Yoga tradizionale alla
Biblioteca Laurentina
Hermès Garanger nata nel gennaio 1973 è un lama buddista francese e produttore televisivo.
Hermès
Garanger è nata a Samye Ling, il monastero e
centro tibetano fondato nel 1967 in Scozia dove i suoi genitori Didier Garanger e
Chriss Gallot hanno vissuto per due anni.
I suoi genitori Chriss Gallot, produttrice dei
programmi Sagesses bouddhistes su France 2, e Didier Garanger scelsero
di stabilirsi in Borgogna, dove acquistarono un castello e un terreno
per costruire il monastero tibetano Kagyu-Ling (attualmente si chiama Paldenshangpa).
All'età di 2
anni, Hermès ha ricevuto la benedizione del 16° karmapa, suo fratello
Tcheupel Garanger è nato nel centro buddista il 2 novembre 1975.
All'età di 15 anni e mezzo ha iniziato
il tradizionale ritiro di tre anni, tre mesi e tre giorni, a partire dal
10 novembre 1988 presso il Kagyu Ling, da cui si è diplomata come Lama
all'età di 19 anni. Meditando 14 ore al giorno, è diventata così il più giovane Lama
occidentale al mondo. Come lei stessa dice: Questa esperienza, isolata dal mondo e da tutte le
sue distrazioni, è stata la più lunga, intensa e potente della sua vita.
Così, per gettare un ponte tra la meditazione e le neuroscienze, per
collegare la mente al cervello, per unirne le potenzialità, ha completato
gli studi di specializzazione in neuroscienze presso l'Istituto di
Neuroscienze Applicate, con l'obiettivo di combinare la scienza della
mente con quella del cervello.
Nel gennaio
2018, con 30.000 ore di meditazione all'attivo, ha partecipato agli
studi del Centro di ricerca sulle neuroscienze INSERM di Lione, diretto
da Antoine Lutz, sugli effetti della meditazione sul cervello
umano. Si è sottoposta per 6 giorni a risonanze magnetiche, encefalografie, test,
osservazioni e studi sulla sofferenza fisica ed emotiva, nonché sulla
compassione e sull'empatia. Antoine Lutz e le sue équipe di neuroscienziati stanno cercando di
dimostrare i benefici che la meditazione potrebbe avere sul cervello
degli “esperti di meditazione”.
È produttrice o coordinatrice di vari programmi televisivi, come Les Molières, Roland Garros, Catherine et Liliane... di documentari su buddhismo e sport estremi e regista di film per la televisione come: Hymne à la beauté su Matthieu Ricard !
Ha una bambina e da quando è mamma, è diventata Mezzo lama e mezza mamma, un piccolo mix di “LaMaman”. Sito: https://www.hermes-garanger.com/lama
L'UNESCO con il suo direttore generale Audrey Azoulay, ha avuto la grande idea di dare accesso gratuito alla biblioteca digitale mondiale su Internet. Un bellissimo regalo a tutta l'umanità!
Ecco il link per la Francia: https://www.wdl.org/fr Raccoglie mappe, testi, fotografie, registrazioni e film di tutti i tempi.
- La FNAC ha messo una selezione di 500 libri gratis da scaricare, link:
https://livre.fnac.com/n309183/Tous-les-Ebooks-gratuits
- L'Opera Nazionale di Parigi sta caricando gratuitamente i suoi spettacoli su https://lnkd.in/gwdGY8n
- La Metropolitan Opera di New York trasmetterà gratuitamente i suoi spettacoli
https://bit.ly/2w2QXbP
- La Cinémathèque Française offre le sue 800 masterclass, saggi e videolezioni, 500 articoli sulle sue collezioni e programmazioni https://lnkd.in/ghCcNKn
- Il Forum Immagine offre di visionare i suoi incontri https://lnkd.in/gFbzp5q
- Centre Pompidou offre Podcast vari, vedi: https://lnkd.in/gGifD3r
- Musei: 10 musei online da visitare dal divano https://lnkd.in/gV_S_Gq
-1150 film sono disponibili sul sito: https://lnkd.in/gspcqCm
Link utili:
Da novembre 2022, data di rilascio della prima build di Chat GPT, sono comparse online centinaia di IA. Tutte diverse tra loro, ognuna con una funzione diversa. Alcune sono in grado di creare immagini, altre di creare presentazioni di lavoro, altre ancora imitano la voce delle celebrità. Insomma, grazie alla nostra creatività possiamo ottenere ciò che vogliamo in pochi minuti. Noi studenti eravamo abituati ad impegnarci in lunghe ricerche su Google, digitavamo l’argomento e poi bisognava consultare diversi siti internet, senza avere la certezza di aver centrato l’argomento richiesto dal prof di turno e perdendo un sacco di ore. Adesso invece ci basta aprire una IA, inserire una richiesta e questa ci scrive un piccolo brano con tutte le informazioni più importanti.
Merito del machine learning, l’architettura alla base di ogni singola intelligenza artificiale. Questa pratica non è altro che la creazione di un algoritmo di apprendimento: le IA, infatti, acquisiscono setacciando il web e distinguendo tra dati corretti e dati sbagliati. Quelli giusti vengono poi salvati in grandissime memorie, mentre gli altri vengono scartati. Gli algoritmi vengono testati dagli sviluppatori e corretti, se necessario, prima di essere lanciati sul web. A quel punto la nostra IA comincerà a leggere siti internet, articoli, a memorizzare foto, ecc. Il problema però del machine learning sta nel controllo da parte dell’uomo: se è un programma controllato, difficilmente saranno salavate informazioni scorrette, mentre se non è controllato si può rischiare che vengano memorizzati dati scorretti o anche solo incompleti.
I cinque tool gratuiti più affidabili consigliati dagli studenti per avere informazioni (il più possibile) corrette:
Per ciascuna di queste IA è possibile sottoscrivere un abbonamento che fornisce funzioni extra. Superati i pregiudizi e raggiunta la consapevolezza che non può sostituire l’essere umano, IA è un aiuto straordinario, soprattutto in termini di ottimizzazione dei tempi.
