Dal testo Carnet d'un moine errant di Matthieu Ricard..
L'essenza del buddhismo in una parola: compassione.
Tutto il benessere del mondo viene dal cuore altruista, e tutto il suo malessere, dall'amore per se stessi. Shantideva, uno dei grandi saggi dell'India buddhista del VIII secolo.
Non dimenticate mai che la vostra vita passa così veloce come uno lampo nel cielo d'estate o come un segno della mano. Ora che avete la possibilità di praticare, non perdete un istante. Consacrate tutta la vostra energia al cammino spirituale. Dilgo Khyentsé Rinpoché.
Alcuni sanno che, senza alcun dubbio, la più bella festa è quella della felicità immutabile, nata dalla meditazione e dalla trasformazione dello spirito. Matthieu Ricard.
Il vero Maestro. In Oriente l'insegnamento spirituale è il fondamento dell'educazione dei più giovani, e la frequentazione dei testi, dei maestri e dei loro discepoli è quotidiana. La scelta di un Maestro si basa su una base di sapere e di esperienze acquisite. In questi ambienti, i ciarlatani non hanno nessuna speranza. Un discepolo deve esaminare le qualifiche di un maestro per diversi anni. Lo stesso maestro esaminerà le motivazioni e la sincerità del discepolo, prima di accettarlo. In Occidente le cose vanno troppo in fretta, le persone in cerca di spiritualità, presentano spesso una certa vulnerabilità, vanno in un centro spirituale buddhista o altro, e nella foga ricevono degli insegnamenti e anche delle iniziazioni, poi si impegnano in modo frettoloso, senza avere veramente avuto il tempo di maturare le loro decisioni.
L'umiltà è una delle qualità distintive di un vero Maestro. Il viso di un Maestro esprime qualcosa di unico, il suo viso è una finestra sulle qualità del Risveglio. Altre qualità sono la sua libertà interiore, la sua compassione, la sua saggezza, e il suo disinteresse per le futilità mondane. In un vero maestro non si vedrà mai un pensiero, una parola, un atto che siano suscettibili di recare danno ad altri. Niente sembra turbare il vasto spazio della sua serenità, l'essere perfettamente presente con le persone che si presentano a lui, accordandogli una sollecitudine inesauribile.
Alla vista di un saggio, di un viso dove spende l'armonia della saggezza e dell'amore altruista, sappiamo intuitivamente che siamo in presenza di una persona suscettibile di condurci a manifestare il meglio della nostra natura che dimora sopita in ciascuno di noi. La devozione non consiste a credere in qualche cosa, ma ad aprirsi all'immensità e alla profondità della realizzazione spirituale del maestro, e al suo amore senza limiti. I grandi maestri tibetani, lo stesso Dalai Lama, sono così lontani dalle rivalità dell'ego, dall'amor proprio che regolano le relazioni umane, particolarmente quelle dei grandi di questo mondo. Questi maestri esprimono un'umiltà autentica, e un rispetto reciproco senza limiti. Ciascuno dei loro gesti e delle loro parole, è un potente appello ad essere autentici nel più profondo di noi stessi. In un maestro ci deve essere perfetta coerenza tra le parole che pronuncia e il comportamento della persona.
La presenza di questi Maestri provoca nelle persone un cambiamento ineluttabile e decisivo. Incontrare un vero maestro è come incontrare un "liberato vivente", ossia un essere che è pervenuto alla più profonda realizzazione spirituale. Le loro qualità, mostrano che sono arrivati alla fine del cammino, un cammino di trasformazione che porta dallo sconcerto alla saggezza, dalla sofferenza alla liberazione, e dall'egocentrismo alla bontà incondizionata. Un essere risvegliato ha una visione perfettamente pura degli esseri e dei fenomeni, vede la natura di Buddha in ciascun essere e percepisce la purezza primordiale dei fenomeni, al di là della dualità bello - brutto, piacevole - spiacevole, amico e nemico. Tutti i loro comportamenti sono in se stessi, un insegnamento. Un maestro non ordina, non cerca a sedurre, e ancora meno a manipolare. Si offre come guida e accoglie tutti senza attendersi niente in cambio. la fiducia che gli porta il discepolo è per lui una ricompensa sufficiente. Uno dei tratti comuni dei veri maestri è che non hanno alcun problema della loro immagine, non cercano mai di apparire, e non hanno alcuna considerazione per le lodi o per le critiche, per il successo o per l'anonimato. Un essere spiritualmente realizzato contempla con inalterata leggerezza il teatro sempre mutevole delle peripezie dell'esistenza. Ride delle proprie disavventure, e quando ride di quelle degli altri, lo fa con gentilezza e complicità. Percependo il carattere illusorio di tute le cose, con la sua compassione, tenta di mostrarci affettuosamente che i successi e gli insuccessi mondani non hanno alcuna importanza. Un vero maestro non si lamenta mai delle condizioni esterne, io so apprezzare le buone cose, e ne gioisco con piacere, ma se mi vengono a mancare mi è del tutto indifferente.
