"Le 37 pratiche dei boddhisattva
costituiscono l'insegnamento del Grande veicolo il più diretto e il
più profondo sulla modalità di raggiungere il Risveglio".
Al
cuore della compassione. Commenti delle 37 pratiche dei boddhisatva - di Thonmè Zangpo.
Autore Dilgo Khyentsé. Le 37 istanze, scritte nel XIV secolo da Gyalsé Ngultchou Thogmé
(considerato l'incarnazione di Avalokiteshvara), sono il riassunto del
Bodhicaryavatara di Shantideva (685-763),
una delle opere più importanti del Grande Veicolo.
Biografia di Gyalsé Thogmé (1295-1369). Ricevette l'ordinazione
a 14 anni, e passò la vita in povertà con il giuramento di non
possedere mai niente, insegnando regolarmente i testi del grande
veicolo, come il Bodhicaryavatara e la Conoscenza trascendentale.
Dalla sua più tenera età aveva tagliato i legami con il desiderio e
l'attaccamento, e la sua bontà era meravigliosa. Era sufficiente
vederlo e incontrarlo per essere presi dalla fede, la rinuncia,
l'amore e la compassione e dalla voglia di coltivare lo spirito del
Risveglio. Grandi maestri dicevano di lui: "E' il Buddha
sotto forma umana" e si inchinavano in direzione del suo
eremo. I suoi ultimi consigli furono: "Rispettare i tre
giuramenti, abbandonate l'attaccamento e la credenza all'esistenza
reale delle cose, e aiutate gli esseri in atti, parole e pensieri.
Ecco quello che costituisce una pratica eccellente".
Biografia di Dilgo Khyentsé Rimpoché (1910-1991) è stato uno delle
principali figure della tradizione nyingma, e praticò meditazione
per ventidue anni in ritiro. Erudito, saggio e poeta, non cessava di
impressionare chi lo incontrava per la sua semplicità e buon umore. Il suo maestro principale fu Shèchen Gyaltsap. Un altro grande
maestro, Khenpo Shenga de Dzogchen gli trasmise la sua opera
maggiore, I tredici grandi trattati. I Khyen-tsé (significa saggezza e amore) sono le reincarnazioni
di grandi personaggi della storia del buddhismo Tibetano (come il re
Thrisong Détsen, Vimalamitra e Gourou Rimpoché che introdussero nel
IX secolo il buddhismo tantrico). Dilgo Khyentsé Rimpoché passò parte della sua vita a ri-editare
le più importanti opere del buddhismo tibetano e a costruire stupa e
monasteri in luoghi sacri; è stato uno dei maestri più rispettati
del Bhutan. Andò per la prima volta in Occidente nel 1975, insegnò
soprattutto in Dordogna, a Tashi Pelbar Ling, la sua sede europea
dove si può fare il ritiro dei tre anni. In Dordogna fu
accompagnato dalla sua sposa Sangyoum Lhamo e da suo nipote Rabjam
Rinpochè erede spirituale. Diede insegnamenti anche al Dalai Lama a
Dharamsala. E' stato il maestro di Matthieu Ricard.
Prefazione. Omaggio a Lokeshvaraya (Omaggio al signore del
mondo).
Rispettosamente rendo sempre omaggio attraverso le tre
porte ai supremi lama e al protettore Avalokiteshvara che, pur
percependo tutti i fenomeni come privi di ‘andare’ e ‘venire’,
s’impegnano univocamente per il beneficio dei trasmigratori.
I perfetti buddha, fonti di beneficio e felicità, sorgono dall’aver
praticato il santo Dharma che, a sua volta, dipende dalla conoscenza
delle pratiche relative.
Commenti. Nelle istruzioni fondamentali delle 37 istanze della pratica del
boddhisattva si trovano gli insegnamenti del Grande Veicolo sulla
disciplina, la concentrazione e la saggezza. Assimilandole e
realizzandole, si percorrerà senza difficoltà la via della
liberazione.