Nel XIII secolo, il leggendario Nasreddin rivolge il suo sguardo saggio (o forse folle) sul nostro comportamento e sulle nostre imperfezioni. Nascono così queste storie che, da allora, hanno viaggiato nel mondo e nel tempo, dalla Turchia alla Mongolia, passando per l’India e l’Iran.
Attraverso le vicende di Nasreddin, Matthieu Ricard e Ilios Kotsou ci guidano in queste pagine, del libro La folle saggezza di Nasreddin, lungo un cammino che porta alla libertà interiore rispondendo ai grandi interrogativi della vita: come cambiare prospettiva? Come liberarci dalle costruzioni mentali? Come essere autentici? Come agire nel migliore dei modi?
Nasreddin Khoja secondo la cultura turca sarebbe vissuto intorno al XIII e molti Paesi e popolazioni del Vicino Oriente, del Medio Oriente e dell'Asia centrale ne rivendicano la "paternità". Il suo nome è declinato in maniera differente a seconda della nazionalità ed è spesso preceduto o seguito da titoli onorifici come "Khoja", "mullā" o "Effendi".
Gli autori:
Potete trovare le storie di Nasreddin in Pdf scritto da Gianfranco Bertagni; vedi: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/misticaislamica/mulla.pdf
Gianfranco Bertagni è docente di Storia delle Religioni dell'Università di Bologna e professore di Filosofia delle Religioni e Fenomenologia del Sacro presso l'IFST di Modena Il sito di Gianfranco Bertagni è http://www.gianfrancobertagni.it/
Shena Revanur ha 19 anni e già è a capo dell'organizzazione Encode Justice, il più grande movimento giovanile (composto da migliaia di giovani di 30 Paesi del mondo) che si batte per una Intelligenza Artificiale sicura e equa. Studentessa all'università di Stanford, è riuscita a imporre la voce degli zoomers, la generazione nata tra il 1997 e il 2012, nelle discussioni sulla IA, e risulta essere una delle personalità più influenti in questo campo; fa parte di Viva Tech al fianco di Elon Musk. L'esplosione delle intelligenze artificiali alla fine del 20222 con il lancio di ChatGpt ha portato alla luce il rischio e la deriva dell'I.A.
Shena Revanur, nata nella Silicon Valley in California da genitori che lavorano nel campo delle nuove tecnologie, ha preso presto coscienza dell'impatto della I.A: sulle nostre vite e si è battuta sin da adolescente in questo campo, e dei giornalisti la hanno definita la "Greta Thumber dell'I.A.", due adolescenti, due leader donna di movimenti giovanili che si battono per un futuro migliore (Greta Thumberg è la leader di Friday for Future, il movimento che si batte contro il riscaldamento climatico).
Sneha sottolinea che ai ritmi folli in cui si sviluppano algoritmi sempre più sofisticati, non segue nessun intervento legislativo. Le persone hanno una grande fiducia in questi sistemi che molte volte producono risultati errati. La paura è anche che questi sistemi possano nel futuro aiutare a manipolare l'opinione pubblica in vista delle elezioni legislative, sostituire i lavoratori in molti campi, e possano aiutare anche i terroristi ad utilizzare armi biologiche o a programmare attacchi contro i sistemi di sicurezza informatici. Per Shena " La tecnologia può aiutarci ad accellerare la transizione energetica, ma come tutte le cose, ci sono dei rischi e dei vantaggi". "Essendo giovane sono ottimista e credo in un mondo in cui saremo capaci di proteggere l'umanità e nello stesso tempo far progredire l'innovazione".
Encode Justice ha lanciato nell'aprile 2024 la piattaforma A.I. 2030 che propone 22 raccomandazioni politiche ai dirigenti mondiali per rendere sicuro il futuro tecnologico. Vedi: https://www.ai2030.org/
Sabato 25 e domenica 26 maggio 2024 si svolgerà a Parigi la terza edizione dei Rencontres Altruistes organizzata dall'associazione Karuna Shechen fondata da Matthieu Ricard, presso la Fondazione GoodPlanet (Bois de Boulogne).
Un fine settimana dedicato alla riflessione, all'ispirazione e all'azione altruistica, che riunisce persone impegnate a costruire un mondo più unito e pacifico.
Dal locale al globale: un weekend per coltivare l'impegno altruistico a ogni livello.
In programma: tavole rotonde, meditazioni e workshop, condotti da esperti e agenti di cambiamento.
Tra i relatori ci saranno:
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La pratica dello yoga ci permette di portare alla superficie le nostre qualità positive innate come benevolenza, compassione, altruismo, tolleranza, atteggiamento non giudicante e pace e utilizzarle nelle nostre relazioni quotidiane. Diventare un miglior essere umano è un obiettivo molto ambizioso ma non è il vero scopo dello yoga. Lo scopo principale dello yoga è il conseguimento della trasformazione della coscienza, è un cammino verso elevati stati di consapevolezza e coscienza. Lo Yoga è una forma di unione tra se stessi e l'universo. Una forma di presenza assoluta.
È l'unione dei vari piani dell'esistenza: un'armonia di corpo, mente e respiro e energia. E' l'abbandonarsi al Tutto, al Divino (Ishvara pranidhana), il sentire di far parte di qualcosa di più grande. È soprattutto un percorso psico-fisico ed energetico, di allineamento, espressione ed espansione del corpo, dell'anima e della mente attraverso l'unione di movimento, respiro e silenzio.
Questo cammino include la pratica di posizioni fisiche (asana), respirazioni (pranayama), meditazioni, comportamenti etici che includono il rispetto per ogni forma di vita e un’alimentazione sana e rispettosa della natura. Il benessere psico-fisico è un semplice effetto collaterale, la mera conseguenza di trattare il corpo come un dono sacro (nello yoga il corpo è il tempio su cui costruire il percorso).