Il Buddha ha detto ai suoi discepoli "Vi ho mostrato il cammino, dipende solo da voi, il percorrerlo". Nel buddhismo Vajrayana, l'unione allo spirito di un maestro, il guru yoga, è il cuore di tutte le pratiche. Ci sono diversi tipi di maestri spirituali: l'amico spirituale, il kayanamitra, colui che ci incita alla virtù, ci consiglia e ci indica il cammino da seguire e ci insegna i rudimenti della pratica. Poi c'è l'erudito, il professore, l'acharya, che spiega il contenuto, il senso e la struttura degli insegnamenti; può essere un maestro in filosofia, un khenpo. Il maestro del Grande veicolo, che espone gli insegnamenti fondati sulla saggezza e la compassione che portano allo stato di Buddha. Poi c'è il maestro spirituale, che conferisce la trasmissione delle iniziazioni del veicolo adamantino. E' colui che ci introduce alla natura del nostro spirito e guida il nostro cammino verso il Risveglio. I testi descrivono le qualità di un maestro del Vajrayana: deve possedere una eccellente conoscenza degli insegnamenti, averli integrati nel suo flusso di coscienza e deve aver raggiunto un alto livello di realizzazione spirituale. E' qualcuno che esprime compassione verso tutti gli esseri, senza eccezione. La più grande soddisfazione di un maestro spirituale è che il suo discepolo progressa verso la liberazione dalla sofferenza. Ci aiuta a distruggere le abitudini e i meccanismi mentali che ci mantengono in uno stato di insoddisfazione cronica. Il discepolo che si impegna nel cammino spirituale deve essere cosciente dei suoi difetti e limitazioni e desidera diventare un migliore essere umano. Un cammino spirituale è costituito da una moltitudine di tappe che approfondiscono la nostra comprensione, arricchiscono la nostra esperienza, si aggiungono e si completano di una maniera sottile.
Nella meditazione ci sono delle pratiche dette preliminari, ngondro in tibetano, che sono essenziali e che devono essere praticate tutti i giorni. Si inizia con una riflessione e una meditazione sui quattro temi, al fine di trasformare la visione delle cose e portare lo spirito sul cammino della liberazione: la preziosa opportunità offerta dall'esistenza umana, la sua fragilità e il carattere effimero di tutte le cose, quello che deve essere realizzato e quello che deve essere evitato se si vuole liberarsi dalla sofferenza, le carenze di una vita centrata sulle preoccupazioni ordinarie. Ognuna di queste riflessioni devono essere meditate fino a che non fanno un tutt'uno con il nostro spirito. L'obiettivo è quello di arrivare al risveglio per il bene di tutti gli esseri, associando un allenamento dello spirito, che permette di acquisire una vera attitudine altruista, e la messa in opera delle sei perfezioni: generosità, disciplina, pazienza, perseveranza, la concentrazione e la saggezza. Il rimedio all'ignoranza è la comprensione della verità ultima, o la vacuità dell'esistenza propria a tutte le cose. Rifiutando sia il nichilismo, sia il realismo naif il buddhismo propone una via alternativa, riconoscendo la produzione interdipendente dei fenomeni, e dichiarando che i fenomeni sono privi di esistenza propria. Tra gli insegnamenti del Buddha il più importante è quello
dell'impermanenza, che si può paragonare all'orma dell'elefante nella
foresta, la più grande di tutte. I fenomeni appaiono indiscutibilmente, quindi non si può parlare di nulla, ma quando si esamina la natura di questa esistenza, ci accorgiamo che è vuota d'esistenza propria, non essendo nè autonoma, nè permanente, Secondo la via di mezzo del buddhismo, non c'è nè niente, nè qualche cosa, e solo la visione unificante di vacuità e apparenza resiste all'analisi. Ciò coincide con l'analisi di Niels Bohr, che afferma: gli oggetti atomici e sub-atomici non possiedono alcun attributo che gli sia proprio.