L'attaccamento o l'avversione derivano dal fatto che si crede si
essere un individuo realmente esistente. Shantideva nel suo
Bodhicaryavatara dice: "Tutto il benessere del mondo viene dalla
ricerca del benessere altrui, tutte le sofferenze del mondo vengono
dalla ricerca del proprio benessere". La via del Grande Veicolo
consiste nell'abbandonare l'idea stessa di un sè realmente
esistente. Quando la preoccupazione del sè si dissipa, non c'è più
ragione di avere della rabbia, dell'attaccamento egoista, l'orgoglio,
gelosia o ignoranza. Praticando correttamente gli insegnamenti del
Grande veicolo (Mahayana), si praticano anche gli insegnamenti del
Piccolo veicolo (Hinayama). Quando lo spirito del risveglio nascerà
spontaneamente in voi, possederete la radice stessa di tutti gli
insegnamenti dei sutra (sutrayana), dei mantra (mantrayana), del
grande sigillo (mahamudra), e della grande perfezione.
Avalokiteshvara, il Buddha della compassione si è manifestato
varie volte nel mondo, le sei sillabe del mantra Om mani padme houng
(Om ma ni pad me hung) sono una sua manifestazione. Chiunque ascolta
questo mantra riceverà il seme della liberazione. Per arrivare alla
liberazione occorre combinare i mezzi e la conoscenza superiore
(praticare le virtù trascendentali) e la realizzazione della
vacuità. L'uomo ha la fortuna di avere la libertà di praticare,
delle 10 ricchezze favorevoli alla pratica: 5 sono legate alle
condizioni individuali: essere nato come essere umano, in una regione
centrale, disporre di tutte le facoltà, condurre una vita che si
accorda con il Dharma, avere fede negli insegnamenti. Le altre
riguardano le condizioni generali: un Buddha è apaprso, la sua
dottrina si è perpetrata fino ad oggi, avere l'opportunità di
praticare, essere accettati da un amico spirituale. Le tendenze
avverse sono: essere presi da attività varie, avere un atteggiamento
corrotto e depravato, non credere alle sofferenze del samsara, essere
privi del gioiello della fede, non avere rimorso nel compiere
atti negativi, non coltivare qualità positive, aver rotto i legami sacri
del veicolo del Diamante (samaya) che legano il discepolo al maestro.
Shantideva dice: "L'esistenza umana è un battello
per traversare l'oceano della sofferenza". "Gli esseri umani sono così rari nei sei mondi che corrispondono
alle stelle del mattino".
I Paesi in cui il Dharma è una tradizione vivente sono rari, in
questi Paesi quante persone sono ispirate dalla pratica? Quanti di
loro mediteranno fino a raccoglierne i frutti? La gran parte degli
esseri umani butta via la loro vita in attività inutili, egoiste e
volgari.
Oggi l'incontro con il Dharma non è una semplice coincidenza, ma
il risultato dei nostri atti passati. Solo il Dharma ci aiuterà nel
momento della morte e noi sappiamo che la morte è certa. Quindi è
pura follia non iniziare subito a praticare. Si dice che il samsara è
impregnato di tre tipi di sofferenze: 1- la sofferenza accumulata, 2- la
sofferenza del cambiamento, e 3- la sofferenza inerente a tutto ciò che
è composto. Gli esseri umani subiscono le quattro sofferenze: della
nascita, della vecchiaia, della malattia e della morte. E non
possiamo invertirne il corso.
Importante è essere convinti che la sola cosa per cui valga la pena è impegnarsi per raggiungere il Risveglio Supremo. Quando il Buddha fece girare la ruota del Dharma per la prima
volta, insegnò le quattro nobili verità: 1- la sofferenza esiste ed
è importante riconoscerla, 2- la sofferenza ha una causa, e bisogna
individuarla e rinunciare a questa causa., che sono le emozioni
perturbatrici (klesha). Le principali sono: il desiderio,
l'aggressività, l'ignoranza, orgoglio e gelosia. 3- c'è una via che
libera gli esseri da questa sofferenza, e bisogna seguirla. 4-
Facendo questo, la sofferenza terminerà.
Il primo passo, quindi, è quello di ascoltare gli insegnamenti, il secondo
consiste nel riflettere sugli insegnamenti e scoprirne il senso
profondo, il terzo consiste nel meditare su questi insegnamenti
profondi, passando da una tappa all'altra le vostre qualità
spirituali nasceranno spontaneamente, perchè la natura di Buddha
(tathagatagarbha) che è in voi si rivelerà.
Questa opera svela l'essenza stessa di questi insegnamenti sotto
forma di semplici istruzioni che dovranno essere applicate. Forse un
giorno aspirerete alla solitudine di un ritiro per meditare
profondamente su questi insegnamenti.