Lo Yoga investe il corpo e la mente
in senso pratico, al fine di rendere la mente duttile attraverso
l’addestramento fisico, e viceversa.
La pratica dello yoga è caratterizzata da una serie di tecniche corporee
statiche e dinamiche: posture fisse,
respirazione, meditazione, ripetizione di mantra, tecniche di purificazione. Permette di conseguire efficaci
benefici a livello fisico sciogliendo le tensioni, tonificando la
muscolatura, curando la salute delle articolazioni e degli organi
interni, migliorando la circolazione, la postura, la capacità polmonare e
rafforzando il sistema immunitario. Inoltre, con l’assiduità e la
costanza di una pratica regolare, lo Yoga estende i suoi benefici oltre
il corpo fisico: permette di concentrare la mente e di rilassarla,
riducendo notevolmente lo stress.
Le posizioni dello Yoga (in sanscrito: asana), concepite per aumentare la flessibilità del corpo e il tono muscolare, attivano il sistema cardio-circolatorio, tonificano il sistema nervoso e favoriscono conseguentemente il controllo delle proprie emozioni e la concentrazione. L’esecuzione di asana si accompagna a un senso di benessere e di stabilità fisica e mentale, porta ad una maggiore consapevolezza dei processi fisici e psichici.
Le numerose tecniche di respirazione (pranayama) ci aiutano a contrastare l’eccesso di stress, ridurre i disturbi del sonno, aumentare la facoltà di controllo e gestione della sfera psico-emotiva.
Allo scopo di calmare l’iperattività e la dispersione della mente vengono insegnati metodi di rilassamento psico-fisico e, in seguito, specifiche tecniche di concentrazione e meditazione.
Con la pratica costante e regolare, la meditazione attiva la sfera intuitiva e aumenta la creatività personale e quindi si rivelano le grandi potenzialità latenti in ognuno di noi.
Benché il suo scopo originario non sia il miglioramento dello stato di salute ma la realizzazione spirituale, il benessere fisico che deriva dalla pratica dello Yoga non è secondario, al punto che il suo valore terapeutico oggi è riconosciuto e attestato. Lo Yoga può essere praticato da tutti senza difficoltà, così, si ricorre allo Yoga per curare le patologie più diverse,
rendendolo di fatto praticato in tutto il pianeta e generando una miriade di pratiche particolari, tra gli altri, la ginnastica
dolce, lo stretching e il Pilates.
"Se si pratica lo yoga con costanza nel tempo, ne risulta di solito una maggiore ampiezza di movimento di molte articolazioni, un’accresciuta libertà di movimento del corpo tutto e anche più forza e più equilibrio nel compiere i movimenti stessi". (Jon Kabat-Zinn).
Questo cammino è caratterizzato da una disciplina articolata attorno a quattro livelli di interiorizzazione:
Questi livelli ruotano attorno a:
Lo Yoga promuove il benessere generale del praticante e agevola il processo riabilitativo dalle malattie e da eventi fisici traumatici, se si pratica con costanza e tenacia. Lo Yoga è una medicina lenta e il cambiamento avviene un poco alla volta, essendo concepito come un percorso per gradi sin dall’origine. Attraverso una pratica costante la trasformazione psicofisica comincia a manifestarsi: si respira meglio, il corpo è più armonico, si affronta meglio la fatica, la mente beneficia di un profondo rilassamento.
Sulla sponda di un torrente, seduti per il tempo necessario, si può osservare l’acqua che leviga le rocce. Allo stesso modo, con pazienza e per il tempo che ci occorre e modulando lo Yoga nello sforzo possibile per ciascuno di noi, la disciplina cambia la vita esteriore e interiore, levigandone le asprezze come l’acqua sulla pietra.
Liberarsi del superfluo è utile per semplificare la routine ed avere più tempo per noi stessi. Applicare un approccio minimalista a tutti gli aspetti del quotidiano è la soluzione definitiva per liberare la mente e avere una vita più tranquilla.
Il minimalismo psicologico si riferisce alla tendenza a semplificare il nostro stile di vita. Dal punto di vista emotivo, si tratta di cercare di affrontare i sentimenti così come sono. A livello cognitivo si tratta di tenere i pensieri concentrati sul presente.
I protagonisti del documentario di Netflix, Minimalismo. Il meno è ora, sono Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, una coppia di amici che ha creato il blog The Minimalists che è il portabandiera dello stile di vita “semplificato”. Nel documentario i due protagonisti espongono il “gioco dei 30 giorni minimalisti”, una pratica apparentemente semplice: nel primo di questi 30 giorni ci si sbarazza di una cosa, nel secondo di due, nel terzo di tre e così via, fino a raggiungere il 30° giorno. Con il passare dei giorni la sfida diventa sempre più difficile e impegnativa. Il loro consiglio è quello di condividere la sfida con un amico o un familiare e agire sempre alla stessa ora e prima di mezzanotte.
I due amici hanno cominciato con una variante "soft" della sfida, che è consistita nello sbarazzarsi di una cosa al giorno. In otto mesi, si sono liberati di oltre il 90% delle cose che possedevano, finendo per conservare solo quelle che avevano una reale funzione.
Nel documentario vengono riportati alcuni dati statistici, come il fatto che in una casa americana si accumulano in media 300mila oggetti o che, sempre negli Stati Uniti, si spende ogni anno più denaro per l'acquisto di scarpe, gioielli e vestiti di quanto ne venga investito nell'istruzione superiore. Il paradosso consiste nel fatto che si tratta perlopiù di oggetti assolutamente inutili.
«Il minimalismo ci porta ad avere poche cose e a goderne, perché sono effettivamente necessarie», dice lo psicologo José Elias. «Al contrario, essere circondati da tante cose costituisce unicamente una fonte di preoccupazione, dato che la loro gestione – si tratti anche solo di tenerle pulite – ci sottrae tempo che potremmo dedicare a noi stessi, anche senza fare nulla».
