sabato 28 maggio 2022

Osho - Meditazione (2)

Osho Rajneesh (1931-1990), o semplicemente Osho, è stato un mistico e maestro spirituale indiano, molto conosciuto a livello internazionale e in Occidente.

La meditazione per Osho è uno stato naturale dell'essere, uno stato che è andato perduto e che può essere ritrovato guardando dentro di sé.  Senza meditazione si è destinati a vivere nella tristezza.  Per non soffrire e sentire il vuoto interiore l'occidentale tende a riempire la mente con mille occupazioni. 

Osho asserisce "La mente vuota è l'unica porta verso Dio. Buddha è una mente vuota, Lao Tzu è una mente vuota. Questo mondo appartiene a coloro che vivono momento per momento nell'estasi assoluta; la loro vita è un continuum di festa"..

Per Osho, meditare significa svuotare la mente, fare il vuoto di tutti i pensieri, ricordando che 'Io non sono questi pensieri,’  'Io sono separato,’  'Io sono solo un osservatore.’ Creare una distanza tra i pensieri e la consapevolezza costituisce il cuore del processo di meditazione.  Non li si nutre più, non ci si identifica più con loro.  Progressivamente tutti i pensieri vengono eliminati ed arriva un momento in cui la mente è completamente vuota — e quello è il momento in cui il cuore si apre alla beatitudine e ad una gioia assoluta. In Oriente, la meditazione è definita come un processo di neti-neti. “Io non sono né questo né quello,’ fino ad arrivare ad un momento in cui non c'è più nulla da negare ed il vuoto infinito ti circonda. 

Per Osho – La meditazione non è per i deboli; non è per i codardi; non è per coloro che sono pieni di paura,  È un andare verso un mondo inesplorato. Per questo percorso, non esistono mappe, né linee guida. Il maestro può solo sollecitare la voglia di conoscere, trasmettere una sete di verità. Ma non può proporre un programma. Non può dare una disciplina. Può fornire un'intuizione, un desiderio. Ma poi il praticante deve intraprendere questo viaggio interiore da solo - Nessuno può accompagnarlo. Per moltissime persone, il loro interesse verso la meditazione rimane solo una curiosità intellettuale, Non diventa mai un esperimento. O anche se a volte le persone ci provano, provano con tiepidi sforzi. Purtroppo la meditazione ha bisogno di coraggio e impegno totale.   

"Tu sparisci e rimane solo Dio. Un meditante deve essere pronto a morire nella ricerca perché è solo per attraverso la morte del vecchio Io, nasce una nuova vita".   Con la meditazione, se davvero cresci in consapevolezza, nulla può essere perso. La visione arriva perché il praticante ha acquisito un nuovo stato mentale attraverso la meditazione. Con mezzi artificiali come la droga, o con una tecnica falsa, non si cresce. Si possono solo ottenere certe visioni ma senza consapevolezza.

Osho ripeteva – "Se sei troppo impegnato con il tuo intelletto, non troverai il tempo per impegnarti in profondità con il tuo essere totale. La via si può conoscere solo se si partecipa profondamente all'esistenza. La meditazione è qualcosa che accade, è il tuo stesso essere che si rivela nel profondo. Non puoi osservarlo, non ci può essere alcuna conoscenza oggettiva al riguardo".

La mente ordinaria è piena di pensieri, desideri, ambizioni, pregiudizi, Meditare significa pulire lo specchio, e lasciare che i pensieri cadano e scompaiano, percepire i momenti in cui il pensiero cessa e Dio si rivela. E quelli sono i momenti più belli della vita. Una volta che hai assaporato un solo momento di non pensiero, hai fatto un grande salto nella verità; allora le cose diventeranno ogni giorno sempre più facili.  La meditazione è un fuoco che brucia il passato, la religione, la politica, la  nazionalità, la razza, ecc. - Contiene tutto ciò è stato imposto, che è solo un condizionamento ma non il vero essere.  Nel momento in cui il passato brucia, il vero essere per la prima volta emerge e si eleva al di sopra della quotidianità e del peso del presente.

La meditazione ha bisogno di una pazienza infinita; La pazienza, è una delle qualità di cui l'umanità moderna ha completamente perso le tracce. Gli occidentali perdono tempo nello studio, nel lavoro, nei trasporti ma non hanno mai tempo per la meditazione.  La fretta è diventata il loro stile di vita.  In Oriente, c'è la miseria, a volte  le persone vivono in condizioni tremende — ma la cosa fantastica, è che nessuno ha fretta. Non è un caso che la meditazione si sia sviluppata in Oriente, dove le persone sono disponibili ad aspettare.  L'Occidente è stato in grado di ottenere grandi risultati, il controllo attraverso la scienza sulla natura ed il mondo esterno, poi pero' si crea una certa tensione all'interno. 

Solo la meditazione e l'amore non sono viaggi mentali; tutto il resto è un viaggio mentale.  In un profondo momento d'amore o in profonda meditazione, il pensiero si ferma, si va oltre la mente. Allora tutto è beatitudine.   Non bisogna fornire energia ai pensieri. Bisogna diventarne testimoni — indifferenti, distaccati, distanti. Occorre semplicemente osservare i pensieri, e non esserne in alcun modo coinvolto.  Osho diceva _ "Sii solo un osservatore. Chiudi gli occhi e osserva dentro di te — la mente è un traffico di pensieri, pensieri che corrono qua e là. Di tanto in tanto, vedrai che la mente è vuota. In quei rari momenti, i primi scorci di samadhi entreranno in te".  Questo è ciò che lo Zen chiama satori, samadhi o primo stadio di consapevolezza.  Nel secondo stadio del samadhi si riesce a vedere la realtà più chiaramente. Nel terzo stadio si diventa uno con la realtà, perché non c'è più divisione.  Questa fase finale è descritta dalle Upanishad, con “Aham Brahamasmi" — io sono Dio, Io sono il Brahma. I sufi, la dichiarano con la frase, “Ana'l Haq" — Io sono la verità. È nella religione cristiana Gesù dichiara, “Io e il mio Dio siamo uno, Io e mio padre siamo uno.

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