E' facile essere un buon meditante seduto al sole e la pancia piena, ma solo quando ci si trova ad affrontare delle condizioni avverse, si può valutare il proprio grado di realizzazione. Si valuta la diminuzione del nostro egoismo e delle nostre emozioni perturbatrici nello stesso tempo dello sviluppo della nostra serenità, della nostra libertà interiore, della nostra resilienza di fronte ai rischi e alle perturbazioni dell'esistenza. Ci sono due tipi di meditazione, una attiva centrata sulla concentrazione, l'altra sprovvista di oggetto di concentrazione, che purifica e chiarifica la mente al punto di sembrare un cielo immacolato. Le meditazioni profonde hanno lo scopo di distruggere l'attacamento alla realtà solida dei fenomeni.
Il mantra Om mani padme hung è dedicato al Buddha della compassione Avalokiteshvara, Om è una sillaba di buon augurio, mani significa gioiello, e si riferisce al voto altruista di raggiungere il risveglio per il bene di tutti gli esseri, padme significa loto e indica la natura di buddha presente nel cuore della nostra coscienza, simile al fiore di loto che nasce immacolato dal fango dello stagno, infine la sillaba hung che conferisce al mantra tutta la sua efficienza. Nel momento, dove termina l'ultimo suono prolungato al massimo, il pensiero perde ogni forma di supporto e si assorbe nella vacuità.
Per il Buddhismo, l'esistenza di un sè unitario, autonomo e durabile, che resiede nel cuore del nostro essere è un'illusione che porta a solidificare una divisione tra il sè, gli altri, il mondo. questa divisione generale delle pulsioni di attrazione e de repulsione per quello che è considerato favorire questo sé, o minacciarlo, pulsioni che si diversificano in animosità, desiderio, orgoglio, gelosia e si traducono in molteplici sofferenze. Si potrebbe definire il buddhismo una via di trasformazione che porta dalla confusione alla saggezza, dalla sofferenza alla libertà. Condivide con la scienza la volontà di esaminare lo spirito e la mente in modo empirico.
Il Buddhismo rifiuta la nozione di identità personale che si avvicinerebbe all'anima delle religioni teiste. Per il buddhismo una persona è definita per un flusso dinamico di coscienza in perpetua trasformazione, che non può ospitare un sè unitario e autonomo. La continuità di questo flusso da un modo di esistenza ad un altro non ha niente a che fare con la metempsicosi o altra forma di trasferimento da una entità personale di un corpo ad un altro, da una vita alla seguente. Più che un individuo in tanto tale che ritornerà alla vita, quello che si designa con la parola ambigua "reincarnazione" si riferisce dunque alla continuità di questo flusso di coscienza. Secondo il buddhismo, come per la fenomenologia, la coscienza è un fatto primario, che non è necessariamente legato al funzionamento del cervello, che non è evidentemente l'opinione di una vasta maggioranza di neuroscienziati.
Noi non dovremo mai perdere di vista il potenziale di bellezza interiore presente in ciascun essere. E' importante mantenere un giusto equilibrio per evitare di cadere nella sindrome del cattivo mondo che ci convince che l'essere umano è cattivo. In verità, noi abbiamo nel più profondo di noi, come una pepita d'oro, un formidabile potenziale di bontà, di saggezza e di risveglio.
Quando si prende l'ordinazione monastica, bisogna pronunciare i quattro voti principali che sono: non uccidere, non rubare, non mentire e non avere relazioni sessuali. Se si trasgredisce uno di questi voti l'ordinazione è persa. Il Dalai Lama dice spesso: Non propagate troppo il buddhismo, ma incoraggiate le persone a diventare migliori esseri umani.