Lasciare il paese di origine , significa rinunciare
all'attaccamento e alla rabbia,e al fattore oscurante dell'ignoranza
che li impregna. In generale questi tre veleni sono più violenti
nel nostro ambiente, nei nostri rapporti con la famiglia e gli amici.
In un nuovo ambiente, niente risveglierà questi sentimenti e
emozioni negative. Nella solitudine, non c'è niente da fare che
domare la nostra mente e le nostre emozioni. Cosi scrive Shantideva
nel Bodhicaryavatara, VIII, 85) : "Disgustati dal desiderio,
troviamo la gioia nella solitudine di piacevoli foreste esenti di
conflitti e emozioni negative". Questo è quello che facevano gli
yogi di un tempo, andando come mendicanti da un luogo all'altro,
l'animosità lascerà il posto alla voglia di aiutare gli altri,
l'attaccamento ai vostri amici a un sentimento potente di
impermanenza e dell'imminenza della morte.
L'essenza degli studi è la riflessione, e l'essenza della
riflessione è la meditazione. Anche se praticate meditazione una
sola ora al giorno, le vostre qualità non cesseranno di crescere
regolarmente.
Gli amici più intimi che per tanto tempo si sono accompagnati si
separano, le ricchezze e i beni accumulati con grande sforzo vengono
lasciati e si comincia a intravedere l'impermanenza.
La vita è così effimera come la goccia di rugiada su un filo
d'erba. Voi potrete essere estremamente bello, non riuscirete a
sedurre la morte. Un grande Maestro disse al suo discepolo che
chiedeva degli insegnamenti. "Io morirò, tu morirai". Questo è tutto
quello che ho da dirti. E' su questo che medito e pratico, non c'è
niente di più grande. I grandi saggi ascoltavano gli insegnamenti
sulla morte e l'impermanenza, li tenevano a mente, poi ci
riflettevano prima di integrarli nel più profondo della loro
coscienza attraverso la meditazione. Non preoccupatevi troppo della
quotidianità e concentratevi sul Dharma, passate la giornata
aspirando al risveglio, la sera riflettete su quello che avete fatto
durante la giornata e individuate quello che è stato negativo,
dedicatevi al benessere di tutti gli esseri. Sperate di fare meglio
il giorno seguente. Il bhrahmano Upagupta indicava con una piccola
pietra nera i pensieri e atti negativi, con una piccola pietra bianca
quelli positivi. All'inizio erano quasi tutte pietre nere, poi con
attenzione e vigilanza si ritrovò con tutte pietre bianche.
Gli amici influenzano notevolmente i vostri pensieri e emozioni e
la vostra pratica. Si distinguono due categorie di cattive compagnie:
1- i falsi maestri spirituali, 2- gli amici nefasti. In compagnia di alcune
persone vedrete che i vostri difetti e le vostre emozioni si
accrescono, è il segno che non sono dei veri amici. Più tempo
passerete con loro, più i tre veleni si svilupperanno: rabbia,
cupidigia, ignoranza.
E' impossibile liberarsi dal cerchio delle esistenze e arrivare al
risveglio senza un maestro spirituale autentico e qualificato. Tale
maestro agisce, pensa e parla in perfetto accordo con il Dharma.
Senza fede non otterrete nessun beneficio seguendo il Dharma. La
fede è un elemento decisivo per il percorso spirituale. Solo con la fede potreste essere pronto a seguire il Dharma e
prendere rifugio nei tre gioielli: Il Buddha, il Dharma, il Sangha.
Shakyamuni è il quarto dei mille e due Buddha della presente era
cosmica. Ha trasmesso tre categorie di insegnamenti che vengono
chiamati I tre Canestri (tripitaka): 1- le vinaya o disciplina, 2- i sutra
o istruzioni condensate, e 3- l'Abhidarma che tratta anche della
metafisica e della cosmologia. Il Buddha ha insegnato in tre luoghi e
in tre diversi tempi, per questo si parla dei tre movimenti della
ruota del Dharma. Alla prima ha spiegato la verità relativa, alla
seconda un misto di verità relativa e assoluta, alla terza ha
spiegato la verità ultima.