Semplificato la vita e limitando gli acquisti si guadagna tempo per le relazioni, gli interessi personali, la creatività, le finanze... Sbarazzandosi di tante cose e tanti problemi si riesce anche a dedicarsi di più agli altri. Dopo aver fatto pulizia in casa e alleggerito il guardaroba, si prova un senso di sollievo mentale. Inoltre, questo esercizio porta a riflettere sul reale valore delle cose che possediamo e a dedicare più tempo al benessere emotivo, che tendiamo a ignorare a beneficio delle preoccupazioni materiali.
“Più si ha, più si vorrebbe” può anche essere un detto popolare, ma la verità è che il nostro cervello funziona esattamente così. «Quando otteniamo tutto ciò che desideriamo, ci rendiamo conto di esserci sbagliati nel ritenere che questo ci avrebbe reso felici, perché il cervello normalizza la nuova situazione», dice T.K. Coleman, direttore della Foundation for Economic Education, durante un intervento all'interno del documentario. «In breve tempo, ci ritroviamo a pensare: “D'accordo, ho ottenuto quello che volevo, ma adesso voglio qualcos'altro". Ed ecco che quello che prima era il vertice dei nostri desideri diventa solo un altro gradino di un'infinita scala aspirazionale».
Nel documentario di Netflix, Minimalismo. Il meno è ora, viene presentata la “regola dei 30 giorni”.
Il sito Buddhism Today cerca di mostrare come l'insegnamento buddhista (il dharma) integri il miglior pensiero contemporaneo. Sul sito si trovano interventi di lama e di praticanti buddisti, ma anche gli scritti di scienziati, psicologi, artisti e altri pensatori critici e creativi.
Buddhism Today è anche una pubblicazione che si propone di fornire informazioni sul Buddhismo tibetano della scuola Karma Kagyu. Questa tradizione autentica e viva è stata trasmessa da maestro a studente, attraverso i secoli, per oltre 2.500 anni.
Vedi: https://buddhism-today.org/
La meditazione come pratica spirituale è una pratica millenaria, di origini induista - buddhista, cristiana, mussulmana, ebraica. Prima era praticata in ambienti segreti come monasteri, poi a partire dagli anni 60, la meditazione trascendentale ha cominciato a diffondersi presso il largo pubblico, praticata anche dai Beatles presso l'ashram indiano di Maharishi Mahesh Yogi.
Nel 1975, Thich Nhat Hanh pubblica
il libro Il miracolo della presenza mentale. Come ebbe a
dire Jon Kabat-Zinn (biologo e scrittore statunitense, professore emerito di medicina, e appassionato di yoga, zen e pratiche meditative), è stato “il primo libro che abbia portato
all’attenzione di un ampio pubblico di lettori l’argomento della
consapevolezza. Ha aperto nuovi orizzonti nella scena della meditazione
della fine degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta, portando la pratica
fuori dalla sala di meditazione e mostrando in che modo la consapevolezza
potesse trovare applicazione nella vita di tutti i giorni”.
Alla fine degli anni '90 Jon-Kabat-Zinn, facendo riferimento alla meditazione di consapevolezza di Thich Nhat Hanh, introduce un modo di meditare che poteva essere praticato senza convertirsi, senza fare una cerimonia di iniziazione o diventare discepolo di un guru. Il programma MBSR creato e messo a punto da Jon Kabat-Zinn
ha lo scopo di aiutare le persone a ridurre il dolore e lo stress
attraverso un percorso strutturato, in cui si uniscono la tecnica mindfulness ad aspetti scientifici e psicoeducativi. Lo stesso ha fatto il psichiatra Christophe André in Francia.
La pratica meditativa continua e intensa trasforma il nostro corpo e la nostra mente, questo è stato dimostrato dagli esperimenti condotti da Matthieu Ricard (un monaco buddhista e grande meditante) e Richard Davidson, uno dei massimi specialisti nelle neuroscienze. Insieme hanno sperimentato e documentato come cambia la struttura del cervello quando siamo in meditazione e in contemplazione.
La meditazione regolare modifica la neuroplasticità del cervello, alcune parti del cervello aumentano di volume, si attivano, si restringono, come ad esempio l'amigdala. E' stato scientificamente provato anche l’effetto positivo della meditazione sui
telomeri,
che sono tappi di protezione alle estremità dei cromosomi che
diventano più brevi ad ogni divisione cellulare.
Definizione di meditazione.
Per i buddhisti: La parola sanscrita per meditazione, “bhavana”, significa “coltivare” e la parola tibetana “gom” significa “familiarizzare”. Così, in un certo senso, la meditazione si riferisce all’allenamento della mente, coltivando qualità salutari, come la presenza attenta e l’amore altruistico, e in un altro modo si riferisce al diventare più familiare con il funzionamento della nostra mente e, infine, con la vera natura della mente, che è sia consapevole che priva di esistenza intrinseca. Si possono anche distinguere due tipi principali di meditazione: analitica e contemplativa. La prima si usa per esempio quando si de-costruisce la nozione di un “sé” indipendente, unitario e duraturo o quando si medita sull’impermanenza e l’interdipendenza di tutti i fenomeni (interessere di Thay) ; la seconda è quella di riposare nella natura ultima della mente, nell’unione di apparenza e vuoto.
Gli insegnamenti buddhisti e la meditazione buddhista hanno come obiettivo di dimostrare l'impermanenza, il non sé (o l’inconsistenza del sè) e arrivare al nirvana (eliminazione della sofferenza o dukkha). Qualsiasi insegnamento che non rechi questi tre sigilli non può essere considerato un insegnamento buddhista. Nulla ha un'esistenza separata o un sé separato. Ogni cosa deve interagire con tutte le altre.