Nel cammino spirituale c'è anche il ritiro in un eremo. Se l'eremita sceglie di vivere da solo per un periodo, è per approfondire la pratica e consacrare gli anni necessari a generare le risorse interiori che gli permetteranno di contribuire, poi, in modo illuminato, al benessere degli altri. I testi indicano le caratteristiche dei luoghi propizi a specifiche pratiche. Il monastero ideale deve essere costruito a sud, aperto su una vista completamente aperta. I luoghi particolarmente adatti ad un ritiro sono quelli dove hanno vissuto o meditato santi del passato. Quando la meditazione è centrata sulal calma interiore, shamatha, si cercheranno delle foreste o luoghi riparati e isolati. Per praticare vipashyana, e apprendere la natura ultima delle cose, la presenza aperta, il risveglio della coscienza, una pratica fondata sull'aspetto luminoso dello spirito, si sceglieranno degli spazi elevati che si aprono su vasti paesaggi, con una vista aperta, sul cielo. Ritirati nella solitudine serena, il silenzio esteriore apre le porte dell'interiorità. Pace esteriore e pace interiore si fondono. Si vive un sentimento di comunione con la natura e gli esseri, e la solitudine diventa un completamento.
"Non ho bisogno di niente! Non ho bisogno di niente! Non ho bisogno di niente! Viva la semplicità felice".
"Anche se la morte dovesse colpire oggi come un lampo, sii pronto a morire senza tristezza o rimpianto, senza il minimo attaccamento per quello che lasci dietro di te: Riposando nella riconoscenza della vista ultima, lascia questa vita come un'aquila che vola verso il cielo azzurro".
Annotazioni:
Per il Dalai Lama non è la meditazione, nè la preghiera che risolveranno i problemi del mondo, ma l'azione. Un Paese che vende delle armi, vende la sua anima, La violenza richiama la violenza. Una cosa inquietante è sapere che il 95% degli armamenti mondiali sono prodotti e venduti dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Occorrerebbe creare un consiglio internazionale composto da grandi saggi, premi Nobel per la pace, scienziati.
Nel sutra del grande Parinirvana, il Buddha afferma: mangiare della carne distrugge la grande compassione, l'adozione di un regime vegetriano è sempre esistito in Tibet, senza però diventare mai maggioritario a causa delle condizioni climatiche.
Francois Ravel pubblica la Grande parade nel 2000, articolo nel quale denuncia la sottomissione degli intellettuali francesi ai regimi di Stalin e Mao.
Gene
Smith, il tibetologo più erudito del XX secolo, e direttore dell'Ufficio
indiano del Congresso Usa, ha lavorato per la preservazione dei testi
tibetani. Ha fondato il Tibetan Buddhism Resources Center che è oggi la più
grande biblioteca tibetana virtuale al mondo.
Il ritiro tradizionale buddhista tibetano è della durata di 3 anni 3 mesi e 3 giorni, nel corso del quale i meditanti si dedicano ad un insieme di pratiche che vanno gradualmente dalle pratiche preliminari (ngondro) fino alle meditazioni più profonde sulla natura dello spirito, la grande perfezione, passando per delle visualizzazioni e recitazione dei mantra.
Si gira intorno ad uno stupa nel senso di un orologio e lo si guarda dalla destra, In Nepal lo stupa di Jaroung Kashor è uno degli stupa più venerati insieme a quelli di Swayambunath e Namo Buddha.
Il Buthan potrà diventare come un qualsiasi Paese del continente asiatico, ma nessun di questi Paesi potrà, mai più, ridiventare come il Buthan. Un Paese con l'aria pura, le sue riviere limpide, il suo popolo semplice, devoto ed energico, con uno stile di vita inspirato ai valori buddhisti. C'è un'assenza totale di manifestazione di violenza tra i novizi nei monasteri. Nella tradizione buddhista, è importante partecipare alla vita degli eremiti, sovvenzionando i loro umili bisogni e ciò è un privilegio per i fedeli, che periodicamente vanno a trovarli portandogli del cibo.
Noi abbiamo bisogno di esempi capaci di ispirare le nostre vite, dei modelli che incarnano la bontà sotto la sua forma più essenziale. la qualità non è un affare di quantità. Alcuni esempi. Sanjit "Bunker" Roy è stato un attivista ed educatore sociale indiano che ha fondato il Barefoot College. È stato selezionato come una delle 100 personalità più influenti di Time 100 nel 2010 per il suo lavoro di educazione degli indiani rurali analfabeti e semi-letterati. Il sikh Gurmit e i suoi fratelli aiutano le persone rifiutate dalla società. "Tutti quelli che ho conosciuto, per essere veramente felici, hanno appreso a servire gli altri". Sir Fazle Hasan Abed KCMG è stato il fondatore di BRAC, una delle più grandi organizzazioni non governative del mondo.