Per prendere rifugio in maniera autentica nel Dharma occorre
possedere quattro gradi di fede, senza la fede sarà inutile prendere
rifugio; quando abbiamo preso rifugio, dobbiamo rispettare
scrupolosamente i precetti, questi consistono ad astenersi a
compiere tre azioni e compierne altre tre azioni. Le tre azioni da
evitare sono: non prendere rifugio negli dei mondani, abbandonare
ogni forma di violenza in pensieri, azioni e non dovete seguire le
persone che hanno un modo di vivere totalmente diverso. Le tre azioni
da compiere sono: dovete rispettare tutte le rappresentazioni del
Buddha, dovete rispettare tutte le scritture, dovete rispettare i
membri della comunità monastica e tutti i vostri compagni che
praticano il Dharma.
Seconda parte. L'insegnamento principale: presentazione della via. Una volta preso rifugio nei tre gioielli, qualsiasi cosa arriva è
importante agire rispettando gli insegnamenti.Ci sono quattro vie:
- La via degli esseri con poche facoltà. Cercate di compiere atti benefici e evitate di nuocere alle
persone. Non mentire, essere onesto e benevolente con tutti, portare tutti
gli esseri sulla via del risveglio, rispettare i maestri spirituali,
non mentire sui propri difetti e qualità, non tradire chi è
degno di rispetto.
-
La via degli esseri con capacità medie. Quando realizzerete l'unità della vacuità e della produzione
interdipendente, vedrete chiaramente che le vie del mondo sono
fittizie e scoprirete la vera natura del samsara, il modo di
liberarsi è rafforzare la disciplina, allenarsi alla concentrazione
e alla conoscenza trascendentale (prajna). Per distaccarsi dal mondo conviene rispettare undici accorgimenti:
essere solo, lasciare la terra natale, non avere desideri sessuali,
non preoccuparsi dell'opinione degli altri, con la meditazione
arrivare a liberarsi dell'attaccamento degli esseri cari, adottare la
posizione più umile possibile davanti agli eventi, non affliggervi
di niente, non avere niene a rimproverarsi di questa vita, come un
mendicante al momento del suo ultimo soffio, recitare
costantemente il mantra: Non ho bisogno di niente, avere
bene le redini del proprio destino, praticare costantemente in modo
autentico.
-
La via degli esseri con facoltà elevate. Quando si riconosce la natura del samsara, subentrerà un grande
abbandono, e questo inciterà ad andare verso la liberazione, facendo
tutti gli sforzi possibili. La sofferenza del samsara dipende dal
credere e all'attaccamento a un "sè". La liberazione
consiste nel liberarvi dell'io delle emozioni e dalle azioni
negative. IL mezzo per liberarvi è la pratica del Dharma, allenarsi
alla disciplina, alla concentrazione e alla prajna, la conoscenza
trascendentale che permette di realizzare l'irrealità del sè
dell'individuo e dei fenomeni. Gli esseri che assaporano la pura
gioia della pratica del Dharma rinunciando a tutte le preoccupazioni
di questa vita sono estremamente rari. Per distaccarsi dal mondo è
importante non avere niente a rimproverarsi in questa vita, come
unmendicante al momento del suo ultimo respiro.
-
La via degli esseri con grandi facoltà. Questa via consiste nel meditare sulla vacuità e la compassione
per raggiungere la liberazione al di là del samsara e del nirvana.
Lo spirito del risveglio è la volontà di contribuire al
raggiungimento del risveglio per tutti gli esseri umani. Non
conservare per se le conoscenze, i beni e le realizzazioni, ma
dedicateli interamente a tutti gli esseri e fate il giuramento che
possano ascoltare il Dharma, riflettere e meditare su di esso. I
meriti e la saggezza portano verso la buddhità. Quando un
boddhisatva fa qualcosa di utile, il suo atto è totalmente
disinteressato. Voler cercare di aiutare gli altri senza essere pronti è
ricercare i problemi. La vostra pratica deve crescere in stabilità,
occorre coltivare le attitudini e l'altruismo incondizionato. Sarete
allora pronti a mettere in opera il vostro amore e la vostra
compassione in modo realmente benefico.
Lo spirito del risveglio presenta due aspetti: 1- lo spirito del
risveglio assoluto è la realizzazione della vacuità, 2- lo spirito del
risveglio relativo che può portare all'altruismo, al profondo desiderio
di aiutare gli altri e non nutrire più il nostro egoismo.
Per aiutare ad allargare questa visione si usa la pratica di
quello che si chiama "lo scambio di se stessi con gli altri",
in tibetano tonglen, si prova a scambiare con sincerità la
sofferenza e la felicità degli altri, e un giorno potrete veramente
arrivare a guarirli.