Nirvana significa estinzione, soprattutto estinzione delle idee - le idee di nascita e morte, esistenza e non esistenza, andare e venire, sé e altro, uno e molti. Tutte queste idee ci fanno soffrire. La meditazione buddhista, (vedi Thich Nhat Hanh) è comunque sempre socialmente impegnata, cerca di ridurre la sofferenza e le diseguaglianze nella società.
Nel buddhismo ci sono due tappe: quella del rilassamento o calma mentale (samatha), attraverso la quale si può accedere ad uno stato di visione profonda (vipassanā), per entrare così in contatto con la vera realtà, senza mediazioni, e dunque comprenderla e accettarla per quello che è. Entrambe si basano sull’attenzione e sul controllo del respiro. All’inizio la mente osserva la respirazione o i movimenti del corpo, poi diviene un tutt’uno con questi.
Per la Mindfulness: La meditazione non è pensare con gli occhi chiusi o schiarirsi le idee. La meditazione è un allenamento per coltivare una visione calma e lucida del mondo e di se stessi. È un allenamento della mente per andare verso questo. La meditazione mindfulness segue un percorso che passa attraverso il momento presente: ci centriamo sulla nostra esperienza del momento, che osserviamo con distacco (respiro, corpo, suoni, pensieri); poi, da questo punto di ancoraggio nel presente e nella realtà, osserviamo il funzionamento della nostra mente, del nostro corpo e la nostra connessione con il mondo. La mindfulness viene utilizzata negli ospedali per affrontare lo stress, la depressione, per affrontare meglio il dolore. Uno degli obiettivi della Mindfulness è riuscire a stare meglio con se stessi.
I tre punti che spiegano il successo della meditazione di piena
coscienza (o mindfulness) sono: le tecniche sono state laicizzate, (propongono un modo diverso di
quello di essere in un monastero, con la relativa visione del mondo filosofica o
religiosa); le tecniche sono state semplificate e codificate, (eliminati gli aspetti esoterici, iniziazione, ecc,); sono state validate dalla ricerca scientifica con l'obiettivo di integrarle nella nostra società Occidentale.
Cotituiscono una porta di entrata alla meditazione che potrà poi essere
approfondita. Oggi, nella società occidentale, la meditazione è stata
integrata alle cure mediche, introdotta nelle scuole, nelle carceri,
nelle aziende. La pratica della meditazione porta ad una stabilizzazione emozionale, ed ha un impatto favorevole sulla salute.
Per lo Yoga : La meditazione è, tra l’altro, l’importante opportunità di incontrare la propria realtà non fisica, il proprio Sé, e non è, quello che a volte si pensa, una forma di suggestione. La meditazione porta con sé grandi possibilità di trasformazione ed opera sul piano dell’intuizione, della percezione, della presenza. Ci permette di entrare in contatto con la nostra parte non fisica e di tornare a vedere che i nostri strumenti non sono solo i sensi, ma anche la coscienza. Ci aiuta a conoscere e quindi imparare a gestire la realtà senziente della nostra costituzione; gestire le molteplici impressioni immagazzinate a vari livelli nel conscio, subconscio e inconscio, durante tutta la nostra esistenza, a volte causa di problemi e instabilità mentale; favorisce, altresì, la salute psicofisica aiutandoci a mantenere un costante contatto con il nostro Sé; ci insegna ad essere spettatori dis-identificati della nostra esistenza e come pratica conseguenza ad essere riflessivi, calmi e positivi.
Ciò che l’orientale intende conseguire con le sue pratiche interiori è sicuramente volto in altre direzioni: sperimentare il mentale nel tentativo di superarlo e giungere a stadi “sovraordinari” di contemplazione che coincidano con stati di coscienza diversi da quelli comuni, nei quali l’uomo si identifica con il contenuto della sua mente.
"La parola meditare è spesso usata impropriamente; per l'occidentale meditare si riferisce a mens, al mentale e alla sua attività. Invece, per l'orientale, la pratica è rivolta in altre dimensioni, per superare il mentale, per arrivare a stati superiori di coscienza e contemplazione, degli stati di coscienza diversi dal comune per entrare in contatto con la parte più spirituale dell'essere, al nostro vero Sé. L'uomo vive identificato con i contenuti della mente, creati soprattutto dalle emozioni, è un'esperienza ricolorata dal mentale, si producono così immagini distorte scambiate per realtà e ci si allontana dalla visione oggettiva". Per prima cosa occorre suddividere le meditazione in due tipi: di suggestione e di conoscenza, sono di suggestione la maggior parte delle meditazioni praticate in Occidente e non sono il linea con la meditazione orientale. Queste meditazioni guidate e accompagnate da suoni sono considerate propedeutiche, favoriscono le condizioni, per eventualmente andare oltre e possono aiutare a far sorgere le qualità necessarie per la meditazione di conoscenza. In questa meditazione il meditante è solo, nemmeno con un maestro. I sensi sono totalmente annichiliti, e si utilizza l'unico strumento idoneo che è la coscienza, per andare a conoscere quella realtà che il nostro vero Sè. Occorre diventare spettatori del corpo, del respiro, delle emozioni, e acquisire consapevolezza dei pensieri e del contenuto della mente.
Lo yoga è anche cercare un contatto con il Divino, è Isvara (o Ishvara) pranidhana, abbandonarsi al Divino, sentirsi parte di un Tutto, di qualcosa di più grande. Isvara Pranidhana è l'ultimo dei Niyama descritti da Patanjali e significa abbandono, resa al divino. Si deve riconoscere la nostra parte divina e applicare questo principio nella vita.
La filosofia dello yoga ci insegna che l'essere umano non è solo un corpo fisico fatto di ossa, muscoli e sangue, ma tre corpi complessi (il corpo fisico, il corpo astrale e il corpo spirituale, comunemente
conosciuto come anima) collegati tra loro attraverso
l'energia vitale (il prana) e composti da molteplici strati chiamati kosha.