Bisogna distinguere il benessre palpabile, ma effimero, legato alel sensazioni, da un benessere più vasto e durabile, nato dall'eliminazione delle cause latenti delle frustrazioni e delle sofferenze dell'esistenza. Se non si agisce alla radice della sofferenza, saremo presto in balia dell'nsoddisfazione e delle frustrazioni.
Sengdrak Rinpochè è la persona che il Dalai ammirava di più dal punto di vista spirituale.
Il Monastero Shechen in Nepal, perpetua e preserva l'eredità spirituale del Tibet, vicino c'è il luogo di eremitaggio chiamato Namo Buddha, Nel monastero si trovano anche il Shechen archivi e la Tsering Art School.
In Dordogna ci sono quattro centri di insegnamento buddhista, due appartengono alla tradizione Nyingma e due alla tradizione Kagyu, il centro di ritiri di Chanteloube si rifa alla tradizione Nyingma. Nel 1991 il Dalai Lama è andato al centro Chanteloube, e anche Dilgo Khyentsé Rimpoché una delle luci del buddhismo del XX secolo, un maestro tra i maestri, e maestro anche del Dalai Lama.
Paul Ekman, uno degli specialisti mondiali dello studio delle emozioni, ha incontrato il Dalai Lama diverse volte. la prima volta in occasione dei seminari di Mind and Life.
Risorse, libri, documentari:
- Dict de Padma, un libro sulla vita di Padmasambhava, il secondo Buddha colui che portò il buddhismo in Tibet.
- Viaggio di una parigina a Lhasa, Milarépa, le yogi-poète tibétain, Il Tibet sconosciuto. Magia d'amore e magia nera, Mistici e maghi del Tibet, libri di Alessandra David-Neel,
- Kangyour, sono 103 volume che contengono l'integrità dell'insegnamento del Buddha tradotto in tibetano nel IX secolo. Tripitaka ( i tre canestri) in tibetano Kangyour sono i volumi del canone buddhista
- Tengyour, i commenti dei discepoli indiani agli insegnamenti del Buddha.
- Le chemin de la Grande Perfection di Patrul Rimpoché, è uno dei testi di riferimento per chi inizia il percorso spirituale buddhista.
- Le vagabond de l'Eveil, biografia di Patrul Rimpoché,
- Le Message des Tibetains, di Arnaud Desjardins, documentario e libro
- Human, un film di Yann Arthus-Bertrand, si compone di una raccolta di storie e immagini del nostro mondo,
- Il Dalai Lama consiglia i testi di Nagarjuna, Aryadeva, Asanga, Chandrakirti, Shantideva, che vissero in India tra il I e il VII secolo e che sono i più grandi pensatori della storia. In Tibet centinaia di commenti furono formulati per approfondire la visione filosofica formulata da questi testi. Questi studi sono un fondamento indispensabile alla pratica contemplativa,
- La vita di Milarepa di Chogyam Trungpa, nel testo sono descritte le grandi prove che Milarepa affrontò prima di ricevere la grande iniziazione maha-abhisheka del buddhismo Vajrayana, necessaria a percorrere rapidamente il cammino del Risveglio. L'iniziazione porta a maturità le potenzialità del discepolo e gli permette di attualizzare la natura di Buddha che è in lui.
- Tenzin Norgay è lo sherpa che aveva conquistato l'Everest per la prima volta, insieme a Edmund Hillary ed era discepolo di Kangyour Rimpoché.
- Henri Cartier-Bresson si impegna pienamente nel percorso buddhista all'eta di novant'anni.
- Gourou Padmasambhava, il maestro che introdusse il buddhismo in Bhutan nel VIII secolo.
- Monte
Kailash (estremo Ovest del Tibet), la montagna venerata da indù, jainisti e
buddhisti. Sulle pendici di questo monte ci sono le grotte dei più
celebri eremiti: Milarepa, Shakbar,
- Pema Lingpa, lo scopritore di tesori spirituali nel XIV secolo.
- Au Coeur de la compassion, il testo contiene le Trentasette stanze sulla pratica dei boddhisattva, L'essenza della saggezza primordiale.