Un'altra pratica è quella di provare ad avere una sensibilità e
una compassione profonda per tutti gli esseri; meditare sulle persone
care fino ad arrivare a tutte le persone che considerate nemici o vi
creano problemi. Applicate la pratica dello scambio con intensa
compassione, concentratevi sulla persona che detestate di più e
espirando inviategli la vostra vitalità, felicità, salute, ecc,
inspirando assorbite i suoi difetti, le sue malattie, ecc..
Non si può avanzare nella pratica se lasciamo che le nostre
emozioni negative si manifestino come nella vita ordinaria. Uno dei
testi fondamentali della pratica del risveglio è il Bodhicaryavatara
di Shantideva. Nel capitoloVIII, v 129.130 dice: "Tutta la
felicità del mondo viene dalla ricerca della felicità degli altri,
tutte le sofferenze del mondo vengono dalla ricerca del proprio
benessere".
La miglior offerta al Buddha è quella di aiutare gli altri. Occorrerebbe essere capaci di utilizzare le condizioni sfavorevoli
come perdita, sofferenza, infamia e critica in occ asioni di crescita
sulla Via della liberazione. Quando siete testimoni di un atto negativo, pensate alla
sofferenza creata nell'autore dell'atto.
Occorre, inoltre, essere consapevoli che l'"IO" è
un'etichetta che mettiamo su una combinazione effimera di concetti e
di attaccamento relativi al corpo, parola e mente. Non è una verità
assoluta, eterna e indistruttibile come il corpo assoluto dei Buddha.
Se volete essere un vero discepolo di Buddha, non ci si deve
vendicare del male subito. Ricordare i quattro precetti
dell'allenamento positivo: se vi insultano, non rispondete
all'insulto, non rispondete con la collera, se qualcuno parla dei
vostri difetti, non fate altrettanto, se qualcuno vi colpisce non
reagite.
Praticate la pazienza e non cedete mai alla collera, prendete le
cose in modo positivo e eliminate il vostro orgoglio, praticate la
generosità e la compassione. Molti grandi maestri buddhisti sono
stati malmenati dai cinesi nel Tibet, e piuttosto che cedere alla
rabbia, prendevano questi eventi come un modo per purificare le
azioni negative di tutti gli esseri. Shatideva dice: "Non c'è peggior errore che la collera,
né miglior ascesi che la pazienza".
Il miglior amico spirituale è quello che vi aiuta a scoprire i
vostri difetti nascosti, e vi dà le istruzioni per eliminarli. Un
maestro direbbe: "non faccio altro che mostrare alle persone i
loro difetti nascosti, e dico loro: se potete riuscire ad accettarlo,
rimanete altrimenti potete tranquillamente partire".
Due circostanze difficili da accettare e sopportare sono
l'ingratitudine e l'umiliazione. Ci sono molte persone che non sono
in grado di gestire le loro azioni e non sono in grado di correggere
le loro azioni. Qualsiasi sia il loro comportamento hanno bisogno del
vostro aiuto e della vostra compagnia e ricordate che sono vittime
delle loro emozioni.
Quando l'amore e la compassione si sono radicate in voi, non ci
possono essere più nemici fuori. Il testo Les Cent Stances recita:
"Se eliminate la collera, eliminerete i vostri nemici per
sempre".
La vera ricchezza è accontentarsi di quello che si ha. I grandi saggi di un tempo si accontentavano dello stretto
necessario e vivevano in grotte.
Spesso noi dividiamo la nostra quotidianità in aspetti gradevoli
e sgradevoli, ma l'esperienza del gradevole o dello sgradevole non è
inerente agli oggetti che percepiamo, ha solo un'esistenza nella
mente. Questo è insegnato dal saggio Talopa a Narpa: "quello
che ti lega non è l'oggetto, ma l'attaccamento, taglia questo
attaccamento".