Il corpo sottile è composto da 19 elementi in totale:
I prana sono le energie sottili di cui abbiamo bisogno per le attività della vita come pensare, parlare, muoversi, digerire, ecc. ed esistono cinque tipi di prana principali:
I 5 kosha si trovano all'interno dei 3 corpi. Kosha in sanscrito significa "guaina" o "copertura", i kosha sono cinque strati che racchiudono la Pura Coscienza (Purusha) o Sé (atman). In sanscrito sono chiamati Annamaya Kosha (guaina del cibo), Pranamaya Kosha (guaina del prana o della vita), Manomaya Kosha (guaina della mente), Vijnanamaya Kosha (guaina della conoscenza o della saggezza) e Anandamaya Kosha (guaina della beatitudine). I 5 kosha, o strati, fungono da tabella di marcia per il nostro viaggio alla scoperta di noi stessi. Comprendendo e lavorando attraverso ciascuno di questi strati, possiamo gradualmente muoverci verso uno stato di maggiore consapevolezza e autorealizzazione.
1. Annamaya Kosha: guaina del cibo. Il primo e più esterno strato del Sé è Annamaya Kosha, che letteralmente significa guaina alimentare. Si tratta del corpo fisico fatto di materia, che comprende la pelle, le ossa, i muscoli, gli organi e altri tessuti. Questo kosha è responsabile dei nostri bisogni primari di sopravvivenza, come cibo, acqua e riparo. È attraverso l'Annamaya Kosha che sperimentiamo il mondo fisico e interagiamo con l'ambiente naturale che ci circonda.
2. Pranamaya kosha: guaina vitale, Il Pranamaya kosha è la guaina energetica del corpo. Questo kosha è composto dai cinque prana principali menzionati in precedenza e aiuta a far fluire l'energia vitale in tutto il corpo. Di conseguenza, il Pranamaya kosha svolge un ruolo importante nelle funzioni vitali di cui abbiamo bisogno per restare in vita, come la respirazione, la digestione e la circolazione.
3. Manomaya kosha: guaina mentale, manas significa mente. Questo kosha è l'involucro mentale del corpo ed è costituito da sentimenti, pensieri, emozioni, memoria e immaginazione. Questo kosha è responsabile delle nostre funzioni cognitive, come la memoria, la percezione e il ragionamento, ed è il luogo in cui elaboriamo le nostre esperienze ed emozioni.
4. Vijnanamaya kosha: guaina intellettuale, Vijnanamaya, che significa conoscenza o saggezza, è la guaina che distingue gli esseri umani dagli animali. Sebbene entrambi possiamo provare emozioni e legami profondi, solo gli esseri umani hanno la capacità intellettuale di determinare il bene dal male e l'eterno dall'illusorio. L'intelletto, l'intuizione e la saggezza interiore fanno tutti parte del Vijnanamaya kosha, il che lo rende un fattore chiave per la nostra crescita e il nostro sviluppo spirituale. Questo kosha è anche il luogo in cui ci connettiamo con il nostro io più profondo e sperimentiamo un senso di unità con l'universo.
5. Anandamaya kosha: guaina beata, Anandamaya kosha è la guaina piena di beatitudine. È il velo più fine e sottile che copre il Sé (atman) ed è anche conosciuto come il livello dell'anima. La guaina della beatitudine è ciò che ci permette di provare gioia, amore e felicità. È anche responsabile dell'appagamento e della liberazione spirituale ed è il luogo in cui sperimentiamo la nostra interconnessione con tutte le cose.
Come trascendere i 5 kosha. La prima menzione dei 5 kosha può essere fatta risalire a uno dei più antichi testi sanscriti, la Taittiriya Upanishad. La Taittiriya Upanishad ci insegna che l'obiettivo della vita umana è trascendere questi 5 kosha e realizzare la vera natura del Sé, che è al di là di tutti gli strati dell'esistenza.
Solo immergendoci nei 3 corpi e rimuovendo i kosha possiamo trovare la nostra vera natura e accedere a livelli più profondi di coscienza e realizzazione. Poiché ogni guaina è completamente diversa, utilizziamo metodi diversi per trascendere il suo strato e viaggiare ulteriormente verso il Sé.
I chakra sono 7 centri energetici situati lungo la colonna vertebrale che mantengono l'equilibrio dei diversi aspetti fisici ed emotivi del Sé. Si tratta di Chakra della radice, Chakra sacrale, Chakra del plesso solare, Chakra del cuore, Chakra della gola, Chakra del terzo occhio e Chakra della corona.
Sebbene sia i kosha che i chakra descrivano aspetti diversi del corpo umano e della coscienza, i kosha si concentrano maggiormente sugli strati che ricoprono il Sé, mentre i chakra si concentrano sui centri energetici del corpo sottile. Entrambi i concetti sono importanti nella pratica yogica e possono essere esplorati attraverso varie tecniche, come asana, pranayama, mudra, meditazione e canti.
Attraverso questa pratica si può arrivare ad uno stato di coscienza più profondo e scoprire così la nostra vera natura. Lavorando sui kosha, sui corpi, sui chakra possiamo gradualmente rimuovere gli strati di illusione e avvicinarci a sperimentare la vera essenza del nostro essere.
Dal sito https://www.arhantayoga.org/it/i-5-kosha-e-i-3-corpi/
Prana vidya, letteralmente "la scienza della forza vitale" ha fatto parte di ogni tradizione spirituale da tempi immemorabili. Referenze al prana vydya possono essere trovate nelle Upanishad che datano 500 anni prima di Cristo. I differenti maestri usavano metodi diversi per entrare in contatto con questa energia latente e gestirla. La tradizione tantrica, ad esempio, mise a punto il prorpio sistema per risvegliare l'energia usando lo schema dei chakra (i centri di energia) e delle nadi (i canali dove circola l'energia).
