ed Essenza. Per capire l’Io devi fare esperienza del corpo, dei sensi, della mente, del prana, di buddhi (intelletto), dell'ego e dello spirito. Tutto questo a differenti livelli. Ricorda che l’esperienza è una cosa, la Conoscenza un’altra. C’è una differenza ben definita fra l’Esperienza e la Conoscenza: l’esperienza è conoscenza intima.
Oggi, non solo io, ma anche alcuni miei allievi che si fidano di me, quando fanno il pranayama, perdono coscienza del corpo, anche se la mente continua a funzionare. In quei momenti dicono: non sono il corpo, sono la mente. E quando continuano a praticare per mezz’ora il pranayama, perdono anche la mente, ma continuano ad avere una “Presenza”, continuano cioè a rimanere “Presenti a loro stessi”! Non è possibile comunicare a parole cosa si provi durante questa esperienza: si deve e si può solo farne esperienza diretta.
Il corpo non c’è, la mente non c’è, l’ego non c’è, l’intelletto non c’è, però rimane questa “Presenza a se stessi”, a proposito della quale non si può dire se, al di là di essa, ci potrà essere altro, né, naturalmente, cosa. Questo è ciò che lo Yog chiama “Sat, Cit, Anand” (verità, consapevolezza e beatitudine) ed è ciò che dobbiamo sperimentare.
Quando gli occhi sono chiusi, puoi ancora vedere. Quando la mente è chiusa, puoi ancora vedere. Quando le visioni sono chiuse, puoi ancora vedere. Quando ogni cosa è bloccata e tutte le funzioni sono bloccate, tu puoi ancora vedere. E cosa vedi? La Verità!
Nessun commento:
Posta un commento