Spesso dei forti ricordi del passato affluiranno alla coscienza,
progetti, decisioni e speculazioni concernenti il futuro, si passa il
tempo a correre dietro a pensieri, concetti, una serie di attività
mentali non utili per la pratica. La vera sorgente del benessere è
la nostra mente ed è importante conoscerne il funzionamento. Spesso
le reazioni ad un evento sono solo pensieri, ma una volta che
installati nella mente, possono prendere il sopravvento e generare
altri pensieri. La mente non è che una accumulazione aleatoria di
pensieri e per lavorare sul mentale l'unico oggetto di analisi
possibile è il pensiero presente. Tutti i pensieri sono vuoti per
natura e non esiste altro che la vacuità. I pensieri che nascono
dalla mente sono sprovvisti di realtà tangibile o di consistenza,
non c'è dunque nessuna ragione logica per cui i pensieri abbiano
tanto potere sull'individuo, non ci sono ragioni per diventarne
schiavi. La persona si compone dei cinque aggregati, uno per il corpo
e quattro per la mente, il nome, l'idea dell'"IO" designa
l'associazione momentanea del corpo e della mente. Una volta
riconosciuto che i concetti di corpo, mente e nomi sono vuoti, così
come i fenomeni, non resta niente di quello che chiamiamo "Io".
Il corpo è un insieme insieme di elementi e quando questi elementi
sono separati non resta niente che possa essere identificato con il
corpo. In verità tutti i fenomeni dell'universo appaiono nella
loro infinita varietà come il risultato di una combinazione di cause
e condizioni particolari.
Chiarezza e vacuità sono inseparabilmente unite nella vera natura
dello spirito che va oltre i concetti di esistenza e inesistenza.
Quando un pensiero sorge, riconoscetene la vacuità, allora perderà
immediatamente tutto il suo potere e non produrrà attaccamento e
rabbia. E quando non c'è più attaccamento o rabbia,la realizzazione
del Dharma autentico si svilupperà dall'interno.
In questo modo si svilupperà la calma mentale (shamatha) e ciò
permetterà alla mente di restare in uno stato di tranquillità
meditativa, libera della molteplicità dei pensieri. La visione
profonda (vipashyana) permetterà di riconoscere la vacuità della
mente in questo stato di calma. L'unione della calma mentale e della
visione profonda costituisce l'essenza della pratica della
meditazione.
Se avete contemplato la vacuità dei fenomeni durante la
meditazione, vi sarà più facile di vedere, tra una seduta e l'altra
di meditazione, che i fenomeni sono simili ai sogni che non hanno una
propria esistenza. Fare il bene degli altri senza sosta è la pratica
post-meditativa dello spirito del Risveglio assoluto.
Potete anche arrivare a credere facilmente che se avete tutto
quello che desiderate - famiglia, amici, ricchezze, voi sarete
perfettamente felice. Se lascerete la mente seguire la sua tendenza
naturale cercherà di avere più amici, più ricchezza e così via
(più amici avrete e più saranno quelli che sarete costretto a
vedere morire, ecc, a che serve allora avere più amici?). Il
desiderio, per sua natura, non porta che problemi e insoddisfazioni.
Quando vi arriva qualcosa di indesiderabile pensate che è il frutto
delle vostre cattive azioni del passato.
I migliori amici che potrete avere sono la calma della mente e il
controllo di sé. Le sei virtù trascendenti sono: generosità,
disciplina, pazienza, diligenza, concentrazione e conoscenza
superiore.
La generosità è l'espressione naturale dell'altruismo e del
distacco del bodhisattva. Ha per essenza il non-attaccamento. Ci sono tre
forme di generosità: 1- la prima materiale, 2- la seconda consiste nel
salvare la vita degli esseri e proteggerli dalla paura, 3- la terza è
il dono degli insegnamenti di Buddha.
Senza disciplina non si può arrivare al proprio benessere. La
disciplina permette di coltivare tutte le qualità positive ed è il
pilastro delle pratiche del Grande veicolo, del veicolo del Diamante,
e del veicolo Fondamentale. Disciplina significa anche rispettare i
samayas, i legami sacri che uniscono il discepolo e il maestro
spirituale.
Indicazione per la pratica: 1- coltivare la pazienza senza risentimento per chiunque. 2-
sopportare il male che vi affligge, 3- rafforzare senza paura le
prove legate al Dharma (ad esempio malattia, calore, freddo, fame
sete), 4- contemplare senza paura il senso profondo della dottrina e
le qualità illimitate dei tre gioielli. 5- Se qualcuno vi ferisce, non
cercate di vendicarvi o e non abbiate rancore.
La diligenza consiste nel coltivare un coraggio e una forza
d'animo come un'armatura contro lo scoraggiamento, e non cedere mai
agli ostacoli posti dai quattro demoni che sono: emozioni negative,
l'attaccamento al conforto, la malattia fisica e la morte. E'
importante utilizzare lo studio, la riflessione e la meditazione.