Nel 20' secolo Swami Satyananda Saraswati, ispirandosi a pratiche esoteriche prese da antichi testi mise a punto un metodo per gestire questa forza vitale. Questo include pratiche strutturate come yoga nidra, pranayama, ajapa, japa, antar mouna, pawanmuktasana, shankhaprakshalana e soprattutto prana vidya. L'approccio al prana vidya si basa sul tantra e quindi sulla scienza dei chakra, nadi e mantra per identificare e influenzare i percorsi di energia nel corpo. Questo a un primo livello porta al praticante una grande vitalità, salute e stabilità mentale. Ad un secondo livello il praticante può sperimentare il prana come pura luce connettendolo alla sorgente della vita e della coscienza. La pratica porta come risultato finale a fondersi con il Mahaprana, l'energia cosmica.
Queste tecniche vengono illustrate nel primo libro di Satyananda, Prana Vidya del 1976. Poi verranno messe a punto e ampliate e costituiranno il contenuto del testo Prana and pranayama.
Il testo Prana Vidya è diviso a sua volta in due parti: la prima mette a punto una tecnica di meditazione per venire a contatto con il prana e risvegliarlo. La seconda presenta una serie di esercizi per preparare il corpo, mente e prana al Prana vidya (consocenza della forza vitale).
Cap. 1. Ci sono due principi base nell'universo; prana shakti (energia) e chitta shakti (coscienza). Il tantra lavora sul concetto che l'espansione della coscienza porta alla liberazione dell'energia. Tuttavia, solo con la liberazione dell'energia si può arrivare a stati elevati di coscienza. Questo ultimo aspetto è l'obiettivo del tantra e del Prana vidya . La persona che fa pratyahara (il ritiro dei sensi) indirizzando il prana da un punto all'altro, distrugge tutte le malattie.
Secondo lo yoga, un essere umano è capace di sperimentare cinque dimensione dell'esistenza che sono chiamati pancha kosha o cinque strati. annamaya kosha (copro fisico), pranayama kosha (corpo energetico), manomaya kosha (corpo mentale), vijnamaya kosha (corpo psichico), e anandamaya kosha (il corpo di beatitudine). Il corpo energetico è costituito da sei centri di energia, i chakra e i canali dove circola l'energia, le nadi. I sei centri sono mooladhar a (situato all'altezza del perineo (uomo), cervix (donne), swadhisthana all'altezza del coccige, manipura (ombelico), anahata (cuore), vishuddhi (gola), ajna (tra le sopracciglia). Poi ci sono i centri di energia bindu (in alto dietro la testa) e sahasrara (alla sommità della testa). Ci sono 72.000 canali, oltre questi ci sono tre importanti e principali canali sushunma (lungo la colonna) e ida e pingala che sono intorno alla sushumna ma in direzioni opposte convergendo ad ogni chakra. Rappresentano le due forze: energia mentale e energia vitale fisica. Convergono all'altezza del chakra ajna e poi salgono fino al sahasrara. Il prana si avverte con sensazioni di calore e formicolio, poi si riesce a visualizzarlo come particelle di luce. Il testo Yoga Vasishtha descrive la sottile natura delle nadi che costituisce il corpo pranico luminoso (3,19).
Prana vidya è una potente tecnica per gestire l'energia; il centro dove si genera il prana è mooladhara chakra, il centro dove è immagazzinata l'energia è il manipura chakra, e il centro di distribuzione è ajna. La nadi pingala è la nadi per aumentare il prana, Un principiante non deve usare ida nadi per aumentare il prana, perchè c'è il rischio che le forze mentali diventano dominanti e potrebbero soggiogare l'energia vitale. Il pranayama è il primo passo per il prana vidya. E' il controllo del respiro che porta indirettamente al risveglio e all'espansione del prana. Il prana e il respiro si muovono come un'unica forza su e giù lungo la colonna. La ritenzione del respiro è necessaria per immagazzinare il prana nell'ajna chakra. Ujjayi pranayama porta a un sottile stato della mente e sensibilità psichica. Si inala con entrambe le narici e si esala con entrambe le narici e kumbhaka è omesso. Portando gradualmente la consapevolezza del respiro sulle varie parti del corpo, la mente diventa sensibile al flusso di energia. E' importante conoscere la costituzione interna del corpo, perchè portare la consapevolezza mentale sui vari organi richiede una buona conoscenza. Con questa finalità lo yoga nidra è un buona pratica preparatoria. I blocchi di energia vengono eliminati quando il prana circola liberamente e abbondantemente, così come gli stati mentali negativi e le tensioni emotive sono superate. Il prana può anche essere indirizzato in un oggetto devozionale o un posto sacro attraverso la pratica di prana pratisha.
Cap. 2. La prartica di meditazione è un continuo processo mentale che rilascia le tensioni mentali e elimina i blocchi di energia. Patanjali ha indicato il percorso spirituale costituito da otto aspetti; i primi quattro sono conosciuti come bahiranga o esterni e gli altri quattro come antaranga. Quando si è in meditazione solo tre cose rimangono consapevoli: il meditante, l'oggetto di meditazione, e l'atto di meditare. Ci sono molti esercizi di pratyahara che possono essere usati: yoga nidra, prana nidra, antar mouna (silenzio interiore), trataka, nada yoga, japa e kirtan. Queste tecniche allenano la mente a diventare consapevole del mondo interiore. Questo porta al Dharana: "la concentrazione è il legare la mente a un posto". Fondamentale è abhyasa, una costante, regolare, e ininterrotta pratica per un lungo periodo di tempo. Dhyana è un interrotto flusso di coscienza, ossia una totale, non duale, assoluta consapevolezza.
Quando i confini tra il meditante, l'oggetto di meditazione, e l'atto di meditare sono rimossi, il tempo dell'esistenza individuale si dissolve, si entra in samadhi ( nirvana o emancipazione).
Prana vidya è una pratica di meditazione sulla forza vitale presente nel corpo. Vidya è tradotta spesso come "conoscenza spirituale", ossia la saggezza acquisita per conoscere il prana. Attraverso la meditazione il prana viene visualizzato come un fascio di luce di particelle che sono dentro le nadi.