- Il
tesoro delle preziose qualità di Jigmé Lingpa espone la via graduale
del buddhismo tibetano secondo la tradizione Nyingmapa.
- Yeshe
Lama, l'insuperabile saggezza primordiale, il principale insegnamento
del grande maestro Jigmé Lingpa sulla Grande perfezione, sulla natura
dello spirito.
- L'esprit du Tibet, documentario realizzato da Matthieu Ricard sulla vita di Khyentsé Rimpoché https://www.youtube.com/watch?v=Jg2DM0vNqYo https://www.youtube.com/watch?v=vlupv8YoG8A
- Moines danseurs du Tibet. Libro di fotografie di Matthieu Ricard
- Himalaya buddhista, Libro di fotografie di Matthieu Ricard
- The life of Shakbar. The autobiography of a tibetan yogi. La regione natale di Shakbar è l'Amdo.
- Olivier e Danielle Follmi hanno creato HOPE (himalayan Organization for People & Education
- Andréé Fatras, è unao dei pionieri della fotografia degli animali.
- A Damasco si trova la tomba del grande sufi Ibn Arabi.
- Francois Jacob, ha ricevuto il premio Nobel per la medicina nel 1965
- Il Tibetan Institute of Higher Studies a Sarnath, è un ramo dell'università di sanskrito di Varanasi.
- Il Tsering Art School, è la scuola d'arte al monastero Schchen in Nepal.
- Cervello e meditazione, libro scritto da Matthieu Ricard e Wolf Singer direttore dell'istituto Max Planck di Francoforte.
- Saggezze antiche, mondo moderno, Al di là delle religioni, in questi testi il Dalai Lama propone una etica secolare o universale, benefica per tutta l'umanità.
- L'arte del benessere, libro scritto dal Dalai Lama e Howard Cutler, dove si afferma che il benessere è lo scopo dell'esistenza.
- Chemins spirituels, una piccola antologia dei testi tibetani più importanti, scritta da Matthieu Ricard.
- Comment construire un mondo più altruiste, raccontato da Matthieu Ricard https://www.youtube.com/watch?v=Exgd5piE20w
- Lumière, rire du ciel, un album con le opere e la biografie di Yahne Le Toumelin, la madre di Matthieu Ricard.
- La citadelle des neiges, una piccola favola spirituale di Matthieu Ricard
Piccolo glossario:
- Il nome tibetano di Matthieu Ricard è Konchog Tendzin, ossia colui che detiene l'insegnamento dei tre gioielli.
- Thoukdam, la meditazione del dopo vita, che dura circa cinque giorni,
- Mahasiddha, sono i saggi realizzati del passato, i grandi yogi realizzati
- Gao piccola reliquia in argento,
- Kata, la sciarpa bianca,
- Bardo il periodo della coscienza che transita tra la vita e la morte ed ha una durata di 49 giorni,
- Kundum, appellativo del Dalai Lama che significa presenza,
- Manjoushri, il buddha della conoscenza,
- Termas sono tesori spirituali,
- Tsa-tsa sono piccoli stupa in miniatura,
- Dzong fortezze, di cui una parte ospita un monastero,
- Terton scopritore di tesori spirituali,
- Pong-dag puro abbandono di tutti i propri beni,
- Dakini sono deità femminile,
- Terma è un tesoro spirituale rivelato,
- Tsaglis, sono miniature che rappresentano le deità del buddhismo tibetano
- Tulkous considerati la reincarnazione di un maestro spirituale defunto
- Khempos equivalente a dottore in filosofia.
- Naga, un essere metà uomo e metà serpente.
- Vajra, piccolo scettro a cinque punte che simbolizza la trasformazione dei cinque veleni mentali: rabbia, desiderio-attaccamento, ignoranza, orgoglio e gelosia in cinque saggezze tra cui la compassione, campana simbolo della vacuità dei fenomeni,
- Phurba, piccolo oggetto rituale a forma di spada a tripla lama simbolizzante il potere delle tre saggezze primordiali: tagliare i tre principali veleni mentali che sono la rabbia, il desiderio-attaccamento, l'ignoranza.
- I cinque dhyani buddha simbolizzano i cinque aspetti della saggezza primordiale: la saggezza della dimensione assoluta, la saggezza simile ad uno specchio, la saggezza dell'uguaglianza perfetta, la saggezza del discernimento di tutte le cose, la saggezza realizzata.
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