La concentrazione. Esaminiamo il corpo, la parola e la mente, è
facile riconoscere la supremazia della mente. se la mente è
perfettamente addestrata alla calma mentale e alla visione profonda,
il corpo e le parole la seguiranno sulla via della liberazione. In
questo modo si può arrivare a liberarsi dal desiderio, dalla rabbia,
dall'ignoranza. Per far si che la vostra concentrazione acquisti
stabilità è utile ritirarsi in un luogo piacevole e isolato,
lontano dalle distrazioni. La calma mentale si può ottenere con o
senza oggetto di concentrazione. Nel meditare mettetevi seduto nella posizione in
sette punti del bouddha Vairocana: gambe incrociate, le mani posate
nel gesto dell'uguaglianza, le spalle rilassate, la colonna
vertebrale dritta, il mento leggermente rientrato, lo sguardo posato
sullo spazio all'altezza del naso, la lingua tocca il palato, gli
occhi fissano senza distrazione un punto situato al di là della
punta del naso (a douze travers de doigt). Poi visualizzate il
buddha Shakyamuni. Piano piano si deve cercare di avere la visione
più fine e precisa possibile. Il metodo migliore nella
concentrazione è unire la calma mentale e la visione profonda.
La più importante virtù trascendentale è la conoscenza
superiore. Senza la conoscenza superiore, le altre cinque virtù,
generosità, disciplina, pazienza, diligenza, concentrazione, sono
come cinque ciechi che senza la conoscenza superiore non possono
trovare la cittadella della liberazione. Solo quando sono associate
alla conoscenza superiore possono essere qualificate virtù
trascendenti (paramita). La conoscenza superiore presenta tre aspetti
che corrispondono a tre tappe graduali: la conoscenza attraverso lo
studio, la conoscenza scaturita dalle riflessioni sugli insegnamenti,
la conoscenza che nasce dalla meditazione. La realizzazione della
conoscenza superiore è lo scopo ultimo degli insegnamenti. Gli
insegnamenti si dividono in due categorie: quelli il cui senso è
provvisorio o espedienti, che rivelano la verità relativa e quelli
il cui senso è diretto e definitivo, che rivelano la verità
assoluta. Il punto ultimo di tutti gli insegnamenti è la
comprensione della vacuità che passa attraverso lo studio del
sistema filosofico della via mediana (madhyamika) fino alla più
intima convinzione della vacuità.
Eliminare i propri errori attraverso l'esame del vostro spirito
come se fosse uno specchio, analizzando dall'interno la mente, voi
potrete sapere se le vostre parole, i vostri atti,i vostri pensieri
sono conformi al Dharma. Spesso i praticanti fanno notare i difetti
negli altri , trascurando la montagna che è formata dai loro
difetti. Alcuni dei difetti dei praticanti sono: essere eruditi in
materia di Dharma senza rinunciare al male, ritenere istruzioni
profonde, senza riuscire a cambiare in meglio, essere bravi a lodarsi
e a svalorizzare gli altri. La natura di Buddha ( tathagatagarbha)
con tutte le qualità positive, è presente in tutti gli esseri.
Trattatevi mutualmente con grande bontà e grande apertura e non
cercate i difetti negli altri, se cominciate a trovare dei difetti,
ne troverete ovunque. Considerate tutte le tradizioni o scuole
buddhiste come punti di vista diversi e non come contraddittori in
quanto tutte sono un'espressione autentica dell'insegnamento del
Buddha (Il pandit Lobsang Yeshe). Nel veicolo del Diamante la fede e
la visione pura sono le due radici della pratica che inizia dopo aver
ricevuto una iniziazione.
Tagliate definitivamente con le attività ordinarie, giorno dopo
giorno siate contento di quello che avete e soddisfatto di quello che
vi accade. Tutto il resto troverà il suo posto. La vostra pratica
sarà l'antidoto alle emozioni negative e della credenza
nell'esistenza reale delle cose. Una emozione comincia sempre con un
pensiero o un sentimento infimo che poi si amplia. Se riuscite a
riconoscere questo pensiero nell'istante preciso in cui sorge, vi
sarà più facile farla dissipare. Le emozioni distruggono le persone
che praticano, gli altri e la disciplina. Per sbarazzarsene è
sufficiente riconoscerle.
Se nel presente nessuna malattia fisica, nessuna sofferenza
mentale vi affettano, è il tempo per voi di praticare.