Cap. 3. Il corpo fisico è un magazzino di energia pranica, e il suo funzionamento dipende dal prana. Il corpo pranico, con i suoi centri e i suoi canali può essere paragonato ad un sistema elettrico, e la malattia può essere spiegata in termini di blocchi di energia. Il prana che scorre nel corpo è diviso in pancha prana, cinque campi di energia nel corpo: prana, apana, samana (energia che governa il sistema digestivo), vyana e udana. Lo squilibrio di energia nei chakra porta malattie. Squilibrio nel Vishuddi chakra porta problemi a occhi, naso, gola, tiroide, il manipura chakra regola la digestione, swadhistana chakra regola il funzionamento degli organi uro-sessuali.
Il Pranic Healing (la guarigione con il prana) è stato studiato a partire dagli anni '70 in Russia, Bulgaria e Yogoslavia, dai guaritori in Tibet, Cina e in India (in particolare al Kolkata ospedale) dove viene utilizzato come approccio olisitico per combattere i tumori. Pranic healing viene descritto in tanti modi come qigong medico, reiki, ecc... Nelle filippine i corpi pranici sono descritti come auree. Nel 1882 il dott. Mikao Usui utilizzò i sette livelli tantrici per trasformarli in Reiki (rei significa universale e ki forza vitale), c'è un guaritore che fa da tramite tra l'energia cosmica e il paziente, e attivando i giusti canali fa entrare tale forze nel corpo del paziente. Ci sono persone che possono sentire e vedere questo prana (vedi ricerche su Kirlian photography). L'Atharva veda contiene concetti tantrici come ad esempio che una infinita energia pervade l'universo, come l'uso dei mantra aiutano a entrare in contatto con questa energia, come conservarla, ecc... e connettersi così con il divino e sperimentare la gioia di vivere.
Cap 4. In India ci sono guaritori classici chiamati Ojha che manipolano l'energia sottile per pulire, attivare e riallineare il corpo pranico. In Rajastan i Bhopas usano danze sacre, oppure altri guaritori recitano preghiere nei tempi, oppure cospargono di ceneri i pazienti. E' importante avere fede, altrimenti il trattamento non funzionerà.
Cap. 5. Prana pratishtha è uno dei più esoterici vidya ed è un'inseparabile parte del tantra. Attraverso un elaborato sistema di rituali, un oggetto di culto diventa il tramite (il medium) tra l'energia cosmica e il malato. La murti o immagine viene trasformata in presenza divina. Il Lingam rappresenta l'infusione della energia cosmica (Shakti) nella pura coscienza (Shiva). I mantra sono cantati e invocati per risvegliare l'energia divina. Il potere dei mantra influenza il prana che guarisce il corpo e trasforma la mente. In India la visita di templi sacri, l'ascoltare la vibrazione dei mantra è importante per evolvere, per capire se stessi e il cosmo, e connettersi al divino.
Cap. 6. Molti studi hanno rivelato che il suono, come il colore sono prodotti da una particolare frequenza di vibrazione di energia. Lo stato dell'energia pranica nel corpo è collegata alla salute fisica. Per questo molti guaritori, per secoli, hanno usato la vibrazione di energia nella forma di colori, magneti, agopuntura, massaggi per portare vitalità e equilibrio al corpo pranico.
Preparazione al prana vidya. In yoga nidra la persona si rilassa a un livello molto profondo: non solo a livello fisico, ma anche a livello del corpo pranico, emozioni, mente e psiche. Quando ci sono tensioni nel corpo, emozioni e mente il flusso di energia è bloccato. Questo blocco può portare ad essere malato cronico. Il prana nidra è una tecnica di pratyahara che lavora sul corpo pranico. La mente si ritira dai sensi. Japa (ripetizione dei mantra sottovoce), meditazione, visualizzazione e concentrazione aiutano e preparano alla circolazione del prana. Il prana è diviso in prana (dal diaframma alla gola), apana (dall'ombelico al perineo), samana (nell'addome da lato a lato), udana (flusso di energia a spirale nelle estremità), vyana (il flusso di energia che pervade tutto).
La pratica pancha prana dirige la consapevolezza dei cinque tipi di prana in un unico flusso. 1- Rilassa tutto il corpo, poi porta l'attenzione sui suoni che provengono dal corpo, il suono del respiro, del cuore, della digestione. Poi abbandona i suoni e cerca di essere consapevole dell'immobilità del corpo e del silenzio del corpo. 2- Nel silenzio pronuncia il tuo sankalpa (tuo desiderio) e ripetilo per tre volte con energia. 3- Poi si fa un viaggio di consapevolezza su tutte le parti del corpo. 4- Poi si passa alla consapevolezza del respiro, diventa consapevole del ritmo del respiro, della temperatura del respiro, il respiro che sale e scende dalla colonna. Respira a narici alternate contantdo fino a 8-9, ecc... 5- poi si passa alla visualizzazione degli organi interni. 6- si ripete il sankalpa. 7- Fine della pratica, si diventa consapevoli del respiro naturale, si rilassa tutto il corpo, si diventa consapevole dello spazio che circonda il corpo, si visualizza la stanza nel quale si pratica, piano, piano si diventa consapevoli del suono nell'ambiente, si esternalizza la consapevolezza. Quando la pratica di yoga nidra è conclusa si riporta la consapevolezza sul corpo, si muovono le mani, i piedi, si muove la testa a destra e a sinistra, si portano le mani oltre la testa e piano piano ci si siede. Altre pratiche sono quella di portare la consapevolezza sul passaggio del prana nei vari canali, e un'altra pratica è quella di portare la consapevolezza sui chakra (centri di energia).
Per sviluppare la consapevolezza e il controllo del prana si può passare attraverso questi stadi:
Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi. Nel Blog ci sono ci...