Dharma in tibetano si dice tcheu, termine che significa nello
stesso tempo "rimediare ai difetti" e "fare nascere
tutte le qualità positive". In sanskrito Dharma significa
"quello che si tiene" o "quello che teniamo" nel
senso che una volta stabilita una connessione con il Dharma, questo
vi sosterrà fermamente per farvi uscire dalle profondità del
samsara verso il Risveglio.
Per concludere la pratica del boddhisattva consiste nel superare
l'attaccamento all'IO, eliminare ogni traccia di egoismo, e a
mettersi al servizio degli altri, aver veramente assimilato la
realizzazione della vacuità. Solo colui che ha raggiunto la
realizzazione perfetta della vacuità è libero dai concetti di
soggetto, oggetto e azione. La vera generosità consiste a non avere
attaccamento, la vera disciplina nel non avere desideri, la vera
pazienza a non avere della rabbia. E' importante comunque, che in
ogni istante verifichiamo le nostre attitudini e motivazioni. Le
azioni che avrete compiuto senza orgoglio o rimpianti avranno una
energia incredibile che vi permetterà di progredire rapidamente
sulla strada del Risveglio.
Il signore Buddha Shakyamuni ha fatto girare la ruota del Dharma a
tre riprese, la prima volta a Benares insegnò le quattro nobili
verità, la seconda volta a Rajagriha, e insegnò l'assenza delle
caratteristiche; e la terza, in tempi e luoghi diversi, annunciò la
verità ultima. Così spiegò la via del Risveglio in maniera
incredibilmente profonda e vasta. e il saggio Thogmé, in modo umile,
ha cercato di esporre l'essenza di tutti questi insegnamenti. Thogmé
significa "senza intralci, senza ostacoli"; ed è un fatto
che la sua conoscenza e comprensione degli elementi più profondi
della teoria e della pratica del Dharma non conosceva né dei limiti,
né degli ostacoli.
Ultimi consigli: Milarepa ha detto: "Non attendetevi
nessun risultato, ma praticate sinceramente fino alla vostra morte".
Il grande saggio Patrul Rimpoche ha detto: "In questa era
oscura, si può definire Dharma di trasmissione il semplice fatto di
ascoltare gli insegnamenti, e Dharma di realizzazione quello di
praticare 24 ore su 24 la calma mentale e la visione profonda".
"Nel momento presente, tutto è nelle vostre mani, voi avete tutto
il necessario per praticare e raggiungere il Risveglio; Non perdete
un solo istante".
Il Buddha disse: "Vi ho mostrato il cammino, non dipende
che da voi, il poter raggiungere la liberazione".
Il vero maestro ha una vasta conoscenza dei sutra, dei
tantra, dei shastra. ai suoi discepoli offre dei regali, parla con
dolcezza, insegna secondo le facoltà di ciascuno, e si conforma a
quello che insegna. Anche se ha l'apparenza di una persona ordinaria,
si trova costantemente nello stato del risveglio che trascende quello
degli esseri ordinari. Prostratevi davanti a lui, non camminate
davanti a lui, non camminate sulla sua destra, e camminate intorno al
luogo dove vive.
Dal sutra del Pendant d'oreille: "Senza maestro spirituale
noi non riusciremo a liberarci dalla esistenza samsarica".
Il grande veicolo insiste sulla assoluta necessità di seguire un
maestro spirituale autentico che detiene una tradizione e ne ha la
realizzazione.
Estratto dal Vaso di amrita. "Occorre essere veramente
profondamente disgustati dal cerchio delle esistenze e provare un
forte desiderio di uscirne per iniziare la pratica".
Si può effettuare la meditazione di concentrazione su un oggetto,
sull'antidoto, sui nove stadi di stabilizzazione dello spirito.
Alcune istanze:
- Istanza 15 - Inchinarsi con rispetto verso chi svela i nostri
difetti, è agire da
Boddhisatva.
-
Istanza 17 - Anche se qualcuno, per orgoglio, ci umilia,
rispettarlo come un maestro spirituale, è agire da
Boddhisatva.
-
Istanza 26 - senza disciplina, non si può realizzare il proprio
bene, allora pretendere di fare il bene degli altri, diventa assurdo.
Osservare una disciplina senza motivazione mondana è agire da
Boddhisatva.
-
Istanza 31 - Esaminare costantemente i nostri errori, è agire da
Boddhisatva.
-
Istanza 34 - Rinunciare alle parole sgradevoli, è agire da
Boddhisatva.